Furore (M5S): “Ecco perché in Europa ho votato Von der Leyen. È Salvini l’incoerente”
Giacomo Russo Spena
Il giovane europarlamentare spiega perché – come Renzi, Macron e Merkel – il M5S ha voluto l’elezione della presidentessa alla Commissione: “Ha parlato di salario minimo e riforma di Dublino, su molti temi c’è una netta discontinuità rispetto a Juncker”. Poi ci aggiorna sulle trattative per la formazione del gruppo a Bruxelles – “avevamo quasi chiuso con la sinistra del Gue ma dopo…” – e attacca Salvini: “Sul Russiagate riferisca subito in Parlamento”.
intervista a Mario Furore
“La politica del fiato sul collo porta frutti, lo abbiamo visto a Roma e lo vedremo anche a Bruxelles. Siamo ago della bilancia in Europa”. Mario Furore non ha dubbi, si difende la strategia che ha spinti i rappresentanti grillini a sostenere, un po’ a sorpresa, Ursula Von der Leyen, la delfina di Angela Merkel. A votare contro sono stati i sovranisti di destra, i Verdi e la sinistra del GUE. Il M5S ha, invece, permesso grazie al suo decisivo sostegno l’elezione della politica tedesca.
Furore è una new entry nelle istituzioni ma qualcuno già lo chiama “il nuovo Di Battista” per il suo stile aggressivo e battagliero. Coi suoi 30 anni è l’europarlamentare più giovane, dal 2012 è attivista del Movimento 5 Stelle, foggiano, si occupa di agricoltura, turismo, cultura e antimafia sociale. Senza peli sulla lingua, più volte ha avvertito sui rischi dell’alleanza di governo con la Lega lasciandosi andare ad attacchi contro Salvini e dispensando critiche allo stesso M5S per alcuni cedimenti. Ora si trova nelle istituzioni e nel difficile ruolo di far combaciare il suo spirito irruento con la realpolitik.
Avete avuto rassicurazioni sul salario minimo, la riforma di Dublino e i cambiamenti climatici ma a leggere il curriculum di Ursula von der Leyen – delfino di Angela Merkel – la nuova presidentessa della Commissione incarna perfettamente l’establishment che ha governato l’Europa in questi anni, quell’Europa che il M5S ha sempre criticato: come replicate a chi vi accusa di mancata coerenza e di aver fatto asse con Merkel, Macron e Renzi?
Il Movimento 5 Stelle è una forza di governo, qualcuno forse lo dimentica. Siamo stati eletti per portare a casa dei risultati: più fondi europei, più investimenti nel turismo e nella mobilità sostenibile, un’agricoltura senza pesticidi, meno sprechi, meno ipocrisia nella gestione dei migranti. Insomma, noi vogliamo risolvere i problemi dei cittadini, qualcun altro invece preferisce stare a guardare. Noi non vogliamo essere spettatori di decisioni prese da altri e siamo stati coerenti con gli impegni presi dal nostro Presidente del Consiglio, ma la nostra non è una fiducia al buio. Lo scorso 2 luglio in un tweet Salvini sosteneva che a prescindere dai nomi, l’Italia sarebbe stata finalmente protagonista in Europa. Cosa è cambiato da allora? Perché ha votato No ad Ursula von der Leyen? È Salvini l’incoerente.
Mi sta dicendo, quindi, che con der Leyen intravede segnali di discontinuità e possibilità di cambiare l’Europa dall’interno? E dov’è finito il M5S barricadero e anti-Sistema?
Noi siamo una forza pragmatica. Su molti temi c’è una netta discontinuità fra Juncker e Von der Leyen. Nelle linee programmatiche presentate al Parlamento europeo c’è il salario minimo europeo, ci sono gli investimenti per una economia verde, vengono triplicati i fondi Erasmus per i giovani europei, c’è maggiore flessibilità sui conti per i Paesi membri, l’uguaglianza di genere nei posti chiave, uno schema di disoccupazione finanziato con i fondi europei, la riforma del regolamento di Dublino. Insomma, tutti temi cari al Movimento 5 Stelle. Aveva ragione Gianroberto Casaleggio, prima ti combattono poi ti copiano. Ma va benissimo così fino a quando questi impegni si trasformeranno in azioni concrete.
Da un lato c’è l’Europa dell’establishment, dall’altra l’Europa di Visegrad e dei nazionalisti Orban, Le Pen e Salvini. Voi del M5S – che in Italia siete al governo con la Lega – vi sentite più vicini ai sovranisti di Visegrad?
