“Giornate della Laicità” al via. La presentazione di Paolo Flores d’Arcais
di Chiara Cabassa, da La Gazzetta di Reggio, 15 aprile 2011
REGGIO. «Purtroppo questo festival, ancora prima di iniziare, vanta già il record delle polemiche e delle menzogne». Così Paolo Flores d’Arcais, ieri mattina all’Università, ha ufficialmente dato il via alle Giornate della Laicità affiancato dall’assessore Franco Corradini e da Adriano Vignli e Giorgio Salsi di Iniziativa Laica. Tornando ai primati, questo festival ne può vantare almeno un altro: «E’ il festival più povero ad essere stato organizzato in Italia _ continua Flores d’Arcais _ se pensiamo alle oltre venti iniziative previste e all’importanza dei relatori: iniziative di questo tipo costano mediamente dieci volte di più». Peccato che, tra record e primati, a tenere banco siano state «le critiche su qualche soldo pubblico sprecato» oltre alle «polemiche raccapriccianti e pretestuose» che portano lontano dal significato di queste Giornate Laiche.
«Ho letto interventi _ puntualizza d’Arcais _ che farebbero impallidire Orwell. Abbiamo invitato quindici cardinali da Ruini a Bagnasco a Tettamanzi, il direttore di Avvenire e quello della stampa vaticana, e l’elenco potrebbe proseguire. Tutti hanno risposto di no. Peccato, perché per ognuno degli appuntamenti, ci sarebbe potuto essere un vero dialogo nel senso di due logoi che si confrontano. Non un minuetto diplomatico ma un vero confronto. Poi leggo sull’Avvenire: »Questi laicisti che non vogliono il dialogo«. Una menzogna». Eppure lo stesso Flores d’Arcais, il 21 settembre del 2000, si confrontò con il futuro Papa Joseph Ratzinger al teatro Quirino davanti a oltre duemila persone: quel dialogo fu trascritto nel capitolo «Controversia su Dio» che conclude il volume «La sfida oscurantista di Joseph Ratzinger».
«Si è passati _ spiega d’Arcais _ dal sistematico sì al sistematico no». Il perché sarebbe da chiedere agli autori del grande rifiuto ma il direttore di MicroMega una spiegazione ce l’ha: «Dal punto di vista politico, la Chiesa in questi anni è arrivata a detenere un monopolio. Stando così le cose, un qualsiasi confronto non può che arrecarle danno. Se si ha un monopolio senza essere passati dal contraddittorio, non conviene dialogare: è più confortevole il monologo». La reazione della Curia reggiana alle Giornate della Laicità? «Corrisponde al rifiuto messo in atto dalle alte gerarchie ecclesiastiche. Anche se risulta difficile capire perché debba avere paura chi da un lato è convinto di avere la Verità in tasca e dall’altro è consapevole del suo monopolio».
Ma se è vero che la Chiesa ha risposto picche, è altrettanto innegabile come l’intellighenzia laica reggiana, così come una certa sinistra che si definisce laica, ben poco abbia fatto per sostenere le ragioni delle Giornate della Laicità. «In questo caso parlerei di strumentalizzazione _ dice d’Arcais _ o di bassa cucina politica. Anche le Giornate laiche sono diventate un pretesto per polemizzare guardando oltre, magari alla prossima tornata elettorale o a qualche nuova poltrona». Lo stesso errore che ha portato a «fermarsi sul titolo dell’incontro dedicato al crocifisso senza entrare nel merito delle tematiche proposte, dalla laicità alla bioetica alla democrazia».
Quanto al Comune e alla Provincia di Parma che prima hanno dato e poi hanno tolto la sponsorizzazione alle Giornate in base ad un «ordinamento» che vieterebbe di contribuire economicamente ad iniziative dove «non c’è un equilibrio ideologico»: «Quante sono in Italia ogni anno _ si chiede d’Arcais _ le iniziative che si basano su sponsorizzazioni pubbliche?». Per concludere: «In Italia c’è un disprezzo per la cultura che fa rabbrividire… Inutile meravigliarci quando non veniamo considerati all’estero».
Sia Adriano Vignali che Giorgio Salsi sottolineano un elemento sul quale riflettere: «Se guardiamo a Modena con il suo festival della Filosofia o a Piacenza dove i festival sono ben due, della Teologia e del Diritto, ci accorgiamo che in quelle città le iniziative culturali sono diventate il logo delle città stesse. Un qualcosa che le contraddistingue. Che richiama turismo. E porta denaro». Evidentemente alle istituzioni reggiane questo «ritorno d’immagine e di risorse» non interessa.
«Reggio _ concude Vignali _ è stata in altri tempi una capitale dell’avanguardia culturale. Pensiamo ai socialisti e al loro forte anticlericalismo, e ancora quello che culturalmente accadde nel periodo in cui sindaco di Reggio fu Renzo Bonazzi. Dopo anni di silenzio, le Giornale delle Laicità potrebbero rappresentare la rinascita».
(15 aprile 2011)
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