Esiste un “altro Pd”? La parola ai lettori

MicroMega

Con il vostro aiuto vorremmo individuare se e quanto esista un "altro Pd", opposto a quello che in tanti suoi dirigenti e settori è invece ormai profondamente inquinato dalla questione morale. Alle primarie per l’elezione dei membri dell’assemblea «costituente» e del segretario del Partito democratico parteciparono più di tre milioni di italiani, molti più della somma degli iscritti ai due partiti che si fondevano. Le speranze allora sollevate sembrano venire clamorosamente smentite. Vorremmo raccogliere qui le testimonianze dei militanti Pd che non hanno rinunciato ai valori originari. Vorremmo che ci raccontaste vicende di burocratizzazione, di emarginazione dei dirigenti più seri, ma anche di resistenza alla normalizzazione operata dalla nomenkaltura.

LE TESTIMONIANZE DEGLI ISCRITTI ALLA NEWSLETTER DI MICROMEGA

Il PD è morto, anzi non è mai nato. Esiste un altro PD? Esistono tanti cittadini onesti che vengono volutamente messi ai margini di qualsiasi processo decisionale.Il problema non è il PD, il problema è il sistema. Qualsiasi altro partito farebbe la fine del PD. E’ necessario una svolta capace di rovesciare gli schemi. Bisogna ripartire da due semplici parole: TRASPARENZA e PARTECIPAZIONE. Bisogna cambiare i meccanismi di selezione e valutazione della classe dirigente. Se non si ha il coraggio di fare questo qualsiasi cosa risulta inutile. Il mio invito e che apriate una stagione di dibattito ed informazione su questo tema con l’obiettivo di spingere il sistema a cambiare. In alternativa si deve avere il coraggio di abbandonare questa barca e cercare tra le macerie di questa società quei piccoli focolai di insorgenza civile che stanno nascendo e alimentarli. A Napoli ci stiamo provando.
Giovanni Erra


Vorrei chiedere ai dirigenti del Partito Democratico per quale ragione hanno fatto mancare il sostegno all’iniziativa referendaria di Antonio Di Pietro sul lodo Alfano. Io ritenevo che uno dei fondamenti ideologici del nostro nuovo partito fosse l’idea che coloro che ricoprono cariche pubbliche dovrebbero rispondere a criteri piu’ restrittivi di moralita’ rispetto ai comuni cittadini. In altre parole, anche un reato minore ( come impiegare una colf clandestina) diventa importante se compiuto da chi ci governa e rappresenta. Il lodo Alfano e’ un provvedimento indecente. L’obiezione che ho sentito da parte di W. Veltroni ( l’opposizione si fa in Parlamento) non ha fondamento in questo caso, visto che non ho notato alcuna opposizione seria.
Inoltre lo strumento del referendum e’ legale e giustificato per un quesito come questo, di carattere generale , a cui ogni cittadino puo’ rispondere in piena coscienza. Spero che questo grave errore sia corretto e che quando il referendum si terra’, il PD non faccia mancare il suo pieno supporto.
Una ex-entusiasta, votante-alle-primarie etc.
Lucia Zanello


Gentile Micromega,
lode alla vostra iniziativa che offre speranza. Esiste un altro PD? Non lo so. So per certo che deve esistere un partito che dia voce a:
– tutte le persone che hanno il senso dello Stato
– tutte le persone che considerano l’impegno politico un dovere e un diritto ma non un vitalizio
– tutte le persone che ritengono la Costituzione "principio non rinunciabile" per una democrazia
– tutte le persone ritengono pericoloso un paese confessionale
– tutte le persone che vedono nella laicità la strada maestra per rispettare tutte le opinioni.
"Non condivido neanche le virgole di ciò che avete detto signore, ma darei la mia vita perchè possiate esprimere la vostra opinione". L’affermazine volterriana sembra ignota a coloro che si dichiarano "democratici" e accettano che la Costituzione venga beffata per favorire gli interessi di chi, per secoli, ha spento le opinioni diverse col fuoco.
Silvana Bartoli


Non ho mai avuto la tessera di un partito, né sono mai andata ad una riunione elettorale. Però, non senza sforzo, ho sempre votato alle elezioni e continuerò a farlo, perché detesto il partito di Ponzio Pilato, anche se comprendo le ragioni di molti dei suoi tesserati. Ho partecipato con entusiasmo alle primarie. Alle ultime elezioni ho votato con speranza per il PD. Alle prossime elezioni non ripeterò questo errore. Voi chiedete: esiste un altro PD?
Vi rispondo: SI, quello che in Abruzzo, in parte é rimasto a casa con lo stomaco sottosopra, in parte ha votato per Di Pietro, ed in altra parte ha votato PD per l’ultima volta.
Vi rispondo: Sì, é il PD che non c’é.
E’ il PD che abbraccia i girotondi, che prende per mano le persone più volenterose, capaci ed oneste della società civile e le fa partecipare alla vita politica del Paese, che ritiene che la politica sia un servizio e non un privilegio, é il PD che non vota per l’aumento delle indennità dei parlamentari, già elevate, in un periodo in cui la disoccupazione aumenta vertiginosamente e la recessione galoppa.
E’ il PD che non candida i condannati, che sospende gli inquisiti, che non promette a Berlusconi di non togliergli le televisioni e di non risolvere il conflitto di interessi! (Violante docet), che lotta per attribuire le freq uenze illegittimamente usate da Rete 4 al suo legittimo titolare, Europa 7.
E’ il partito che vive nel futuro delle energie alternative e della raccolta differenziata, e non nel passato dell’energia nucleare e degli inceneritori, che lotta per la tutela dei precari, per la sicurezza dei lavoratori, per la libertà dell’informazione.
E’ il partito che crede che la legge é uguale per tutti, che vota per l’autorizzazione all’arresto dei parlamentari inquisiti, in assenza del fumus persecutionis, e per l’abolizione del lodo Alfano.
E’ il partito che non ritiene un episodio gravissimo il fatto che un giudice revochi una misura cautelare perché ritiene che le dimissioni del sindaco arrestato, insieme all’aggravame! nto del quadro probatorio, costituiscano sopravvenienze idonee ad evidenziare la oggettiva difficoltà per l’indagato di continuare a tentare di inquinare le prove.
E’ il partito dove gli incarichi dirigenziali vengono rinnovati, cercando dentro di sé le energie più pulite, fresche e motivate.
Vi rispondo: SI, é il PD che non c’é.
Nannj64, emmeanna@interfree.it


Cari tutti,
credo sia difficile individuare un’altro PD se non fuori da QUESTO. E lo dico con l’amarezza nel cuore, un cuore di Sinistra, operaio, cittadino; sono un’umile uomo che pensa che occorra una svolta secca: invece di questa Sinistra occorre innanzitutto qualcosa che abbia davvero le caratteristiche della Legalità, della moralità, della sfrontatezza quando è necessaria, e mai come ora necessita per combattere il berlusconismo, di destra e di sinistra. "Rispondo solo ai miei elett
ori" è frase che mi fa paura se pronunciata da Berlusconi, quindi ne ho schifo se la pronuncia il sindaco (ex perchè altrimenti non sarebbe fuori dal carcere) di Pescara D’Alfonso in un’intervista su Repubblica.
Siamo in una situazione dove MAI, dal dopoguerra, come ora necessita la Sinistra considerando che il Paese ha OGGI esclusivamente BISOGNI di Sinistra e la Sinistra non c’è. Sempre pronti a citare gli Stati Uniti ma negli USA chi perde và a casa mentre invece qui nonostante siano artefici di sconfitte certificate, al massimo vanno all’opposizione garantendosi così tutti i privilegi acquisiti al governo. Guardiamo a cose successe dal 2006 ad oggi; sono stati due anni a parlare di legge elettorale e questa si è poi rivelata allo stesso tempo efficace per chi vince e soluzione per chi perde il quorum; due anni a discutere di riforme che non interessano altro che loro ed il potere esercitato anche a livello locale, con incontri, tavoli, tavoli, tavoli con Ichino, Calearo, Colannino jr. a parlare DEL MIO lavoro e della MIA PENSIONE; tavoli, tavoli, tavoli con il prelato e clero ad assecondargli e concedergli, MAI a chiedergli di rinunciare ai privilegi economici che godono, di dire loro di parlare dai loro pulpiti e non nelle NOSTRE televisioni, mai celebrata Porta Pia (hanno timore di festeggiare il 25 Aprile!) .
Ha ragione Barbara Spinelli nel dire che lo sforzo maggiore lo fanno, quelli del PD, a cercare di piacere agli italiani che votano a destra DIMENTICANDO e deludendo chi invece vorrebbe votare a Sinistra, ma un’altra Sinistra; non quella di Diliberto che ancora sostiene che s’è perso perchè c’era poca falce e martello nel simbolo (se và in qualche fabbrica o campo il martello e la falce gliela tirano dietro quanto sono arrabbiati gli operai ed i braccianti per come vivono), o la famiglia "cashmere" che si commuove a vedere vincere Luxuria all’isola dei famosi (fonte Repubblica) o i Ri-Rifondatori che in mancanza di lotte a favore di una società più giusta si prodiga nella lotta per "Liberazione" pensando come poter prendere altro finanziamento pubblico per l’editor(e)ia.
Tutto ciò mentre nel Paese si afferma il Regime Piduista-Clerico-Fascista dove un condannato come Licio Gelli ci dice la sua in diretta Tv, dove uno scrittore viaggia con la scorta perchè ha raccontato la camorra, dove Genova, la mia Firenze, l’Abruzzo, la Campania tutta, la Calabria governate da QUESTA Sinistra sono uguali, finalmente dice qualcuno ?, alla destra. Ovvio che se si deve scegliere la destra è certamente migliore l’originale .
Mettono il bavaglio all’informazione e sono TUTTI D’ACCORDO, tranne IDV vivaddio, per limitarle e condannare chi le pubblica invece di condannare chi delinque. Rafforzano la loro immunità parlamentare, aiutano le banche e fanno chiudere le fabbriche e non parlo del razzismo, dell’immigrazione e della lotta vera (non come quella del Mori) alla mafia, alle mafie oramai. In Parlamento sembra una sala d’aspetto di un penitenziario quanti condannati in via definitiva ci sono (a quando una legge per negare i pubblici uffici a questi mascalzoni?).
La Costituzione è forte, affaticata ma forte, ma quanti colpi ancora può reggere da questo regimetto bipartizan piduista-clerico.fascista; occorre una nuova Resistenza pacifica a difendere quello che l’altra Resistenza e la Liberazione ci hanno donato: la Libertà e le Regole .
E Violante che fà a mezzo con l’avversario da troppo tempo: con la Tv (ricordo il film W ZAPATERO), con i fascisti (equiparando i repubblichini di Salò ai Partigiani con la sua "pacificazione") ed ora con la Giustizia ! Brutta storia, brutta Italia, brutta Sinistra: FACCIAMO UN MOVIMENTO D’OPINIONE CHE FACCIA CONSENSO E POI CHI LO VUOLE, IL NOSTRO CONSENSO, CE LO DEVE CHIEDERE ALLE NOSTRE CONDIZIONI .
Giuseppe Masi, operaio


A chi può veramente interessare un partito che non rappresenta autenticamente le speranze e le aspettative del popolo delle primarie e degli elettori che l’hanno votato?
Personalmente mi sento tradito non solo dall’incombente questione morale che sta travolgendo il partito, ma soprattutto dall’incapacità di un gruppo dirigente autoreferenziale e pertanto inadatto a mettersi in sintonia col comune sentire.
D’altronde un gruppo dirigente tirato per i capelli dal popolo delle primarie non si sarebbe certo messo in una posizione di ascolto, di comprensione e di dialogo con la propria base.
Per quanto mi riguarda è una cosa, questa, che ho sempre temuto, ma ho voluto ugualmente e pervicacemente credere nell’idea di partito nuovo che Veltroni andava propugnando e mi sono battuto perché tirasse diritto per la sua strada radendo al suolo ogni ostacolo, pur di determinare un cambiamento vero nella politica, nelle istituzioni, nella società.
Non ritenevo certo che l’Italia potesse cambiare il 24 ore, ma più semplicemente che la speranza diffusa nella società, prima del voto, rimanesse viva per capacità di determinazione e coerenza. Purtroppo questo non solo non è avvenuto, ma si è fatto di tutto perché non avvenisse.
Ora ci si viene a dire che bisogna cambiare e resistere. ( sic!) Io non credo che ci siano concesse altre occasioni, perché il gruppo dirigente del PD ha già dato brillantemete prova di saper distruggere ogni occasione ed ogni speranza.
In ogni caso mi sembra offensivo ritenere che chi ha votato per il PD debba attendere che il gruppo dirigente si autoriformi in quello che avrebbe già dovuto essere! Questo, del resto, non potrà mai accadere.
Tutto questo l’abbiamo già vissuto, sofferto e duramente subito coi vari tentativi, drammaticamente falliti, di riforma del PCI-PDS-DS.
Ritengo che il “partito che non c’è” sia di nuovo costretto ad una drammatica ricerca di chi può forgiarlo utilizzando esclusivamente la materia sociale che lo può esprimere, anche attraverso l’abbandono a se stesso del PD.
Perché questa, purtroppo, è l’amara verità.
Claudio Bandini


Egregio Direttore,
E’ sotto gli occhi di tutti il risultato di molti anni di deregolazione economica, che attualmente va sotto il nome di globalizzazione, che il mondo intero sta subendo.Una prima domanda sorge spontanea: come mai la sinistra, il PD, non ha lanciato per tempo l’allarme, anzi quasi si è conformata al capitalismo divenuto aberrante. Abbiamo dovuto aspettare che Tremonti, del quale ormai sono note le tragiche fantasie economiche, per sentire qualcosa di sinistra, contro la globalizzazione o perlomeno contro quella selvaggia non regolamentata dai governi, e contro il sistema finanziario venuto dopo Bretton Woods, negli anni ’70 con Nixon, che lo abrogò, togliendo la parità aurea col dollaro etc etc. Quindi quale sinistra sta rappresentando ora il PD? Dopo i tanti ‘anche’ di Veltroni, quali sono le idee portanti del PD? Ha perso l’orientamento in fatto di economia; non è chiara la sua posizione nei confronti di Berlusconi, sul quale, mi pare, ci sia solo Di Pietro ad averla; è corroso all’interno da lotte fratricide già a partire dai Circoli locali; non è più a contatto con i lavoratori e la classe medio bassa, di cui abbiamo visto il voto alla Lega; non ha dirigenti nuovi e giovani, con cultura, preparazione ed entusiasmo…
Ma anche Micromega, di cui sono un vorace lettore, ha le sue colpe: come mai fa spiegare, con estrema chiarezza soltanto nell’ ultima rivista
6/2008, a Stefano Zamagni l’origine del crac economico definendolo ‘sistemico’ e non ha ripreso anzitempo le idee politico/economiche dell’economista Lindon LaRouche che da oltre 15 anni sta spiegando, in tutti i modi possibili a cui anche Tremonti c’è arrivato, la situazione economica mondiale con l’enormità disastrosa della crescita dell’economia finanziaria su quella produttiva?
Io credo che il sistema esploso, e di cui vedremo gli effetti drammatici già da questo anno, sia andato bene per tanti, che in qualche modo si sono sistemati e hanno tirato a campare, come si suol dire.
Evitando accuratamente di pronunciarsi, non tanto per evitare di spaventare la gente,quanto per non perdere consensi o clienti o abbonati: quando, poi, il problema diventa comune e di tutto il mondo,allora tutti sapevano e tirano fuori le soluzioni… Troppo comodo, troppo comodo. E soprattutto per questa sinistra e per questo PD.
Non so se ho sviluppato appieno il tema imposto, però è da un po’ che voglio esternare questa mia idea, e ho colto l’occasione offertami per scriverVi ed avere una Vs. opinione a riguardo.
Grazie per la pazienza con cui mi leggete ed è una buona occasione per augurarVi un buon 2009.
Cordialmente
Sandro Tonello


Caro Micromega,
come sempre il pesce puzza dalla testa, ma veramente si può pensare che un veltroni (il minuscolo è voluto) qualsiasi possa essere il leader del centrosinistra.
Al di là ed al di sopra della questione morale non abbiamo un leader, per non parlare del povero franceschini, una pena.
Con questi individui dove vogliamo andare?
Domenico Capussela


Quello che dirò farà molto male e a qualcuno sicuramente non piacerà, ma devo dire il mio pensiero: sono sempre più convinta che così com’è il PD non va bene. Il PD non doveva dimenticare la sua provenienza PDS/DS e ha ritenuto invece che unirsi con un partito di destra quale è la Margherita era più conveniente, ma ha annullato la sua provenienza: i valori di sinistra laica.
Voler assomigliare al PDL è stato un grande errore: … il PD simile al PDL avrebbe indirizzato i dubbiosi del PDL appunto nel PD…. Errore madornale perché se devo dare il voto ad una copia preferisco darlo all’originale. E’ ciò che hanno pensato tutti quelli di destra che hanno preferito dare il voto al PDL.
Quelli non convinti come molti di noidi sinistra, si sono astenuti o pur di non perdere hanno dirottato i voti nell’ IDV. E devo dire che ora sono sempre più convinta che è stata una scelta giusta.
E perché fare una politica a distruzione dei partiti di sinistra dicendo che erano voti persi? E questo li ha veramente cancellati.
Perché insistere con questa linea? Non si distingue più la destra dalla sinistra. Perché addirittura Veltroni rinnega la sua provenienza comunista: "… io comunista a dire il vero non sono mai stato…"
Molti dicono a "Veltroni non mollare". Ma io dico e come molti di noi di sinistra, invece "molla" e lascia spazio a chi ha idee più riformiste e più a sinistra e laiche per appunto; " laicità" cosa che non viene mai ricordato dal PD. Loro dicono che non è necessario ricordarlo perché è ovvio. Errore.
Alcuni insistono a voler escludere l’IDV per unirsi invece con l’UDC.
Per diventare sempre più di destra? E la questione morale… va a farsi benedire e sappiamo tutti perché.
Sono una nostalgica forse, ma come era bello l’Ulivo e con quel gruppo abbiamo vinto le elezioni. Convincetemi del contrario. Sì, troppi partiti che spesso litigavano tra loro; capisco ma allora si doveva fare un’ Unione più a sinistra, forse rischiando di perdere, cosa che comunque è avvenuto, almeno avremmo mantenuto una dignità e una opposizione di sinistra.
Tutto questo ci ha portato dove siamo e ci porterà ad una dittatura di un solo uomo, come ci ricorda nel suo articolo Angelo D’Orsi.
Devo essere senza speranze… o posso ancora sperare in un’Italia migliore?
mariapia@studiosavina.it


Gentile redazione,
si possono usare via diplomatiche o canali diretti, oggi preferisco la chiarezza, un altro PD? Il PD del cazzo!
cerchiamo di proporre cose serie e rimbocchiamoci le maniche per una vera opposizione, per una nuova politica!
basta masturbazioni cerebrali, ovvero seghe mentali!
cordiali saluti e buon 2009.
Enzo Pirillo


Cara redazione, raccolgo con interesse la vostra iniziativa. Una breve e sintetica premessa.
Sono uno dei tanti che, lontano dalla politica per anni (oggi ne ho 46), ha creduto nel progetto fondativo del PD: un partito nato per essere "più" democratico, aperto alla società, pronto al confronto con la realtà, pronto a disegnare lo scenario di una società più equa.
Ebbene sull’onda di questo entusiasmo, mi sono riavvicinato alla politica lavorando sul territorio, nel mio comune (San Donato Milanese), organizzando localmente le primarie nazionali presentando la lista Letta in modo da avere almeno un’alternativa al predominare delle liste Veltroni; organizzando le primarie locali per l’elezione dei Circoli, presentandomi e riuscendo ad essere eletto nonostanze la "non appartenenza" a DS o Margherita.
Ora per non dilungarmi troppo arrivo alla vostra richiesta di vicende di burocratizzazione……bè queste si sono viste sin dalla composizione delle liste a livello di primarie nazionali, dove è stata effettuata una spartizione dei candidati in lista a seconda delle diverse appartenenze. Ora il tutto si è ripetuto nelle vicende finali di consolidamento sul territorio, nella suddivisione dei Circoli in "zone" provinciali e nel nostro caso specifico nella nomina arrivata direttamente dai rappresentanti cittadini che seguono la provincia e quindi la zona (composta dai comuni di San Donato M.se e San Giuliano) che in barba ai candidati volontari che si erano offerti per questo ruolo (coordinatore di zona) hanno nominato un loro "fidato" interlocutore senza nemmeno "avvisare" il coordinatore del Circolo di San Donato.
Non so quanto sia significativo questo piccolo episodio, non parliamo di dirigenti a livello nazionale, ma è sul piano locale che in modo tacito "l’apparato esistente" si è chiuso per autoproteggersi ed ha di fatto estromesso le forze nuove che volevano concorrere alla modifica ed al rinnovamento del partito. Ed è qui sul piano locale che se la nuova dirigenza nazionale del PD non vede quanto stà accadendo si frantumerà l’idea di avere radicata una presenza nuova forte e attrattiva.
Discontinuità ed Innovazione ha continuato a ripetere Veltroni, ma fin’ora questo sul piano locale non si è visto e basta andare a vedere quanti sono i "nuovi" volti messi nelle condizioni di operare nei vari organismi locali.
Un cordiale saluto.
Gianfranco Ginelli, Circolo PD San Donato Milanese


Sono il segretario PD di Barberino val d’Elsa (FI). Non ho riscontrato nulla che avvalori le vostre ipotesi se non l’esistenza di un altro PD, quello della base, che sente forte la posta etica ma è troppo timido, anche se potrei esere più cattivo, per farsi sentire
fuori dai seggi elettorali.
Credo sarebbe più di valore scovare questo fuori dal suo buco che andare alla ricerca di chi abbia qualche conto da regolare.
Carlo De Michele


Buongiorno,
non ho aneddoti o fatti da riferire ma, profondi stati d’animo da esprimere. Sono un vecchio socialista in grave crisi di identità. Con fatica, davanti alla necessità di scelta, ho voluto credere che bisognava ammodernare, compattare, rafforzare una sinistra vincente e ho sperato nel PD. La maggioranza degli italiani, ancora una volta, ha scelto di sottostare all’uomo delle illusioni collettive e i profitti personali. E’ già accaduto quando subimmo venti anni di dittatura fascista da molti acclamata e da alcuni ancor oggi rivalutata. Strana gente! La questione morale investe talmente la destra ed il suo capo, che non mi sembra il caso di infierire sui casi che ci riguardano di entità sicuramente minore per numero e importanza. Da sempre condanno la scarsa attenzione all’ onestà, alla morale, all’etica del nostro popolo. Per gli italiani è consueto giudicare furbizia, capacità e avere apprezzamento per l’imbroglio, al punto da premiare con la massima carica chi sfugge dal giudizio in modo plateale. Nel passato sono note le furbate nel regime fascista culminate con la fuga dell’eroico condottiero che portava con se la cassa dello Stato e le fedi d’oro donate dalle italiane alla Patria. Se è vera la storia di Dongo, fatte proprie illegittimamente dai presenti sul posto. Scorrettezza su scorrettezza! Poi molti anni di pace e democrazia ma, sorvoliamo sulla politica degli affari e dello intrallazzo. Infine Craxi, il "salotto buono" di Milano, Berlusconi e tangentopoli. La fine del mio partito ucciso dalla mancanza di onestà. Trovo quindi scontato che, nel folto gruppo di amministratori di centrosinistra, pursempre "italiani" si ritrovino anche dei disonesti. Ora non facciamo di questo il tema giornalistico del momento.
Nedo Walter Nenci


No, non esiste più. L’ingresso dei Margheriti, della Binetti, di Carra e compagnia bella l’ha completamente snaturato.
Avevo deciso di andare alle primarie e votare l’unico personaggio che mi ricorda le nostre origini, Pierluigi Bersani, ma l’hanno prontamente cancellato dai contendenti. Non ci sono nenache andata. Veltroni non è un leader, nè mai lo sarà e la Bindi, che stimo molto, è troppo cattolica per i miei gusti.
Non parliamo della "questione morale"….attaccati alle poltrone si sono messi i nostri ideali sotto i tacchi.
Leggo sempre con molta attenzione Marco Travaglio e, proprio in seguito alle sue informazioni, ho perso ogni speranza.
Da tempo voto Di Pietro; lo so che non è di sinistra, ma è l’unico che fa opposizione; se poi anche lui si mostrerà appartenente alla "casta", farò a meno di andare a votare.
Mi piacerebbe avere risposta a questa domanda: perchè nessuno dei nostri parlamentari denuncia la violazione del Concordato, ogni volta che questo Rotweiler di papa viola i patti entrando nella politica dello Stato, arrivando persino ad usare i nostri soldi dell 8 per mille per finanziarie milionarie campagne pubblicitare volte a boicottare una legge di questo stato?
Cari saluti.
Enrica Weiss




Cara Redazione di Micromega,
voglio subito precisare che non sono una ex-PD bensì sono una ex-Rifondazione. Mi chiamo Luisa Pavone e sono di un paese in provincia di Bari che si chiama Gioia del Colle.
Da tanti punti di vista credo che la mia situazione di scelta politica sia, o presto lo sarà, uguale a tutti i pidimenoelle (come li chiama Grillo).
Cosa vi devo raccontare?
Parto dal dirvi che io, e come me tante altre persone, dopo l’esperienza dell’Arcobaleno siamo ormai sbandati. Nel senso che tutto si è disgregato; alcuni sono vendoliani, altri sono dilibertiani, altri ancora stanno cercando di creare una sezione di Sinistra Unita, altri si sono proprio allontanati dalla politica sentendosi traditi, strumentalizzati e sono inorriditi dall’esperienza.
Io sono però convinta che non bisogna mollare perchè questo i nostri avversari vorrebbero, per avere poi libero il campo. Quindi, io essendo "biologicamente" di sinistra e lo sarò fino alla fine, non so più dove andare, in chi credere.
Vi racconto questa piccola storia.
Mio fratello si è presentato alle ultime elezioni comunali del mio paese (maggio 2008) come candidato sindaco della lista Arcobaleno. Poco prima della candidatura scaturita per, diciamo "acclamazione" interna degli iscritti, avevamo fatto una battaglia per convincere a rinunciare alla candidatura un altro nostro iscritto che era ormai conosciuto in tutto il paese come persona più che collusa con gli interessi edilizi locali e accusato all’interno del partito di praticare il voto di scambio. Senza starlo a giudicare, perchè non era certo il nostro ruolo, ma anche perchè lui naturalmente negava, volevamo soltanto convincerlo a mettersi da parte in questo giro, dato che da anni era incaricato di qualcosa (era da sempre o Assessore o Consigliere). Non ne voleva sapere ma alla fine il metodo democratico ha avuto la meglio e lui se ne è andato sbattendo la porta ed entrando subito nel PD locale che lo ha accolto a braccia aperte, lui e i suoi voti (di scambio).
Abbiamo sostenuto il nostro candidato puntando soprattutto sull’onestà della persona scelta, sul suo impegno nella costruzione del partito e la trasparenza della campagna elettorale (ad esempio pubblicando in piazza, ed eravamo gli unici, il costo e le risorse utilizzate per questa candidatura) . Abbiamo perso naturalmente, ma abbiamo fatto politica come ormai non si fa più e cioè discutendo, incontrandoci, votando, scegliendo.
Dopo questa esperienza e nel giro di pochi mesi, i sostenitori della persona "inquinata" e costretta ad andare nel Pd, si sono riorganizzati e, sempre col sistema delle clientele, al primo congresso locale di Rifondazione ha messo alla porta la parte "sana" del partito. Eravamo in cinque (tra questi la sottoscritta), abbiamo scelto la mozione Ferrero, mentre ha prevalso la vendoliana. Quindi a questo punto cosa fare? In chi credere? Come continuare ad impegnarsi e con chi? Non sappiamo cosa fare.
Cara Micromega, vi leggo quasi tutti i giorni e condivido tutte le vostre posizioni, vorrei che fossero anche quelle del PD ma non è così. Purtroppo quel partito non rappresenta più la Sinistra e le sue persone, che ci sono ma non riescono ad aggregarsi, a reincontrarsi e si sentono delusi e non rappresentati. Vorrei ridere e con me far ridere anche voi su questa situazione ma è difficile, chiudo solo trascrivendo questa ironica affermazione: "No se puede peggiorar, o forse sì, con l’UDC".
Luisa Pavone