Assolutamente no. Chi lo dice dimentica che siamo stati gli unici a fare una battaglia a viso aperto contro l’egoismo rappresentato da certe posizioni tipiche dei sovranisti di Visegrad. Durante la scorsa legislatura abbiamo sostenuto il ‘rapporto Sargentini’ che difendeva lo stato di diritto in Ungheria e abbiamo impedito che venissero tagliati i fondi europei agli Stati che non rispettano i vincoli di bilancio dell’austerity, un emendamento sostenuto proprio dai sovranisti. Noi ci sentiamo più vicini ai cittadini.
Ma avete accantonato del tutto il progetto di uscire dall’euro? Mi ricordo l’ipotesi del referendum sostenuta negli anni scorsi dai vari rappresentanti…
La permanenza dell’Italia nell’eurozona e in Europa non è mai stata in discussione. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare il cambiamento che è iniziato con le elezioni in Italia dello scorso 4 marzo. In Europa servono politiche espansive, magari scorporando investimenti in settori chiave come istruzione, ricerca, sanità, sicurezza e infrastrutture ai vincoli di bilancio. L’economia deve essere al servizio delle persone e non il contrario.
Come procede la ricerca del gruppo parlamentare in Europa?
Siamo al lavoro. Siamo fiduciosi di far parte presto di un gruppo già esistente o di crearne uno nuovo.
È vero che siete vicini a chiudere con la sinistra rosso verde del GUE?
Confermo che siamo stati contattati da alcuni europarlamentari tedeschi della Gue con la quale i nostri europarlamentari avevano lavorato bene durante la precedente legislatura. Su lotta all’austerity, difesa dell’ambiente e salario minimo la pensiamo allo stesso modo e questo è dimostrato anche dall’andamento delle votazioni durante la scorsa legislatura: l’affinità è stata pari al 75%, ma alla fine ha prevalso la loro componente più ideologizzata e il dialogo si è interrotto.
Uno dei temi più dibattuti in Europa è la riforma del Trattato di Dublino e l’introduzione del meccanismo delle quote dei migranti. L’ex europarlamentare Elly Schlein, che nella scorsa legislatura ha lavorato in tal senso, denuncia però che il M5S e la Lega hanno boicottato il percorso di riforma: la Lega avrebbe disertato tutte e 22 le riunioni mentre il M5S avrebbe votato persino contro. Come replica a Schlein?
Di non diffondere fake news. Al Parlamento europeo nel 2017 siamo stati gli unici a difendere gli interessi dell’Italia votando contro una riforma monca e non risolutoria perché non modificava il principio della responsabilità del Paese di primo ingresso, inseriva filtri che appesantivano la procedura, lasciava al Paese di prima accoglienza la gestione dei migranti economici che sono la stragrande maggioranza di quelli che arrivano. Con il nostro No, e la ferma posizione del governo Conte in Consiglio, abbiamo evitato un autogol clamoroso per il nostro Paese. Crediamo, invece, che sia un buon punto di partenza la proposta portata in Consiglio Affari esteri dal nostro Ministro Moavero: su porti franchi, condivisione degli oneri della gestione dei flussi, ricollocamenti obbligatori, corridoi umanitari com
e mezzo di contrasto ai trafficanti di esseri umani e maggiori investimenti per prevenire le cause dell’immigrazione, dall’Italia arriva una proposta seria, apprezzata dalla Commissione e dal governo tedesco.
Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, accresce il suo consenso personale con una propaganda martellante sulla pelle dei migranti e fomentando un clima di odio e di paura nel Paese. Voi del M5S non vi sentite complici quando votate i suoi decreti sicurezza (al limite della costituzionalità) e lo sostenete nella lotta alle Ong o per i porti chiusi?
Non condivido l’impostazione della domanda. È sicuramente vero che troppo spesso si fa un uso improprio dei social e così si rischia di alimentare un clima di odio del prossimo che è assolutamente deprecabile. Il nostro obiettivo è quello di ridurre questi sbarchi illegali che ingrassano le tasche dei trafficanti di uomini e mettono a rischio la vita stessa dei migranti. Ecco perché la proposta Moavero va nella giusta direzione. Sarebbe meglio fare meno propaganda e più fatti.
Già in passato ha avuto il coraggio di criticare a gran voce Salvini il quale, in questi giorni, sta dando il meglio di sé scavalcando il ruolo istituzionale del premier Conte incontrando le parti sociali e, soprattutto, con l’affaire Moscopoli…
Siamo molto diversi dalla Lega, la reazione ai casi Siri e Savoini lo dimostra. Con noi sarebbero stati subito fuori, Salvini invece li invita ai tavoli che contano. Per noi deve chiarire in Aula senza tergiversare.
Ma il vaso non è ancora colmo per voi del M5S?
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