Frères d’Italie: Giovanni Boldini e gli altri

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Il pittore ferrarese è protagonista della mostra al Chiostro del Bramante “Boldini e gli italiani a Parigi”. L’insostenibile leggerezza di un ritrattista di divinità terrene.

di Mariasole Garacci

Fino al 14 marzo 2010, la piccola sede museale del Chiostro del Bramante ospita una mostra antologica dedicata al ferrarese Giovanni Boldini e a quegli artisti italiani del suo tempo attratti dal fuoco multicolore della Parigi della Belle Époque: Giuseppe de Nittis, il pittore pugliese giunto in città nel 1867 che, unico italiano, partecipò alla prima mostra degli Impressionisti nello studio di Nadar nel 1874; l’elegante, formalmente impeccabile Vittorio Corcos, ma anche il romano Antonio Mancini, che a quel fuoco si bruciò le ali e dovette riparare a Napoli dove fu ricoverato in seguito ad una profonda crisi nervosa; il macchiaiolo livornese Serafino de Tivoli, a Parigi già nel 1855 e folgorato da Courbet e i pittori di Barbizon, e il garibaldino Federico Zandomeneghi, il venitién di Montmartre chiamato Zandò e amico di Degas, che già vicino ai macchiaioli Signorini, Fattori e Lega conosciuti a Firenze, partì per Parigi nel 1874 e lì visse fino alla morte, accordando la sua tavolozza sui toni striduli e freddi di Renoir.

Quando Boldini raggiunge Parigi nell’ottobre del 1871, sono passati pochi mesi da quella semaine sanglante che concluse il sogno della Comune in un’ecatombe, ma per il ferrarese la Ville Lumière era un miraggio così abbagliante, e altri sogni, di ricchezza e di bellezza, e altre luci, non quelle scoppiate dall’artiglieria di Mac-Mahon contro i comunardi, scintillavano sulle pastose fantasie settecentesche, quadretti di genere alla Fortuny, che Boldini prese a dipingere per il mercante d’arte Goupil. Ancora i giochi fatali di Watteau e Fragonard, ma di quello zefiro vaporoso carico di bel ésprit e malizia rimane aria fritta e carta da parati.

A Boldini, formato alla macchia di scuola fiorentina e certo al corrente fin dagli anni londinesi del lavoro di Pisarro e Monet, Argan obiettava l’incapacità “di vedere nell’arte degli impressionisti, di cui pure fu amico, più che una tecnica moderna al servizio di un virtuosismo grafico-cromatico sorprendente e affascinante”. E forse i suoi paesaggi di Étretat o delle rive della Senna, le rapide fughe di nuvole e di viali alberati contro cieli azzurri non sono che il carnet di un pellegrinaggio canonico sulle orme di Monet e Sisley, e il taglio fotografico delle scene urbane e gli studi di ballerine, esercizi su Caillebotte e Degas.

Il fatto è che Boldini cercava altro, il successo, e lo trovò dipingendo quei ritratti femminili carichi di elettricità e movimento, bellissimi, terribilmente affascinanti ma in verità odiosi, per i quali è popolarmente famoso. Pennellata larga e svelta di colore innaturale, lucido e pastoso, degna della più estenuata, sensuosa pittura veneziana o spagnola; autocompiacimento struggente e irrequieto di una femminilità sofisticata e decadente infatuata di se stessa in un momentaneo incanto; modernità disinibita e modaiola nei tagli e nelle pose: un talento brillante e spregiudicato, quello di Boldini, che indugia in un facile, corrivo e artificioso edonismo, con lo sguardo alla grande ritrattistica inglese di Reynolds, Gainsborough e Romney. Ma il trucco funziona sempre, perché condotto con innegabile genio artistico, e nel fumo del prestigiatore prende forma un’accattivante illusione di bellezza.

Da segnalare la mostra monografica inaugurata a settembre a Palazzo dei Diamanti a Ferrara, visitabile fino al 10 gennaio (dal 14 febbraio al 15 aprile al Clark Art Institute di Williamstown in Massachusetts), che attraverso un centinaio di opere in mostra illustra i primi quindici anni di Giovanni Boldini a Parigi: la produzione paesaggistica, i soggetti urbani, i ritratti e una sezione dedicata ai cavalli, croce e delizia del pittore.

Boldini e gli italiani a Parigi
14 novembre 2009 – 14 marzo 2010
Roma – Chiostro del Bramante, Via della Pace
Orario: tutti i giorni, 10.00 – 20.00; chiuso il lunedì.
www.chiostrodelbramante.it

Boldini nella Parigi degli Impressionisti
Fino al 10 gennaio
Ferrara – Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este 21
Orario: tutti i giorni, lunedì incluso: 9.00-19.00
www.palazzodiamanti.it

(30 novembre 2009)

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