Vi racconto in breve. Sono ivo menna ex dirigente nazionale verdi, avversario di pecoraro per l’uso clientelare che ha fatto dei verdi e il prevedibile finale. A Vasto il pd decide di fare le primarie aperte per dimostrare una apparente democraticità. I gruppi dirigenti (si fa per dire) decidono per un certo peppin
o forte ex d.c., presidente del consiglio comunale, giornalista che da trent’anni e passa condiziona la carta stampata locale imponendo ricatti e silenzi ai giovani free lance, uomo delle sacrestie, imputato di favoreggiamento in un clamoroso caso che vede coinvolto un giudice di Vasto-Dottor La Rana- quest’ultimo anch’esso imputato di vari reati e che vede la procura di bari soggetto dell’indagine. I giudici chiedono il rinvio a giudizio per tutti e due. Il pd nonostante che da mesi il sottoscritto denunci attraverso la stampa e tutti i mezzi di informazione il caso lo candida alle primarie. Il sottoscritto studiando bene lo statuto e il codice etico ma essendo avversato da gran parte del pd locale coinvolto con i suoi personaggi nei vari comitati d’affari il cui verminaio sta ancora emergendo, in una conferenza stampa decide di candidarsi come cittadino elettore chiedendo che il suo nome venga scritto sulla scheda. osservo tutte le regole scrupolosamente….consegnando le firme necessarie.
Risultato: all’interno dei tre seggi allestiti il mio nome non solo non compare ma addirittura scelgono persone che cercsano di convincere gli elettori sostenendo che io sono statoe escluso e che quindi non potevo essere votato. Molti sono andati a votare il mio nome non lasciandosi influenzare. I risultati non mi sono stati comunicati. da mesi denunciavo il cumulo di cariche di forte : presidente del consiglio comunale, coordinatore del pd, giornalista (peraltro censurato aspramente dall’ordine dell’aquila), impiegato della regione abruzzo, Una anomalia conflittuale che fa invidia a berlusconi. Ciò avrebbe dovuto indurre i dirigenti locali e provinciali a riflettere. Comunque viene presentato candidato alla regione, viene bocciato e nel frattempo viene rinviato a giudizio assieme al giudice La rana presso la Procura di bari. Questo è il pd in tutta italia.Per anni ho denunciato questa anomalia finanche a Di Pietro a Vasto durante le giornate della sua convention. per ben due anni ho fatto leggere documenti inoppugnabile della sua condotta morale politica . ma anche di pietro …… Se ne volete sapere di piu vi mandero da vasto i miei interventi pubblicati su tutta la questione. perchè la questione morale non parte dagli rresti ma dai tessuti rapporti di silenziose connivenze, cene, finanziamenti alle campagne elettorali, di tutte le figure politiche che vanno alle imprese a chiedere. Vi saluto,
Ivo Menna


Buongiorno
Aderisco volentieri alla vostra iniziativa, in quanto sono uno dei tanti a cui non era piaciuto il modo in cui era nato il PD: una pura e semplice operazione di segreteria ("o peggio di fureria" come aveva giustamente detto il Presidente Napolitano). Quello che servirebbe veramente all’Italia è quanto aveva a suo tempo detto quel "maledetto toscanaccio" di Indro Montanelli, ovvero che si formasse una vera Liberaldemocrazia ed una altrettanto vera Socialdemocrazia, il cui corretto alternarsi alla guida del governo avrebbe l’effetto di garantire la tenuta democratica del paese, cosa di cui, in Italia, vi è un grande bisogno.
Francesco Musso


Cari amici di MicroMega,
vi raccontiamo un episodio che di democratico ha poco o niente che è accaduto nel nostro paese (Torremaggiore in Provincia di Foggia). Contrariamente a quanto previsto dallo Statuto, per la scelta del candidato del PD alle Elezioni Provinciali nel 2008 nel Collegio n. 27 della Provincia di Foggia (comprendente quattro Comuni: Torremaggiore, San Paolo Civitate, Serracapriola e Chieuti) non solo non si sono fatte le primarie, ma non sono stati interpellati neanche gli organismi dirigenti delle Unità di Base di San Paolo Civitate, Serracapriola e Chieuti. Avevamo un Consigliere uscente di primo mandato al quale non solo non è stato neanche chiesto se volesse ricandidarsi, ma non gli è stata data neanche la possibilità di riferire ai "decisori" l’attività svolta. Naturalmente le Elezioni si sono perse ed il sedicente PD Ufficiale ha dimezzato i consensi perdendo una Provincia che dalla nascita è stata sempre definibile "Rossa". Naturalmente sono rimasti tutti al loro posto e non si è fatta nessuna autocritica sull’accaduto. Ed è stato per questo ignobile episodio che il PD di Torremaggiore dopo una diatriba che da alcuni anni ci accompagnava nella vita politica e democratica del nostro partito (allora DS) che abbiamo preso una decisione molto sofferta, e cioè, quella di scinderci dal PD in modo permanente e di protesta per le scelte non democratiche in perfetto stile "purghe staliniane" approdando nel Movimento per i Diritti della Capitanata dove abbiamo trovato libertà di espressione in primis e scelte molto più democratiche di quelle che si facevano nel PD in secundis. Un altro PD esiste in Italia ma il PD Ufficiale non vuole che i cittadini onesti lo vedano, preferiscono oscurarlo e tenerlo in silenzio. La nostra paura più grande visto il calo drammatico di consensi non solo del PD ma di tutto il centro-sinistra, è che un giorno potremmo rivedere nuovamente un totalitarismo Berlusconiano che la nostra memoria ci porta a quando Mussolini governava un’Italia che poi andò alla deriva sfociando in un regime dittatoriale e fascista. E’ questa la nostra vera paura più grande.
Distinti Saluti,
Michele Ametta, Movimento per i Diritti della Capitanata


Scrivo poche righe, in merito alla già per me poco appassionante discussione sul PD. segnalo un fatto che mi ha fatto riflettere. pensavo, pur non condividendone il metodo, che la volontà del PD nel costituire un governo ombra fosse quella di incalzare il governo del centrodestra, contrastandone le politiche reazionarie e cercando di rendere almeno visibili uno stile ed un modo di fare politica diverso, di sinistra.
la mia ingenuità era grande. sapete a cosa servono i ministri ombra? ad andare a tagliare nastri, inaugurare strutture insieme ai ministri in carica.
nella scorsa estate, Roberta Pinotti, ministro ombra della difesa era ad inaugurare a Casarsa della Delizia, un asilo nella base degli elicotteristi dell’esercito, sorridente insieme al ministro La Russa al taglio del nastro.
non entro nel merito di cosa si inaugurava. potrà anche essere stata una lodevole iniziativa per qualcuno.
ma quale credibilità pensa ancora di poter avere un partito il cui modo di fare opposizione si traduce nel pretendere soltanto di essere ammessi alle feste di corte?
giullari e servi. con in più l’aggravante di fornire all’avversario una patina protettiva fatta di un miscuglio di demagogica magnanimità e perbenismo.
si può fare opposizione, banchettando riconoscenti con gli avanzi del proprio padrone?
Sergio Della Valle


Io non so se esista un altro PD. sicuramente quello che esiste è un partito senz anima, che infatti io non ho votato e non voterò.
è un partito moderato centrista, non a caso si allea con l’udc, un partito quasi clericale per alcuni aspetti dove la laicità non esiste o quasi, illuminante in questo senza le dichiarazioni della Garavaglia sul finanziamento pubblico alla scuola privata cattolica.
per questo non voto e non voterò PD. per quanto riguarda l’aspetto della legalità, valga per tutto l’intervento alla trasmissione della Annunziata di Violante, sembrava di ascoltare uno dei tanti berluschini che sono in giro.
Sembra che facciano di tutto
x dare ragione agrillo quando li chiama PDmenoelle.
saluti
Giovanni Stefani


Credo che in Italia si senta l’esigenza di un partito progressista che persegua l’obiettivo di una società inclusiva dove tutti abbiano il diritto di essere quello che sono. I 3 000 000 di italiani che parteciparono alle primarie immagino volessero questo.
Una sedicente Psichiatra amante del cilicio e affiliata ad un clan chiamato Opus Dei ha definito per l’ennesima volta l’omosessualità contro natura, ha paragonato l’omosessualità alla pedofilia. L’organizzazione mondiale della sanità ha tolto da tantissimo tempo l’omosessualità dal novero delle malattie definendola una variante naturale della sessualità. Per quanto riguarda la pedofilia è bene ricordare che la maggior parte dei casi vede vittima BAMBINE, nella via Salaria a Roma decine di ragazzine ,e spesso bambine, minorenni vengono costrette a prostituirsi da aguzzini senza scrupoli, e non credo che con queste schiave ci vadano i gay.
Nonostante le dichiarazioni della senatrice Opusdeista questa non è stata cacciata dal partito, non è stata radiata dal suo ordine professionale.
Sono invece contento dell’opera di moralizzazione avviata da Veltroni all’interno del partito, ma perché non adottare un regolamento che escluda dalla lista tutti i condannati o inquisiti per reati gravi in attesa che venga fatta chiarezza sulla loro posizione? Sarebbe un bel segno distintivo per il partito.
Salvatore Serra


Ma quale PD volete che vi si racconti? Prendete la Sardegna, dove il PD è in realtà l’alleanza nuda e cruda tra ex DS (o quello che ne è rimasto) ed ex DL – Margherita. Ora si va ad elezioni anticipate – con Soru, molto più apprezzato fuori che in casa (e ci si dovrebbe cominciare a chiedere il perché – l’uomo è decisamente particolare – poco avvezzo alle regole dell’amministrazione – io direi leggeremente unfit al governo di un ente come la Regione).
Il popolo di sinistra è allo sconforto più totale, essendo in mano a un manipolo di persone che tutto hanno a cuore fuorché il disinteresse, il rispetto e la valorizzazione della cultura del merito, la riorganizzazione della macchina amministrativa e tutto ciò di cui ipocritamente blaterano.
Questo è l’effetto della rinuncia, in Italia, alla ricostruzione di un grande, vero partito di sinistra, che definirei in senso lato "socialista", strenuo difensore della gistizia sociale, della legalità e del buon governo. Chi avrebbe dovuto fare questa operazione, intorno ai primi anni 90, non la fece e ora paghiamo pegno. La sinistra non ha un leader vero e riconosciuto (lasciamo stare quelle primarie, per favore) non ha LEADERSHIP e ha un quadro dirigente medio molto modesto.
Questo è; e state sicuri, il partito non se lo lasceranno "contendere".
Bruno, sekretar@alice.it


Vi segnalo il caso delle primarie di Forlì nelle quali, contro il sindaco uscente ricandidato e appoggiato da tutta la nomenclatura locale e nazionale, ha vinto un candidato della società civile, Roberto Balzani, appoggiato da tutto quello che di nuovo c’è nel PD contro tutto quello che c’è di vecchio.
Il sito, dove c’è tutta la storia e la rassegna stampa, è www.forliperbalzani.it
Saluti
Carlo Giunchi
PS. Il caso è sotto osservazione anche del PD nazionale, pare un po’ preoccupato del suo significato.


Sono una militante, ma ancora per quanto tempo però non so, del PD, a Milano
Ho partecipato alle Primarie e ho creduto, io che non avevo mai fatto militanza in alcun partito, che fosse giunto finalmente il tempo di un Partito Europeo, di largo respiro, diverso e lontano dai Partiti all’italiana, ovvero accolite di " comitati d’affari " gestiti da piccoli ( e grandi) trafficanti di voti in cambio di favori più o meno al limite del codice penale.
Il Partito che vedo e che , mio malgrado vivo, non è di largo respiro, anzi, è un partito asmatico e asfittico: è stato concepito in provetta , partorito prima del tempo e i genitori sembrano non riconoscerlo………..tanto è riuscito male.
Nel circolo al quale sono iscritta, i vecchi militanti ex PCI sopravvissuti alle trasformazioni del Partito continuano a darsi da fare come sempre, nel senso che prestano la loro opera secondo gli schemi di sempre, gli altri, i margheritini e tutti coloro che come me si sono affacciati per la prima volta alla politica "attiva" , illusi di contribuire alla creazione di un nuovo Partito stanno …." come quei che son sospesi", non contano un beato nulla e se insistono a voler dire qualcosa, sono spesso mandati a quel paese.
Quello che più mi deprime è che questo PD, per come lo vedo e lo vivo io, non è per nulla " democratico" : è l’emanazione di una oligarchia di persone più o meno riciclate che tra l’altro, pur denigrando e stigmatizzando il PdL finisce per esserne una brutta copia, facendo così doppiamente schifo…..a mio parere sia nel metodo che nel merito……
Rita Cavalca


Il PD è nato male e contiene in sè una percentuale elevatissima (per non dire la totalità) di personaggi che non han niente a che fare con la sinistra o col centro sinistra.
Sono la pura espressione di intrallazzi di corte, poltronismo, padronato parassitario ecc. ecc.
Fanno un’opposizione che è un rafforzamento del governo esistente mentre quando la destra era all’opposizione la faceva in modo estremamente conflittuale ed ostruzionistico.
Si intromettono nei sindacati maggiori per pilotarne le decisioni a sfavore dei lavoratori e sospetto ci siano infiltrazioni durante le elezioni congressuali della CGIL tramite il tesseramento fasullo o di comodo o il doppio tesseramento.
Il PD vuole cancellare la sinistra e si ispira al PD americano che è finanziato dai poteri forti.
Il PD è irrecuperabile, da isolare e combattere aspramente, pieno di personaggi che hanno danneggiato l’interesse pubblico e del popolo.
Il PD è una fonte di negatività.
Fabio Romagnoli


Un altro PD è possibile se si riesce a superare l’antitesi cattolico/non cattolico in un’ottica di laicità dello stato che rispetti la multiculturalità e tutte le espressioni confessionali non in contrasto con la Costituzione e con le leggi dello stato. È’ possibile se il valore dell’etica personale prevale su quello del mantenimento di posizioni di potere. Se si ha il coraggio di allontanare da tutte le cariche pubbliche quelli che sono anche solo sospettati di malversazioni o semplici scorrettezze: possono ben essere sostituiti da altri soggetti privi di questi markers. Se si ha il coraggio di vietare la rielezione a cariche pubbliche dopo cinque anni di mandato impedendo la formazione di una casta di politici professionisti. Se si ha il coraggio di denunciare pubblicamente tutti i casi di ottenimento di posti di lavoro dipendenti da segnalazioni/raccomandazioni/voto di scambio e quant’altro sporca la coscienza degli onest
i. Se si ha il coraggio di chiedere il risarcimento dei danni di immagine a tutti coloro che coinvolgono il PD in inchieste, sospetti, traffici illeciti, scambi di favori et similia. Se si è capaci di promuovere il merito e di punire il demerito (e cosa fare allora di tutti gli amministratori di aziende pubbliche di area PD che hanno portato a esiti infausti il loro compito?). Se si ha il coraggio di denunciare pubblicamente le stesse cose nell’area opposta, dopo aver fatto completa pulizia nella propria. E si potrebbe continuare, ma è inutile: nessuno mai farà nulla di simile.
mariofilippomassa@gmail.com


Pur essendo iscritto dal 1990 al PRC (che fatica restarvi però…) ho partecipato alle primarie perché mia moglie Grazietta mi aveva convinto che valeva la pena di far avere molti voti a Rosi Bindi piuttosto che a Veltroni; in Valdichiana, dove abitiamo ora, Rosi Bindi è molto conosciuta, in più è una donna e questo ce la faceva vedere con favore (si fa per dire: nessuno di noi due era a favore del nuovo partito). Veltroni non ci era mai piaciuto; ci pareva un po’ quacquaraquà fin da quando faceva le recensioni ai film americani sul Venerdì. Ci piacque ancor meno quando si vantava di essere un clintoniano, quando adottò gli slogan I care e We can e saremmo stati contentissimi se riuscivamo a fargli un dispetto.
Purtroppo il machiavello di Grazietta si è rivelato utopistico: Veltroni ha stravinto e i nostri due voti hanno contribuito soltanto al successo delle sue primarie. Sono stati contabilizzati in quei "tre milioni di italiani" ingenuamente convinti che mettendo insieme ingredienti poco buoni (DS e Margherita) si potesse avere una torta migliore degli ingredienti.
I piddini che conosco (in questa parte della Toscana) sono ex PCI-PDS-DS che hanno sempre seguito il segretario del momento e sono rimasti attaccati alla loro maggioranza, che qui ha ancora il potere locale. A che pro metterla in discussione? Uno di loro, per esempio, quando ci discuto replica: "io starò sempre con i più".
Sempre in questa zona ho un amico di tradizioni familiari comuniste – è nato in Francia perchè agli inizi del fascismo i suoi dovettero scappare -che ha fatto tutto il percorso da PCI a PD (sempre iscritto) sperando ad ogni cambiamento che il contenuto di sinistra, pur diluendosi da un vaso comunicante all’altro, avrebbe finito per venire alla luce nella politica concreta. Nel corso della sua onesta e appassionata vicenda di militante e di intellettuale è stato anche assessore al bilancio di un comune lombardo, come membro del PCI. Ora questo amico ottimista – al quale la nascita del PD sembrava il miglior frutto della razionalità in politica – è deluso e molto critico nei confronti dei dirigenti, specialmente di quelli come Bassolino o la Jervolino, che secondo lui, non hanno avuto abbastanza dignità da dimettersi. Gli ho inoltrato la vostra richiesta e forse potrebbe parlarvi dal punto di vista degli ex-entusiasti.
La stessa l’ho inoltrata a un’amica in età matura, colta e brava professionista, che per la prima volta, all’atto della costituzione del PD, aveva deciso di non restare come sempre alla finestra. Aveva votato alle primarie e partecipato "con entusiasmo" alla fondazione del PD a Milano, sperando di essere utile.
Mi ha detto che è andata un paio di volte alle riunioni della sezione e poi ha smesso perché non decidevano mai niente (il problema era sempre un altro…). Non voleva consumare il suo tempo libero in modo così inconcludente.
Prima di chiudere ci tengo a spiegarvi perchè sono nel PRC; nel 1990 mi iscrissi per rabbia, quando capii che il PCI stava squagliandosi, ci sono ancora perché credo che anche la testimonianza possa essere utile.
Renzo Butazzi


Buongiorno
Aderisco volentieri alla vostra iniziativa, in quanto sono uno dei tanti a cui non era piaciuto il modo in cui era nato il PD: una pura e semplice operazione di segreteria ("o peggio di fureria" come aveva giustamente detto il Presidente Napolitano). Quello che servirebbe veramente all’Italia è quanto aveva a suo tempo detto quel "maledetto toscanaccio" di Indro Montanelli, ovvero che si formasse una vera Liberaldemocrazia ed una altrettanto vera Socialdemocrazia, il cui corretto alternarsi alla guida del governo avrebbe l’effetto di garantire la tenuta democratica del paese, cosa di cui, in Italia, vi è un grande bisogno.
Oggi, specie fra gli orfani del PCI di Berlinguer, vi è il non infondato timore che con la nascita del Partito Democratico vada disperso un patrimonio di storia e di cultura che, pur con le sue ombre, ma grazie proprio alle sue molteplici luci, valga per tutte quella di Antonio Gramsci, non può e non deve essere dimenticato.
Il crollo dell’Impero Sovietico, uno storico punto di svolta, più che la vittoria del Capitalismo sul Comunismo ha significato il crollo del brutale regime stalinista, molto lontano, soprattutto per ragioni di metodo, dagli ideali di quel vero Socialismo, che qualcuno vorrebbe mettere definitivamente in soffitta, ritenendo che solo il Capitalismo ed il Mercato possano dare soluzione ai molteplici problemi dell’intera umanità.
Padronissimi di crederlo, ma per fare questo e non essere in malafede non bastano le solite fettine, ma ci vogliono due interi prosciutti davanti agli occhi per non vedere dove questo Capitalismo, sempre più arrogante e spietato, ci stia portando.
Oggi sono sotto gli occhi di tutti gli effetti derivanti dall’applicazione delle logiche capitalistiche della Competizione a tutto campo, dell’Avere a qualunque costo, dell’Individualismo e dell’Edonismo: stiamo distruggendo le basi stesse della nostra sopravvivenza, stiamo esaurendo le risorse di questa “piccola astronave” che amorevolmente ci ospita, cibo ed acqua sono sempre più scarsi e le tensioni sociali stanno salendo paurosamente.
Questo ultimo punto è quello che dovrebbe maggiormente preoccuparci in quanto a contendersi cibo ed acqua, più che petrolio, saranno paesi, fra cui la USA, URSS, Cina e India, che dispongono di armamento atomico, e questo, come paventò Gino Strada in una intervista, rende più che credibile l’ipotesi di un conflitto termonucleare con le sue immaginabili conseguenze.
Quando una società arriva a possedere armi di tale potenza ha di fronte a se due sole possibilità: o persevera nella logica della Competizione andando verso l’autodistruzione, come stiamo facendo tuttora, oppure inverte la rotta e si pone, come sarebbe sempre stato preferibile, nella logica della Collaborazione.
I principi che supportano quest’ultima sono quelli della Fratellanza, della Solidarietà della Giustizia Sociale e dell’Equità e, per dirla con Francesco Gesualdi, della Sobrietà, che altro non sono che quei principi, quegli ideali che si era dato, al suo nascere, quel Socialismo che, specie oggi, non deve assolutamente finire in soffitta.
Reclamando diritti di primogenitura, qualcuno potrebbe obiettare che questi sono i principi del cristianesimo, le “radici cristiane “ dell’Europa, piuttosto che del socialismo ma, visto il movente, a questi replico che, semmai, tale primogenitura spetta al pensiero buddista, nato ben 500 anni prima di quello di Gesù. Un pensiero, a mio avviso, più profondo e più credibile in quanto sostiene che le energie, le risorse necessarie
per affrontare i problemi della vita sono esclusivamente in noi, in quanto ci invita a vivere in armonia con l’intero universo.
Non dimentichiamoci che ogni cosa fa parte del tutto e contiene il tutto, ovvero noi siamo anche il nostro prossimo, fratello fiore e sorella Aldebaran compresi, per cui dobbiamo amare ed essere in armonia con l’intero creato per poter amare completamente noi stessi. Quei bambini che, mentre leggete queste righe, stanno morendo di fame sono una parte di noi, e la loro sofferenza dovremo avvertirla come nostra: questo é il vero significato della Compassione.
Cose che fanno letteralmente a pugni con quegli “omnia licet” e “pecunia non olet” che orientano la filosofia di questa società così individualista, a riprova che il capitalismo è assolutamente antitetico al pensiero dei grandi maestri come il Buddha, Gesù Cristo, Maometto, Francesco di Assisi e Gandhi
Chiudendo questa digressione e rimettendo gli abiti del cittadino della “polis”, abiti rigorosamente laici, non posso che affermare con maggior forza che dappertutto, e in questo nostro paese in particolare, vi é un “disperato bisogno” di una vera Socialdemocrazia, di un Partito non solo Democratico ma Socialdemocratico, e il nome, la forma, in questo, caso è anche sostanza.
Francesco Musso


Si … ma più che un altro PD, esiste un ampia base che potrebbe o vorrebbe riconoscersi in un PD, un PDS, un P.C.I. o in un semplice C.D. ( Costituzione Democratica );
e non vi si riconosce proprio perchè quel ( nuovo?!? ..) PD lo vede nato MORTO.
E’ un ampia base che non vuole un partito d’alternanza ma un partito NUOVO ALTERNATIVO alla massima degenerazione del sistema di Finzione Democratica dell’ ANTISTATO che impera.
Ci si chiede da quale base un Veltroni &C. vuole il consenso visto che mira sempre più al cosidetto CENTRO. I ricchi ( ovvero il centro ) sempre più ricchi e meno numerosi hanno già i loro ferrei rappresentanti in parlamento ed al governo. I POVERI sempre più poveri e numerosi dovrebbero riconoscersi in questo PD ? Dovrebbero forzosamente riconoscersi nei vari Dalema, Fassino, Rutelli, Violante ecc. ? … Ma questi "lor signori" sinistro/maldestri pensano davvero che questa base di CITTADINI ( nel senso onesto del termine ) siano una masnada di imbecilli disinformati con le traveggole ?
Si è nuovi se si ha il coraggio di cambiare il SISTEMA MAFIOFASCISTA dentro il quale la società é costretta a muoversi. Ed è difficile … ma non impossibile; basta volerlo. Talvolta le crisi paradossalmente sono salutari. Non foss’altro perchè rendono più legibbili per tutti le vere cause che le generano o le hanno generate e quindi offrono maggiori disponibilità a reali rimedi.
Risibile additare la questione MORALE confinandola in casi "personali" o zonali ! L’immoralità è un comune sentire sociale purtroppo. E’ quel rapporto "Protetto/protettore" che regola ogni azione del vivere comune e quotidiano. Che ha un andamento piramidale dei designati "protettori" e si sostituisce ai diritti del cittadino e alle leggi che lo tutelano anche quando non vi sono esplicite "dazioni". Il pizzo istituzionale si paga in mille forme. " Io so di violare la legge; ma so anche di potermelo permettere in quanto protetto ".
Si è un partito nuovo se si ha coscenza di questo e ci si impegna a voler cambiare coerentemente con quanto dispone la COSTITUZIONE; ridotta oggi ad una lunare befana. Non parliamo poi dei suoi "guardiani" ! … Valga per tutti l’attuale. Per carità !
Non so quanto la presente sia soltanto uno sfogo;. me ne scuso e distintamente saluto
Gigi Angeli


Sono un Vs lettore e desidero contribuire all’ iniziativa.
Per questo Vi giro alcune parole che ho scritto in proposito nel Maggio scorso sul mio blog.
Sono ancora nel PD, sono consigliere circoscrizionale e membro di organi locali direttivi del partito.
Ho scelto di rimanere in questa "casa" perchè vi ho sempre creduto. Perchè vorrei contribuire ad un PD altro, democratico davvero con il mio impegno ed il mio entusiasmo.
Vorrei che tante piccole gocce migliorassero questo "mare".
Per questo dall’interno cerco di portare il mio piccolo contributo!!!!

Io vorrei, non vorrei … ma se vuoi
Prendo spunto da queste parole di Lucio Battisti (Battisti-Mogol, 1972) in questo periodo di "riflessione politica".

Io vorrei
Vorrei un partito che rappresenti le istanze sociali, etiche, valoriali di chi si riconosce in un progetto riformista, democratico.
Vorrei un partito che trasformi in azioni concrete i valori di solidarietà ed equità sociale.
Vorrei un partito sensibile ai temi ecologici, democratici e che non abbia paura di guardare con occhio critico al suo recente passato.
Vorrei un partito dove ciascuno si possa riconoscere senza appartenenere ad una corrente interna o ad una categoria.
Vorrei un partito in cui la democrazia sia il primo dei criteri con cui applicare le proprie scelte a tutti i livelli.
Vorrei un partito meritocratico in cui l’i mpegno e la coerenza siano imprescindibili criteri di valutazione.
Vorrei un partito che sappia accogliere la storia di ciascuno e ne faccia patrimonio culturale di tutti.
Vorrie un partito che lasci spazio al confronto e si metta in discussione. Si confronti e riduca le distanze con il mondo circostante e la vita reale.
Vorrei un partito dove la politica sia vista come un servizio alla comunità nella ricerca del bene comune.
Vorrei un partito dove diritti e doveri non siano in contrapposizione ma entrambi al centro dell’agire quotidiano
Vorrei un partito che promuova una giustizia giusta e per il quale la legge è uguale per tutti.

Non vorrei
Non vorrei un partito solamente ideologico.
Non vorrei un partito che sia autoreferenziale.
Non vorrei un partito che si riconosca in una sola persona o contro qualcu no o qualcosa.
Non vorrei un partito delle segreterie, ma che faccia della partecipazione e dell’inclusività le sue priorità.
Non vorrei un partito che predica bene e razzola male.
Non vorrei un partito che parla un linguaggio sconosciuto ai più.
Non vorrei un partito dove le decisioni si prendono solamente dall’alto.
Non vorrei un partito dove l’autocritica sia considerata un problema e l’autonomia di pensiero un pericolo.
Non vorrei un partito che classifichi le persone in base alle scelte religiose o sessuali.

