“Gli ‘eredi’ di Pannella ci vogliono sfrattare”

Carlo Troilo

, Associazione Luca Coscioni

E così gi “eredi di Pannella”, guidati da Maurizio Turco, leader del “Partito Radicale Non violento Transnazionale e Transpartito” – PRNTT, danno lo sfratto dalla storica sede di via di Torre Argentina a Radicali Italiani ed alla Associazione Luca Coscioni, portando alle estreme conseguenze lo scontro verificatosi al congresso di fine ottobre, svoltosi nel carcere di Rebibbia.

In sintesi, i motivi principali della drastica decisione – che vieterebbe l’ingresso a Torre Argentina perfino ad Emma Bonino e a storici dirigenti radicali come Gianfranco Spadaccia – sono due:

1)     Le due associazioni non si attengono ai temi “storici” ed esclusivi del PRNTT (la giustizia, il carcere, il diritto umano alla conoscenza e il federalismo europeo) e si occupano anche di temi strettamente italiani
2)     “Radicali Italiani”, malgrado la più volte ribadita decisione del PRNTT di non partecipare “in quanto Radicali” alle elezioni politiche e amministrative, hanno presentato liste alle regionali lombarde e laziali.

Turco e i suoi accusano anche i Radicali Italiani di creare confusione fra i simpatizzanti, molti dei quali, ingannati dal nome, si iscrivono alla associazione di Riccardo Magi invece che al PRNTT.

Se portata avanti fino in fondo, questa decisione “di sfratto”, a mio avviso, condurrà alla estinzione del PRNTT o alla sua trasformazione in un malinconico “Pannella Memorial”. Del resto, Turco ha già annunciato lo scioglimento se non si giungerà a 3.000 iscritti nel 2017: un obiettivo del genere si caelum digito tetigeris, visto che al momento gli iscritti non arrivano a 1.000 e che la tessera costa 200 euro l’anno.

Al tempo stesso, costringendo le due associazioni minacciate di sfratto a cercarsi una nuova sede, creerebbe loro serie difficoltà organizzative ed economiche.
Per non parlare della minaccia di cambiare il palinsesto di Radio Radicale per dare più spazio al PRNTT. E così, dopo la TV (quella “di stato” e quella privata) anche quella che io giudico la più bella “creatura” di Marco Pannella diventerebbe una “voce del padrone”.

Vorrei dire la mia su questa ennesima vicenda di “scissione dell’atomo” tra le forze politiche riformiste.

Militante socialista dai 18 anni (1956), conobbi Marco Pannella e Gianfranco Spadaccia all’inizio degli anni Sessanta. Con loro ed altri compagni del PSI, PCI e PSDI demmo vita al CUSI, Comitato per l’Unità della Sinistra Italiana (beata ingenuità!).
Da allora sono sempre stato un ammiratore di Pannella ed anche un suo amico: una amicizia favorita dalla comune matrice abruzzese e dalla ammirazione di Marco per la “Brigata Maiella”, di cui mio padre fu fondatore e comandante. Esattamente due anni fa sono stato con lui a Teramo per la sua laurea ad honorem e gli ho dedicato sul “Centro” una intera pagina.
Né ho mai avuto problemi con il PRNTT, a cui sono stato iscritto per diversi anni, le ultime volte nel 2013 e 2015. In particolare, sono un estimatore di Rita Bernardini per il suo strenuo impegno sulle carceri e mi sono offerto di darle una mano, con i miei corregionali, per ottenere il meritatissimo incarico di garante regionale dei detenuti.

Per queste ragioni, posso permettermi di muovere alcune critiche a Turco ed ai suoi seguaci (per Pannella, vale la regola del “mors omnia solvit”. E forse è giusto fare anche autocritica: sarebbe stato doveroso, se non avesse giocato a suo favore il metus reverentialis che egli ispirava, dirgli al tempo giusto che forse sbagliava qualcosa, e che conduceva i suoi fedelissimi a sbagliare con lui).

Ed ecco le mie osservazioni critiche.

