Tutti son nel Regno Unito
al G20 e il nostro mito
dice che non servirà:
“Qualche cosa si farà,

ma decisamente poco.
Quel che conta è il grande gioco
che sarà da me condotto
in Sardegna col G8.

Sol bazzecole qui a London
con Elisabetta e Gordon,
ci vorrà la Maddalena
per sanare la cancrena

della turbo-economia,
in Sardegna, a casa mia!
No, nessun bilaterale,
con Barack, è naturale,

è già tutto molto chiaro.”
Mente come un marinaro.
Passa un giorno ed al G20
risultati sorprendenti,

poiché fra i mondial capoccia
una soluzione sboccia
per uscire dal pantano,
alla faccia del caimano,

il qual, sempre raffinato,
ai cronisti ha raccontato:
“Abbiam lavorato duro
perché sia il nostro futuro

da doman meno malmesso,
mentre stava dentro il cesso
dei ministri la congrega.
A Barack dissi: “Collega,

devi darti un po’ da fare
poiché questo brutto affare
è del tutto colpa vostra!”
Poi il Berlusca ha messo in mostra,

dopo la foto di rito,
quel suo habitus compito
per il qual ha giusta fama:
“Ehi Barack, mister Obama!…”

ha gridato e Elisabetta
per lo strappo all’etichetta
si è stupita domandando:
“Di chi è l’urlo nefando?”

E’ di Silvio, Vostra Altezza.
Suscita gran tenerezza
la sua foto sui giornali
fra i due capoccion mondiali,

Medvedev alla sua manca
ed Obama che lo affianxca
sulla destra, sorridente.
Silvio, fortunatamente,

non fa il gesto ch’è il suo vanto,
ma alza il pollice soltanto.
Questa volta niente corna
né col dito medio adorna

dei due boss la testolina.
Gli avrà detto la regina:
“Alla prossima che fai
dalla reggia te ne vai!”

(5 aprile 2009)



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