Il PD che vorrei
Ho creduto di trovare tutto questo nel Partito Democratico.
Queste istanze sono alla base del mio personale impegno in politica di questi anni.
E sono ciò che cerco in un partito che si di ca democratico e di centro-sinistra.
Che era rappresentato da un Ulivo di cui forse ora si è perso lo spirito. Forse perchè era un progetto in itinere, ricco di speranze, di grandi ideali, con una guida instancabile ed un seguito al di là dei confini dei partiti che lo rappresentavano.
Purtroppo sto riscontrando che il PD non è la costituzione ufficiale dell’Ulivo, formalmente sì, ma nei fatti proprio siamo ancora molto distanti.
Forse sarò severo ma guardando la recente storia, devo constatare che se qualcosa è cambiato, questo non è stato sicuramente nei termini che mi sarei aspettato: si è trattato
di una veloce ed affrettata fusione a freddo.
Si sono allargate alcune maglie, includendo anche una parte di cosìddetta società civile: non nascondo che positività si sono viste ed esistono.
Purtroppo però rimane lo sconcerto quando si tratta di vedere come sono trattate discussioni su posizioni constrastanti e decisioni importanti.
Non posso accettare la censura delle opinioni fuori dagli schemi gerarchici o la cecità (sordità) nei confronti delle istanze di una cittadinanza che guarda, osserva e giudica. Vivendo sulla propria pelle le decisioni di una segreteria.
Le primarie del 14 Ottobre sono state indicative: occasione di partecipazione, ma caratterizzate da scelte di campo all’interno di schemi preconfezionati.
La situazione politica nazionale vede ora un quadro abbastanza sconfortante. Se da una parte pare semplificato lo schema partitico, dall’altra si soffre una notevole "decadenza" dovuta a partiti che paiono scomparsi dal panorama. Per colpe anche proprie, per responsabilità dei propri dirigenti, ma consentitemi di dire che la risultante è un vero peccato.
Io non credo che l’esperienza dell’Unione si debba considerare fallimentare. Io credo che il sistema politico debba però sempre imparare dai propri errori e rinnovarsi continuamente.
Dobbiamo partire dalla consapevolezza che se da una parte c’è chi ha dimostrato di non potere essere forza di governo affidabile e leale (con un programma sottoscritto a monte, oltretutto), dall’altra non si è stati in grado di comunicare e darsi priorità operative: sono rimasti così problemi insoluti che oggi continuiamo a "pagare" e dei quali continuare a lagnarci.
L’autonomia di un partito dovrebbe essere direttamente proporzionale alla capacità dello stesso di poter assicurare una sufficiente coerenza e una inclusività di valori ed istanze (coerenti con il proprio credo), senza tralasciare quelle scomode o che possono destare maggiori problemi interni.
Per questo credo che il PD abbia pagato sia certi temi su cui non ha espresso un a linea ed anche una (sconcertante) dichiarata discontinuità di programma rispetto al grande lavoro iniziato dal Governo Prodi.
Penso sia un bene abbassare il livello dello scontro politico, il "Porta a Porta" non deve essere il modello italiano per il dialogo partitico. Ma se da una parte il fair-play, il riconoscimento delle virtù dell’altro e il lavoro su certi temi per il bene comune e di tutti possono essere segnali di discontinuità positiva con il recente passato, non ci si può dimenticare chi sono i nostri interlocutori e ciò che essi rappresentano.

Informazione e democrazia
Credo che un partito che si dica democratico, in ricerca del bene comune, debba lottare per una informazione libera e indipendente. Non debba avere paura della verità delle cose. E non possa permettersi di avvallare la censura come m etodo per fare la "propria politica o quella altrui".
Si grida al lupo al lupo ogni volta che il signor S.B. varca le soglie di Palazzo Chigi, ma è poi vero che siamo capaci di lasciare a lui la soluzione dei suoi problemi, senza mai intervenire in modo preventivo quando ne abbiamo avuto la possibilità e senza ribellarsi come in una qualsiasi altra democrazia. Lasciando la sensazione che tutto sia lecito e che la società sia descritta perfettamente dal target televisivo che i telegiornali e gli approfondimenti pseudo-culturali narrano.
Ma nessuno venne ad aiutarlo perché tutti pensarono che fosse il solito scherzo. Così il lupo si mangiò tutte le pecore. (Esopo)

Anti-politica?
Non posso pensare che non sia un partito, veramente onesto e coerente, che non si ribelli ai privilegi superflui di chi è eletto in Parlamento. Non posso pensare che non sia questo stesso partito a lavorare per garantire costituzionalmente una legge elettorale trasparente ed equa, che non permetta ai condannati di salire sul "trono" e che lasci un Paese in balia delle sue umane contraddizioni, senza riformare il proprio atteggiamneto prima di tentare di cambiare quello altrui. Lasciando il cittadino scegliere i propri rappresentanti e giudicare il loro operato. Non posso pensare che ci siano deputati professionisti che da una trentina d’anni siedono sulle più alte seggiole, occupando posti secolari, non posso pensare che un partito che voglia includere i giovani non scommetta su di loro, non relegandoli in un "movimento organizzato", ma cercando di investire responsabilizzandoli.

Laicità
Non posso neppure pensare che un partito, laico per definizione, si lasci tentare dal desiderio di acquistare il voto in base alle credenze religiose o meno del suo elettorato, che propagandi l’anticlericalismo o l’integrismo, senza rispettare la libera scelta dell’uomo credente e non credente.
Il desiderio di proclamarsi partito cattolico o di cattolici o di non credenti o anticlericali, risuona spesso come slogan. Ci si lascia ingannare facilmente dalle provocazioni che arrivano da più parti. Compiacendo chi l’una, chi l’altra categoria.
Io credo invece che un partito debba fare della laicità un valore assoluto.
Talmente assoluto che un credente (cattolico o di altre appartenenze cristiane e non), un agnosta, un non credente possano ritrovarsi nella stessa "casa" senza dover essere in contraddizione o in polemica, ma arrivando ad una sintesi cercata, vissuta, anche sofferta, ma che possa trovare nella ri cerca del bene comune, per tutti, la sua traduzione applicata alla realtà.
Su questo tema devo dire che il PD ha cercato di investire, ma non ha forse dato ancora sufficienti risposte.

Realtà locali
Nelle realtà locali viviamo forti contraddizioni.
Io penso che sia onesto ammettere laddove si è lavorato bene e laddove si è sbagliato.
Questo significa avere il coraggio di portare candidature altre piuttosto che difendere acriticamente chi non ha dimostrato ciò che avrebbe dovuto (o che comunque non ci ha neppure provato).
Pensavo che il PD per forza di cose si trovasse a fare questo tipo di ragionamenti….mi sbagliavo fortemente!

Ma se vuoi…
E’ necessario impegnarsi in prima persona per sperare di cambiare, è davvero importante non lasciare da spettatori che le cose vadano come devono andare…..
Per questo vorrei fare un appello alle persone c he hanno la pazienza di leggere queste parole.
Il desiderio non è quello di abbandonare il campo. Scopo della mia letterina di sfogo è quello di trovare persone disposte ad avviare un qualsiasi tipo di progettazione politica, per promuovere (nel PD o al suo esterno) queste istanze.
Per includere in un progetto politico chi si sta smarrend o non si sente rappresentato.
Per costruire una società che sia davvero democratica ed equalmente sostenibile.

Francesco Costanzini



ESISTE UN ALTRO PD?
Esisteva, in germe, ora è abortito.
I meccanismi con i quali è stato costruito il nuovo partito non hanno tenuto affatto conto di quello che avrebbe dovuto essere il primo obiettivo: la conquista dell’elettorato deluso e disaffezionato (dalla sinistra estrema, dagli altri partiti, dalla casta, etc..). Questa sarebbe stata la maggiore forza del PD: ma i meccanismi si sono preoccupati solo di tutelare il mantenimento e gestione del potere tra i diversi g
ruppi, potentati, capibastone, etc..
ORA ANDATE UN PO’ A RICOSTRUIRE UNA COSA DIVERSA!
L’Italia non aveva bisogno di un Berlusconismo di centro-sinistra, magari appena un po’ più sano, che non si vergogna di sostenere il dissennato percorso di Berlusconi verso il nucleare, ovvero si scatena sull’IVA per SKY, mentre trascura per 3 GIORNI il disastro del decreto anticrisi sul 55%, che preferisce allearsi con Casini piuttosto che mettersi in discussione con Di Pietro, ed il cui principale obiettivo è giungere a patti con Berlusconi e prendersela a morte con Grillo, etichettato come disfattista, senza provare a ragionare sui contenuti di quello che dice (al 90% condiviso da tutti gli italiani sani).
Per fortuna l’Italia è diversa! Se non cambia qualcosa le elezioni assomiglieranno sempre di più a quelle dell’Abruzzo (va a votare solo chi ha interessi da difendere). E su questo piano perderemo sempre!
Io vorrei un partito che proponesse all’Italia un progetto che assomigliasse un po’ a quello per l’America di Obama, che rincorre un obiettivo ambizioso, un sogno; non il futuro grigio e appiattito su Berlusconi che offre il PD! Chi se ne frega se poi si rischia di perdere; almeno si sarà lottato per un obiettivo che valga la pena!

PS. Primo, la democrazia interna. Io durante la campagna elettorale ho scritto alcune mail con garbate critiche e proposte alternative al forum sul sito del PD; TUTTE CENSURATE!

Roberto Ballarotto, moderato di sinistra, INCAZZATO NERO


Certo che esiste un altro PD. E’ quello alla cui guida ci sono persone con sale in zucca, coerenti e cocciute nella loro determinazione. Io ne conosco diversi che qui a Bari veramente si danno da fare. Michele Emiliano è uno di questi. E’ il sindaco di Bari ed è il segretario regionale del PD. E’ uno che non le manda a dire, ma che ha modo e maniera per dire le cose. Ha dovuto fare un lavoro di cesello mai visto nell’unire nello stesso partito anime diversissime (quelli della Margherita e quelli di Rifondazione, per esempio), ma ora tutti gli stanno accanto.
Ha opposto una resistenza eroica contro i continui attacchi da parte della destra locale (fortissima, grazie al Ministro Fitto) e ad una stampa locale ingiustificatamente ostile che pare ora arresa all’evidenza dei fatti: Bari sta cambiando, grazie alla politica di Michele Emiliano che è, oggi, una risorsa preziosa per il PD e per tutti quelli che come me ci credono ancora e sperano.
Buon anno a tutti voi
Laura Sivo


Io mi sono disilluso quando i vertici hanno scelto di proporsi al paese come governanti senza prendere le distanze e che distanze da personaggi quali Bassolino e Iervolino che sicuramente integerrimi dal punto di vista della legalità e dell’onesta, altrettanto certamente inefficienti nel governate, inefficaci nelle azioni di governo disastrosi su tutto.
Se non sappiamo prendere le distanze da gente così, e non riusciamo a comprendere perché è indispensabile prenderne le distanze, non saremo mai un partito moderno capace di governare….
Non c’è bisogno di andare lontani.
Da Torinese rimpiango la lucidità mentale e la capacità di essere governante e di essere efficace nell’azione, ed efficiente nel “rapporto risorse risultati” che dimostrò Novelli ai suoi tempi (lo disse e lo ripeté più volte anche la Corte dei Conti!) Ma Novelli ha sempre misurato i risultati del suo Governare, in concreto con strumenti reali, non con bei discorsi al Lingotto, ed ha avuto anche successi notevoli, elettorali e di evoluzione della società civile, nonostante Brigate rosse e crisi FIAT.
Sicuramente un metodo di governare la città, quello di Novelli ed alcuni suoi assessori, esemplare e modernissimo, all’americana di domani, che aveva obbiettivi chiari e misurava concretamente costi e grado di soddisfazione dei risultati, e rendeva pubblico il suo modo di operare.
Una Politica vera, per la gente, con risultati a favore della gente, misurabile in numero e costo di atti messi in pratica e non a parole, (se volete dettagli basta cercare negli archivi dei bilanci comunali), demolita e fatta fuori dai D’Alema Fassino Veltroni che hanno scelto di seguire le forze “Liberali” della città, e quelle di Agnelli e della Fiat, per offrirci l’inutile Castellani (anticipazione assurda e irrealistica del futuro PD – tutto quanto fatto da Castellani per la città è stata gestione “Gianni Agnelli”), ed ora forse un po’ modello ma non ancora avvicinato di Chiamparino…..che potrebbe essere bravo ma non ha ancora costruito delle procedure perché la macchina comunale funzioni e risponda come vuole lui (nel senso che Novelli guidava la città, la conduceva verso gli obiettivi della sua Politica, Chiamparino la spinge, cerca con fatica di condurla dove vuole lui ma senza un metodo di guida) . Imparerà forse, meglio di Iervolino ma lontani da Diego Novelli….. a dalla Politica concreta misurabile in numero di atti per la gente (ore di ginnastica, numero di iniezioni e costo relativo per gli anziani, qualità e grado di pulizia delle aule scolastiche, efficienza del Macello comunale e dei servizi veterinari, grado e tipo di cultura diffusa a tutti, sponsorizzazione del teatro e non solo delle lobbies teatrali dei partiti politici o delle chiesuole della città, e così via …..) gente che grazie alla politica che deve poter vivere meglio nel sociale al di la del censo e del livello di istruzione di partenza .
Vogliamo la misurazione degli interventi, vogliamo conoscere il rapporto costi benefici, vogliamo partecipare alle decisioni di spesa delle poche risorse.
Eccetera…
Di queste cose, attraverso le quali si vive meglio, al PD non interessa nulla… almeno vista la vicinanza con Iervolino e Bassolino ancora meno di nulla…
Paolo Botto


Mi chiamo Antonio Stabile, abito a Roma, ho 57 anni.
Sono da sempre di sinistra, attraversando molti movimenti e partiti di sinistra: affascinato dal ’68, entusiasmato dagli sbocchi di Tangentopoli, deluso dai sindacati che hanno reso il mercato del lavoro “anchilosato” e sterile.
Io ho votato PD, mio figlio IdV.
Lui vive questi tempi con rabbia e nutre ancora qualche speranza come io nel ’68.
Ogni volta che “ci confrontiamo” io sono portato a difendere l’essenza pura del cuore PD (quella di Berlinguer, per intenderci). Lui mi fa sbattere a brutto muso contro le corruttele e gli “impicci” degli amministratori del PD a Roma e parla del PCI come della peggior cosa che potesse accadere in Italia (mi sembra di sentire Berlusconi, e purtroppo mi mancano gli argomenti per ribattere).
Abitiamo ad Acilia, dove negli anni 90 su via di Acilia fu bloccato il completamento di 3-4 palazzoni e mi sembrò il segno che la giunta di sinistra ci tenesse a preservare il territorio dalle speculazioni.
Poi negli ultimi anni ai 4 palazzoni (detti “le Terrazze del Presidente”) se ne sono aggiunti ALMENO altri 7. Le strade, i servizi sono rimasti quelli degli anni 90, com’è possibile?
Oggi sento in TV che la Magistratura è intervenuta. Possibile che i nostri politici non sappiano far altro che farsi trovare con le mani sporche?
Non vorrei dovermi trovare “costretto” a votare Di
Pietro solo perché è l’unico a prendere le distanze dai furbetti e dalla corruzione.
Per favore fate qualcosa, MA FATELO PRESTO!!!!!
Continuando a sperare….
Cordiali saluti
Antonio Stabile


Buongiorno a tutti.
Sulla possibilità di un altro Partito Democratico si può discutere, perché non è niente di quello che sarebbe dovuto essere. Opposizione a Berlusconi non ce n’è, di conflitto d’interessi non si parla, e il PD di Veltroni e compagni sembra essere nato sotto l’insegna del consociativismo più sfrontato. Poiché da questo nuovo partito ci si attendeva almeno una vera e sana opposizione al regime strisciante che il cavaliere sta regolarmente mettendo in atto, è chiaro che o è sbagliato il nome, o è sbagliato il partito. Dubbio retorico, ovviamente.
Per esperienza, so che un partito, fondato da certi politici con certi intenti che conoscono solo loro, resta cosa loro, per quanto si voglia migliorarlo o ricrearlo o rinsanguarlo o rivitalizzarlo. E’ una loro creatura, e non vedo chi potrà mutarne l’essenza finché resta nelle loro mani.
Ergo…ha senso parlare di "un altro PD?" Credo che questa sigla sia stata ‘bruciata’…e non credo ad un colpo di mano interno che liberi il partito da Veltroni e compagni, e soprattutto da quella figura ormai grottesca che risponde al nome di D’Alema, al quale a mia memoria non ricordo di aver mai sentito pronunciare qualcosa di nuovo, di sensato, di innovativo, o di realmente alternativo. E’ il primo politico italiano, in assoluto il primo, capace di parlare senza dire assolutamente niente. Banalità da suicidio. Capisco Moretti che impazziva ascoltandolo…
Perché non risparmiare qualche lustro e pensare già ad un partito nuovo e realmente di opposizione?
Se mi guardo intorno, per quanto da distanze transalpine, oggi in Italia non vedo altra opposizione se non quella di Di Pietro. E’ l’unico che dica pane al pane e vino al vino, ed è lui, incredibile a dirsi, perché le sue matrici politiche non mi pare siano di sinistra, che pronuncia, come musica per tante orecchie anchilosate dall’attesa, le sole parole chiare all’indirizzo di questa Destra e di Berlusconi.
Quello che il cavaliere sta facendo della Giustizia è sotto gli occhi di tutti, e la Sinistra italiana che dice? Cos’è questo silenzio eclatante, e assordante, di D’Alema e compagni? Come è possibile stare zitti? Ma perché non prendono posizione quando li intervistano nei telegiornali?
Non basta, purtroppo, che se ne parli nei convegni deputati o nelle riviste specializzate, bisogna parlarne nelle istanze più popolari e mediatiche, nei giornali a più larga diffusione ma soprattutto alla televisione e nei telegiornali, visto che gli italiani hanno scelto da decenni l’educazione video invece di quella scritta e ragionata, e perché l’italiano medio si decida a sturarsi le orecchie e a smetterla di occuparsi solo di racimolare qualche soldo infischiandosene di qualunque sia pur minimo valore, privato o pubblico che sia.
Questi leaders (o dealers?…) non sono assolutamente degni del posto che occupano, e soprattutto della fiducia che milioni di italiani ripongono in loro. Sono nulli, sono ipocriti, sono falsi, e suonano falso da lontano un miglio. Veltroni sono mesi che non dice altro che le parolette striminzite che gli tocca dire come da copione. La linfa, il sangue, l’interesse reale per la vita e la crescita degli italiani, dove sono?
Ecco, allora, partendo dalle parole che ormai quotidianamente pronuncia Di Pietro, e dai pochissimi che hanno le capacità e il coraggio di stargli dietro, è possibile organizzare un nuovo partito? Un partito che abbia come prima bandiera la "legalità"? Un partito ancorato in maniera indissolubile al concetto di diritto, di cittadinanza, e di lotta al crimine in tutte le sue forme? E’ possibile un partito che nasca col proposito programmatico blindato di sanare per sempre e in maniera chiara il problema ormai incancrenito del conflitto tra politica e interessi privati?
E poi…
Con l’aiuto di industriali o altri facoltosi orientati in maniera sana (penso soprattutto a gente come De Benedetti…) è possibile che in Italia non si riesca a metter su una Rete televisiva che dica, anche lei, pane al pane e vino al vino, una rete veramente libera, che spieghi agli italiani, tra altro, la vera storia di Berlusconi, quella che si trova in tanti libri che nessuno legge, i suoi rapporti con la Mafia, i suoi furti (Arcore), le sue società fantasma, i suoi soldi all’estero, e via dicendo? Perché non si crea una televisione alternativa? Cosa lo impedisce? Davvero siamo al punto che hanno tutti paura di scontrarsi frontalmente con Berlusconi.? Perché ogni volta che sento un telegiornale devo ritrovarmi puntualmente di fronte quelle facce miserande di Gasparri e Cicchitto, questo povero miserabile rinnegato, diventato oggi il principe dei leccapiedi, che ripetono all’ossessione la pappa programmata del giorno per dare agli italiani la loro ‘dose’ quotidiana d disinformazione?
Ci si rattrista, ci si rattrista, sempre di più, e ai francesi che ogni tanto mi chiedono di elucidare loro qualche passaggio della politica italiana, devo spiegare e far capire tutto questo…!
Quante cose dovrebbero dire, i nostri leader di sinistra, e non dicono…ahinoi!
Carissimi saluti a Micromega (a cui ero anche abbonato, quando ero ancora in Italia…forse negli anni ’80 o primi anni ’90…) – Buon lavoro!!!
Donato Giaffreda


Cari Amici di Micromega,
la mia storia personale mi fa nascere nel PCI. Da lì trasmigro nel PDS e da lì ancora nei DS.
Poi ho detto basta.
Ho lanciato il mio inutile appello al mio congresso di sezione affinchè "si fermassero" un attimo, prima di spaccare vieppiù il partito o quello che ne rimaneva.
Poi sono rimasta a guardare ed a soffrire.
Di ciò che mi ha dato slancio in passato non è rimasto più niente.
Come un amante abbandonata cambio furiosamente canale ogni qualvolta appare in televisione o Veltroni, o D’Alema, o Violante, o Fassino, o…, o…, o…, o….. Li detesto tutti cordialmente, non mi rappresentano più, io non parlo più la loro lingua.
Ditemi voi con questo spirito che mi ritrovo, come faccio a pensare ad un altro PD?
Forse solo con " via tutti". Fa ridere vero?
Maria Alberta Bianchi, Firenze


Sono la Dott.ssa Gabriella Giuliano,
per anni (7 in tutto) Direttore Sanitario di due ospedali di ricerca del territorio pisano. Nell’addentrarmi nell’esperienza mi sono resa conto di tante, ma tante cose. Soprattutto di quanto sia stata, negli anni, politicizzata la Sanità. O, meglio, vorrei dire, non politicizzata, che quello non sarebbe un problema, anzi: la politica sanitaria tracciata sulla base di valori ideali – mai raggiungibili – ma permeanti, è a mio avviso fondamentale. Piuttosto dovrei dire "partiticizzata", il che invece E’ IL PROBLEMA.
E, nella mia regione, la Toscana, il partito è da sempre il PD, nelle sue radici storiche che peraltro avevo sempre condiviso fino a non molti anni fa.
Ora non so.
Continuo a credere ed a sostenere una Sanità Pubblica, ma mi sembra che il Sistema sia fortemente incrinato. E alla radice. Mi sembra che la stessa sinistra non trovi più i suoi valori autentici ed io non so, in tutta franche
zza, rimanendo autentica interiormente e desiderando rimanere tale, che cosa voterò la prossima volta.
Non certo a destra, questo lo escludo, ma si può credere in una sinistra COSI’???
Gabriella Giuliano


Trovo la nomenclatura attuale del PD fatua e vanesia, occupata da un presenzialismo mediatico che ovviamente non regge il passo con quello del berluska. Ma non oppone alcuna resistenza, né di fatto è in alcun modo propositivo, basta vedere cosa è accaduto con la scuola. Devo dire che talvolta mi identifico di più con Di Pietro che almeno rompe le scatole al governo e in ogni caso ho votato per Rosy Bindi alle primarie e devo dire che continuo a pensare che una donna sarebbe stata meglio e più seria.
Patrizia Dalla Vecchia


Noi non sappiamo se esista un altro Pd.
Quello attuale fa comunque pena e i suoi dirigenti dovrebbero dimettersi. Tutti.
Simona Vanzetto e Lorenzo Perrone


Dovrebbero dare spazio ad altri, corrono il rischio di scomparire come Rifondazione
Saverio Marino


Raccolgo l’invito.
Secondo me non esiste e non è possibile.
Ed ora cerco di spiegare.
Forse finirò per andare molto più sullo pseudo- filosofico che nel politico, ma, in fondo, politica è anche filosofia e per me gli autentici filosofi, da Socrate in poi, furono fior di pensatori politici.
Emblematico il responso di un questionario in cui si chiedeva chi mai fosse stato il maggior filosofo di tutti i tempi: vinse un certo: Karl Marx.
Nella prassi, Platone docet, i filosofi di professione, Marx compreso, fallirono tutti piuttosto miseramente.
Come mai?
Perché non si può governare, meglio gestire, una qualsiasi organizzazione di uomini senza sporcarcisi nei compromessi e nelle inevitabili bassezze che la politica comporta.
Quale uomo è, peraltro, così insipiente nell’augurarsi come prossimo governante un individuo riconosciuto come: spergiuro, mentitore e falsario?
Probabilmente nessuno, neanche il più cinico tra i cinici.
Poi, però, si dà il caso che, all’occorrenza, "pacta non sunt serbanda" perché… "majora praemunt"
E chi stabilisce se ricorrono gli estremi per rimangiarsi quanto promesso e non mantenuto?
Ogni individuo cava di tasca il proprio metro.
Chi misura "corto" griderà al tradimento. chi "lungo" giustificherà coi "tempi cambiati" che richiedono doverosi aggiustamenti di tiro, se non, alla disperata, invocando la sempre valida: "Ragion di Stato".
"Così la coscienza ci fa tutti vili" Amleto – atto III
E così tutti finiscono per cedere alla svendita dei Valori in cui si credette, ad esempio, alle Primarie.
Un caso illuminante? In genere si ritiene, a torto, che il miglior Presidente degli Stati Uniti sia stato Kennedy ed il peggiore Nixon.
Non sono di questo parere ma, personalmente, sono di parere esattamente opposto: Chi suscitò maggiori speranze fu Kennedy chi ebbe maggiormente a vergognarsi fu Nixon.
Il primo diede inizio alla guerra del Viet Nam il secondo patteggiò e concluse la pace col Viet Nam, il primo ci portò sventatamente alle soglie del terzo conflitto mondiale e solo la saggezza del primo ministro russo che, così facendo, dovette perdere il posto, ci evitò la kubrichiana Fine di Mondo, il secondo applicò la distensione con il mondo cinese a mezzo di una pallina di ping-pong.
Gli uomini amano i proclami "puri" ma sono governati al meglio solo da azioni di "corrotti".
Barack Obama tra pochi giorni, purtroppo, ("presago il cor m’el dice") inizierà a deludere l’intero mondo che ha sperato nell’: "UOMO NUOVO" e, con buon peso, pure abbronzato.
Un Uomo Nuovo purtroppo per un Mondo che non è affatto Nuovo, e ciò anche se Obama governerà sul cosidetto… Nuovo Mondo.
Un Mondo che a volte sembra più vecchio del nostro, in tutto salvo che in una cosa: nella SPERANZA.
Il fallimento del Partito Democratico consiste nel non aver saputo costruire una SPERANZA accettabile.
Agli uomini va bene essere delusi, l’importante è che continuino a sperare.
Mi dispiace.
Francesco Negro


Verrebbe da dire magari!
Non lo so se esiste, forse semplicemente esiste una massa di persone nate geneticamente tarate che continuano nonostante tutto a dirsi di sinistra e che vorrebbero potersi riconoscere con orgoglio in un partito, in un club, in una riunione di condominio, in qualcosa insomma che faccia da collante fra di noi, che molto poco razionalmente ci emozioni e sia uno specchio delle nostre scelte.
Alle primarie non essendoci in realtà alcuna scelta, ho votato per "stracchino" Veltroni illudendomi che, visto il grosso consenso che avrebbe ricevuto, si sarebbe fatto forza di quei voti per dare una vera svolta non solo al Pd ma a tutto un modo di fare politica.
Invece è stato quel modo di fare poltica a dare una svolta al Pd!
Sarò vecchia, fuori moda, un reperto archeologico, ma ricordo bene un millennio fa quando ci si sentiva orgogliosi di essere e dirsi di sinistra, pur con tutti gli errori e a volte la miopia di allora; avete presente Guccini, qualcosa titpo "… e alcuni audaci in tasca l’Unità".
Io non essendo una professionista della politica non ho la soluzione in tasca, però vorrei tanto che qualcuno la trovasse questa soluzione, sbarrazzandoci magari di tante zavorre (vedi la Binetti, scusate lo sfogo umorale, mi è proprio scappato!) che ci siamo allegramente attaccatti addosso e che ci appesantiscono e ci impediscono non dico di volare, ma almeno di provarci.
So di essere molto elementare rispetto alla politica, quella dei palazzi e dei signori dei palazzi, però a volte un po’ di semplicità aiuta. Mi chiedo chi aiuterà noi!
Saluti e continuate a darci uno spiraglio dal quale prendere una boccata d’aria fresca (un consiglio, se mi posso permettere, cercate di essere sempre più fra le persone, evitate di rinchiudervi fra di voi: in una scuola funzionante ci vogliono i professori, ma anche i "bidelli").
Fiammetta Agostini


Salve,
vi segnalo il bel blog di un militante del PD di Napoli: http://www.manliok.blogspot.com/
Forse potete contattarlo, io non lo conosco ma seguo il blog e mi ha sempre fatto una bella impressione.
Alessandra Gionti


La mia lettera al PD di Milano che sollecita l’esborso di soldi per l’iscrizione al partito