1)    Turco e i suoi – sulla scia di Pannella – si sono lasciati prendere da una insensata gelosia per i giovani e dinamici dirigenti delle due organizzazioni che ora vogliono “sfrattare”, non capendo che il loro successo, maggiore di quello del PRNTT, é dovuto proprio alla scelta di andare al di là dei temi “obbligati” del vecchio partito, non sufficientemente attrattivi per l’elettorato riformista, occupandosi anche di scelte di fine vita, fecondazione assistita, sanità, obiezione di coscienza dei ginecologi, disabilità, ma non trascurando per questo il pannelliano “impegno “transnazionale” su temi come la droga e la libertà di ricerca scientifica (su quest’ultimo tema, caro a Luca Coscioni, l’associazione che prende il suo nome organizza ogni anno un “congresso mondiale” che la impegna a fondo anche dal punto di vista finanziario).

2)     Nel 2008, dopo la caduta del governo Prodi e prima delle elezioni che portarono al quarto governo Berlusconi, Pannella “trattò” con Veltroni l’inserimento nelle liste del PD di una “delegazione radicale” ed ottenne l’elezione di 3 senatori (Bonino, Perduca, Poretti) e di 6 deputati (Bernardini, Beltrandi,Turco, Farina Coscioni, Mecacci e Zamparutti). Nella rosa di nomi portata a Veltroni (non tutti di grande livello) non c’erano quelli di alcuni dei più brillanti dirigenti di “Radicali Italiani”, come il giovane “emergente” Riccardo Magi, o della Associazione Coscioni: da Mina Welby (che avrebbe quasi raggiunto nelle preferenze i record di Andreotti) a Marco Cappato ed a Mirella Parachini, per una vita compagna di Marco, ma forse troppo impegnata con l’Associazione Coscioni. Pannella smentì così, con la formula della “delegazione radicale”, proprio l’impegno del PRNTT a non partecipare ad elezioni in Italia. E cominciò (già nove anni fa !) a dimostrare la sua ostilità per Cappato, Magi e le loro brillanti “creature politiche”.

3)    Ultimato il mandato parlamentare, Turco, Coscioni e Bernardini divengono i più aspri critici di Radicali Italiani e della Associazione Coscioni ed iniziano le manovre per “sfrattarli”

4)    Maria Antonietta Coscioni, dopo essere stata presidente della associazione che porta il nome di suo marito, si dimette e dà vita ad un fantomatico “Istituto Luca Coscioni”

5)    Maurizio Turco presenta un esposto per attivare una indagine sulla liceità della ammissione della Associazione Coscioni fra i soggetti legittimati a concorrere per l’8xmille: una iniziativa che per fortuna non ha “successo” perché invece tutto è in regola. Perdere queste risorse avrebbe provocato una crisi drammatica e forse anche la chiusura di una organizzazione radicale cui tutti, avversari compresi, riconoscono impegno civile e concreti risultati. Recentemente, ho chiesto a Turco il perché di questa sua iniziativa. Mi ha risposto con cortesia ma con argomentazioni “savonaroliane” fuori misura anche per il più radicale dei radicali

Per concludere, come si dice nelle liti fra bambini, “sono loro che hanno cominciato”. E ora, ci vogliono pure “sfrattare”.
E’ davvero un peccato che la gloriosa storia radicale finisca nei gossip giornalistici e magari nelle aule dei tribunali.
Ma se così vogliono gli “eredi di Pannella”, facciano pure. Il tempo, che è galantuomo, sancirà la follia e l’indegnità della loro scelta.

Radicali Italiani ed Associazione Luca Coscioni continueranno nelle loro battaglie per rispondere ai quotidiani e drammatici problemi de
l nostro Paese: dal rafforzarsi di forze politiche populiste, razziste ed intimamente fasciste, al dilagare delle vecchie e nuove povertà ed emarginazioni sociali, alla inumana fatica per superare le resistenze clericali, al tentativo di conquistare nuovi, elementari diritti civili, realtà scontate da tempo in tutti gli altri paesi europei.

(25 febbraio 2017)



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