Fini? Un lupo travestito da agnello
Carissimi,
non ho esperienza diretta di Forza Italia, Pdl e altre Berluscopoli, ma il Msi-Dn e Alleanza nazionale li ho conosciuti bene. Questi finiani vestiti da agnellini (che tanto vi piacciono), non salveranno il Paese dai vostri timori di dittatura. Il cesarismo finiano è la negazione di ogni forma di democrazia interna. An ha conservato l’essenza del fascismo: mettere a tacere chi dissente, cacciarlo via.
Se tutto va bene, i finiani diffondono chiacchiere. Se passano ai fatti, fanno paura. Come è noto, al congresso di Fiuggi – allora ero capo del servizio politico del Secolo d’Italia, ero uno di loro – presentai un documento per condannare l’antisemitismo e le leggi razziali, un emendamento alle tesi congressuali ufficiali che – al contrario – si baloccavano con tante parole inutili. L’ormai famoso "emendamento Palmesano" fu approvato (con il via libera di Fini, per realpolitik), dando credibilità interna e internazionale alla "svolta"; nel partito scomparvero gli antisemiti ma gli anti-Palmesano diventarono un esercito.
E vi risparmio il resto, a proposito di immigrazione, diritti delle persone omosessuali, diritti civili.
I pensatori finiani sono in ritardo di dieci, quindici, vent’anni, rispetto alle idee nuove che già circolavano nel partito; e c’era chi ne pagava il prezzo, mentre Fini faceva scampagnate con Le Pen, diceva che i maestri gay non potevano insegnare, metteva in guardia contro il "meticciato", varava la legge razziale Bossi-Fini.
Aspetto che Fini senta il dovere di chiedermi scusa. E che i finiani ammettano di essere stati impegnati nell’organizzare gite a Predappio, mentre io agitavo quelle stesse idee di cui ora si dicono convinti e per le quali solo io ho pagato un prezzo troppo grande.
Grazie dell’attenzione.
Cordialmente,
Enzo Palmesano
(9 marzo 2010)
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