Cari amici
penso che la politica italiana abbia avuto un tracollo etico/morale e di contenuti programmatici e di valori unici e unificanti.
Il territorio è stato preparato negli ultimi 20 anni e oggi più che mai la deriva del sistema Italia si sente e si vede ovunque.
La politica italiana è l’esempio e lo specchio di un paese che si è arreso al malaffare al malcostume, alla corruzione ed ai corruttori.
La Mafia è un azienda che fattura più di 90 miliardi di euro e sono tutti utili, al netto, il 7
% del PIL italiano.
La politica stà a guardare e partecipa, sollecita e sponsorizza i Cuffaro ed i Dell’Utri, ma la sinistra italiana non è certo immune da questo cancro che non riusciamo a debellare a causa degli interessi che molti politici hanno in comune con l’organizzazione mafiosa, camorristica, ndraghetista.
Viviamo un momento terribile e il PD è protagonista e attore principale di questo declino di valori etici e morali.
Un partito costituito da vecchi politici che non hanno il coraggio di mettersi da parte e la forza e la voglia di abbandonare le loro poltrone creando una NUOVA classe politica e civile, giovane e immune dai giochetti che questa casta ha portato avanti con Berlusconi e company.
Il conflitto d’interessi è una parola che spesso è in bocca proprio a quei politici che hanno avuto la possibilità di chiudere la partita con il cavaliere, ma per una forza maggiore di interessi e sotterfugi meschini e privati, non è mai stata definita.
Oggi il PD chiede ai cittadini fiducia e soldi per sponsorizzare questi giochini meschini, non avete una visione realistica della situazione che stiamo vivendo? Non avete la forza di mettere alla porta quei politici che sbagliano e che da anni stanno portando alla deriva il paese, soprattutto il Sud del paese. Tutti sappiamo che questa casta si è allineata alla scelleratezza dei delinquenti che appartengono allo schieramento del cavaliere e oggi non si ha nemmeno la forza di chiamarlo con il suo nome per non offendere la sua persona, facendola passare come una tattica o strategia di marketing che parla di altri contenuti piuttosto che condurre una battaglia anche aspra contro il male che oggi, anche grazie al fallimento della stessa sinistra, ci governa.
Il PD oggi ha la possibilità di fare opposizione, ma non si sente, non si sente una voce ferma e sicura e forte contro questo cancro che ha attanagliato il paese da destra a sinistra. La forza di una voce che caccia tutti quei politici che hanno a che fare con la giustizia e che faccia rispettare il codice etico che un partito basato sull’etica deve avere alla sua base, nella sua costituzione.
Il PD oggi vuole sedere al tavolo con Berlusconi per discutere di giustizia e riforma costituzionale, ieri condannavano qualsiasi riforma dettata dal personaggio più potonte d’Italia, un Pduista che oggi reincarna in modo ancor più diabolico le veci di Licio Gelli, con la differenza che lui lo fa pubblicamente e senza riserve, con grande astuzia e strategia stà attuando con precisione chirurgica il piano di rinascita democratica e forse stà andando oltre le previsioni di Gelli.
Viene da pensare che la classe politica del PD sia altrettanto interessata a bloccare le intercettazioni che li vedono protagonisti di meschini sotterfugi e corruzioni nel settore della pubblica amministrazione. E quindi, invece di dare un forte segnale di distacco da questa antica abitudine italiana, si accentua la vicinanza del PD al cavaliere e alla sua filosofia insabbiatrice di verità.
Insabbiare la verità è lo sport più amato dai politici italiani e che oggi si è diffuso in modo preoccupante anche tra gli organi di stampa, per stare in linea con il progetto di rinascita democratica.
Questo è indecente e crea un malcontento e un distacco dalla politica e un conseguente avvicinamento all’uomo di destra e giustizialista di Pietro che predica da anni ciò che dovrebbe predicare qualsiasi politico che non ha nulla da nascondere e che si preoccupa di dare alla giustizia italiana una parvenza di autonomia e rispettabilità che in tutti i paesi democratici e civili le riconoscono.
Oggi anche il PD attacca la giustizia italiana, creando una destabilizzazione e una conseguente debolezza del sistema.
Tutti gli italiani si sentono giustificati e autorizzati a dubitare della giustizia e di conseguenza accetteranno di buon grado una legge che andrà a penalizzare il magistrato e non gli permetterà più di indagare sui più banali reati, dal furto all’omicidio, creando una catena di reati che resteranno nel limbo, irrisolti e senza colpevoli.
Oggi manca una Voce nella sinistra italiana che condanna a spada tratta questo sistema malato, che non deve affiancare a tutti i costi di Pietro, anche se strategicamente sarebbe opportuno creare un legame più significativo con l’ex PM, in quanto sono gli italiani che lo richiedono e che lo dimostrano dalle preferenze che gli hanno dato e che giorno dopo giorno continuano a crescere, togliendo consenso al PD. Una voce che deve parlare per gli italiani che hanno bisogno di una guida di sinistra nuova, pulita, priva di legami affaristici e politici con la vecchia repubblica ed i politici che ne fanno parte e che non sia un sindacalista.
Il PD incarna quell’amalgama mal riuscito che Dalema ha descritto nel suo ultimo discorso, non ammiro Dalema e non penso che debba essere lui a guidare il PD, ma neanche Veltroni. Veltroni ha fallito e deve avere il coraggio, la consapevolezza e la forza di preparare il terreno a nuove forze e nuove menti politiche, giovani e riformiste. Giovani con il coraggio di fare delle riforme serie, senza guardare agli interessi di pochi eletti, della chiesa e di altre piccole caste che hanno relegato e legato questo paese ad una catena corta e pesante e dal quale non ci libereremo se non saremo uniti per una rivoluzione civile atta a riprenderci i nostri diritti.
Il PD dovrebbe essere quel partito che TUTTI i giorni si batte per cambiare quella legge antidemocratica che non ci permette di eleggere la PERSONA, questo dimostra la sua pochezza di valori democratici. TUTTI i giorni sui giornali e sui media ci dovrebbe essere una discussione aperta su questo argomento, sensibilizzando i cittadini che sanno che cos’hanno perduto in questi 10anni, ma che stanno perdendo il senso di appartenenza, la fiducia nelle istituzioni e nella politica, il senso di appartenenza allo stato che in tanti paesi viene insegnato e diffuso proprio dalle istituzioni e dalla politica che promuovono l’etica della società civile.
In Italia i politici non si dimettono, in parlamento ci sono 18 parlamentari condannati in via definitiva, due del PD, Carra Enzo (PD)
Papania Antonio (PD), qualcuno avrebbe anche il coraggio di dire che sono solo 2 su 18… questo dato penso che si commenti da solo.
Villari è un esempio di quanto poco possa fare il PD, non riesce neppure a ritirare un suo esponente da una carica istituzionale che il governo di berlusconi gli ha attribuito senza il consenso del PD. Non è serio, non è ammissibile.
Il PD è una cozzaglia di margherite democristiane e cattoliche che fanno a pugni con l’ideale socialista, comunista, laico e democratico e non democristiano degli ex DS o ex PCI, i quali hanno rinnegato il loro passato per paura di essere additati dal cavaliere come dei coglioni o dei terroristi, stragisti, mangiabambini comunisti.
Come possono convivere ideali così differenti? Come può una Binetti andare daccordo con Dalema o Veltroni? O perdono la loro coerenza e si adeguano oppure sarà l’amalgama descritto dal velista PDessino.
Mi dispiace ma i soldi in questo partito non li metto.
Cordiali saluti
Yuri Palermo Crea


Ma quale questione morale!
La reazione non ha morale.
In nessuna parte della Terra.
E’ morale bombardare i Palestinesi?
Nel film "La battaglia di Algeri" l’esponente del FLN algerino, portato alla conferenza stampa dopo le torture, rispondeva al giornalista che gli chiedeva se non si vergognavano, i terroristi, di calare dalle finestre i panieri con le bombe al passaggio delle ronde militare, rispondeva: "faremo
volentieri cambio dei nostri panieri con i vostri bombardieri."
Il PD non rappresenta nessuno, solo gli apostati Veltroni e D’Alema e i loro leccapiedi opportunisti.
E il PC e’ sotterrato senza speranza di resurrezione.
La classe operaia non esiste piu’.
Ora c’e’ la classe dei precari, che pero’ non hanno ancora coscienza di classe.
La societa’ attuale e’ una societa’ di servizi.
La massima aspirazione degli studenti medi, inferiori e superiori (gioco di parole?), e’ di fare i baristi; aspirare a fare i "velini" o le "veline" sarebbe presunzione.
L’industria non ha piu’ bisogno di operai.
Siamo nell’era post-industriale o, meglio, nella quarta rivoluzione industriale, dopo quella del vapore, della siderurgia, del motore elettrico.
Oggi la rivoluzione nell’industria consiste nell’abbinamento del computer alle macchine e la catena di montaggio procede senza bisogno dell’uomo.
Ma il capitale e’ sempre nelle mani dei vecchi "padroni del vapore".
Le classi sfruttate sono nuove e senza strumenti di analisi.
Sono destinate a diventare carne da macello.
ecc. ecc. (ho scritto anche troppo)
Saluti
Franco Tadiotto
PS ma non sono cosi’ presuntuoso da non sollecitare un vostro giudizio sulle mie riflessioni. Resto in attesa.


Ciao ragazzi
io sono partito molto favorevole rispetto alle premesse del pd. Sottoscrivevo in pieno i discorsi di Veltroni. Oggi però non gli darei mai il mio voto. E volete sapere perchè? Perchè le premesse di Veltroni andavano bene con un premier normale ma con un premier come il nostro al governo bisognerebbe fare opposizione, ostruzionismo, bisognerebbe stare nelle barricate ogni giorno!
Invece l’unico che fa opposizione è dipietro, e oggi il mio voto andrebbe a lui.
Vi dirò di piu’: con questo comportamento non solo Veltroni ma Dalema e tutti gli altri hanno completamente perso la mia fiducia. Non c’entra tanto la questione morale di qualche amministratore locale, qua il problema è che bisognerebbe salire tutti sul carro della legalità, della difesa dei magistrati insieme a Di Pietro (che tra l’altro ovviamente raccoglie sempre piu’ consensi) e smetterla di correre dietro alle gonnelle dei collusi di destra.
Ho tanta paura che non ci sia piu’ rappresenza politica per una grossa e crescente fetta di italiani. E non è una cosa buona.
grazie per l’attenzione.
lanzato@gmail.com


Buongiorno MicroMega, Vi apprezzo spesso ma vi scrivo ora e non vogliatemene… ovviamente e purtroppo la ‘questione morale’ non è l’unica questione importante… ma a cosa serve un appello così moralista e un poco piagnone? Non sarebbe utile (forse) rileggere e comparare un discorso di Berlinguer, uno di Occhetto e uno di Veltroni e cercare la caduta delle "gambe" e della cornice su cui i valori necessariamente camminano e in cui vengono contenuti e lasciare ai soliti noti la sterile elencazione ? Possiamo evitare un operazione ancora peggiore dell’originale e non fare riferimento alla triste lista del buonismo dichiarativo?
Vogliamo occuparci della dinamizzazione dei cd valori originari o ci accontentiamo di ritenerci buoni e onesti?
scusatemi e a presto
Vito Antonio Liturri


Il mio non è un racconto di camerille partitocratiche. E’ solo la cronaca (penso diffusa) di un comune sentire. Anch’io ho votato alle "primarie"… speravo nascesse qualcosa che non c’è… invece abbiamo buttato Prodi (l’unico che, tra mille contraddizioni, ha espresso un progetto politico e un patto sociale vincente) e aperto la pista a Berlusconi.
Veltroni e c., oltre a non esprimere nè un progetto politico nè qualche barlume di sogno, non hanno autorevolezza. Un partito nasce sui valori, su un blocco sociale di appartenenze, non sulla conservazione dei piccoli (o grandi?) potentati locali. Occorre un vero ricambio generazionale: questa classe dirigente ha perso e deve andare a casa. Tutti, nessuno escluso. C’è bisogno di aria nuova, pulita, di ascolto. Nessuno parla più di cultura, di qualità dell’esistenza umana, di una rinascita fondata sui valori. Questo Pd mi ripugna, è uno scenario ipocrita che finge interni borghesi sbiaditi dalle menzogne. Se andrò a votare sceglierò l’Italia dei valori. Almeno quel partito, sebbene lontanissimo dal mio sentire, qualche senso morale ce l’ha. E la buona idea di dire esplicitamente che chi ci governa ha in mente uno Stato autoritario. Sono fascisti, usciti dalle fogne col profumo di chanel…
E noi?
Con il Pd puzziamo di nulla.
Alessandro Garzella


Caro Paolo Flores D’Arcais e tutti della redazione
Non solo non esiste un altro PD, ma non esiste oggi in Italia nessun partito veramente completamente “pulito” capace di portare in Parlamento persone (non personaggi) che abbiano veramente voglia di spendersi per la gente, per la civilta’, per la democrazia. E senza un preliminare risanamento della politica, sara’ impossibile qualsiasi seria riforma.
Il Parlamento italiano, oggi, e’ invaso da furfanti e da leccapiedi, questa e’ la triste realta’. Non voglio fare di tutte le erbe un fascio, so che c’e’ (almeno lo spero) qualcuno che si salva, ma non chiedetemi di fare un nome perche’ con certezza non ne conosco (che non appartengano ad una delle due categorie citate).
Anche perche’ ormai arrivare in Parlamento senza l’ausilio di massicci intrallazzi e’ impossibile (con e senza la legge ”porcellum”). Se non si e’ ammanicati con i boss dei partiti o non si e’ personaggi importanti e/o in grado di spendere grosse somme per farsi pubblicita’ il Parlamento puo essere solo un miraggio, e non c’e’ programma o onesta’ personale che potrebbe cambiare la sorte.
Posso citare la mia esperienza personale: ho tentato di farmi candidare dal PD per la Circoscrizione Estero (Nord America), ma tutti i posti erano gia’ occupati dai notabili del partito (di cui pero’ noi che viviamo nella circoscrizione non sappiamo nulla, a parte Bucchino che e’ stato eletto due volte).
Poi ho provato anche negli altri partiti dell’area del centro-sinistra, ma la musica e’ stata la stessa per tutti: nessuno aveva spazio per dar voce a chi rappresentava la cittadinanza locale. Ogni partito doveva soddisfare prima di tutto le proprie esigenze partitocratiche.
Non cercate di liquidare questa faccenda in modo semplicistico dicendo che che la mia e’ semplice delusione per la mancata candidatura. Lo sapete anche voi che il problema e’ molto piu’ grande.
Io non sono deluso per la mia mancata candidatura o elezione, sono deluso vedendo che chi e’ stato eletto nella maggior parte dei casi e’ persona non dotata di sincero spirito democratico. Gli interessi che vanno a rappresentare non sono quelli dei cittadini, ma i propri, o al massimo, quelli di un partito o di un potente da cui dipendono.
Il problema e’ che questa (italiana) e’ ormai una democrazia da operetta, una farsa utile solo per carpire il voto ad una massa immensa di ignoranti e di sprovveduti. E in questa truffa legalizzata i berlusconidi si sono rivelati molto piu’ bravi dei sinistroidi. Tutto qui. Ridotta all’osso, questa e’ la spiegazione della vittoria del Popolo delle Liberta
’.
Veltroni e’ l’uomo giusto nel momento sbagliato. Andava bene se dall’altra parte ci fosse stato un politico normale. Ma con uno come Berlusconi ci vuole altro, non basta nemmeno Di Pietro, ci vuole qualcuno che, punto per punto, smascheri tutti i trucchi e le debolezze dei berlusconidi.
Purtroppo per poterlo fare sarebbe pero’ necessario prima di tutto essere in un partito pulito e trasparente come l’acqua cristallina. Solo cosi’ diventerebbe credibile cio’ che si dice e cio’ che si fa.
Ma lo sappiamo tutti che il partito democratico ha anch’esso grossi problemi sotto questo profilo, quindi non lo puo’ fare.
Quindi Veltroni e’ sprecato.
Quindi nel confronto diretto prevale il partito che nell’esercizio del “plagio di massa” risulta piu’ attrezzato, ovvero quello dei berlusconidi.
Possiamo accontentarci di questo straccio di democrazia? Io no!
Amen.
Roberto Marchesi


Lasciamo stare il PD.
Che faccia il suo Corso e la sua Politica.
Consideriamolo solo come un futuro alleato più o meno strategico insieme all’IdV.
A me non dispiace che il Pd si porti dietro i Casini senza i Cuffaro.
Ci si può sempre alleare. Da Tabacci a Ferrero.
Indirizziamo le nostre forze alla Costituzione di una Nuova Sinistra di Governo, democratica, di classe e non di classe.
Con questo Governo tra i piedi non si può fare niente di Buono e non andremo da nessuna parte con nessun Partito ch vada da solo, per cui prima di tutto: battere il PdL.
Come?
Alleandoci in una Coalizione più affidabile della Precedente e richiamando Prodi "alle armi".
Qualunque formazione politica democratica e antifascista che vada da solo senza essere inserita in una Coalizione è secondo me politicamente irresponsabile.
Ringraziamenti e saluti.
Romolo Cappola


Sono uno degli ex socialisti che alle regionali e comunali romane e laziali non ne hanno seguito le indicazioni.
Confesso che l’idea del “compromessino” e dell’ ”andare da soli” mi aveva allarmato già prima degli ultimi eventi – dei quali non vorrei concorrere alla mediatizzazione eccessiva – e resto convinto che l’alleanza con la sinistra sia indispensabile!
Ma è pur vero che l’Italia non la fecero gli italiani e che Proudhon – quanto l’ho odiato per questo suo pessimismo! – previde che un’Italia fatta così si poteva tenere insieme solo con l’esercito (può essere che ricordi male ma il senso era simile!)
Comunque anche una letterina come la vostra aiuta a tirar su il morale!
A proposito, devo rinnovare l’iscrizione alla CGIL ed al suo giornaletto: del vostro leggo solo qualcosa in Internet!
Buon lavoro
Guido Morosi


Non sono iscritto al PD. Peraltro vi invio alcune riflessioni stese ieri per una discussione politica della sinistra fiorentina sulla democrazia nei partiti come possibile percorso per risolvere la questione della partecipazione e dell’etica della politica. Saluti – e auguri!
Paolo Solimeno – Firenze

Secondo me il problema grosso, ineludibile è del livello basso della politica, soprattutto locale. Nel senso, diciamolo chiaramente, che laddove uno schieramento governa enti locali per decenni e in più si permette di farlo senza cambiare (salvo che per raggiunti limiti di età) nemmeno il personale, non si può nemmeno sperare che il livello della rappresentanza sia alto. Non si può sperare (ma ci sono eccezioni, che nessuno si offenda, scusate il buonismo) che all’urbanistica ci vada il miglior urbanista della regione, un Insolera, un Magnaghi, che alla cultura ci vada un grande critico letterario o d’arte, un Macchia, o un Longhi. Non serve, perché non c’è competizione. E nella mediocrità c’è la mancanza di progetti alti, rivoluzionari e perciò impegnativi; nel lungo periodo c’è l’accomodamento, la gestione senza rischi. E in questa gestione mediocre c’è il prevalere dell’economia sulla politica, dell’imprenditoria e della proprietà sui vincoli ambientali e sociali.
A questo purtroppo si aggiungono leggi elettorali letali: elezione diretta del capo dei governi locali (sindaco, presidente della provincia e della regione), liste bloccate in Parlamento. Chi milita in un partito lo fa con spirito di (inutile) sacrificio, oppure perché (legittimamente) campa di politica. Ebbene, riformare i partiti è un po’ partire dalla coda, se si parla di fuga dei militanti, riduzione della partecipazione (senza contare che un partito davvero democratico, in cui l’iscritto conta, è un partito attraente). Ma è partire dalla testa se si pensa di liberare la Pubblica amministrazione dai partiti, facendo tornare questi al ruolo di cerniera fra società e istituzioni, e non strumenti di occupazione delle istituzioni.
Credo che uno statuto innovativo e garantista sia la chiave per riformare i partiti, per liberarli. Esso servirebbe:
– per prevenire comportamenti antidemocratici nel senso ora detto,
– per garantire l’iscritto, e soprattutto la minoranza, da compressioni/lesioni dei loro diritti
ma serve anche perché il partito dovrebbe essere, come dicevo:
– lo strumento di espressione politica dei cittadini
– e il luogo di esercizio dei diritti politici fondamentali
invece, confondendosi con le istituzioni, il partito
– occupa la pubblica amministrazione togliendole la funzione pubblica, disinteressata
– svolge un ruolo verso la base solo durante la campagna elettorale,
in sostanza il partito della crisi anziché essere un trait d’union fra società e istituzioni, è un muro, una frattura:
– gli eletti dialogano con i dirigenti di partito che li hanno espressi
– gli elettori non hanno referenti, possono solo fare i promotori di un candidato o di un’insegna durante la campagna elettorale.
Un soggetto politico della sinistra dovrebbe porsi all’avanguardia del rinnovamento etico e procedurale della politica e dei partiti. Per questo dobbiamo cominciare a pretendere regole chiare per i nostri “strumenti di democrazia” che garantiscano trasparenza e partecipazione effettiva dei pochi che ancora desiderano impegnarsi secondo le modalità che conosciamo.
Dobbiamo chiedere che i partiti-movimenti si aprano alla cittadinanza facendo conoscere che c’è un modo (delle regole, delle procedure) per far politica pulita e di servizio.
Ad esempio alcune piccole regole:
1. opinioni dissenzienti (minoritarie) pubblicate, come le maggioritarie
2. partecipazione alle riunioni/assemblee anche dei non iscritti (senza diritto di voto)
3. diffusione di un verbale di ogni riunione di organi collegiali, assemblee, direttivi, ecc.
4. diffusione preventiva di ordine del giorno e documenti da approvare o discutere con congruo anticipo rispetto all’assemblea/riunione che li dovrà esaminare
5. voto segreto (sempre, o possibilità di chiederlo senza condizioni)
6. revocabilità dei dirigenti da parte dell’organo che li ha espressi
7. temporaneità degli incarichi e rieleggibilità limitata: 2 o tre volte, secondo la durata della carica
8. mandato imperativo degli iscritti ai dirigenti del partito-movi
mento politico, ben compatibile con il mandato non imperativo degli elettori agli eletti
9. divieto dei dirigenti del partito di assumere funzioni pubbliche (dimissioni/decadenza per incompatibilità)
10. obbligo di dichiarare l’appartenenza ad associazioni massoniche o che comunque richiedono un vincolo di appartenenza, decadenza dalla carica o espulsione dal partito in caso di omessa dichiarazione
11. obbligo di dichiarazione di ogni conflitto di interessi, di astensione dal voto e dalle cariche (e dalle candidature) in reale o potenziale conflitto
In sostanza una traduzione in regole non troppo invasive dell’indicazione dell’art. 49 della Costituzione italiana.


Penso che l’esperienza del Pd si concluda molto presto, ho parecchi amici che entusiasti avevano aderito e fanno parte degli organismi dirigenti, a un anno di distanza hanno perso la voglia di impegnarsi in un progetto che non entusiasma più.
Quindi una esperienza che ha un declino già scritto, la fusione a freddo non ha scaldato i cuori degli italiani, forse sarà utile riflettere e rivedere quali i provabili risvolti per un "altro Pd"
Vincenzo Costantino, civica movimento democratico piemonte




Non esiste un altro pd e non so come pensiate di metterlo insieme – la mia esperienza racconta che mi hanno obbligato a mettermi in una lista civica e per fortuna non sono stato eletto, sono presidente del consiglio tributario, esperto in finanza locale, ho collaborato alla stesura di leggi, imprenditore e impegnato nel sociale – ma non ho i numeri per andare in comune – il primo degli eletti è stato il postino che sa a mala pena fare la firma, ed ha giustramente preteso di fare l’assessore – se si candida un imprenditore che dal nulla ha costruito una impresa e dato lavoro a 50 persone in contrapposizione con una cantante che hA usato solo l’ugola – eleggono la cantante – dal popolo italiano non ci si puo’ attendere nulla e ha i deputati che si merita – saluti ed auguri
Lionello Leoni


La Grecia classica ha sperimentato per noi europei, che ne abbiamo ereditato le capacità razionali, quasi tutte le forme di governo della società. Compresa l’oligarchia economica e politica la quale può aprire la porta alla tirannide: il tiranno greco non conquista il potere assoluto con la violenza, come il dittatore, ma con il denaro, con la corruzione, con il convincimento subdolo di un popolo degradato, distolto dalla politica e dalla consapevolezza critica della socialità. Noi siamo sulla porta di questa trasformazione. L’unica barriera dovrebbe essere un’opposizione intelligente, moralmente irreprensibile, direi quasi caritatevole verso i cittadini nell’indicare loro, con spirito di sacrifico, una meta, una visione. Per fortuna nostra non esiste un altro PD, già è tragico averne uno! E’ lui, sono tutti isuoi predecessori che hanno tolto al popolo il sapere politico, lo hanno esautorato dal fare politica. Con un solo Pd, in evidente disfacimento, c’è almeno la speranza che in Italia si possa costruire, ripartendo quasi dal nulla, un’opposizione non soltanto al disegno sociale in cui ci stiamo immergendo ma anche a quella casta che sta contribuendo, oltretutto passivamente inerte, neanche seriamente rumorosa, a costruirlo. Sbaglia anche Di Pietro: si legga la storia degli anni ’20 del novecento, non abbiamo davanti una dittatura, ma peggio. Il dittatore si può rovesciare in tempi brevi, certo con la violenza; il tiranno soltanto con la politica, che richiede, richiederà, sacrificio e dedizione: ne saremo capaci?
Glauco Boscarolli


Caro MicroMega,
esiste si un’altro PD, eccome. E’ quello che la stampa politicizzata ci fa vedere come vuole .Mi spiego meglio.Dall’altra parte (PDL) mi sembra che una questione morale ci sia stata da sempre e nessuno abbia osato alzare polveroni, noi invece continuiamo a tirarci la zappa sui piedi e a sollevare "la uestione morale" come se fosse un vanto. Basterebbe applicare il codice etico che il Pd ha(se non ce l’ha io ne ho una copia ). Il PD che esiste si è visto al Circo Massimo il 25 ottobre dove io c’ero. Li ho visto l’altra Italia , uella che crede nelle riforme, nei suoi leader che tanto criticati ci hanno portato alla casa dei democratici ;una grande casa dove a mio parere c’è solo qualche spiffero che si può curare con un po’ di coesione tra persone . In quanto ai leader dle partito sono quelli degli ex DS e Margherita:entrambi dovrebbero ricordarsi chi erano i leader prima di loro negli anni 50 :leader che hanno sollevato l’Italia nel dopoguerra.
A Veltroni dico che gli voglio un mondo di bene, che per me è il mio leader incontrastato, votato da un popolo che l’ha voluto più di ogni alto leader e che solo Lui con la tempera che ha riesce a tenere il timone di un partito che su una zattera cerca di varcare l’oceano. A tutti ma proprio a tutti chiedo unità di intenti e meno associazioni e ca…varie ma coesione d’intenti.la mia esperienza nel PD la ritengo positiva, e vi assicuro che veder nascere un partito con il proprio voto non è cosa da tutti i giorni, si le voglio bene al PD, è anche un po’ casa mia.
Per quanto riguarda la normalizzazione della nomenklatura la combatto alzando la teesta tutti i giorni:NON MI AVRANNO MAI COME MI VOGLIONO.
DAI VALTER, siamo con Te
Mariapaola
Bono


Il nostro è un “circolo del PD” di provincia, un paese di circa 20.000 abitanti, in una località del centro/nord. Io non sono mai stato iscritto a un partito politico, ho ritenuto di iscrivermi al PD, per diversi e importanti motivi, pensando che almeno a livello di iscritti ci fosse la possibilità di una qualche interazione progettuale di qualche tipo……….e in vece nulla, ma proprio nulla; salvo un paio di assemblee, condotte in modo demenziale, e il tesseramento.
Ho la sensazione di non capire, mi devo essere perso qualcosa di importante.
Enrico Fantozzi


Sono anni che non voto ma se avessi creduto che il voto valesse qlc avrei votato Pd e mi sarei sbagliato e alla grande. Per fortuna non lo ho fatto la realtàdi tutti questi anni fino ad oggi mi ha dato pienamente ragione.Il Pd è diventato una farsa una burla una macchietta non so neanch’io come definirlo ma caricature a parte è totalmente responsabile e complice della rovina di questo paese, dei sabotaggi criminali e quasi giornalieri alla Democrazia alla Costituzione alla Giustizia alla Libertà dell’Informazione.In questa gravissima situazione in cui noi italiani ci ritroviamo senza precedenti dal dopoguerra a oggi , mi sono convinto che è mio dovere ritonare a votare x salvare questi Valori e che il mio voto sarà x l’Italia dei valori,Idv, con la speranza che lo facciano tantissimi altri, ciao
senevio@libero.it


Quale esperto della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, avevo sperato – assieme alla maggioranza dei miei colleghi – che l’arrivo della allora vice Ministra Patrizia Sentinelli alla guida della cooperazione italiana, avrebbe rappresentato l’inizio del rilancio di una istituzione che da anni languiva, con risorse umane ridotte al minimo, priva di programmazione, di strategie e di idee.
E’ vero che la precedente legislatura e’ durata poco, ma nel corso di tale periodo l’unico merito acquisito dalla predetta e’ stato l’incremento degli stanziamenti a favore delle ONG, il resto sono stati viaggi e seminari; insomma chiacchiere che hanno, ancora una volta, dimostrato l’incapacita’ della sinistra di affrontare i problemi reali delle istituzioni.
Applicare le regole, rendere piu’ efficienti le istituzioni, sono attivita’ difficili, spesso poco rilevanti e che richiedono tempo e fatica; meglio lanciarsi nei dibattiti sui "grandi obiettivi della cooperazione", dove basta saper parlare. Ma, come in altri, analoghi casi, gli elettori hanno capito ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Carlo Cibò


