Ground zero

MicroMega

Pd, prima direzione.
Dario fa una relazione
ch’è pacata e assai prudente,
il casin tanto è evidente

da evitar altri contrasti
per non aumentare i guasti,
ma Veltroni, il segretario,
non la pensa come Dario

e abbandona la prudenza:
“Il partito è un’indecenza,
un po’ troppo discutiamo
ma mai nulla decidiamo,

discussioni a non finire
posson pur farci morire…
E poi, basta pugnalate!
Dal partito del magnate

abbiam questo da imparare:
in silenzio e lavorare!
Chi è venuto fino qui
ha sperato che il Pd

fosse un vergine terreno,
l’ha trovato, invece, pieno
di bicocche, di casette,
di stamberghe, di villette,

di spelonche, di tuguri,
di casupole e abituri,
personali pensatoi
dove ognun fa i cazzi suoi,

ogni giorno alzando i toni.
Le chiamiamo Fondazioni,
ma in realtà sono correnti
e si sa che son potenti

se restiamo in alto mare.
Ora è tempo di approdare,
di raggiungere una meta.
Mentre tutti sono a dieta

perché in tasca non han niente,
mescoliamoci alla gente,
ascoltiamone i bisogni,
prima che il Pd sbologni!”

Finalmente il sognatore
s’è svegliato dal torpore,
più non sogna le riforme
fatte col caiman che dorme,

visto che questo caimano,
già dormiente nel pantano,
ora nuota assai spedito
sulle orme di Benito.

La preoccupazione è un’altra,
controllar la coppia scaltra
che si appresta a far sfracelli:
l’ineffabile Rutelli

che con i suoi coraggiosi
gli Udc vuol come sposi
ed il solito problema
che ha nom Massimo D’Alema.

Se Veltroni non inciucia,
c’è D’Alema che già brucia
dalla voglia di provare
nuovamente ad inciuciare.

E noi che facciamo qui?
Aspettiamo che il Pd
si trasformi in un partito
democratico ed unito,

anche mini, piccolino,
dove, senza far casino,
sia un solo l’obiettivo:
un caiman dei denti privo.

Una nuova Resistenza
per far fuori Sua Indecenza
che fu al venticinque aprile
ovviamente sempre ostile.

(18 luglio 2008)



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