Ferruccio Sansa candidato presidente in Liguria: finalmente un motivo di speranza
Paolo Flores d’Arcais
Sottovalutata. Trattata come una delle tante vicende, oltretutto locale, della “politica politicosa”. La candidatura di Sansa mette in primo piano la società civile ed è per questo invisa agli stessi partiti che l’hanno candidato. Ferruccio ha perciò un compito esaltante e quasi impossibile, ma dalla sua ha le forze giovanili, le forze operaie, la parte sana e innovativa dell’imprenditoria.
Nel panorama della politica italiana, che ormai prevede solo il “meno peggio” come occasione di giubilo, qualche settimana fa si è materializzato invece un motivo di speranza, un elemento positivo in sé, e non perché raffrontato ad altri catastrofici: la candidatura di Ferruccio Sansa alla presidenza della regione Liguria.
Il fatto che sia stato trattato come una delle tante vicende (oltretutto locale) della politica politicosa dice comunque molto sulla sensibilità sfibrata e sfilacciata dei media, che dovrebbero essere invece antenne e moltiplicatori di “opinione pubblica”.
La candidatura di Sansa ha due grandi meriti, strettamente correlati. Primo: Sansa rappresenta la società civile, adamantina nella critica della partitocrazia e dei suoi misfatti, che in Liguria hanno il volto bipartisan del partito del cemento, che Sansa come giornalista, al Messaggero agli inizi, poi alla Repubblica, al Secolo XIX, alla Stampa, ha sempre combattuto con documentatissime inchieste, cronache, commenti (da una decina d’anni escono sul Il Fatto quotidiano). Secondo: la sua candidatura è invisa ai partiti, che pure alla fine l’hanno dovuta avanzare, non avendo candidati decenti, a conferma di come anche la coalizione della non-destra, M5S, Pd e LeU, in Liguria non abbia più nelle proprie file personalità presentabili, credibili, affidabili, capaci.
La situazione è perciò assolutamente paradossale. I protagonisti del malum, oltre un quarto di secolo di indecenze e inciuci liguri per il Pd, e di mediocrità e cannibalismi nel M5S fin dalla sua nascita, sono stati costretti ad operare “ex malo, bonum”, una candidatura ineccepibile, esemplare, che dovrebbe costituire il paradigma di ogni candidatura della coalizione delle non-destre, su scala locale e nazionale, se essa vuole avere un futuro anziché costituire la meteora/staffetta che consegni il paese a Meloni, Salvini e altro pre-fascismo.
Non hanno alcun interesse alla vittoria di Sansa, e infatti nulla stanno facendo per propiziare tale esito. Vincere, per Sansa sarebbe un miracolo, per i partiti che obtorto collo devono ipocritamente candidarlo sarebbe una iattura. Da una parte le truppe corazzate del clientelismo delle destre di Toti, e dei poteri costituiti che in Liguria sono sempre stati più compatti, ramificati, imbibenti che ovunque, dall’altra un intrepido Don Chisciotte, senza neppure Sancho, armato solo di competenza, onestà, coraggio.
Proprio per questo quanto avverrà in Liguria merita di essere seguito con straordinaria attenzione. Ha infatti una valenza nazionale, visto che l’Italia può sperare in una rinascita, anziché nell’avvitamento e nel gorgo, solo se contro le destre saranno in tenzone forze coerentemente “giustizia e libertà”, dove “coerentemente” riguarda i programmi, le priorità, ma anche – più che mai – le persone che poi le realizzino una volta elette. Secondo una regola che discrimina il riformismo delle riforme dal riformismo della chiacchiera: promettere solo quello che si può realizzare, realizzare tutto quello che si è promesso.
Ferruccio ha perciò un compito esaltante e quasi impossibile. E una responsabilità nazionale. Se vincesse, diventerebbe lapalissiano che solo candidature “giustizia e libertà” della società civile possono evitarci un futuro prossimo melonian-salviniano, per il quale piangeranno generazioni. Se perderà, i soloni della Realpolitik intoneranno le litanie partitocratiche con cui hanno fatto lievitare le nostre orrende destre, offrendo loro la giugulare. Dimentiche che un maestro di vero e catafratto realismo politico, Max Weber, concludeva la sua celebre conferenza sulla politica con questa osservazione/esortazione: “È perfettamente esatto, e confermato da tutta l’esperienza storica, che il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile”.
SOSTIENI MICROMEGA L’informazione e gli approfondimenti di MicroMega sono possibili solo grazie all’aiuto dei nostri lettori. Se vuoi sostenere il nostro lavoro, puoi: – abbonarti alla rivista cartacea – – acquistarla in versione digitale: | iPad |
Perché si dilati quel “quasi” (dell’impossibile) bisogna che Ferruccio viva con lucidità la sua sfida: è solo, dentro l’orizzonte della politica ufficiale, non può contare sui partiti, dunque eviti proprio di frequentarli, di riunirsi con i suoi nolenti “sponsor” di palazzo. Ne prescinda. Prepari una o anche più liste di società civile in suo appoggio (in alcune regioni liste di questo genere sono cinque, sei, quasi una decina), coinvolga in esse la parte più capace della regione in tutti i diversi ambiti (quanto a onestà, con caratura superiore alla moglie di Cesare, ça va sans dire), fissi un programma che sia un crono-programma, abbia già in mente gli assessori, nessun yes man ma tutti organici al comune progetto di svolta radicale rispetto a un quarto di secolo, sappia già le migliori nomine per i posti chiave di tutto quanto nella vita economica e culturale è di nomina o influenza regionale …
In Liguria ci sono energie enormi di rivoluzionaria volontà riformatrice, che vogliono ecologia e con ciò sviluppo, che vogliono una sanità di eccellenza per tutti, ogni giorno, senza liste di attesa (altrimenti che eccellenza è?), che vogliono rilancio della vocazione portuale, che vogliono cultura. Può su tutto questo entusiasmare forze giovanili, forze operaie, la parte sana e innovativa dell’imprenditoria …
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.