Esiste un’altro PD, questa è la vostra domanda.
Sin dai congressi di chiusa delle "aziende" DS e Margherita ( si fa per dire perchè in realtà non sono chiusi, peraltro riscuotendo ancora i loro bravi rimborsi elettorali…milioni di Euro), il sottoscritto contestò la nascita della nuova "azienda", nuova nella livrea, ma non nel supporto umano, sempre lo stesso identico da decenni; per dare una immagine nuovista, non bastò nemmeno immettere rampolli o banboccioni vari. L’"Azienda nacque male e guidata peggio. Un sindaco che per la caput mundi poco fece negli anni della sua amministrazione capitolina, insomma, il modello Roma, inventato dal factotum Goffredo Bettini, crollò al primo assalto destroide, a dimostrazione del fatto che era fondamentalmente una fottuta fregatura, oggi leggiamo delle indagini dell’imprenditore Romeo, del deputatello Lusetti, Bocchino, Fioroni e chissà quanti altri avranno inzuppato il biscotto, per non dimenticare i tempi dell’amministrazione Rutelli …e le consulenze che tanto fecero discutere i romani e non solo, e quanto crebbe con la scusa del Giubileo, aveva i suoi uffici elettorali vicino casa Kossiga e vicino il mio ufficio..con Bettini …onnipresente, le liste elettorali "cento città, beautifull, ecc".
Tutti si sentivano i padroni di Roma, la loro arroganza superò ogni possibile immaginazione, si scambiavano candidature a sindaco come ci si scambia un cappello – Rutelli, Veltroni, Rutelli, sino a quando i romani e noi, decidemmo di prenderli letteralmente a calci nel culo. Ci organizzammo nell periferie convincendo gli elettori a non votare certi figuri, elettori che per circa 15 anni votavano sempre e comunque a sinistra, si convinsero che era giunto il tempo di dire basta ad una sinistra vecchia e poco credibile. Vinse Alemanno a Roma e Berlusconi nell’italico stivale.
Di chi è la colpa di una tale ecatombe politica.
Di una sinistra ancorata al passato e che ancora discuteva se mettere o no nelle sue bandiere il simbolo della falce e martello.
Una sinistra ancorata a delle ideologie superate dal tempo e dalla storia. Una sinistra riottosa, arrogante, attaccata al potere. Una sinistra ridicola e mal sopportata da un paese che ha tanti e troppi problemi davvero si sussistenza. Una sinistra poveraccia ridotta da innalzare il suo vessillo su una palma dell’isola dei famosi e che oggi nonostante si sia praticamente polverizzata, litiga e discute anche egli organigrammi e della conduzione del loro giornale " Liberazione".
Una sinistra assente totalmente dal parlamento.
questo è il risultato delle politiche veltroniane. Una sinistra messa da parte, preferendo la coabitazione con IDV di Di Pietro, uomo di destra che fa opposizione di sinistra per suo uso e consumo personalissimo, se Veltroni fu incoronato al Lingotto, Di Pietro lo fu nel Mugello….chissà per quale motivo, ricatto politico o giudiziario?
Alla sinistra, Veltroni e soci preferiscono i Radicali.
Chi si rammenta ancor prima delle ultime lezioni di certe prove di dialogo con un Berlusconi in totale discesa, chi lo salvò dai marosi della sconfitta abbrancandolo per il suo bavero di buona sartoria. Chi poi in anni passati affermava che la Fininvest ( carica di debiti) doveva essere salvata perché bene nazionale.
Non basterebbe una collana di libercoli per descrivere tutte le mere cazzate che hanno praticamente fatto fuori il cospicuo patrimonio messo in piedi dal vecchio PCI e da Berlinguer…pace all’anima sua che si aggirerà disperata nei paraggi di Santa Andrea delle Fratte (Loft democratico).
Esiste un’altro PD? No non esiste e non potrà mai esistere perché non è mai nato.
Come allora organizzare un vero, credibile, condiviso partito di massa.
Copiate dai paesi anglosassoni, ove è davvero presente ed attiva una vera sinistra democratica. Copiate dalle federaliste Germania e Svizzera, dalla moderna Norvegia.
L’Italia non copia ma vuole al contrario essere originale? Ok, è necessario allora crearlo un vero partito e come… anzitutto sapere quel che si vuole perchè al momento è del tutto incomprensibile.
E’ perfettamente inutile oltre che dannoso ancorarsi alle querelle sul moralismo politico, considerando che circa l’80% degli elettori pensano che i politici sono una mandria di malfattori o…cavallette come ci racconta l’imprenditore Romeo.
La questione morale abbraccia tutti i settori dinamici e istituzionali della nostra società quindi: la politica, la magistratura, il potere economico, e lo stesso elettorato infettato da certi esempi non proprio eclatanti insomma, per quale motivo la giustizia de debole con i forti e forte con i poveracci.
Per quale motivo la politica è autorizzata a depredare milioni di euro di rimborsi elettorali pagati addirittura in modo doppio e a tutti i partiti e partitini. Per quale motivo gli ex presidenti della Camera dei Deputati nonostante sia loro scaduta la carica, possono godere di uffici, auto blu, segretarie e altri vergognosi privilegi.
Il PD deve essere un’alternanza alla destra di Berlusconi, un’alternanza come la notte e il giorno.
Il PD dovrebbe se ne è capace, offrire agli italiani una politica credibile e condivisa. Molto più credibile di quanto non possa mai esserlo perchè è proprio su tali politiche che l’Unione perse il cavallo.
Il Pd deve essere autonomo e non pensare astrusi calcoli elettorali del tipo: mi alleo com Casini, con la Lega al Nord o altre fesserie del genere, perchè in tal modo dimostra tutta la sua debolezza.
Il Pd deve divorziare da Di Pietro, altrimenti si trasformerà in un trampolino di lancio a favore del contadino di Montenero di Bisaccia.
Il PD vede trasformarsi in un soggetto politico in grado di discutere sia con il centro che con la sinistra e non solo a livello locale) unica forza rimasta alla sinistra italica), un potere quello dei sindaci forte, ma come abbiamo visto, è molto compromesso, troppo potere e poca democrazia, le giunte non contano nulla di fronte a sindaci manager che fanno il buono e il cattivo tempo.
Il Pd deve radicarsi sul territorio con regole severe come quelle che furono del vecchio PCI.
Il PD deve essere data una passione, una passione organizzata. Un
processo di sinergie umane.
Buon lavoro.
Amerigo Rutigliano


Mi chiamo Ferruccio, sono iscritto al PD (vorrei chiarire come semplice attivista dai DS, non sono mai stato un politico di professione sono un lavoratore dipendente) certo sembra esserci un problema di questione morale all’interno del nuovo partito, ma ci sono tanti politici onesti e competenti all’interno del PD stesso. Dicevo di essere un lavoratore dipendente e in questa veste ho visto in parecchi anni politici ( non faccio nomi solo perchè a breve ci saranno campagne elettorali e alcuni di questi saranno candidati) aiutare noi lavoratori quando le nostre aziende erano in difficoltà, non ho mai visto gente di forza italia ma sempre politici che prima erano dei DS e che ora hanno aderito al PD. Quindi invito a non generalizzare mai possono esserci casi come quelli usciti ultimamente, ma anche, e qui mi ripeto, persone a cui dobbiamo un sincero ringraziamento. (mai avuto posti di lavoro grazie a questi).
m.stefanutto@tiscali.it


Gentile Redazione di Micromega
Su vostro invito, in merito al Pd vi segnalo il caso di Bologna. In realtà il "caso Bologna" e’ stato messo in evidenza da un cittadino, Riccardo Lenzi, sul blog di Piero Ricca http://www.pieroricca.org/, ad ogni modo lo propongo di pari passo come riportato:

Caro Piero,
la cronaca delle recenti primarie del PD di Bologna è un esempio piuttosto clamoroso di come, per un gruppo dirigente locale, non sia necessario scivolare su questioni morali per dimostrare la propria inadeguatezza.
La surreale sequenza degli eventi che hanno portato alla vittoria di Flavio Delbono (attuale vicepresidente della Regione Emilia-Romagna) nelle primarie del 14 dicembre scorso, inizia in giugno, quando Sergio Cofferati dichiarò di volersi ricandidare per un secondo mandato.
Fin da maggio alcuni membri dell’assemblea cittadina del PD (come il sottoscritto), il comitato nazionale per le primarie e alcune realtà associative bolognesi vicine al centrosinistra – in primis la rete “Unirsi” (www.unirsi.it) – avevano sollecitato il PD a promuovere, in alternativa alle primarie del PD, un unico turno di primarie “di coalizione” (o “primarie aperte”, come le definì la nostra concittadina Milena Gabanelli in una lettera aperta pubblicata da tutti i quotidiani locali).
Lo Statuto del PD, approvato poco prima delle ultime elezioni politiche, impone – in presenza di più “candidandi” – l’adozione delle primarie come strumento obbligatorio per qualunque candidatura a cariche monocratiche (e non solo). Questo è certamente un punto qualificante per lo Statuto del PD: ad oggi non esiste in Italia nessun altro partito che ha inserito le primarie nel proprio documento fondativo. Peccato che, fin dalla scelta dei candidati al Parlamento, l’attuale gruppo dirigente del PD si sia ben guardato dall’applicare lo Statuto! Le elettrici e gli elettori del PD hanno infatti dovuto digerire, per esempio, la candidatura-paracadute di Anna Finocchiaro in Emilia-Romagna.
Nel frattempo Sergio Cofferati – che peraltro fu uno dei pochi “big” a chiedere le primarie per la scelta dei candidati PD al Parlamento – e i vertici locali del partito mostravano di non gradire la disponibilità di eventuali alternative: Andrea Forlani, presidente del quartiere Santo Stefano (quartiere in cui risiede anche Romano Prodi), venne trattato come un eretico solo perché aveva osato sfidare il Principe di Bali, candidandosi fin da giugno a raccogliere il malcontento di tanti elettori PD nei confronti del sindaco uscente.
Poi all’inizio di ottobre – con un colpo di scena che pochi di noi avevano immaginato – Sergio Cofferati sparigliò i giochi, annunciando che aveva cambiato idea: “per motivi strettamente privati” il paladino della legalità non era più disposto a ricandidarsi. Il vero motivo di questa retromarcia (che alcuni sospettano facesse parte in realtà di un copione scritto in aprile) è semplice: i sondaggi “riservati” davano Cofferati perdente. Infatti il giudizio della maggioranza dei cittadini bolognesi sull’amministrazione Cofferati era e rimane sostanzialmente negativo.
A quel punto i dirigenti del PD, anziché fare di necessità virtù, avviando un percorso partecipato per la scelta di un nuovo candidato del centrosinistra, decisero in men che non si dica di indicare all’opinione pubblica il successore predestinato: Flavio Delbono.
Per l’ennesima volta, senza nemmeno convocare l’assemblea del partito, si perseguì ostinatamente la via dell’autoreferenzialità, fissano la data delle primarie di partito per il 13 e 14 dicembre e schierando l’apparato (sindaco uscente compreso) a sostegno di un candidato.
Nonostante il tentativo di Gianfranco Pasquino di restituire credibilità a queste primarie, proponendosi come candidato “non iscritto” (e perciò sostenibile anche da chi non si riconosce nel PD) – la cronaca della mancata candidatura di Pasquino è ben riassunta sul sito www.bolognaperlulivo.org -, il partitone decise di serrare le fila intorno al candidato Delbono, il cui nome circolava già nel 2003, prima dello sbarco a Bologna dell’ex segretario della CGIL.
Dopo Cofferati, Bersani e Letta, persino Romano Prodi, amico di Delbono, ha voluto spendere la propria autorevolezza a sostegno del candidato pre-scelto.
Nonostante tutti questi “sponsor” e i due giorni a disposizione, la scarsa credibilità di questo percorso ha portato ad una scarsa partecipazione dei bolognesi alle primarie prenatalizie: solo 25.000 cittadini hanno votato. La metà di coloro che il 14 ottobre 2007 parteciparono alla scelta del segretario nazionale e regionale del nascente “partito nuovo”. Come se non bastasse il vincitore ha avuto solo il 49,9% dei consensi. Non a caso l’Istituto Cattaneo ha definito queste primarie un vero e proprio flop!
E così, mentre nel resto d’Italia infuriano le polemiche sulla questione morale (Firenze, Napoli, Pescara, Genova, Basilicata, Calabria, ecc.), nei bar di Bologna si parla con rassegnazione di una sicura rivincita del “civico” Giorgio Guazzaloca (ammesso e non concesso che sia lui il candidato del centrodestra). Insomma: l’incubo di una sconfitta annunciata ha reso amaro questo Natale alla sinistra bolognese. Il segretario provinciale del PD, Andrea De Maria, si consola constatando le divisioni e la debolezza della destra locale…
Autoreferenzialità, supponenza e sordità del partitone: ingredienti perfetti per un remake del 1999.
In tutto ciò gli altri partiti del centrosinistra – dall’Italia dei Valori al PRC – sembrano più propensi a garantirsi un assessorato in caso di vittoria, anziché indicare una possibile via d’uscita agli elettori di centrosinistra.
Al momento le uniche gocce di speranze per evitare il disastro ruotano attorno al “non ancora candidato” Gianfranco Pasquino. Il quale, pur non avendo potuto partecipare alle primarie del PD (nonostante le 1.400 firme raccolte in meno di 5 giorni), continua a manifestare la propria disponibilità a candidarsi.
Lo scorso 17 dicembre si è costituita l’associazione “Cittadini per Bologna”, di cui Pasquino &eg
rave; presidente. Se ci saranno le condizioni politiche, l’anno nuovo potrebbe dunque vedere la genesi di una lista civica, autonoma dai partiti, che abbia come obiettivo massimo quello di prendere un voto in più di Flavio Delbono al primo turno nelle amministrative del 7 giugno.
Vedremo, nelle prossime settimane, se i cittadini bolognesi dimostreranno maggiore coraggio dei partiti che dovrebbero/vorrebbero rappresentarli, costruendo “dal basso” una credibile alternativa “di sinistra”.
Per scongiurare una vittoria della destra ma anche per dare una lezione ai mandarini del centrosinistra.
Riccardo Lenzi

Sperando di esservi stato utile
Cordiali saluti
Virgilio Della Marta


Mille anni fa ho aderito ai Democratici. A Genova vi aderirono il gruppo dei dipietristi, gli ulivisti "duri e puri" e il gruppo dei sansiani. Questi ultimi erano gli eredi, o i fedelissimi, del Sindaco Adriano Sansa, al quale la nomenclatura genovese (Ubaldo Benvenuti, su mandato di Claudio Burlando, come confesso’ in un’intervista Burlando medesimo) preferi’ Giuseppe Pericu dicendogli, senza giri di parole: "Lo vedi quello li’ (rivolgendosi ad un autista un cammion che lavorava in un cantiere edile). Se voglio lo faccio diventare Sindaco di Genova".
Gli anni coi Democratici, nella mia città, sono stati interessanti. Un movimento che ha messo a disposizione delle comunità locali liste di posta elettronica e spazi per siti web si poneva all’avanguardia sul fronte del coinvolgimento della base, del cittadino consapevole e desideroso di portare il proprio contributo.
La faccio breve. I Democratici confluirono nella margherita. Ho partecipato al primo congresso regionale. Ero il primo dei non eletti in una circoscrizione, tra gli eletti c’era chi non aveva rinnovato l’iscrizione al partito, quindi andai per diritto, senza avere fatto nulla. Ero gia’ deluso dell’andazzo. Nella margherita nessuna lista di discussione, nessuna comunicazione interna, nessuna pulsione o attenzione alla gente, alla discussione tra iscritti. Tutto cio’ che di buono portava in dote il movimento de I Democratici fu buttato via.
Ascoltavo i relatori. Il candidato alla segreteria regionale, commissario uscente, tal Rosario Monteleone, disse qualcosa di questo tenore: "non faro’ una relazione consuntiva perche’ sono candidato alla segreteria". Ci riflettei sopra e pensai: a me parrebbe necessaria una relazione consuntiva, proprio perche’ quel tizio e’ candidato alla segreteria regionale! Cosa ci possiamo aspettare da uno che ragiona in questo modo? Insoddisfatto, chiesi un po’ in giro. Raccolsi volgari voci di corridoio: "Non l’ha fatta perché tanto ha i voti". E fu eletto. Oggi e’ consigliere regionale della Liguria, nel frattempo e’ passato all’UDC, primo dei non eletti alla Camera. Il segretario che volle al suo fianco a gestire la margherita genovese si e’ dovuto dimettere dalla carica di Assessore del Comune di Genova. Per tappare la falla la Sindaco Vicenzi ha coinvolto Nando dalla Chiesa. L’ho conosciuto, Nando, e lo stimo. Fara’ bene.
Essendo un moderato, note queste premesse, nel PD non ci ho messo piede, se non per votare alle primarie (approvo l’idea). Ora sono nel Partito Socialista. Non contiamo un tubo, ma non provo vergogna.
Paolo Fasce
"La mafia ha paura della scuola non della giustizia" (Giovanni Falcone)


Mi e’ capitato di partecipare a delle riunioni del PD lombardo con la partecipazione di alcuni esponenti prima delle ultime elezioni. Ad uno di questi io ho chiesto come intendessero affrontare il problema del conflitto di interessi. Ebbene, prima non mi ha risposto, secondo mi ha detto che era un problema sorpassato. Beh adesso si deve come e’ sorpassato, con tutto quello che stanno combinando. Comunque siamo alle solite, fino a che non camberianno le facce, e le teste, temo che moriremo berlusconiani. Il PD dovrebbe andare in Parlamento e fare opposizione dura, durissima, pestando i piedi e lanciando le scarpe se occorre, devono impedirgli di leciferare, solo cosi’ possiamo sperare di salvare la costituzione e l’Italia. Non posso raccontarvi, nulla di nuovo purtroppo, so solo che abbiamo bisogno di giovani e motivati.
Ornella Corradini


Questa è la lettera che ho scritto appena dopo la manifestazione di Piazza Navona e che ho inviato a vari siti di Ulivo, PD e affini, naturalmente senza alcun riscontro!

Caro onorevole Veltroni e PD,
Che delusione! Che pena!
Il sig. Silvio Berlusconi, non è solo il più furbo di tutti, il più indagato, il più corrotto, il più fascista e si potrebbe continuare ancora con molti altri appellativi, ma è senz’altro anche il più intelligente, il più lucido (è non solo per via della pelle stirata!) tra gli uomini politici che siedono (quando c’è!?) in parlamento.
Il sig. Berlusconi riesce a condizionare anche il tipo di opposizione che gli garba, un’opposizione che faccia solo uso degli strumenti parlamentari che lui però disdegna, quelli della legge che lui oltraggia, dei principi costituzionali, di cui lui fa carta straccia, un’opposizione addomesticata e funzionale al suo gioco politico.
Veltroni, forse è un leader, ma per il tempo di pace… è come se volesse affrontare un carro armato con un fioretto e la realtà, che non coglie, lo travolgerà!
Le armi a disposizione, sono spuntate di fronte ad una maggioranza così infida e tracotante, non ci restano che le armi dell’indignazione, e dell’urlo della piazza e speriamo che non debbano essere necessarie tra poco, anche quelle della resistenza…
Per il PD è tempo di un leader per questo tempo di guerra…
La guerra che il cavaliere ha dichiarato agli italiani onesti ed intelligenti, imbrogliando gli ignoranti ed imbarcando i delinquenti.
La guerra che ha dichiarato con le leggi fatte per se e per gli amici, con le continue spallate alle istituzioni ed al diritto.
La piazza, la piazza che tanto disdegna il PD è quella partecipante, che vota alle primarie, che vota per il centro sinistra, quella che per scendere in piazza, magari affida i propri figli ad una baby sitter, che chiede un permesso di lavoro, che si prende un treno, un pullman e si fa 12 ore di viaggio per partecipare, (la libertà è partecipazione!) perché sente come un dovere morale testimoniare con la propria presenza, la propria indignazione per il continuo oltraggio della giustizia, delle istituzioni e dell’intelligenza di molti italiani.
Il PD disdegna la piazza, perché è la prova del suo fallimento, della sua incapacità, infatti è a loro, al PD, che è affidato il compito, con il nostro voto, di tutelare e difendere la democrazia in questo paese, mai stata tanto in pericolo.
Non siete voi che siete in pericolo, una qualche opposizione ci vorrà pure perché sembri una democrazia compiuta, purché addomesticata e soprattutto rispettosa del political correct, che vale naturalmente solo per l’opposizione in tempo di regime, un’opposizione da nuova stagione, come se il sig. Berlusconi fosse cambiato o avesse dimostrato anche una sola volta di voler cambiare; un’opposizione responsabile, con una maggioranza irresponsabile; un’opposizione dialogante con un governo sordo, sordo sì, soprattutto su due argomenti
LA GIUSTIZIA, perché dev’essere garantita l’impunit&agra
ve; del capo e degli amici e LE TELEVISIONI che sono la leva del consenso, e con le quali ha vinto quasi tutte le elezioni nazionali da quando è entrato in politica fino ad oggi.
Su tutto il resto la maggioranza è disposta a dialogare, mettendo ai voti, ovviamente, le altre proposte di legge…
Gli uomini e le donne che scendono in piazza gridano forte contro la deriva fascista della maggioranza e contro la cecità e l’ignavia dell’opposizione.
La libertà e la democrazia vengono anche prima del pane e dell’arrivare a fine mese. Prima di riattivare i consumi, voglio essere certo di vivere in un paese ancora libero.
Il centrosinistra ed il PD continuano a sbagliare quasi tutto:
Non hanno prodotto nessuna legge sul conflitto d’interessi, né sul sistema radiotelevisivo, o una qualche legge che impedisse al cavaliere di Arcore, di poter raggiungere cariche istituzionali così importanti da fare un tale abuso delle regole democratiche e legiferare a proprio uso e consumo: se si fosse occupato del paese con la stessa forza, lo stesso interesse, la stessa tignosità, con cui si è occupato dei fatti suoi, forse in molti sarebbero stati disposti a perdonagli il passato, ma ha dimostrato di non avere le capacità e la personalità dello statista, ma solo quelle del venditore e del capo banda.
Di lui si occuperanno i libri di sociologia e criminologia, non certo quelli di storia.
La delusione che provo, sta nel fatto che avendo creduto nel partito democratico, lo vedo incapace ad affrontare "il toro per le corna".
Qual è la strategia del PD? Ne ha una? Qual è la ragione per la quale si ritiene che i Di Pietro, i Grillo, i Girotondini, la Piazza, che dicono le cose come stanno, fanno il gioco del sig. Berlusconi, gli fanno un regalo?
Non stanno facendo il gioco del sig. Berlusconi piuttosto quelli del PD, prendendo le distanze da Di Pietro, e riducendo così al lumicino qualunque eventuale possibilità futura di ottenere una maggioranza?
In quanto a Casini, gli è rimasto il cerino in mano, non ha certo scelto di opporsi al regime con cui mantiene tutte le affinità e le collusioni.
E’ Berlusconi che lo ha scaricato, perché non gli serviva più per vincere.
Sono loro, l’UDC, i nuovi alleati del PD? A fare strategia elettorale sulla carta, avete perso il senso della realtà. Che si perdano pure le elezioni, ma a testa alta e con il coltello in mezzo ai denti, pronti a difendere senza se e senza ma, la costituzione, la libertà, la legalità.
Il prestigiatore di Arcore ha prima diviso il PD dalla "sinistra radicale"
(radicale nel vocabolario del regime era diventato un termine dispregiativo!) ed ora lo sta dividendo dall’Idv etichettata come "giustizialista e manettara" (ora il termine dispregiativo utilizzato dagli allineati di regime è "giustizialista"!)
La televisione è infettiva, non ha risparmiato il contagio delle cataratte e l’ipnosi dei ritornelli neanche all’opposizione.
Di Pietro, nonostante le divergenze, istiga il PD ad un’opposizione più efficace, ma non ne ha mai preso le distanze.
Perché il PD è così arrogante e così cieco da farlo?
Fondate la vostra strategia abbeverandovi alle informazioni distorte e indottrinate dei mezzi di comunicazione, tutti in mano diretta o indiretta del burattinaio di Arcore?
La pena che provo invece, quasi uno sgomento e che, ora che il Presidente Prodi ha gettato la spugna, ancor più vale il concetto che con questa Dirigenza nel PD, non vinceremo mai, e non vincerà più la giustizia, e la libertà sarà uno spot pubblicitario, e lentamente un tarlo si fa strada nelle coscienze: stare a Destra è meglio, perché a destra è sempre l’ora della ricreazione, a destra puoi evadere le tasse, puoi farti raccomandare, puoi fare i cavoli tuoi e chi se ne frega degli altri!
Puoi fare il moralista in pubblico e i fatti tuoi in privato, con l’appoggio della Chiesa in pubblico ed il suo perdono in privato, puoi discriminare e anche sottomettere quelli di sinistra, perché tanto, dovessero mai vincere quelli di Sinistra, loro non sono, non possono e non sanno essere come noi di Destra, loro sono i buoni, ovvero "i fessi".
A mio figlio adolescente, mi riesce difficile continuare a dirgli che le regole vanno rispettate, che la giustizia vince sempre, che il nostro è un paese libero, che il rispetto degli altri è un bene assoluto, che bisogna perseguire un bene collettivo…
ed io stesso comincio a dubitarne!
Angelo d’Auria


Credo che la formulazione della domanda vada corretta in "chi ha seguito o votato il PD ?!! " o "Chi ha creduto che potesse essere utile!!!!" molti di noi comunisti nel senso "filosofico" o-e "filologico" o-e "utopico" o semplicemente marxista hanno provato a credere che si potesse ancora contrapporre un pensiero, un modo di essere, di credere, di comportarsi, di insegnare…ai figli, agli studenti, agli allirvi, nelle occasioni pubbliche, nelle file alle poste, in banca, sugli autobus, in treno,
sul lavoro, dal macellaio, ovunque fosse possibile !!!!! con parole semplici, con pensieri pratici, con proprieta quando necessitava, semplicemente, sinceramente, logicamente, con senso umano, accorto, magnanimo, accorato, comunicativo, fraterno, complice, onesto, si onesto, aperto, accogliente, laico, e non per essere definiti infine… coglioni!!!!
Che mondo, che società può definire un furto meno grave di un altro? una morte meno importante di un’altra? Una raccomandazione … sciocchezza, una prostituzione , un abuso, una sopraffazione …semplicemente vizi di un’epoca di cui tener poco conto!!!! Il Pd si è avvalso delle brave persone….che non ci cascano più…non sapremo più chi votare? non voteremo certo più loro!!! Non cambierà il nostro modo di intervenire nella società, nel nostro quotidiano piccolo giorno,
credendo fermamente nella giustezza dei nostri comportamenti, delle scelte, delle battaglie nelle quali metteremo impegno, ingegno, volontà, fantasia, senza incontrare i personaggi ( nel senso più teatrale) della politica che non ci rappresenta, non ci conosce, non sa che cosa facciamo , nè cosa passa per le nostre vite.
Silvia Luzzi


Non ho esperienza da raccontare. Ho votato alle primarie ma sono profondamente deluso della piega che ha preso il PD. Ha sommato i difetti dei due partiti ivi confluiti. Correnti, personalismi, occupazione di posti di potere, diritto di "casta", capibastone, familismo, applicazione del manuale Cencelli… Non è questo che voleva la maggioranza del popolo del PD…
Saluti cordiali
Antonio Nicastro


Secondo voi che cosa rappresenta il Pd? Ex DC insieme a ex pci, cosa ne può venir fuori? Veltroni ha abbandonato la sinistra per andare con gli ex dc, traete Voi le conclusioni. O lo fa o lo è. Ma mai coerente con i principi che lo avrebbero formato, perché non ha fatto il dirigente Rai o fiction? Per quello è portato.
Auguri.
Lorenzo Scardia


