Gabrielli: “Scorrettezza, arroganza e preconcetti”. La controreplica di Pellizzetti

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Egr. dott. Pellizzetti
con ogni evidenza, la Sua arroganza è nutrita da preconcetti nei miei confronti che mi rendo conto sono assai difficilmente scalfibili da una corretta valutazione di quanto Le ho precisato. Il mio era un invito ad entrare nel merito, e cioè nel contenuto della proposta di legge: è da lì che si può giudicare il mio asservimento o meno alle istanze di Totò Cuffaro. No, Lei preferisce argomenti che, pur privi di ogni possibile dimostrazione, costituiscono riprova della mia malafede: eredità di "contratti capestro" (?), controllo ipercementificatore (?), tecnici da me allevati(?), ecc. Sarebbe interessante darle la possibilità di prova, il che sarebbe intellettualmente più corretto che non il lanciare generiche accuse. Cosa dovrei smentire?
Vede, caro Pellizzetti, non posso che subire la circostanza che avrà comunque Lei l’ultima parola e temo, a meno di un segnale di smentita, di non potermi aspettare da lei una corretta impostazione di dialogo.

Bruno Gabrielli

Egregio architetto, un piccolo assaggio per andare subito al sodo (circa le sue carinerie tipo “scorrettezza, arroganza e preconcetti”, abituali retoriche nelle repliche da nume offeso, non ho tempo di prestare loro attenzione):
A. ciascuno è libero di accettare le commesse che crede. Se la prenda con se stesso se poi il suo nome viene accostato a quello del committente. Nel caso in questione “Vasa-vasa”. A questo si riduceva la mia osservazione. La sua reazione (e una storia genovese decennale) ora inducono a pensare ben altro.
B. “cementificatore”. Che altro dire del responsabile (con il sindaco Pericu) dello scempio di Fiumara, un’area preziosa tra porto, tessuto industriale e recupero a uso urbano, consegnata alle Coop per farci multisale e ipermercati come cattedrali del consumo, oggi terreno di caccia delle bande etniche? Che altro dire dell’ideatore dell’ineffabile delibera per cui sbanchi nelle zone periferiche degradate e poi concedi le volumetrie liberate alla speculazione nelle zone residenziali di più alto pregio? Anche qui, se si risente di tale appellativo se la prenda con se stesso.
C. la sindaco Vincenzi dichiara che non può fermare il progetto di costruire un autosilos nel parco dell’Acquasola (antico tempietto dei liguri e polmone verde del centro cittadino) in quanto prigioniera dei contratti con le imprese costruttrici stipulati dalla precedente amministrazione (cioè da lei). Se la cosa le procura risentimento si rivolga alla sindaco.
D. i tecnici cresciuti alla sua scuola sono quelli che – tra l’altro – avevano dato parere favorevole alle lottizzazioni di via Puggia, via Majorana e al Forte di San Martino. Tutte bloccate da sentenze del TAR. Incompetenza o che altro? In questo caso siamo noi cittadini genovesi che dovremmo prendercela con chi ora li ha mantenuti al loro posto, ma anche con chi li ha utilizzati e coltivati.
E. se poi si risente perché i sussurri su queste vicende che da tanto tempo circolavano nelle penombre cittadine sono diventati dibattito alla luce del sole, ebbene qui può prendersela direttamente (e giustamente) con me.

Pierfranco Pellizzetti

(19 giugno 2008)



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