Gino Strada: Chi impone scelte di guerra tradisce la Costituzione

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Pubblichiamo il messaggio di solidarietà inviato dal fondatore di Emergency ai cittadini di Vicenza che si oppongono alla costruzione della nuova base militare.

di Gino Strada

Cari amici, alla sensibilità di Emergency l’imposizione di una struttura militare risulta impensabile: perché è un’imposizione e soprattutto per la ragione elementare e decisiva che si tratta di una struttura destinata alla guerra.
Nel caso di Vicenza, non c’è spazio nemmeno per le ipocrite metafore che il ricorso alle armi sia destinato a difendere la pace: una menzogna cui si contrappone la verità delle morti e delle sofferenze che la cronaca quotidiana ci fa conoscere dall’Afganistan e dall’Iraq.
Queste notizie di ogni giorno, non fantasiose eventualità future e remote, rivelano la natura, il senso e lo scopo di un insediamento militare.
Il rispetto per ogni persona non può tradursi nell’apprezzamento per ogni scelta.
Voi vi opponete – noi insieme ci opponiamo – a decisioni di presidenti e ministri che, assumendo il loro incarico, hanno giurato di essere fedeli al «ripudio della guerra» che sta alla base della nostra convivenza.
Dove risieda la legittimità e la legalità in questo caso non è possibile dubitare.
Per parte nostra, non abbiamo bisogno di giuramenti pubblici e solenni.
Sentiremmo di tradire la nostra lealtà agli impegni di cittadini se consentissimo a violare la Costituzione.
Più ancora, tradiremmo noi stessi, le nostre convinzioni e la nostra umanità se non ci opponessimo ad azioni e situazioni che favoriscono la guerra.
Un insediamento militare, anche nei momenti in cui non fosse soggetto attivo di azioni di violenza, com’è invece nella sua natura, sarebbe in ogni caso una costante operazione di incultura e di inciviltà.
Violare la storia e l’arte di una città non sarebbe soltanto una profanazione del passato e del presente: sarebbe un’ipoteca negativa sul futuro, una soppressione di speranza.
Il rifiuto che da lungo tempo Vicenza e con essa moltissimi italiani oppongono a questa “invasione armata” non nasce certo da qualche appartenenza a qualche schieramento partitico e politico.
Il «no» alla base militare al Dal Molin è un «no» alla guerra, alla sopraffazione e alla violenza.
Non siamo nemici di uno Stato «straniero» o di un’alleanza.
Non conosciamo un’umanità distinta o divisa in stranieri, nemici o alleati.
Conosciamo e riconosciamo l’umanità come unica, unita e fraterna.
Non ci coinvolge la rivendicazione astratta di identità nazionale o territoriale.
Nel difendere Vicenza ci sentiamo cittadini del mondo, che vogliamo proteggere dalla distruzione.
La fedeltà e l’attaccamento che esprimiamo non sono destinati a un luogo, ma sono rivolti all’amicizia e alla pace, all’umanità di oggi e al suo futuro.

(2 ottobre 2008)



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