Cari redattori,
raccontare la mia storia sarebbe lunga e forse servirebbe a qualcuno per ricostruire un percorso diciamo dagli anni 60 ad oggi. In breve.
Iscritto alla FGCI dal 1967, al PCI nel 1968, a novembre, dopo la contestazione al Film "Berretti Verdi" esco dal PCI su posizioni di destra (favorevole all’invasione della Cecoslovacchia) e per il No al compromesso storico – primo a PT DC-PSI con appoggio del PCI alla provincia, PCI-PSI con appoggio della DC al Comune. Per quasi un anno mi barcameno fra le lotte universitarie (collettivo m-l di Magistero) ed il tentativo di offrire un’alternativa reale al PCI a PT.
Una prima svolta si ha intorno alle Tesi del Manifesto, a settembre aderisco al PC (m-l) di A. Gracci, da cui siamo espulsi 15 gg. dopo. Continuiamo a firmare i volantini con quel nome, ma alcuni fondano l’UC m-.l (Servire il popolo) ed il gruppo si sgretola. Mentre si organizzano a livello locale iniziative studentesche a cui si partecipa come Gruppo per l’Organizzazione e un Gruppo di compagni m-l, firmiamo un manifesto (Libertà per Aleotti), arrestato a GE per uno presunto scontro fra gruppi di m-l. con un nome inventato – Gruppo Stalin di PT. Dalla fusione di questi compagni irriducibili ed i due gruppi precedenti, a Gennaio 1971 nasce il Circolo Lenin di PT, di cui sono tra gli animatori. La sua storia vede una crescita esponenziale, fino ad uno sciopero dei commercianti della Sala, da noi promosso ed appoggiato contro il tentativo del Comune di abbattere la struttura ed il tentativo del MSI di inserirsi in questa crisi. Insieme alla partecipazione degli operai della Minnetti di Pieve a Nievole e della ITCA di via Erbosa, a cui ho dato il mio personale contributo, ad una manifestazione a PT durante uno sciopero, iniziano i contatti nazionali con altri gruppi m-l – il primo contatto risaliva al I° congresso nazionale della CGIL Scuola. Riprendeva anche il lavoro sindacale a PT nella CGIL e nella CISL. Dalla fusione di gruppi m-l di PT, FI, LU, ROMA e CT nasce Avanguardia Comunista e dalla sua fusione con Il Comunista di ROMA Viva il Comunismo; confluisce successivamente nel MLS di MI (Capanna). Contribuisco da militante CGIL al ribaltamento della maggioranza nella UIL da PRI-PSDI a PSI-PSDI. Un numero di 200 dirigenti e militanti MLS della Lombardia passano dalla CGIL alla UIL e concordano con il PSI (e anche con il PSDI) il seguente percorso: conquista della maggioranza in Lombardia, elezione di Benvenuto a segretario nazionale, nomina di un militante MLS a segretario regionale della UIL Lombarda, nomina di unmilitante MLS a responsabile per la UILM ad una porta FIAT-Mirafiori ed alla FIAT-Grottarossa (ROMA). Alla componente PSDI andava la responsabilità esclusiva di alcune camere sindacali provinciali (anche PT) e di alcuni sindacati di categoria (scuola). Quando con il congresso regionale di Pontassieve l’MLS decide di confluire nel PdUP, io rifiuto l’adesione e restringo la mia attività al mondo sindacale. Entrato già nel 1977
nella segreteria provinciale della CGIL Scuola, eletto dalla 3^ componente (a PT costituita per intero da militanti e simpatizzanti dell’MLS). Gli scontri in segreteria sono notevoli perchè il PCI confida nel segretario provinciale per la sua politica e lascia alle minoranze, appoggiate spesso dal PSI, tesseramento e lavoro concreto nella scuola. Intanto a FI nasce nella CGIL il coordinamento regionale non docenti a cui partecipo come unico rappresentante della minoranza.
Questo contribuisce alla mia personale svolta. Al congresso regionale di PO vengo eletto – nonostante il NO duro e combattivo di una parte dei delegati pistoiesi – nel direttivo regionale. La proposta parte dal coord. reg. non docenti (tutti PCI). Il lavoro discreto dei responsabili regionali e provinciali del PCI, la necessità del PCI di compattare una maggioranza contro il referendum sull’art. 18 (la minoranza PSI è per abolirlo), mi avvicina al PCI. Sono l’unico che al direttivo regionale vota contro l’elezione di una segretaria regionale PSI, motivandolo con il loro atteggiamento sull’art. 18. Nel 1985, mi riiscrivo al PCI, ed alla Bolognina aderisco al PDS. E’ la svola : io rimango un comunista, e controcorrente, uno stalinista. Ritengo però che ci sia ancora spazio per una battaglia all’interno di quel partito (PRC è soggiogato dall’ala trotzkista, e non ha fatto ancora i conti con l’ala filo-russa).
Il mio lavoro all’interno del sindacato termina nel 1985, anche se rimango iscritto, sono delegato d’istituto, sono membro della RSU, sono RLS, ma nonostante sia rieletto nel direttivo provinciale non partecipo più al sindacato. Dal PDS, sono eletto in una segreteria di sezione a tre nel 2001, ma l’esperienza termina con scontri verbali feroci sulla guerra nella ex-Jugoslavia. Seguo la storia del PDS, fino alla nascita dei DS, di cui entro a far parte del direttivo provinciale. Contemporaneamente sperimento, prima da membro esterno, nella Circoscrizione 4, e poi eletto nel consiglio della Circoscrizone 1, una fase decennale nell’Amministrazione locale. Non condividendo la scelta del PD, chiedo di non essere ricandidato e dedico l’ultimo periodo alla lotta per strappare i DS al loro destino. Accetto al Congresso provinciale di essere nominato, per conto della mozione Mussi a presidente della Commissione di Garanzia (ex proboviri). La mia permanenza nei DS dura ancora un mese. Lo spazio si chiude ed esco aderendo a SD.
Le vicende successive mi conducono ad abbandonare ogni attività politica e nel maggio 2007 aderisco alla Chiesa Evangelica Valdese di FI, dando al suo interno un piccolo contributo, perchè anche a PT si costituisca un piccolo gruppo.
Oggi è la mia unica attività.
Non so quanto di questo vi possa interessare, spero di avere risposto alla vostra richiesta.
Fraterni saluti
Valerio Cheli


SI, UN ALTRO PD ESISTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
È quello dei giovani fino a 38 anni, ( non è il mio caso , io ne ho 64)
Sono colti , intelligenti, passionali, senza ipocrisie e pieni di voglia di cambiare questo paese.
Dai tempi del governo D’Alema era ora di cambiare rotta…
Di mettere le persone con più di 40 anni dietro le quinte ad osservare e, se proprio necessario, a consigliare.
Sono pienamente convinta che in tal modo si cambierebbe il modo di fare politica ed il paese.
Sono stata a guardare il sacrificio inutile di D’Alema, ed ho scritto affinchè non venisse “immolato” Veltroni, ma niente da fare…
Sembra che sappiano tutto solo i “vecchi”… ma non è così; in questo modo non cambierà mai la sinistra o centro sinistra che sia…
Cordiali saluti e miglior 2009.
Franca Carloni


Cari amici di MicroMega sono Lorenzo Bianchi e faccio parte di un’associazione politico-culturale di area social-liberale vicino ai radicali, nel nostro piccolo (ad Arezzo e provincia) abbiamo tentato di avvicinarci al PD e ai suoi dirigenti locali, per un aiuto per l’elezioni locali, per sapere con chiarezza come si svolgono le primarie avendo regole certe, abbiamo sempre sbattuto contro un muro…
P.S: l’associazione si chiama liberaperta, stampiamo un giornale "Fatti di Libertà" e abbiamo un sito: www.liberaperta.it
Lorenzo Bianchi


no
n ho storie d narrare o articoli di giornali locali o nazionali! Questa mia solo per farvi un in bocca al lupo dal momento che la vostra mi sembra una missione impossibile!
Ma davvero credete che possa esistere un altro PD? intanto sarebbe ora che qualcuno mi spiegasse, e non solo a me, cos’è il PD, o meglio come può esistere un partito senza un’idea di riferimento forte e vera, senza un minimo etico condiviso,fondato da un gruppo dirigente che se avesse il minimo di rispetto prima di sè stesso e poi dei cittadini e delle cittadine avrebbe dovuto dimettersi e farsi da parte all’indomani della sconfitta elettorale.
Ma via, siamo in tanti e tante che, nonostante i tempi, lavoriamo in questo paese per la difesa dei diritti, l’equità sociale e una democrazia partecipata e non di maniera, forse tra di noi ci sono anche persone del PD ma non è a partire da questa appartenenza che si muovono, anzi spesso questa è un ostacolo, un di traverso, che si frappone a un dispiegamento vero e ampio del fare e dell’agire!
Scusate lo sfogo ma nel sud, in Calabria per esempio, la differenza non viene marcata dai partiti, anzi li si trova sempre uniti, nelle piccole come nelle grandi illegalità, con l’unico obiettivo di mantenere intatti i propri privilegi ed impedire alle persone normali di vivere!
Credetemi non è qualunquismo ma semplice constatazione e allora cerchiamo di capire come fare a meno non solo del PD ma anche di Rifondazione, dei Verdi e lavoriamo su altre forme di rappresentanza altrimenti alle prossime elezioni insieme a berlusconi stravince anche l’astensionismo, l’Abruzzo è stato un segnale forte di fronte al quale il PD ha reagito aumentando la confusione delle idee e mettendo in atto una vergognosa corsa verso il centro che fa rimpiangere la DC degli Aldo Moro, Tina Ansemi, Benigno Zaccagnini che, almeno erano persone perbene e intelligenti!
Assunta Signorelli


Scrivo dalla provincia di Foggia e sono un vostro abbonato. La questione da voi posta credo che possa avere una risposta di questo tipo: Il primordiale errore è stato senz’altro quello di aver mantenuto dirigenti ed apparati quale risultati della fusione delle due nomenclature originarie e, senz’altro non secondo al primo, la costrizione dei simpatizzanti, in fase di primarie, a scelte obbligate di uomini individuati altrove e posti in elenco. Ma ciò che sconforta dover costatare ( …e non sono vecchie reminiscenze catto-comuniste) è che la parte peggiore del vecchio potere democristiano sia stato scaricato su di un partito nuovo dove questa componente partecipa, forse neanche in modo determinante. Al di là dell’antipolitica, che ormai attanaglia un po’ tutti, e al di là di un weltronismo insipido ed evanescente, ciò che scotta, che meraviglia e che distrugge la nostra anima politica è il dover assistere, nel nome di un partito nuovo, a parentopoli, a familismi amorali e ad appropriazioni del potere, e delle sue prerogative, da parte di uomini che fino a qualche tempo fa appartenevano, appunto, alla peggiore specie partorita dalla vecchia D.C. con l’aggravante del sostegno e dell’aiuto, lautamente rimborsato, di vecchi (nel senso di anzianità d’iscrizione) esponenti d’origine pci- pds-ds, come sta succedendo nel mio paese di residenza che risponde al nome di Biccari. Io mi sono allontanato da questa gente e sono in cerca di una sinistra che credevo d’aver individuato in quella Arcobaleno. Neanche su queste spiagge c’è identità di vedute.
Un saluto ed un incitamento a continuare.
Giuseppe Osvaldo Lucera


Esiste un altro PD, si vada sul blog di Giulia Innocenzi e si legga sulle primarie dei giovani PD che giochi si sono fatti.
Primarie farsa come quelle dei senior. Contro Veltroni avrei voluto vedere Bersani, Letta e Pannella o Bonino.
Giulia Innocenzi è arrivata prima a Milano e coi pasticci / irregolarità di sicuro anche a suo danno ha preso mi pare qualcosa come il 10%. Ce lo vedete un pd in cui un radicale ha il 10 %, Bersani vince di misura e un letta prende il 15 – 16%? E le primarie per i candidati… dove le mettiamo? Mettiamo che la gente preferisca candidare a Fassino chessò Grillini in un collegio, e alla Serafini la presidente di arcilesbica. Beh ve lo immaginate? Mica ci stanno, la vecchia politica è sempre là.
Stefano Bilotti


Mah, di bello c’è che non penso, non ho mai pensato e nemmeno penserò mai di iscrivermi al Pd. E’ una delle poche certezze che ho, non ho condiviso le idee che portarono alla nascita del pd perchè non voglio morire democristiana, la mia storia, la mia vita mi colloca a sinistra, non al centro e il Pd è quanto di più centrista esista.
tilde05@alice.it


Si un altro PD sarebbe possibile ma senza La Margherita !!
Non si può fare un minestrone e non si può dichiarare Democratico un partito che accoglie elementi cattolici legati al Vaticano e di una chiusura laica ottusamente voluta!!
Io come tanti altri non vedo possibilità ne speranza di un partito veramente Laico, Democratico e riformista haimè!!
Valentino Valente


Salve,
scrivo dacittadina residente in un comune in provincia di Mantova retto da sempre dal PC, poi dal PD da che è nato.
Posso solo dire che la trasparenza e la "democrazia" non sono di certo caratterizzanti questa amministrazione.
Anzi qui vige la mancanza assoluta del coinvolgimento dei cittadini nelle scelte più importanti, quelle che hanno un peso e un costo più alto per la società e l’ambiente. Si cavalca, come del resto in molte parti d’Italia, il problema della sicurezza quando non esiste un solo caso di eventi che potessero rappresentare una minaccia per i cittadini e per il paese. Tra l’altro per sconfiggere tutta questa guerriglia urbana inesistente si è pensato bene di installare telecamere nelle piazze dei tre paesi facenti parte del comune, quando dopo l’orario di chiusura dei negozi non c’è un solo cane in piazza……buttando dalla finestra ben 10.000, Euro che potevano essere spesi in altri modi.
I paesi sono deserti dopo una certa ora. Perchè non si è investito sulla aggregazione, abbiamo un gruppo di volontari molto forte che viene interpellato solo per le feste del PD poi, per ogni altra iniziativa dei singoli cittadini vengono messi pali tra le ruote quando addirittura non vengano proibite adducendo motivazioni assurde. Si è volutamente messo a tacere ogni volontà di discussione sana, di confronto, anche per la crescita della consapevolezza di essere parte di una comunità.
Inoltre se l’integrazione avviene quotidianamente con cittadini di altre etnie non è certo merito dell’assessorato preposto e neppure del resto del”amministrazione, è solo merito dei "paesani" e del loro modo di accogliere queste persone.
Ovviamente prima del cambio della guardia si sta varando un PGT da incubo che prevede aree di 300 mila mq che da campagna diventano area industriale artigianale, quando a monte la richiesta era per soli 7
0 mila mq. Si vuole ipotecare il futuro di un’ area in un momento storico come questo di forte incertezza, senza pensare a scaglionare le aree in base all’effetiva utilità. Non è assurdo questo ?
E questa è solo una parte delle problematiche che ho potuto rilevare in quesi ultimi sei mesi in cui ho prestato maggiore attenzione all’operato della giunta.
Dimenticavo, adesso che siamo in clima pre elettorale…..quante belle parole e quante belle cose stanno facendo……tutte quelle non fatte in 10 anni di questa giunta. E’ a dir poco uno schifo.
Per quel che può servire questa è la mia testimonianza di un PD che sembra….un Pdmenoelle.
Cordialmente
Laura Sanfelici


Certo che esiste un altro Pd, ed è quello degli iscritti non cooptati però, degli elettori e dei simpatizzanti e non certo quello dei dinosauri o dei giapponesi. Se avrete voglia e tempo vi consiglio di visitare i siti www.primariesempre.org, www.pdobama.ning.com, www.democraticiappio.it e leggerete veramente delle belle in special modo nel gruppo “la discussione” di quest’ultimo sito. E’ questa la parte sana e lungimirante del partito che vuole veramente il cambiamento di uomini e idee. Parlo della realtà della mia regione che è il Lazio, purtroppo questa voglia di spinta dal basso per fare politica in modo diverso, viene solo dai circoli romani e in particolare da quello dell’ Alberone al quale ero iscritto da D.S. e non ho potuto più farlo, per lo statuto del P.D., in quanto non residente a Roma. I restanti circoli periferici della regione sono invece asfittici o per meglio dire in stato comatoso e si svegliano solo al comando del feudatario il cui feudo è stato ereditato per “grazia di Dio e volontà della nazione”. Se queste realtà periferiche non sono cresciute, o per meglio dire non si è voluto far crescere per non alterare equilibri di un consolidato potere, la colpa è da addebitare ai segretari regionali che si sono succeduti, dai D.S. prima e dal P.D. dopo, che hanno vegetato soltanto e non hanno lasciato impronta alcuna. Evidentemente pensavano che il partito poteva reggersi solo con Roma e non serviva curare le altre realtà provinciali e periferiche. Questa volta Roma non è riuscita a reggere l’ onda d’urto del PDL e le altre province non hanno risposto come era da prevedersi. L’ unica provincia dove ancora governa il centrosinistra è quella di Frosinone, penso però che perderemo anche questa nella prossima tornata elettorale. Questa voglia di spinta al cambiamento che viene dal basso, non si è voluta recepire neppure nelle primarie della costituente dove tutti gli ignavi, buoni per ogni stagione, sono saliti sul carro del possibile vincitore e, nell’estensione dello statuto non è stato previsto alcun articolo che preveda l’espulsione o la sospensione dal partito di dirigenti o amministratori che gestiscono la cosa pubblica in modo amorale e privo di etica, senza voler considerare poi i reati penali in cui si sfocia quando si amministra in modo disinvolto, e qui l’espulsione o sospensione dovrebbero essere automatiche a seconda che sia a seguito di condanna o di inquisizione.
Avrei ancora tanto da dire ma non voglio andare oltre e, ove vi siano utili documenti che scendono più in dettaglio e che ho scritto ai big dell’allora D.S. e del P.D. poi, con inizio dal 2004, sarò ben lieto di inviarveli.
Cordiali saluti
G.B. Baggi


Dobbiamo scrivere pesantemente intasando la casella email a tutti i membri del gruppo Pd alla camera e al senato affinchè non votino la legge sulle intercettazioni.
Cordiali saluti
Paolo Massidda


"ormai profondamente inquinato dalla questione morale"! Ma non vi sentite ridicoli? E nemmeno un tantino esagerati? E’ inquinata la politica e chi la bazzica, inclusa una parte della stampa, non solo il PD. Forse non c’è una questione morale nel PDL?
Un altro PD può esistere col contributo positivo di chi lo vuole. Raccogliere episodi negativi, e solo negativi, è un modo per attaccare il PD – esercizio di questi tempi molto diffuso – a tutto vantaggio del nemico principale, che è il berlusconismo.
La destra vince anche perché all’interno della sinistra storicamente esistono mille anime in lotta fra loro; c’è chi si vuole differenziare; chi prende le distanze; chi critica e basta; chi si ritiene sempre e comunque superiore. E infatti non vince la sinistra. MAI! Ha vinto in passato Prodi, non la sinistra. Prodi è uno statista, sempre afossato dai suoi alleati. Ha governato con combriccole di esagitati integralisti, fanatici e disonesti.
A destra ci sono tanti servitori ma a sinistra c’è anche tanta brutta gente. Che merita di perdere.
Mi rammarico molto, ma oggi vi considero un po’ Violante e un po’ Turigliatto. Sono molto deluso.
Massimo Biondi


Non mi è difficile rispondervi.
La mia esperienza politica risale elle fine anni ’50 con l’iscrizione alla DC. Da allora ho continuato a credere nella politica. Quasi sempre mi sono trovato in minoranza all’interno del partito, ma in buona compagnia. Con il passaggio alla Margherita le cose sono peggiorate, tant’è che alle elezioni del 2006 ho scritto una vibrata protesta contro i metodi di presentazione delle liste elettorali, e mi sono autosospeso dal partito. Ho partecipato a tutte le fasi di costituzione del PD e ci credo ancora.
La "questione morale" non è certo da sottovalutare, soprattutto per l’impatto con l’opinione pubblica. A Genova comunque la situazione dei quadri e degli iscritti (purtroppo in calo) è abbastanza buona e sana, con alcuni giovani intelligenti e responsabili che hanno assunto incarichi con tanta buona volontà.
Detto questo, io ritengo che i problemi del PD non siano tanto quelli legati alle vicende giudiziarie, quanto quelli di una riorganizzazione strategica e di autostima condivisa. Vi allego un articolo da me scritto per il giornalino del circolo locale, che però vi prego di non diffondere prima che sia pubblicato.
Con i più cordiali saluti e auguri.
Carlo Ferraris


Sì ed è quello degli elettori, di chi suda molte ore al giorno per guadagnarsi il pane, di chi alla prima settimana del mese ha finito il denaro della pensione, di chi è precario a vita, di chi è solidale nell’indigenza altrui, da chi non ha il culto della personalità, diverso da chi, munito di baffetti, naviga con la "barca" dopo aver ceduto a spese nostre la Telecom prima al suo amico di "sinistra" e "capitano coraggioso" Colaninno, passata poi alll’amico Tronchetti che ha rivenduto a se stesso gli immobili Telecom distruggendo il valore delle azioni date ai dipendenti come liquidazione e/o al posto della giusta retribuzione. Rivedere www.report.rai.it
Non mi dilungo oltre, ma le differenze fra gli elettori e la maggioranza dei politici locali e via via sù fino a quelli nazionali del PD sono abissali. Non c’è politico, specialmente di alta posizione (non dico alto livello perchè non ne vedo,
anzi, qualcuno c’era, ma è stato letteralmente fatto fuori). Da baggiani pi la formazione del "governo ombra", non so se la Redazione lo sappia, ma in Veneto, la parola ombra indica un bicchiere di vino! Governo ombra=governo del bicchiere di vino. Ho buoni motivi per appoggiare in toto Antonio Di Pietro?
Non ho voglia di aggiungere altro perchè potrei scrivere un libro sull’inettitudine dei personaggi del PD, Latorre docet e, a scanso di equivoci, voglio che sappiate che sono VISCERALMENTE contro Berlusconi ed i suoi compari di condanne: Previti, Dell’Utri, il mafioso Mangano, e la congrega dei piduisti.
Saluti.
Lionello Gobbo


Impossibile perchè è un soggetto senza democrazia.
Sergio Gaiotti


Mi chiamo Cosimo, ho 48 anni, quello che scrivo sarà sicuramente una delle tante e-mail, mi auguro, che vi arriveranno. Io non ho mai fatto politica in modo diretto, nel senso che non mi sono mai iscritto ad un partito, tranne una breve esperienza nell’allora FEDERAZIONE GIOVANI COMUNISTI, ma sto parlando degli anni ’70.
Tuttavia, ideologicamente, mi sono sempre sentito “di sinistra”, gli esempi che mi hanno aiutato a formare una “coscienza politica”, vengono “da sinistra”, il mio modo di socializzare “è di sinistra”, le cose che vorrei vedere realizzate, ho sempre pensato che “fossero di sinistra”. Alle “primarie” io c’ero, come altri milioni di cittadini, ci aspettavamo che accadesse qualcosa di “veramente storico”. Quanti, come me, hanno pensato “…questa volta ci siamo…”.
Prodi, soprattutto per le sue radici, non è mai stato il mio “modello di politico”, ma per me era, ed è stato, “un uomo buono” che, in cuor suo, aveva “un’Italia Ideale”, che in gran parte rispecchiava “il mio ideale di Italia”.
Ed io gli ho creduto, nonostante fossi memore di quanto era accaduto qualche anno prima, quando “gli amici” che avrebbero dovuto sostenerlo, aiutarlo a debellare quella “mostruosità sociale e politica” che sarebbe divenuta Forza Italia, con il suo carico di menzogne perpetrate da tal Silvio Berlusconi, lo fecero cadere per la prima volta.
Proprio lui, che aveva traghettato la nostra Italia in Europa, pur avendo smarrito il filo che avrebbe dovuto permettere una gestione migliore di questa delicata transazione, perché non diventasse quello che è diventata poi, ovvero, per certi aspetti, una pericolosa arma a doppio taglio.
Lui, affondato ancora una volta, nel momento in cui tutti pensavamo che potesse nascere qualcosa di vero, di nuovo, di duraturo. Spinto nell’abisso dai Mastella, dai Dini, dai D’Alema, dai Rutelli, dai Bertinotti, “i soliti noti”, incapaci di dare unità alla sinistra, chiamati a se, pensando che potessero rinunciare, una volta tanto, agli individualismi, ai propri sporchi interessi, ai subdoli giochi di potere, a pro’ dei cittadini, degli italiani, che avevano espresso la propria fiducia a quella coalizione, o, meglio, con il senno del poi, “armata Brancaleone”.
Ed eccoci qua, aprile è passato da pochi mesi e sembra già lontanissimo. Prodi è sparito, o meglio, “si è ritirato”, un baratro ha inghiottito tutto quello che credevamo fosse “di sinistra”, una voragine scavata dalla pochezza di persone che, lo credo sinceramente, di sinistra, forse, non hanno mai avuto niente. Persone per le quali ha contato e conta molto di più “apparire”, che “essere”. Ma quel che è peggio, è che adesso è diventato macroscopico lo scempio che questi personaggi sono riusciti a fare di tutto quello che di ideologico, di sociale, di etico, di solidale, di morale, la sinistra, quella vera, era riuscita a costruire.
Questa devastazione, la si vede anche a livelli più bassi, basta prendere alcuni “comuni di sinistra”, con i loro sindaci ed i loro consiglieri corrotti, o collusi con la malavita, maledettamente attaccati a quelle poltrone, tanto da vendersi madri, padri, fratelli, pur di non staccarsene. D’altro canto, che esempio hanno avuto? Basta guardare chi siede a Roma…!
Prendete il mio comune, Pistoia, da anni feudo della sinistra e per la seconda volta, con un ballottaggio e, per pochissimi voti, cosa mai accaduta nella nostra città, in mano allo stesso sindaco, non “uomo” in quanto rappresentante dei cittadini che lo hanno eletto, ma “uomo della sinistra pistoiese”, tutta impegnata a “non risolvere” i problemi (tanti) di questo comune, così diversa, ad esempio, dalla sinistra pratese (Prato è a 15 chilometri da Pistoia), che è riuscita a fare scelte coraggiose e coerenti.
E’ così, la differenza, a prescindere dalle ideologie, l’hanno sempre fatta gli uomini, con la loro intelligenza, con la loro coerenza, con il loro spirito di abnegazione, tutte qualità che questa nostra “pseudo sinistra”, da almeno 15 anni, ha totalmente smarrito.
Cosa dire, può sembrare pressapochismo, ma l’unica medicina che io vedo al momento, sono sogni, ovvero, che questa classe politica sparisca, “tutta”, dalla faccia della terra, avere un “Pertini” magari di 45/50 anni, dei dirigenti di partito, ammesso e non concesso che sia necessario che esista un partito, giovani e volenterosi, intelligenti, che prendano a cuore le problematiche di questa nazione, che prendano per mano la cittadinanza, sposino i loro bisogni, li istruiscano ai loro doveri, per cercare di ridare alla nostra Italia una dignità.
Con i Berlusconi, i Bossi, i Fini, i Mastella, i D’Alema, i Rutelli (per citarli tutti ci vorrebbe un’enciclopedia) e prima ancora, gli Andreotti, i Cossiga, i Cirinopomicino, i Craxi, ci siamo giocati anche quella e, se l’Italia si dibatte in mezzo a mille problematiche sociali (ci sono povertà, camorra, mafia, emergenza scuola, emergenza sanità e quelli pensano ad arrestare le prostitute, prendere le impronte digitali ai bambini rom, ghettizzare la scuola per gli extracomunitari, tagliare i fondo per la ricerca), alle casse integrazione (la FIAT prende i soldi e migliaia di piccole e medie aziende non li hanno per pagare gli interessi passivi alle banche), ai problemi ambientali (questi parlano di discariche, inceneritori, rigassificatori quando, in tutto il resto del mondo, si parla di raccolta differenziata, di recupero, di riciclo) ai problemi energetici (questi parlano di nucleare, carbone, olio combustibile quando, in tutto il resto del mondo, si parla di eolico, fotovoltaico, geotermico), A LORO, A TUTTI LORO, VANNO I NOSTRI PIU’ SINCERI AUGURI PER CONTINUARE A NEGARCI LA SPERANZA DI UN FUTURO!!!
Cosimo Lorusso


Ciao alla Redazione di Micromega.
Colgo il vostro invito con molto piacere, perchè credo DEBBA esistere un altro PD. Per mettere subito le carte scoperte, premetto che sono un elettore convinto dell’IDV, ma credo che senza un PD degno, la battaglia per eliminare i cancri della nostra società, la corruzione e il malcostume principalmente, non sarà mai vinta, visto che purtroppo non penso che l’IDV potrà mai diventare
un partito con la forza potenziale del PD, per tanti motivi sui quali non mi dilungo. Quindi, mi piacerebbe molto poter dare il mio voto ad un partito che possa ambire ad un ruolo di governo, ma non posso farlo, visto che la Dirigenza del PD non mi soddisfa per nulla, non mi soddisfa la linea politica del PD, presente e passata. Chiedo un cambio di facce, totale e senza sconti per nessuno. Sono alla guida del PD da anni, molti anni, e non sono stati in grado di fare nulla. Berlusconi è sempre li, sempre forte uguale se non di più. Loro diranno che lo hanno come minimo limitato, ma io non mi posso accontentare di una risposta di questo genere. D’ALEMA, FASSINO (e moglie), RUTELLI … ecc devono capire che devono farsi da parte, definitivamente. Hanno già dato ed è stato un fallimento. Ma non mollano, non lasciano, sostenuti da una parte del loro elettoratoi cieco, servile, con quella dose eccessiva di riverenza e subalternità che li rende incapaci di vedere e criticare. Meglio un PD completamente nuovo, con gente nuova, giovani, onesti, capaci (e credo che proprio ce ne siano in giro) che continuare con gli attuali dirigenti che altro non faranno che mar morire il PD, poco alla volta come stanno facendo. SI PUO’ FARE!! SENZA DI LORO, SI PUO’ FARE, lo devono capire!!!! Veltroni credo ci stia provando, ma deve essere ancora più chiaro e più deciso, altrimenti non avranno più il consenso di moltissime persone, compreso il sottoscritto e il suo tentativo di rinnovamento non sarà CREDIBILE. Ovviamente io spero che l’IDV cresca, sempre di più, ma è un movimento legato troppo al suo leader, quindi debole da questo punto di vista. Inceve si deve creare un partito con idee e base di sinistra, indipendente dai leader, ma capace di rinnovarsi velocemente, cercando di cogliere sempre il meglio che la società offre. Il Pd attuale è mummificato. Non so se i Dirigenti attuali non se ne rendano conto, e questo è ovviemente un grosso male, o se ne rendano conto, ma non si capacitino di mollare la poltrona, il potere. Non so cosa sia peggio delle due cose.
Io ho 36 anni, e molte persone della mia età ragionano così, ve lo assicuro, almeno chi frequento io. Molti altri della politica non sanno nulla, ma sanno perfettamente il calendario del campionato di calcio. Il lavoro meschino di Berlusconi è consistito anche in questo.
Moltissime altre cose si potrebbero dire, ma quelle principali le ho esposte. CAMBIO, RIVOLUZIONE INTERNA AL PD, MAGGIOR FORZA DI VELTRONI NELLA VOLONTA’ DI CAMBIAMENTO (sempre che lo voglia sul serio). Poche cose, SEMPLICI, ma fatte col cuore, perchè in queste cose ci si crede e LOTTA SERIA ALLA ILLEGALITA’, ALL’EVASIONE FISCALE e ……. il sostegno, secondo me, arriverà, dalla parte di molti.
Saluti e buon anno! frase rituale di sti tempi, anche se temo che poco di buono arriverà dal nuovo anno!
Maurizio Rallo


