Gelmini, Facebook e le notizie “infiltrate”
Carissima MicroMega,
cercando qua e là informazioni aggiornate sulle proteste in corso nelle scuole e nelle università italiane, mi sono imbattuta in questa curiosa coincidenza di notizie sul sito dell’agenzia ANSA, in data 27 ottobre: si dice, in contemporanea, sia dell’intervista rilasciata al "Corriere" (pubblicata il medesimo 27 ottobre) dal ministro Gelmini, sia di una sorta di controprotesta apparsa su Facebook. Da parte dell’Ansa si riportano, tra altre, tali parole del ministro: "Gli studenti in Italia sono 9 milioni. Coloro che protestano, alcune migliaia. Le facoltà occupate sono pochissime. E in molte, gli studenti ricacciano indietro gli occupanti. Non immagina quanti messaggi ricevo da studenti stanchi di slogan vecchi e di professori militanti".
Relativamente poi alla controprotesta su FaceBook, la notizia Ansa cita alcune frasi tratte da quel sito, frasi di studenti contrari appunto alle occupazioni. Si riporta, ad esempio: "gli studenti italiani sono 9 milioni e sole poche migliaia protestano"; "credo sia un sopruso che pochi facinorosi impediscano agli studenti di seguire le lezioni".
Ora, si noterà la grande coincidenza tra le parole del ministro Gelmini sui supposti numeri degli studenti protestanti e la frase riportata da FaceBook. Curioso, e in contemporanea. Viene da pensare che l’autore della protesta su FaceBook abbia letto il Corriere stamane e sia poi subito corso sul sito Internet a riportarvi i numeri dettati dalla ministra . Non sono iscritta a Facebook, ma sarebbe interessante osservare la tempistica del tutto, per così dire…
Noto poi, nell’altra frase riportata dall’Ansa, la presenza dell’aggettivo sostantivato "facinorosi", utilizzato insistentemente da alcuni giorni a questa parte da Berlusconi per riferirsi a gruppi di studenti che, a suo dire, sarebbero appunto solo "facinorosi".
Curioso.
Così come è curiosa la generale forte analogia di contenuti, sul sito Ansa, tra le parole della ministra e le altre estrapolate da Face Book come esempio di controprotesta. Stessi tempi, stessi contenuti, a volte anche stesse parole.
Forse sono solo citazioni di fedelissimi che con fiducia inossidabile e cieca (senza cioè leggere i documenti parlamentari e senza "sbugiardare" con i dati alla mano, i documenti alla mano, i colleghi che protestano) preferiscono dare per buono tutto ciò che proviene dall’alto. Ma questi sono cattivi studenti, perché non verificano quanto viene loro detto e non esercitano quello spirito critico, ragionato e fondato, che ogni buono studente sa e deve esercitare. Apprendere acriticamente non è apprendere.
O forse è ancora altro.
Su Facebook, si sa, possono andare tutti, e farsi passare per chissà chi. Anche il mio cagnetto Bukbuk può iscriversi a Facebook e raccontare di essere il gatto Miumiu. E se io fossi giornalista, sia pure del sito Ansa, dovrei porre un po’ di attenzione a quanto trovo colà scritto, non prendere tutto e subito per oro colato, insomma, e andarci anche piano a costruirci una notizia. Se fossi scrupoloso e indipendente.
Potrebbe esserci una regia dietro a tutte queste notizie simili e che, guarda caso, escono in contemporanea.
Somiglia a un tentativo mediatico di gettare fango su questi ragazzi che protestano, per cominciare a screditarli, delegittimarli, isolarli, emarginarli facendoli passare per quello che non sono: dei facinorosi, appunto. Un tentativo di sollevare l’opinione pubblica contro di loro, di metterli in minoranza. Una costruzione del dissenso contro di loro, insomma.
A ciò aggiungiamo un articolo apparso ieri su "Il Giornale, nel quale si afferma che a guidare la rivolta sarebbero, in alcuni casi, studenti fuori corso, infiltrati, alcuni in odore addirittura ( o naturalmente) di simpatie/legami con le BR.
E allora viene in mente che Cossiga, qualche giorno fa, nelle sue tante vergognose parole che abbiamo sentito, ha di nuovo agitato il fantasma delle BR.
La nota del Viminale di mercoledì 23 ottobre 2008 (leggibile sul sito del Ministero dell’Interno), poi, conferma le parole di Berlusconi sull’utilizzo di agenti di polizia, ovvero conferma la possibilità che le Forze dell’Ordine intervengano con "fermezza e determinazione nel prevenire qualsiasi tipo di degenerazione violenta".
Insomma sembra tutto un gran metter le mani avanti.
E quel "qualsiasi tipo di degenerazione violenta" contenuto nella nota del Viminale non può non richiamare alla mente che il presidente del Consiglio ha definito le occupazioni "una violenza".
Insomma, sembra vi sia una sorta di filo delle parole, che conduce all’impressione netta che sia cominciata l’offensiva mediatica, che a sua volta potrebbe preparare il terreno a un’altra eventuale offensiva, meno mediatica, meno mediata e più diretta.
Vedremo quel che succederà nei prossimi giorni, soprattutto giovedì 30 ottobre, giorno dello sciopero nazionale della scuola.
Speriamo che non vi siano infiltrati (ma han già messo le mani avanti: hanno detto che ci sono, e che sono in rapporti di simpatia con le BR).
Speriamo non vi siano incidenti e manganellate: ma han già detto che le manganellate saranno sacrosante.
Speriamo che questi ragazzi che protestano non si lascino imbrogliare da tutto questo concerto di parole e azioni contro di loro: sono ragazzi in gamba, al contrario di quanto Qualcuno da qualche giorno vorrebbe farci credere.
Sono ragazzi che leggono e si documentano e che non sono facilmente sbugiardabili e manovrabili, perché a certi slogan governativi sanno contrapporre la fermezza e la decisione di chi sa cosa contengono davvero quei documenti parlamentari come la legge 133 e il decreto Gelmini. E sanno che in sede di discussione alla VII Commissione della Camera c’è attualmente il progetto di legge dell’onorevole Aprea, il quale ruota tutto attorno allo smantellamento totale della scuola pubblica e statale.
Gli infiltrati ci sono già da ora, in realtà: sembrano individuabili nelle notizie diffuse ad arte da certi giornali e da certe agenzie di stampa, al servizio di Chissà Chi.
Maria Teresa Marchesini
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