Gianni Vattimo: Prima le lotte

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Lista civica? No grazie, sarebbe la mia prima risposta. Che posso cercare di circostanziare quando saprò qualcosa sulla legge elettorale in corso di elaborazione da parte di quel genio (del male!) di Calderoli. Ma davvero mi domando a che serva. Per esempio, e ammesso che la legge elettorale non sia più iniqua di quanto già si immagina, a che servirebbe? Io credo anzitutto a permettere ad alcuni di noi di non fare ancora la scelta dell’astensione, che sembra la più ragionevole in queste condizioni. Se Di Pietro si presenta, magari pure apparentato (o come si dice) con il baraccone del PD, io credo che lo voterò, magari la legge elettorale lo favorirà: scomparendo tutte le infelici sinistre arcobaleniche i poveri disgraziati come noi non avranno altro santo a cui votarsi. Oltre a questo servirà a qualcosa avere alcuni di dipietristi al Parlamento europeo? Temo proprio di no, a parte la conquista di un piccolo “diritto di tribuna”, peraltro in una cassa di risonanza sempre più sorda e screditata. E temo che alla fin fine, a parte Di Pietro che è ormai un politico professionista rispettabile, chi entrerà nelle liste? Qualche residuato di sinistra più o meno estremista (posso essere tentato persino io, ma resisterò) che però, per il solo fatto di concorrere ancora a una elezione nella situazione di degrado in sui siamo, finirà per perdere anche la poca credibilità che ancora forse gli resta. Ma gliene resta? La permanente divisione delle sinistre è ormai chiaramente per tutti, salvo i membri grandi e piccoli della casta, un affare di gruppi dirigenti che non vogliono perdere le loro piccole porzioni di potere. Di ideale, ma nemmeno di ideologico, lì non c’è niente. Non sarebbe meglio saltare un giro? Capisco che per molti ex-eletti o comunque piccoli dirigenti di sinistra è una questione di sopravvivenza; fortunatamente o sfortunatamente non sono tutti ricchi come quelli di destra, e per lo più hanno perso i loro lavori, quando ce li avevano. Dunque, pieno rispetto per le loro motivazioni, se sono queste, come credo nella gran parte dei casi. Ma per il resto, la mia attenzione alla lista civica sarà una disincantata attenzione da elettorato attivo, se c’è la voterò – sempre che davvero escluda personaggi impresentabili o professionisti della trombonaggine. Capisco anche chi senza essere né un trombone né un professionista attaccato al mestiere, come certo non è Paolo Flores, la pensa come un’ultima occasione di intervenire in politica. Io non ci credo, la situazione richiede altri tipi di iniziative (Ahi: benaltrismo?), una più o meno lunga astinenza da seggi e parlamenti e una partecipazione a lotte di base (No Tav, No Dal Molin ecc.). Non dobbiamo nemmeno per un momento far credere che crediamo che in Italia ci sia una democrazia “normale”. Con questo screditeremmo anche la partecipazione alle lotte. In una manifestazione di strada (è successo a Napoli poco tempo fa) la sola apparizione di un deputato, sia pure di sinistra, suscita – giustamente, purtroppo – fischi e espressioni di disapprovazione. Non bisognerà tener conto di tutto ciò?
Gianni Vattimo


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(6 ottobre 2008)



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