Festa dell’Unità di Bologna u.s.
Nel ristorante in cui lavoro (senese) arriva una delegazione di apparati di partito e accoliti, come succede diverse sere, per il pasto post dibattito. Cenano, in verità senza particolari esagerazioni tranne un irrinunciabile cedimento su un buon vino.
Io sono alla cassa all’uscita ristorante. Ovviamente nessuno paga perchè a questo pensa il Partito.
In coda alla delegazione si fa vanti un signore che, portafoglio alla mano, mi dice: dimmi il mio conto, io sono già lautamente pagato dal partito e non ho bisogno che questi mi paghi un pasto dove lavorano dei volontari che lavorano per il partito!!!!
Problemi del PD, molto semplificando.
1) Se Veltroni è il leader e il leader dice che Bassolino dovrebbe dimettersi, tempo pochi attimi e Bassolino si dimette. Diversamente, o non dice nulla o si dimette il leader che leader non è.
2) La casta romana coi suoi sprechi, intrallazzi, inciuci, sta sul gozzo a troppi. Ottima soluzione un PD del nord (non necessaramente solo al nord, nord inteso come pochi tatticismi politici e molta pragmaticità, anche tantissimo populismo perchè è quello che la stragrande maggioranza della gente sente effettivamente. E paga elettoralmente). Ovviamente con personaggi scelti dipietristicamente (seri onesti fattivi)
3) I sottobanchi col potere economico sono pressochè inevitabili. L’importante che avvengano nell’interesse della comunità. Almeno in massima misura. E poi ribattiamo dialetticamente. Ora il pd è al soldo del potere. Che evidentemente ha fatto capire ai ns. delegati che con Berlusconi al potere, la casta sta meglio che con Prodi. Nessuno osa ribattere che per un intrallazzo, (comunque quantomeno da chiarire) a Firenze o a Pescara quantomeno la destra deve rispondere e scusarsi del falliento, fallimento di due capoluoghi come Taranto e Catania. Debiti ripagati anche coi soldi dei leghisti che urlano Roma ladrona. E ridicolmente tacciono quando i loro operano al contrario di quanto stragiurato. Ma qua non dice più niente nessuno.
Claudio Montanari


L’implosione anticomunista del Pci non poteva che residuare materiale cancerogeno. I compagni che hanno creduto all’impresa del Pd e che ancora sinceramente si dicono di sinistra vogliano perdonarmi e perdonare la mia franchezza: il Pd è il cancro della sinistra. Parlando di alcuni ultimi fatti: lavoratori Alitalia discriminati (Ferrero e Di Pietro vanno ai cancelli a portare solidarietà, il Pd si nasconde); Brunetta vuole alzare l’età pensionabile alle donne (Ichino e la ministra ombra approvano); Bersani fa una conferenza stampa con Tremonti su soluzioni bipartisan alla crisi, bel credito offerto al governo!; Berlusconi Alfano vogliono sottomettere la magistratura all’esecutivo (il Pd propone un tavolo di confronto!); governo confindustria stanno distruggendo il testo unico sulla sicurezza (il Pd tace); la confindustria vuole stravolgere la contrattazione nazionale (soprassedendo circa le vergogne concertative dei confederali venduti, il Pd che fa? Lascia sola la Cgil, che di responsabilità concertative e sciagurate non difetta, e lascia ai vari Ichino di trattare la capitolazione); Berlusconi in persona a reti unificate schiaffeggia la costituzione con il presidenzialismo (le reazioni, come quelle che un comune moderato di sinistra vorrebbe poter sentire, vengono da….Orlando-Idv e a caldo da…. Bossi-lega !!!!!!)… per non parlare della proposta di abolire il valore legale della laurea tanto per dare forza all’opera distruttrice della privatizzazione dell’istruzione, e via così di disgusto in disgusto fino al sudario pietoso con cui coprire il capitolo limitazione delle intercettazioni telefoniche…
Ma lasciamo stare le meschinità casalinghe e veniamo ai massacri veri. Gaza. Mi rivolgo a coloro che ancora si definiscono di sinistra nonostante Veltroni. Ebbene qui la sinistra rinasce o questa volta muore definitivamente e per secoli non avrà più la dignità di alzare la testa e guardare negli occhi il mondo dei subordinati, dei dominati, degli esclusi. Deve ritrovare il coraggio dell’antisionismo conseguente, cacciare la falsa coscienza che mistifica confondendo antisionismo con antisemitismo, la solidarietà offerta alla lotta del popolo palestinese con l’antiebraismo, lasciarsi alle spalle la meschina paura di perde voti, dare credito a chi usa indegnamente l’Olocausto per giustificare la politica di sterminio di Israele, andare a rimorchio di chi usa
la parola terrorismo, parola senza significato visto che la usa soprattutto chi dice di combatterlo (da p.zza Fontana a Gaza, passando per Cuba, Africa, Cile, Iraq ecc.). Non può esserci sinistra estranea alla regina delle battaglie contro il colonialismo, l’ingiustizia per l’eguaglianza, e quindi per la libertà. Su questi temi è morta la sinistra, sull’internazionalismo che li contraddistingue può rinascere.
Voi che fate cultura politica critica dovreste spingere il coltello in questa piaga, perché non può esserci ingiustizia giustificata da un ingiustizia, non può esserci futuro per un umanità l’accetti.
(non so se ho risposto alla vostra domanda)
Vi auguro un buon anno nuovo e universalmente antisionista.
Marco Benvenuti


Esiste, esiste..!!
Nel mio caso ho riscontrato che il pd è un vero e proprio politburo oligarchico assolutamente non idoneo ai tempi ed al sentire dei suoi sostenitori. Nel mio caso dopo lunga ed apprezzata attività di base nella DC, nel PPI e nella Margherita, con un gruppo di oltre 600 firmatari mi sono candidato alle politiche 2008 cogliendo l’opportunità delle autocandidature (del tutto virtuale e maramalda). Purtroppo ho creduto nel "partito nuovo" fatto di gente, di territorio, di idee, ecc….! Ho avuto un onorevole terz’ultimo posto in lista, ma, nonostante le numerose iniziative avviate – una tra tutte l’aver istituito con una candidata al Senato il coordinamento dei parlamentari non eletti -, sono, siamo stati ignorati dai vertici romani, regionali (Campania) e provinciali (Napoli) ….l’odierna cronaca sulla questione etico/morale ci spiega il perchè!!! Come spiegare l’etica del comportamento avuta dal partito nel più alto momento di democrazia nazionale, ovvero la scelta degli aventi diritto ad entrare in Parlamento: no alle primarie, si ad una becera imposizione degli eletti di diritto: segretarie, illustri sconosciuti, amici degli amici, vecchie conoscenze trombate, ..il tutto nel più rigoroso rispetto delle componenti in lizza (veltroniani, lettiani, prodiani, d’alemiani,….): che vergogna!
Viene da sè affermare che al pd non servono idee, non servono uomini nuovi, bensì nuovi volti espressione di vecchi e logori potentati correntizi del tutto privi di formazione politca e di partito.
Ignorare un movimento di candidati riempilista – dunque non baciati dal principe ma peones meritevoli quanto e più degli eletti – che a rigor di logica e di diritto hanno la stessa legittimazione popolare degli eletti stessi essendo stata votata dal popolo sovrano la lista e non i singoli componenti di questa, la dice molto lunga sull’esclusione dal partito di chi la pensa in modo "diverso".
Bisogna tornare ai territori, tornare alle sezioni che legittimano uomini, scelte e voti, basta con le liste degli unti, basta con chi crede di rappresentare il pd ma non ha mai preso un voto in una competizione elettorale. Io voglio un partito libero, radicato sul territorio, di sana e robusta Costituzione!!! …..ma così l’oligarchia dovrebbe confrontarsi!!!!????
Lucio Natale


Sebbene non abbia vicende da raccontare, plaudo all’iniziativa, nella speranza che si possa avere un partito nuovo in cui credere e da votare alle prossime votazioni. Vorrei a rappresentarmi persone serie, oneste, che lavorano per il bene della collettività.
Sono una illusa? Non so che cosa altro fare, visto che non sopporto il qualunquismo e mi sento di sinistra.
Buon lavoro a tutti! Sono disposta a lavorare in questa direzione, come ho fatto per tutti gli anni passati, soprattutto nelle aule scolastiche dove si è svolta la mia carriera di docente di scuole superiori.
Grazie
Rosalba Fano


Spett. Redazione, esiste un’altro PD?
Certo, non con questi uomini, non con questa cultura. Basta atti di fede e ideologie attualizziamoci al pragmatismo dei nostri tempi. Non basta coniare nuovi simboli, enunciare proclami o clonare altrui slogan, cambiamento è altra cultura cultura è visione del mondo, valori condivisi, insomma tutto ciò che il PD è solo in teoria, forse solo in qualche testa, sparuta, lobby, oligarchia, non il timone di comando, non la musa ispiratrice… per tutti gli altri, la stragrande maggioranza della base, dei quadri, della dirigenza, i valori condivisi sono altri:
* retaggio di una cultura arroccata su valori e slogan di altri tempi
* disancorati da una piena accettazione dei tempi attuali che per essere cambiati vanno prima compresi e cavalcati (senza opposizioni strenue, malcelate o intrinseche)
* una sindacatocrazia in cui si curano ancora gli interessi di classe già ok, ma quale classe?
1 – Quella operaia e delle categorie che fanno massa critica, come un volano strumentale per alimentare le casse del partito e la carriera dei vertici, quelli della grande azienda che hanno già garanzie sociali maggiori rispetto a tanti altri, quelli dei posti sicuri che ritengono sia un diritto partire e finire fino ala pensione?
2 – Oppure più in generale la classe dei meno abbienti, degli indifesi e degli oppressi, dei nuovi poveri e delle categorie lavoratrici nuove e svantaggiate, compresa anche la piccola e micro impresa (di cui chi scrive appartiene, dolorosamente e faticosamente sostenenedo il peso di un mercato depresso e di una macchina burocratica costosa e carica di eccessivi adempimenti e prescrizioni, norme e balzelli iniqui che vanno comunque pagati come il pegno di una gabella dovuta sempre e comunque)
* un ambientalismo che ha fatto da apri-pista per tirare la volata alle lobbies economiche che con il pretesto dell’ambientalismo hanno preteso l’applicazione di severe normative in tutti i campi, di fatto eliminando dalla corsa chi, piccolo e meno saldamente strutturato, ha pagato persino con la chiusura il peso della impossibilità di competere, l’essere tagliato fuori dai giochi
* un concetto di industria pubblica elefantiaca e mega costosa, ma anche di quella privata che se da una parte è ancorato alle sindacatocrazie, dall’altro non riesce ad abbracciare il concetto di individuo che fa impresa ed è ben rappresentato dal modello coop, creata con la buona ?intenzione? di calmierare i prezzi e aiutare i soci, mentre di fatto è servita da espediente prevalentemente per foraggiare le casse del partito; si guardino i prezzi e si rapportino a quelli della concorrenza (anche prima dell’intervento Berlusconiano sull’abbattimento delle agevolazioni fiscali di cui si avvantaggiavano), davvero sono prezzi proletari, tanto convenienti? Si guardi dove fanno la spesa i consumatori più poveri e gli anziani: vanno alla Coop oppure da Penny e Lidle, fore se va bene vanno da Carrefour… ma si pensi anche ad Esselunga, che come politica apre vicino alle Coop, come mai lo fa? Certo pr tanti motivi, ma forse anche perchè è sicura di acquisire immediatamente una fetta consistente di clientela (migliori prezzi, gestione, fate voi).
Sintetizzo: sia in tema di
* difesa dei diritti dei lavoratori
* che in quello dell’interpretazione dell’economia in senso stretto
* ma anche in tema di etica
Mi fermo a questi temi.
Il Pd dimostra di non avere nulla in più degli antagonisti di centro destra e in generale di un’economia liberale con qualche attenzione al sociale, magari spregiudicata, ma non più di q
uanti dietro al pretesto di tutelare oppressi e meno abbienti, curano e hanno curato esattamente gli stessi interessi degli odiati liberal e conservatori: arricchimento personale e difesa dei privilegi ("compagno lavora tuche io magno").
"Yes we can" è un bello slogan, peccato che detto dal Pd sia proprio un autentico scimmiottamento, esso appartiene a un’altra cultura, non quella del Pd, nè in generale quella italiana;
inutile negarlo, anche sui temi sociali il pragmatismo americano e più in generale quello anglosassone e protestante arrivano molto prima di noi, vent’anni?
Forse in alcuni casi, in molti altri parecchi di più.
Purtroppo per rifare il Pd, ma più in generale per una sinistra moderna in Italia occorreranno parecchi anni e mi chiedo se il mio piccolo figlio di due anni, quando sarà grande da capire potrà già poter sperare in una prospettiva di cambiamento e di società civile autentiche,
Io nel mio piccolo (e chissà insieme a quanti altri), ho smesso di credere a questa sinistra impostora da tanti anni,
in una politica italiana così mal messa, francamente piuttosto che essere gabbato continuamente, preferisco il centro destra, almeno il caimano tale è e tale appare,
Credetemi, lo faccio senza nessuna esitazione.
Cordiali saluti e Felice 2009 a tutta la redazione.
Franco Iavicoli


L’Ulivo è il sogno nel cassetto che ha accompagnato molti italiani per tanti anni. Costruire un partito nuovo era la sfida che dal 1992 accompagnava non solo la sinistra , ma tutto il panorama politico italiano. Costruire un sistema politico in cui due forze si alternavano alla guida del paese restituendo competitività ad un paese che era rimasto bloccato da trent’anni. In Italia paese conservatore, chiuso, provinciale, poco attento al nuovo era, è e sarà una sfida.
Certamente la nascita del PD avviene come una fusione tra due apparati e la nascita del nuovo soggetto è stata condizionata pesantemente da questo assoluto, gli apparati dei vecchi partiti DS e Margherita non volevano morire, né da democristiani, né da comunisti semplicemente non volevano morire, in politica è comprensibile che nessuno voglia suicidarsi senza ragione. Questa istinto umanamente comprensibile ha condizionato tutto il processo di fondazione del PD e lo condiziona tutt’ora. Gli errori commessi sono tanti a cominciare dall’avere accantonato la classe dirigente "ulivista" l’unica che aveva lo spirito ideale e l’animus pugnandi della nuova formazione , ma più che classe dirigente è l’avere accantonato la miriade di persone che in quel mito credevano. In politica i miti devono lasciare il posto ai duri fatti quotidiani, ma in fondo è anche il mito a spingere la stroria ed il sogno del partito dell’Ulivo era un sogno sotto il quale molti cittadini ci si ritrovavano.
E’ evidente che in politica non sempre la realtà è pari al sogno che milioni di italiani non possono tutti avere lo stesso identico obiettivo, è evidente che sempre per smantellare il vecchio si dovrà avere, se ci si riesce, la forza di saperlo accantonare e questo è il senso della battaglia politica. Oggi il PD è una grande incompiuta che si è fermata e non sa se tornare indietro o spiccare il volo verso il sogno futuro, molti segni ne indicano un ripiegamento un ritorno ai vecchi metodi, un riemergere di capi e capetti che non intendono cambiare, ma nel PD vi è sicuramente un’anima indubbiamente nuova che può ancora avere la forza di emergere se ci si crede. A molti che la sognano e la vorrebbero e si scandalizzano della realtà presente, spetta anche a loro il dovere di capovolgere il segno della storia e comprendere che la partita sta anche nelle loro mani. Quanto più si saprà guardare al progetto e meno al nostro punto di vista (non dico d’ interesse) e più quel sogno di partito nuovo si terrà in vita.
Claudio Croci


"…burocratizzazione, emarginazione dei dirigenti più seri, normalizzazione operata dalla nomenkaltura…"
Magari fossero questi i problemi del PD. Ci troveremmo almeno di fronte un partito "normale", stucchevolmente "normale", vecchio finchè si vuole, ma almeno sarebbe un soggetto esistente, palpabile, vero…
Invece siamo in presenza del NULLISMO più puro! Qualcosa che nemmemo la prima F.I. riuscì a mostrare, nonostante tutti i tentativi del suo padrone e maggiore azionista.
Il PD è qualcosa di scandalosamente inutile! Qualcosa che offende tutti quelli che per una vita si sono sentiti, con convinzione, di sinistra. Una Sinistra frustrata per colpa di una dirigenza (anche quella di R.C.) salottiera e strenua difensora di una Casta miserevole come poche al mondo.
Sono napoletano dunque amministrato in ogni dove dal CS. Li ho votati per oltre 40 anni, ma l’ultima volta ho detto no (!!!) e non ci sono andato nella cabina. Non è riuscito a spingermi nemmeno la paura per il ritorno del Caimano… non me ne frega più nulla. Tanto peggio, Berlusconi ancora per 20 anni!!!
Sono napoletano e dunque ho vissuto da vicino, e spesso sulla propria pelle, tutte le storture derivanti dal bassolinismo (la versione campana del berlusconismo), a cominciare dalla vergogna decennale della MUNNEZZA! Ebbene sono 12 mesi che Veltroni ha chiesto al nostro Governatore di farsi da parte e quello continua imperterrito come nulla fosse.
Qual’è stata la risposta del segretario del PD a questa strafottenza? Nessuna, anzi ha abbassato la testa anche davanti al diniego della incapace sindaca.
Altro esempio di "nullismo" è dato da come ci si pone davanti alle continue ingerenze di questa Chiesa sempre più arrogante e nefasta. Cosa fa il PD affinchè lo stato torni ad essere laico e cessi questo sconcio? Nulla perchè troppo impegnato a non fare incazzare le anime candide del partito, come quella Binetti per fare un esempio.
Nemmeno la Democrazia Cristiana fu così arrendevole con le imposizioni del Vaticano, nessuno di quei dirigenti, benchè discussi e discutibili, temeva le "scomuniche" d’Oltretevere. Invece oggi di Ruini si trema… basta che inarchi il sopracciglio e li vedi tutti a nascondersi nella cuccia…
E queste sono cose insopportabili per un uomo che si è sempre sentito, dentro e fuori, libero. Veltroni lo capisce questo particolare?
Potrei proseguire ancora per elencare altri esempi di "nullismo", ma è festa e sono stanco e dunque mi fermo quì.
Cordiali saluti.
Pio Raffaele


Se state parlando di un partito diverso da quello che abbiamo visto fino ad ora allora la mia risposta è no.
Non c’è un PD diverso perchè le persone che compongono il PD sono sempre le stesse che componevano DS e margherita e che prima ancora facevano parte di altri partiti. Il PD non è un partito nuovo ma semplicemente la fusione di due partiti vecchi ed è guidato dalle stesse persone… si sono sempre gli stessi. Non basta cambiare il nome dei partiti perchè magicamente cambino anche le facce grige che li compongono.
Un cavallo lo puoi chiamare in 200 modi diversi e privi di un senso ma in sostanza resta sempre un cavallo.
E per me ques
to vale anche per i partiti che si possono dare 1, 10, 100, 1000 sigle diverse ma in sostanza rimangono gli stessi a guidarli sono sempre le stesse persone che hanno portato questo paese nella situazione in cui è ora e che lo stanno traghettando verso luoghi e tempi ancora peggiori.
Perciò fino a quando i Dalema, i Fassino ecc. saranno sulla cresta dell’onda non ci sarà niente di nuovo nonostante il cambiamento di nome.
Se invece con un "altro PD" intendete persone oneste che vogliono cambiare e trovare il modo di migliorare questo paese allora la risposta è sì.
Queste persone esistono e si possono trovare ovunque hanno diverse ideologie ed estrazioni sociali ma non hanno nome non hanno una sigla dietro la quale si devono raggruppare. Non importa se chiamate queste persone PD, FC, MZ o XY la cosa importante sarebbe dare loro la possibilità di esprimersi e di muoversi.
Non è affidandoci ha dei vecchi partiti che si potrà migliorare la nostra situazione, come paese e come persone, almeno fino a quando i partiti non rimarranno quella casta chiusa e intoccabile che sono oggi.
Ma le persone che vogliono un cambiamento e che lo possono attuare ci sono erano in Piazza Navona l’8 Luglio e ci sono ancora oggi anche se quasi nessuno da loro una voce. La speranza per me non è nel sistema nel PD o nel KGS o nel XYZ la speranza è che il cambiamento avvenga spinto da tutti dalla collettività e non dai soliti 4 o 5 politicanti che in realtà fanno finta di cambiare ma non muteranno mai.
Grazie e Buon Anno
Massimiliano
Bertolini


Credo che in Italia si senta l’esigenza di un partito progressista che persegua l’obiettivo di una società inclusiva dove tutti abbiano il diritto di essere quello che sono. I 3 000 000 di italiani che parteciparono alle primarie immagino volessero questo.
Una sedicente Psichiatra amante del cilicio e affiliata ad un clan chiamato Opus Dei ha definito per l’ennesima volta l’omosessualità contro natura, ha paragonato l’omosessualità alla pedofilia. L’organizzazione mondiale della sanità ha tolto da tantissimo tempo l’omosessualità dal novero delle malattie definendola una variante naturale della sessualità. Per quanto riguarda la pedofilia è bene ricordare che la maggior parte dei casi vede vittima BAMBINE, nella via Salaria a Roma decine di ragazzine ,e spesso bambine, minorenni vengono costrette a prostituirsi da aguzzini senza scrupoli, e non credo che con queste schiave ci vadano i gay.
Nonostante le dichiarazioni della senatrice Opusdeista questa non è stata cacciata dal partito, non è stata radiata dal suo ordine professionale.
Sono invece contento dell’opera di moralizzazione avviata da Veltroni all’interno del partito, ma perché non adottare un regolamento che escluda dalla lista tutti i condannati o inquisiti per reati gravi in attesa che venga fatta chiarezza sulla loro posizione? Sarebbe un bel segno distintivo per il partito.
Salvatore Serra


io credo nel Pd ma siamo in Italia, non in Norvegia, non e’ malato il Pd, e’ il malcostume da Belluno a Siracusa.
lorenzobozzocataldi@msn.com


Fui uno di quei tremilioni di italiani che avevano creduti in un nuovo corso democratico e riformista di un PD coraggioso, creativo. e di lotta opponendosi con ogni mezzo e facendosi sentire, I LEADER, con Di Pietro l’avevo accolta positivamente.
Tuttavia mentre i mesi passavano, il PD scemava sia come opposizione che come leadership, non c’e un Leader vero capace di trascinare con fervore politico. I suoi NO al berlusconismo sono recepiti come NI. L’unica vera opposizione a berlusconi la sta facendo Di Pietro e l’talia dei valori.
L’unico fino ad ora che ho sentito dare lezioni di COSTITUZIONE DELLA NOSTRA REPUBBLICA , e’ stato Leoluca Orlando.
Sembra che nel PD abbiano timore del berlusca.
Non si parla pui’ a VOCE ALTA di conflitto di interessi, di minaccia alla Costituzione, di pubblicita’ ingannevole, dei nostri diritti. Spero che Di Pietro possa essere tenuto piu’ in considerazione e che possa prendere lui in mano la nuova opposizione inserendo facce nuove che garantiscono piu’ valore ai cittadini che i nostri attuali governanti considerano sudditi.
Datevi da fare anche Voi.
Nico Soranno


Potrebbe senz’altro esistere un altro PD.
Un PD che faccia delle dimissioni al primo sospetto una regola assoluta. Un PD che abolisca parole come "trasparenza", "giustizialismo" e "buonismo" e riconosca nell’uso terra terra della parola "onestà", costantemente fatto da da Di Pietro e IdV, l’unica cosa essenziale. L’uomo della strada – se è onesto – capisce solo questa parola e la contrappone alla maggioranza senza tentennamenti.
Potrebbe esistere un PD che nei talk shows, quando arriva la stoccata di un esponente della maggioranza, si limiti a scandire "Ma guardate un po’ da che pulpito viene la predica" e "Badate alla trave nell’occhio vostro, che alle pagliuzze nostre ci pensiamo noi".
Potrebbe esistere un PD dislocato e decentrato su questa Italia enorme, lunghissima, articolato in un triumvirato nord-centro-sud.
Siate presenti nelle realtà locali e batteremo anche la Lega.
Gina Guandalini, Londra


Nessuno si pose la domanda di cosa potesse allora significare una tale partecipazione.
Tutti vollero chiudere gli occhi e credere che fosse spontanea partecipazione spinta dalla voglia e dalla speranza di nuovo, di pulito.
Era, ed era evidente per chiunque volesse vedere la realtà, una poderosa, organizzata, partecipazione di truppe cammellate messe in moto dai vari notabili sul territorio.
E’ difficile pensare che esista un altro PD, almeno organizzato, quello esistente è frutto dei giochi dei soliti veterani del potere che al potere non vogliono fare a meno. E’ la loro ragione di vita. Dall’altra, molta “base” che io conosco è oramai una massa di soli “clienti” .
La questione morale che doveva essere solo un problema politico che la politica doveva risolvere, è diventata solo questione da codice penale (sic) e quindi finchè non si è condannato in via definitiva (?) si è un cittadino da mettere in lista ( se hai molti “clienti” che ti votano. Quindi più metti sotto i piedi le regole del vivere civile più hai “ clienti” più sei potente più sei eleggibile ed eletto.
Nessuna sorpresa se il nostro parlamento è pieno di mormorati, di avvisati, di amnistiati, di proscrizioni.
Il PD su ciò latita ma potrebbe fare altro?
Saluti e auguri di buon anno nuovo
Stefano Stanzione


Salve,
sono immensamente felice di aver ricevuto queste newsletter ed avere
la possibilità di dire la mia.
Penso che sia proprio una cosa disgustosa quella che stiamo vivendo in Italia: il capo del goverso sporco fino al …. … …. che pensa ai suoi interessi ed una partito di opposizione che alla fine si trova corrotto più di quanto non si pensasse.
Scandaloso, vegognoso e pensare che avevo votato PD proprio perchè avevo creduto in una nuova era! ahi me! e chi dovrò votare la prossima volta?
E’ incredibile quello che si sta vivendo governati da un iscritto alla P2, di cui se ne fanno anche leggittime dichiarazioni pubbliche, ehhh… all’italiana! … stanno tutti a guardare alla finestra o a fare i soliti discorsi da bar!! blabla bla bla bla bla.
Che peccato! non ho più parole! veramente se potessi cambierei nazione. alcune volte ma che dico spesso e volentieri anzi ultimamente mi nascondo mi vergogno di essere italiano.
e alla fine il capo dei capi li sta prendendo tutti con le mani nella porta e fa bene devono essere puniti ma che dico schiacciati come vermi perchè insiame agli anni di politica della DC e posi di Craxi hanno continuato a mettere l’Italia in uno schifo completo.
Non voglio dilungarmi e neppure seccarvi ma vi informo che so di tante amministrazioni ed anche privati che vengono aiutati a "rubare", parliamoci chiaramente, i fondi europei. aiuti governativi a quant’altro qui in Campania, ad Avellino e provincia penso che il 90% sporco!
Vi saluti e vi ringrazio se farete una vera grande pulizia ma soprattutto di fondamentale importanza è una grande RIEDUCAZIONE DEI VALORI ESSENZIALI DELLA VITA: ONESTA’ E RISPETTO.
Angelo Carullo


Io penso che ormai non si possa più pensare che possa esistere un altro PD.
Purtroppo il partito è in mano ad una oligarchia di "inciucisti" ed inoltre ha dei fini che privilegiano le lobby anzichè l’individuo, è quindi difficilmente classificabile come di sinistra. Anche se, come precisato da Bobbio ormai penso che si dovrebbe iniziare a riconoscersi fra egualitarie e disegualitari (una classe di "privilegiati" decide le briciole da destinare agli altri).
Personalmente penso che quelli che ancora hanno degli ideali dovrebbero uscire dal PD ed eventualmente fondersi nel partito di Mussi, Fava ecc, perchè gli elettori possano finalmente avere un partito "di sinistra" nel quale riconoscersi, un partito che in particolare debba far sua anche la battaglia della questione morale di Berlinguer.
Enrica Noseda


