Fisichella ci manchi (solo tu)

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di Emilio Carnevali

Era un po’ che non ci imbattevamo nell’ottimo professor Fisichella, ex senatore della Margherita nonché tra i fondatori di Alleanza Nazionale. Sfogliando il Corrierone di oggi, il nostro fa capolino a pagina 15 con tanto di doppia foto: busto intero a colori e oblò in bianco e nero accanto a Fini (ai bei tempi della svolta di Fiuggi). Confessiamo che rileggere una bella intervistina di Fisichella ci ha provocato una grande nostalgia: ebbene sì, il professore ci manca molto, soprattutto in questi mesi in cui siamo costretti – per obblighi professionali – a seguire il travaglio del Partito Democratico.
Ci manca soprattutto l’apporto teorico-politico che la componente monarchica incarnata da Fisichella – approdata nel 2006 nella Margherita e nell’Unione ma poi non confluita nel Pd – avrebbe potuto dare al vivace dibattito interno del principale partito dell’“opposizione”.
Il Partito Democratico, infatti, ha saputo valorizzare ed esaltare l’incontro delle culture di origine dei partiti fondatori con altre importanti esperienze che hanno attraversato e attraversano la società italiana. E così all’interno del Pd possiamo trovare l’eredità del grande Partito comunista italiano, del popolarismo e del socialismo democratico; ma anche quella del cattolicesimo liberale e quella del cattolicesimo un po’ meno liberale (anzi, decisamente reazionario se è vero come è vero che liberalismo e cilicio hanno un’incompatibilità quantomeno estetica); quella dell’ambientalismo, del femminismo, del togliattismo, del berlinguerismo, del kennedismo, del neo-obamismo, del rivalutato craxismo, dell’europeismo, del federalismo, del laicismo e del mazzinismo (o forse del mazzinismo no; i Repubblicani europei che fine hanno fatto? Sono entrati nel Pd? Ah ma c’è ancora Bianco! E allora sì, pure del mazzinismo!); quella del pacifismo, dell’interventismo umanitario, dell’interventismo spacciato come umanitario (vedi Serbia) e dell’interventismo disumano (vedi Gaza); per non parlare del filoarabismo alla D’Alema, del filoisraelismo alla Fassino e del filoatlantismo alla Rutelli; dell’antinuclearismo alla Realacci e del filonuclearismo alla Colaninno; del filocigiellismo alla Nerozzi, del filocislismo alla D’Antoni e del filoconfindustrialismo alla Calearo; del filopacsimo alla Concia e dell’antipacsismo alla Bobba.
Insomma i monarchici alla Fisichella ci volevano proprio! Ci mancano solo loro, i nazimaosti e quelli del Fronte per la liberazione dei nani da giardino (Flng); questi ultimi però stanno trattando con Veltroni un paio di seggi per le europee. Professor Fisichella, ci ripensi! Si butti nella mischia!

(19 gennaio 2009)



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