Cara Micromega,
come al solito ponete sempre questioni fondamentali ed io, nell’augurarvi un migliore 2009, vi diro’, in sintesi, cio’ che penso. Certo che esiste un altro PD! PD inteso nel senso letterale, cioè Partito Democratico. Se cosi’ non fosse noi non esisteremmo perchè non potremmo porci una tale domanda. Partendo dal presupposto che esiste un altro PD (io preferisco parlare di "vero" PD piu’ che di "altro"), bisogna chiedersi perchè non trovi la possibilita’ di realizzarsi. Questa, credo, sia un’utile domanda da porsi. Si oppongono alla sua realizzazione poteri contrari che vedrebbero crollare dalle fondamenta la loro concezione del mondo se solo si aprissero al confronto con tesi, se non piu’, almeno altrettanto probabili: la destra, la chiesa e il cattocomunismo. Quest’ultimo è forse il piu’ insidioso perchè è il meno visibile, quello che apparentemente professa valori universali ma che in realta’ mira al potere. E’ lo stesso PD per cui avete posto la domanda, quello che al momento ci rappresenta in Parlamento. Ma è un PD che non rappresenta la sinistra perchè cede ai ricatti del potere cattolico. Finchè esistera’ questo meccanismo di sottomissione alla egemonia della chiesa non riusciremo mai a realizzare i valori veri della sinistra, ossia l’aspirazione ad uno uno Stato laico che rispetti le diversità e sia dunque solidale, insomma realmente democratico. Io intuisco che i tempi saranno lunghi, almeno piu’ dell’arco di una generazione e che non mi sara’ concesso di vivere nel cambiamento. A me, come a voi, è dato di vivere questa epoca, epoca di guerre e di barbarie, non peggiore ma neanche migliore di quelle passate. Il nostro compito è quello di lottare per il cambiamento, per un’evoluzione dell’uomo e perche’ un giorno ne sia possibile la sua espressione. Come? Credo che si debba partire dalla opposizione a quei valori che si pongono a freno del cambiamento. Nel constatare l’attuale clima da caccia alle streghe per cui il solo dichiararsi ateo rappresenta un’offesa per i credenti (chissa’ perchè poi lo stesso principio non debba valere anche per gli atei!), rinnovo i miei auguri a voi che, contrariamente ai tanti che pur sentendosi atei, per una sorta di quieto vivere, si dichiarano credenti, vi esponete con il coraggio della dignita’.
Maddalena Porcelli


Avevamo sperato tanto in un nuovo partito che ci restituisse la fiducia in una nuova politica. Io partecipai alle primarie cntribuendo alla elezione di Veltroni. Le ultime vicende di politica corrotta di una economia spregiudicata con l’elezione di OBAMA devono far riflettere perche siamo ancora in tempo e inprimere un rinnovamento con giovani che hanno voglia di metterci l’anima in politica.
arsenionoja@alice.it


Forse potrebbe esistere.
Personalmente non ho storie vissute direttamente da raccontare ma colgo l’occasione, per quel che serve, per esporre la mia idea circa il PD.
E’ nato bene nei propositi ma poi ha presentato la solita faccia di sempre: stessi personaggi, stessi litigi continui,eccessivi compromessi tra Ds e margherita e sempre scimmiottando il PDL, inseguendo la sua agenda senza riuscire a differenziarsi nettamente e soprattutto chiaramente rispetto agli avversari.
In sintesi perché votare un partito che insegue un altro senza differenziarsi da quello?
Come spesso si dice, meglio scegliere l’originale!
Inseguire sempre il “centro” a qualunque costo è sicuro che sarà la mossa vincente? a me sembra di no !
Altro punto dolente la totale assenza dal territorio se non nel momento del voto. Non se ne può più !!!!
Nella mia zona la Destra la vedi da tutte le parti anche ai compleanni dei nonnetti centenari.
Non c’è mai una presa di posizione netta e decisa e soprattutto condivisa. C’è sempre qualcuno che deve distinguersi, differenziarsi, farsi notare insomma. Ecco perché Di Pietro tira di più.
Bisognerebbe riconquistare il territorio con i fatti e non a parole come ora si fa. Visi nuovi, credibili, puliti e senza doppi pesismi.
E’ giusto espellere Villari e tenersi chi passa i pizzini agli avvers
ari?
Queste cose che io penso mi sembrano ovvie e ritengo che gli attuali dirigenti le conoscano meglio di me per cui deduco che non è mancanza di comprensione ma volontà di non vedere e di restare saldamente ai propri posti.
Risultato? Aumento dell’assenteismo; almeno per quello che mi riguarda, se va avanti così, credo proprio che non andrò a votare.
Mi scuso per le banalità dette ma credo che il nocciolo del problema stia lì e Vi ringrazio per l’opportunità datami di poterle esprimere.
Cordiali saluti
Fernando De Carlo


Da anni iscritto al Pc ultimamente nelle file bertinottiane (ne rimango tutt’ora convinto), ma alle primarie del Pd ho voluto crederci, uno dei 3 milioni, purtroppo, e dico purtroppo, vedo l’unico oppositore serio e combattivo l’on. Di Pietro. Tutto il resto è noia ed ha un sapore di inciucio perenne.
Alberto Vicario


Cara Micromega,
non so se sono in tema, ma son in grado di raccontar alcune vicessitudini relative a quanto successo a me e ad alcuni altri membri del Coordinamento del Circolo di Recco (Genova) di cui ero coordinatore (ho 34 anni) e da cui mi son dimesso pochi mesi fa dopo aver notato con quale mentalità/interessi venivano gestite le cose sia all’interno del mio Coordinamento (in cui era impossibile proporre qualsiasi cosa per l’ostruzionismo dei "vecchi democristiani/margheriti") che a livello provinciale in cui non ho trovato quella forma di sostegno e rinnovamento che mi aveva spinto ad iscrivermi al partito e a partecipare alle primarie il tutto perchè era più importante contare quanti voti si potevano recuperare con certe persone che guardare al vero cambiamento.
Se ritenete che la mia storia possa essere interessante fatemelo sapere che vi racconto tutto ciò di cui avete bisogno.
Un abbraccio e un buon anno laico e democratico a tutti!
Francesco Rizzo


Purtroppo cari amici di Micromega, la crisi del PD sta nel suo DNA. L’adesione massiccia alle primarie è stato il risultato di una mobilitazione massmediatica che aveva in sè i prodromi di quella che sarebbe stata la crisi e forse l’implosione del PD. Da parte di quella dirigenza che tanto si è vantata dell’operazione, si è cavalcato in modo spregiudicato e pro domo propria il bisogno di rinnovamento della politica e della sinistra che pure era un bisogno vero, concreto, con una formula assolutamente vuota di valori e di contenuti politici. Vuota perchè costituita da due nuclei assolutamente incompatibili per la realizzazione di in un’unica formazione. Come avete fatto ad ignorare questi elementari canoni per la costituzione di un partito? Valori, e programmi politici debbono essere condivisi seriamente, altrimenti il partito diventa uno strumento di potere, punto e basta. E così è stato. Così è nei fatti. Ed io che non ho aderito non ne sono affatto contenta. E’ uno di quei casi in cui non dà soddisfazione poter dire: ve l’avevo detto. Perchè siamo stati tutti trascinati nel baratro. L’unica cosa che ci resta da fare è ricostruire, come stiamo facendo, una forza politica di sinistra, con valori, e programmi condivisi. E poi si vedrà.
Dalila Novelli


La mia delusione, il PD, sono di sinistra, un po’ piu’ a sinistra della sinistra, sono un’insegnante, mi sembra di essere nella cacca fino al collo, sono vicina a chi ha perso il lavoro. Ciao buon anno, un po’ cosi’
Miriam Barlascini


Anche le primarie sono state infettate dalla questione morale; non è da meravigliarsi se ci sono stati 3 milioni di votanti. Molti di questi sono stati influenzati da conoscenti interessati a far votare il candidato principale e qualcuno a cui loro facevano un piacere o ne ricevevano. La cosa è stata resa possibile dall’organizzazione approssimativa in cui si sono svolte le votazioni. Non c’era la minima assicurazione che ci potessero essere dei brogli.
Pino, pfvn.md@alice.it


Con riferimento alla questione morale del PD, invio in allegato due pezzi che raccontano quello che abbiamo dovuto subire noi della (ex)redazione del pdsardegna.it e dei dscagliari.it.
La porta in faccia
http://massimomarini.blogspot.com/2008/03/la-porta-in-faccia.html
Il sito PD Sardegna ora è libero!
http://massimomari ni.blogspot.com/2008/10/epurazione-completata-il-sito-del-pd.html
Un saluto.
Massimo Marini


Carissimi di Micromega,
la prima risposta che mi viene in mente è la seguente:meno male che ce n’è uno solo!
Però, poiché quel maledetto senso di responsabilità che ha sempre corroso gli spiriti di sinistra mi suggerisce di riflettere politicamente, aggiungo quanto segue.Dall’esperienza locale noto che il partito democratico fa fatica a manifestare la propria esistenza per l’estrema debolezza culturale e politica delle persone che , si fa per dire, se ne occupano.Motivo? la progressiva dequalificazione delle persone che si sono trovate a svolgere in qualche modo un’attività politica nella città di Vigevano. Presumo che quanto accade qui sia un aspetto di un fenomeno più esteso e profondo che investe l’intero partito democratico. In più occasioni ( anche attraverso articoli pubblicati sul nostro mensile La Barriera) ho avuto modo di rilevare come l’operazione di "fusione a freddo" tra margheriti e diessini sia stata più alchemica che politica. Difatti i partiti li genera la storia e non l’ambizione di gruppi di sedicenti dirigenti politici alla disperata ricerca di sopravvivenza.Gli episodi dei quali voi chiedete qualche riferimento, di conseguenza, sono scarsi, per l’errabonda sopravvivenza degli ex militanti PCI PDS DS, ormai distanti dai luoghi, dalle sedi e dalle occasioni dove potrebbero mettere a frutto pensieri, volontà, passioni non del tutto spente.Bastino per ora queste considerazioni modeste ed estemporanee. Credo che non mancherà l’opportunità di esprimere con maggiori argomentazioni e riflessioni il mio punto di vista sul problema da voi sollevato. Cordiali saluti.
Antonio Testa


Vivo da circa tre anni a Boston, negli Stati Uniti. Anche io, come altri milioni di italiani, avevo partecipato alle primarie del PD nell’Ottobre 2007. Anche a Boston si era votato
, grazie a qualche volenteroso (l’amico Nino Tarantino) che era riuscito ad allestire un seggio in un bar del North End (il quartiere italiano della citta’). C’era in quei giorni la voglia di far partire qualcosa di nuovo. C’era nell’aria il senso di qualcosa che sarebbe potuto nascere. Tutti sapevamo che la strada sarebbe stata lunga e tortuosa ma tutti speravamo che una nuova strada potesse essere almeno imboccata. Per le elezioni politiche di Aprile molti ricercatori italiani di Boston avevano scritto una lettera aperta al PD, lettera di appoggio e suggerimenti che era stata poi riportata da diversi quotidiani nazionali e siti web (http://download.repubblica.it/pdf/2008/lettera_pd_italia.pdf). Scrivemmo quella lettera perche’ eravamo speranzosi che, nonostante la quasi certa sconfitta elettorale, si sarebbe almeno potuto iniziare un nuovo cammino verso un partito moderno, competitivo e riformista.
Un anno dopo la nascita del PD la sensazione generale e’ invece che, nel migliore dei casi, di strada ne sia stata fatta pochissima. E’ vero, almeno programmaticamente il PD ha su diversi punti preso posizioni decisamente piu’ moderne e riformiste rispetto al passato, in evidente rottura con alcuni schemi della vecchia sinistra o della attuale sinistra extra-parlamentare. Il PD ha pero’ profondamente deluso il suo elettorato per due altre grosse ragioni. La prima e’ che e’ mancato quasi del tutto il rinnovamento delle classi dirigenti, a tutti i livelli di potere. La seconda e’ che fin dall’inizio e’ mancata quella unita’ che mancava anche al molto piu’ allargato ed etorogeneo Ulivo ma che si sperava potesse arrivare dopo essersi liberati delle due ali estreme (estreme, non estremiste).
Ritengo anche io, come la gran parte dell’elettorato, che il PD abbia fatto troppo poco per aprire il partito a forze nuove e di qualita’. Il PD che vorrei dovrebbe scegliere aprendo il piu’ possibile le consultazioni ai suoi elettori. L’uso delle primarie favorirebbe l’apertura del partito, la sua democratizzazione e la tanto attesa e sbandierata meritocrazia. Il partito e’ invece troppo chiuso e tutto viene deciso dall’alto. Come conseguenza non vengono selezionate le persone con piu’ capacita’ e si condanna quindi il partito alla mediocrita’ e alla non competitivita’. A questa deleteria logica non sfugge ovviamente la selezione dei rappresentanti per gli italiani all’estero. Constato che tutti gli italiani residenti negli Stati Uniti con cui parlo si lamentano del fatto che rappresentanti migliori e con piu’ talento potrebbero essere selezionati.
Sono, come molti altri italiani, rimasto molto deluso dal tentativo di Veltroni di spacciare per rinnovamento alcune candidature di puro carattere mediatico. La candidatura di Marianna Madia a capolista nelle liste di Roma non ha ad esempio risposto ad alcun criterio meritocratico ed e’ stata una grossa mancanza di rispetto per gli elettori e per tutte quelle persone di maggior talento che avrebbero potuto essere candidate al posto della Madia. Non e’ mettendo qualche volto giovane (e bello) che si produce il cambiamento e il miglioramento. Il cambiamento si produce selezionando i talenti migliori, siano questi talenti politici o di settore (ed il partito ha ovviamente bisogno di expertise politica e di expertise tecnica).
Ritengo poi, come la gran parte dell’elettorato, che il partito abbia bisogno di unita’. E’ chiaro che le differenze di pensiero rimarranno sempre e che non la si potra’ mai pensare tutti allo stesso modo. Ci saranno sempre punti di vista differenti, anche su delicatissime questioni etiche. Dobbiamo sempre ricordarci che il PD e’ nato dalla fusione di un’ anima piu’ laica-progressista e una piu’ cattolica-conservatrice. Bisogna accettare questo perche’ era scritto nel patto iniziale. Ma i punti di vista diversi possono e devono essere sintetizzati in una unica linea di azione. Immagino che la soluzione piu’ ovvia per risolvere punti di vista differenti sia quella di sottoporre le singole questioni a votazioni, usando un semplicissimo criterio democratico di maggioranza semplice e senza veti.
Penso anche che il PD paghi l’opposizione troppo blanda ad alcuni provvedimenti o proclami dell’attuale governo di centrodestra. Purtroppo Veltroni e parte del PD sono vittime di quel modo di pensare che vede la risolutezza e il rigore morale come perdite di moderazione e di proposizione. Questo modo di pensare e’ a mio avviso sbagliatissimo e sta portando, giustamente, molto elettori del PD ad avvicinarsi al partito di Antonio Di Pietro.
Vorrei quindi elencare le azioni da intraprendere subito per far si che il debole partito riformista di centro-sinsitra possa in futuro diventare un partito nuovo, aperto, democratico, responsabile, moderno e competitivo:
1. Ricambio di buona parte delle attuali classi dirigenti. Molti dirigenti attuali possiedono indiscusso talento ma tanti elettori non riusciranno a pensare ad un partito nuovo finche’ continueranno a vedere sempre le stesse persone nelle posizioni di dirigenza.
2. Uso del voto e del semplicissimo criterio di maggioranza semplice (senza quindi possibilita’ di veti incrociati) ogni qual volta manchi l’intesa su una determinata questione, anche la piu’ dirimente.
3. Opposizione vera e rafforzamento dell’alleanza con l’ IdV di Di Pietro. L’Italia dei Valori e’ una risorsa per il PD. Una forza democratica, moderna e riformista non puo fare a meno di un forte attaccamento alla questione morale e ai valori del rispetto della legge.
4. Uso delle elezioni primarie a tutti i livelli di decisione (http://www.primariesempre.org/)
Andrea Ballabeni


Credevo che esistesse.
Non sono militante del PD, ma sarei stata simpatizzante, almeno nella regione in cui vivo, se non avessi appreso che tutta la giunta comunale del mio comune, Castiglione del Lago provincia di Perugia, e’ sotto inchiesta per il seguente motivo: da qualche anno e’ previsto l’accorpamento dei due ospedali di Citta’ della Pieve (Pg) e di Castiglione del Lago in un unico polo comprensoriale del Trasimeno. Dopo duri scontri all’interno dei DS prima , ora del PD, dato che entrambi i comuni sono tradizionalmente governati da questa parte politica e suoi antenati, e’ toccato al comune di Castiglione individuare la zona per ospitare il polo sanitario nel proprio territorio. Da un paio di anni si parlava di Villastrada come la frazione del comune di Castiglione in cui sarebbe sorto l’ospedale, ma tutto e’ fermo, perche’? Inchiesta giudiziaria sugli stessi componenti della giunta (e alcuni consiglieri) i quali, PRIMA della delibera con cui si sarebbe designato il luogo preposto alla costruzione dell’ospedale, loro stessi in persona, parenti loro fsamiliari, amici, conoscenti e accoliti, si sono affrettati a comparare terreni agricoli intorno all’area predestinata.
Come mai?
All’inchiesta la non ardua sentenza.
Serenella Pelaggi


Il PD non e’ mai esistito, andiamo!
A partire dal nome. Tutti i partiti devono essere democratici, dunque si sarebbe dovuto aggiungere qualcosa, ma i loro miserabili dirigenti quel qualcosa non non lo sapevano perche’ non hanno nulla da dire.
Volevano imitare i democracici americani? E che dobbiamo copiare da quel paese incivile?
Il PD e’ solo una operazione di bassa ingegneria politica finalizzata esclusivamente a racc
ogliere voti, in cui i cittadini non contano nulla e non interessano a nessuno e a cui questi finti politici nulla hanno da dire perche’ dei cittadini non gli importa nulla.
Chiuso il cerchio.
Ma lo e’ anche per loro e le indecenti mosse di finta opposizione di questi mesi sono la prova lampante del vuoto spinto della loro proposta, delle loro idee e ideali.
Sono li a recitare una scena per un certo tipo di elettorato.
Ma sono molto contento. I nodi verranno presto al pettine e loro verranno spazzati via e allora potra’ nascere qualcosa di nuovo e vero.
zenren@tiscali.it


Sul Pd basta ascoltare http://www.youtube.com/watch?v=s1NPHu5YdvY
Un augurio a Tutti Voi… ne abbiamo bisogno…
Giorgio Quarantotto


Quando vedo VIOLANTE, D’ALEMA, FASSINO E SIGNORA, ANNA FINOCCHIARO, LA TORRE AND SO ON, MI VIENE IL “LATTE ALL’ALLUCE” E MI VIEN DI PENSARE AD UNA CARRIOLA DI MANETTE, NON SO PERCHE’! DEVO FORSE METTERMI IN PSICANALISI? NON SONO WOODY ALLEN…….FURIO, SE CI SEI FATTI SENTIRE FORTE!!!
julay45@libero.it


Io trovo preoccupante che il mio sindaco Massimo Cacciari dica che vuole un Pd del nord come trovo agghiacciante che abbia detto che il Risorgimento è stato il peggiore di tutti i mali. Ritornano i Borbone…
Margherita Smeraldi


Non so se esiste un altro Pd. Qui in Sicilia succede di tutto.
leggete questo mio articolo, ad esempio, sul Sindaco di Campobello di Mazara (provincia di Trapani, zona ad alta densità mafiosa…)
L’articolo è apparso sul mio giornale, www.marsala.it, la scorsa settimana.
Saluti
Giacomo di Girolamo

Il caso Caravà è emblematico di come i partiti intendano oggi la questione morale, e di come questa investa davvero tutti, destra e sinistra, nessuno escluso.
I fatti. Ciro Caravà è del Partito Democratico, corrente di D’Antoni. E’ stato eletto Sindaco di Campobello di Mazara nel 2006, ribaltando la precedente amministrazione, ed è stato quasi eletto deputato regionale nel 2008. Anna Finocchiaro ha fatto di tutto per averlo con se in lista, proprio nella lista che portava il suo nome. E proprio per un soffio Caravà non è stato eletto.
Bene.
Nell’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia (384 pagine, da leggere tutte d’un fiato) ci sono i rapporti dettagliati sulla criminalità organizzata in Italia (la relazione è semestrale), i suoi sviluppi, i successi e gli insuccessi delle forze dell’ordine, ed una mappa aggiornata della criminalità provincia per provincia, Trapani naturalmente per prima.
Su Trapani, ahinoi, non ci sono parole di conforto. E questo lo sappiamo. Poi, a pagina 36, fa capolino una nota, questa: “Si segnala, infine, che, in data 8 Giugno 2007, personale della Polizia di Stato di Trapani ha denunciato, in stato di libertà, il Sindaco del Comune di Campobello di Mazara, per i reati di estorsione aggravata e voto di scambio (art. 86 D.P.R. 570/1960).
Due reati non da poco.
Dice l’enciclopedia Wikipedia: "Nell’ambito del diritto penale italiano l’estorsione è il reato di chi, con violenza o minaccia, costringe uno o più terzi a fare o ad omettere qualche cosa traendone un profitto o un vantaggio. Il reato è punito dall’art. 629 delCodice Penale
Sono esempi di estorsione:
§ il racket o pizzo consistente nell’attività criminosa, generalmente volta ad ottenere da parte di un operatore economico un pagamento periodico in cambio di una presunta offerta di protezione"
Vale la pena di ripassare anche il concetto di voto di scambio. E’ il reato per il quale è stato condannato Pietro Pizzo con sentenza di primo grado il 28 Aprile 2007 (quattro anni di reclusione, è in corso l’appello).
Il voto di scambio è il voto dato regolarmente da un elettore, ma non motivato da scelte politiche frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto da qualche tornaconto ricevuto da parte di chi si candida o chi per lui.
In Italia il voto di scambio politico-mafioso è un reato ai sensi dell’art. 416-ter del codice penale.
Il voto di scambio può manifestarsi in un rapporto diretto fra politico ed elettore senza l’interposizione di interessi di organizzazioni mafiose, in cambio di denaro o di una raccomandazione per un posto di lavoro.
Nel caso di una forma di associazione, il voto di scambio può analogamente avere luogo per ottenere finanziamenti o appalti pubblici.
Ciro Caravà dal 2007 è sotto inchiesta per due reati molto gravi. Chiaramente non ci tiene a farlo sapere. Ma lo sa. Sarà probabilmente innocente, ci piace pensarlo. La sua posizione verrà archiviata: gli facciamo questo augurio.
Ma perché non lo dice?
Ancora. Perché nel 2008 ,qualche mese fa, Anna Finocchiaro ha fatto di tutto per candidarlo alle elezioni regionali? Caravà non sarà forse uno dei capobastone che diceva giusto ieri Veltroni, parlando di questione morale?
Ripetiamo: sarà probabilmente innocente, ma sicuramente in questi casi, un passo indietro non sarebbe male.
E’ non è una questione di giustizialismo. E’ tutto il contrario. E’ una questione politica, di dare un senso alla politica. A noi non interessa che Caravà si dimetta da Sindaco. Ma non capiamo perchè non ha detto nulla mai di queste sue vicende e si sia addirittura candidato alle elezioni regionali.
Anche perché le cose vanno avanti.
E così nel luglio 2008 è partito un atto ispettivo da parte del ministero dell’Interno verso il Comune di Campobello di Mazara. La disposizione, firmata dal prefetto Stefano Trotta (delegato dal Ministro), riguarda l’accesso agli atti da parte di una commissione formata ad hoc e composta dal viceprefetto Baldassare Ingoglia e tre rappresentanti di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. L’obiettivo e’ approfondire la sussistenza di eventuali condizionamenti e infiltrazioni della criminalita’ organizzata tra gli organi elettivi e nel Comune. La commissione doveva relazionare al prefetto e al ministero entro quattro mesi.
Leggiamo da un Comunicato Stampa dell’Amministrazione di Campobello: "Sono sereno e fiducioso nell’attivita’ che svolgeranno le forze investigative e i rappresentanti della Prefettura –ha dichiarato il sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Carava’- Come Amministrazione comunale collaboreremo affinche’ la commissione possa procedere con celerita’ all’ispezione degli atti amministrativi e accertare la verita’.
Peccato, avrebbe potuto dire: guardate che ho ricevuto un avviso garanzia, un annetto fa. Può darsi che sia anche per questo che la Prefettura manda gli ispettori? Non lo ha fatto.
Anna Finocchiaro sapeva della situazione di Caravà. Un candidato presidente in Sicilia non può non conoscere fatti di tale gravità che investono un candidato per giunta della lista che porta il suo nome.
Sapeva e non ha detto nulla.
Oppure non sapeva. E q
uesto è ancora più grave perché la dice lunga su cosa è oggi quell’universo scomposto che si chiama Partito Democratico.
http://a.marsala.it/../../../../../ed_images/Image/altrecitta/campobello/Carav__.jpgRicapitolando. Il Sindaco in carica a Campobello di Mazara, Ciro Caravà è espressione di una coalizione di centrosinistra sostenuta da Partito democratico, Rifondazione comunista, Democrazia Europea di Sergio D’Antoni e da una parte dell’Udc. Caravà alle scorse elezioni regionali è stato candidato nella lista di Anna Finocchiaro.
E’ indagato per estorsione aggravata e voto di scambio da un anno e mezzo. Qualcuno lo sa. Nessuno lo dice.
Ad ogni modo, si candida quest’anno alle elezioni regionali.
Il candidato della lista «Anna Finocchiaro presidente», Ciro Caravà, attuale Sindaco di Campobello di Mazara, ha ottenuto 2660 voti soltanto nella sua città, 4029 in tutta la Provincia. Caravà ha ampiamente superato il deputato uscente Nino Oddo, che si è attestato a 1979 a base provinciale.

Capito, Walter?


…E come disse PASOLINI già negli anni sessanta : IO SO…..MA CON CINQUE FIGLI TACCIO!! Mi hanno reso vigliacco???
Ebbene credevo nel futuro politico del PD così come con entusiasmo partecipai alla nascita dell’ULIVO (la famosa cravatta che PRODI nel 96′ esibì in TV partì da Frattamaggiore da un gruppo di miei amici: WE CAN , ma in napoletano!) e fu bella Wittoria su una becera Dx populista secessionista, rovinata poi dal boiardo D’ALEMA & C.
Oggi quel gruppo di amici si incontra ancora ma in clandestinità come i Carbonari Mazziniani, con profonda vergogna della Politica corrotta che ha invaso Frattamaggiore, vero laboratorio politico dove tutto si avvera con un anno di anticipo rispetto alla Nazione.
Io sò per il mio vissuto che La D.C. era si un partito ambiguo e corrotto dal potere ma si reggeva su progetti e statisti di grande valori regalando a tutti indistintamente prosperità,benessere,lavoro,libertà e ottimismo.
Così come sò che oggi la legge elettorale, la Costituzione calpestata e la Gamorra eretta a sistema politico ma reale, ha permesso la gestione della Nazione di loshi individui , una razzia di risorse economiche e morali , non più politici ma Capibastoni.
So come testimone e Presidente della Margherita cittadina che molti ns. consiglieri comunali nello stesso anno si affannavano per interessi personali in costose campagne elettorali per la Margherita e poi tifare Forza Italia alle Politiche Nazionali per difendere quella ricchezza conquistata con lobby regionali… ed io sono scappato dal Partito di Rutelli!
Sò e me ne vergogno che fortemente volli e ottenni l’elezione a Sindaco di un giovane leone trentenne medico e onesto ,di famiglia vescovile che oggi a differenza del democristiano ex Sindaco, mio compare di fede, non ha atteso che la camorra dei moccia gli bruciasse la macchina e solo dopo innumerevoli minacce si piegò al volere del sistema, no! questo giovane eroe ha ceduto all’istante anzi con invito del Capobastone al battesimo del Figlio del Sindaco . come vedere il film IL PADRINO …. allucinante… Sò purtroppo che noi gruppo di amici ancora idealisti o perchè non ricattabili continueremo per molto tempo la pratica dei Carbonari
poichè annusiamo una brutta aria di illegalità poichè gli ultimi giudici moicani si sono arresi, visto che le denunce alla Procura d.R.vengono cestinate!!
Giovanni Grimaldi


No, non esiste un altro pd.
E’ un nugolo di immorali e spesso di criminali il Pd.
E le inutili eccezioni non cambieranno la regola.. le regole.. le loro.. che noi subiamo e i beoti che li votano perpetuano.. colpevoli..
Il pd non esisteva neanche prima, neanche tutte le volte che voi votandolo avete alimentato.. come innaffiare l’ortica… antiberlusconiana
Fate un numero monografico sui grandi risultati ottenuti votando il pds ds ulivo pd….
Fatelo.
canziart@libero.it



MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.