Homo eticus o Homo bacchetonicus?

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C’è chi strombazza dalle pagine di un tempo onorevole quotidiano una morale stridente, che ha il sapore amaro ed al tempo stesso fanciullesco di un “è stato prima lui!”, la frase tipica che un bambino riferisce all’adulto che lo rimbrotta per aver attaccato briga con un compagnuccio di giochi. Anche il Giornale di Indro Montanelli avrebbe permesso di far campeggiare tra le sue pagine una foto di (a quanto sembra) Nichi Vendola ignudo, ancora ragazzo e felicemente zompettante sulle spiagge calabresi? Viene da rispondersi di no, che solo una mente intimamente pregna del modo berlusconiano di somministrare l’informazione avrebbe potuto. E la risposta probabilmente è quella corretta, osservando che l’articolo è apparso stamani si, sul Giornale, ma su un Giornale evidentemente orfano del grande Indro davvero da troppo, troppo tempo. E sotto la famiglia Berlusconi dal lontano ’79 per la precisione, anno in cui è stata scattata la foto in questione. Sarebbe davvero curioso sapere se è solamente un deja vu, e se un articolo del genere fu dato alle stampe anche all’epoca.

Ultimamente c’è una certa confusione nell’uso dei termini etica, morale, ed affini. Quando il Presidente del Consiglio dei Ministri di una democratica nazione occidentale addita i suoi contestatori per la loro predicazione di una Repubblica della Virtù, giudicata dai “toni puritani e giacobini, una repubblica autoritaria, il contrario di un sistema fondato sulla libertà, sulla tolleranza, su una vera coscienza morale pubblica e privata”, andrebbe forse sottolineato come una repubblica della virtù sia una cosa buona, e non deprecabile. E, ancor di più, qualcosa a cui soprattutto una carica pubblica non dovrebbe sottrarsi, anche se la rima tra “etica” e “politica” sembra ormai andata persa. Da tempo.

C’è forse del sensato nel confrontare la foto scolorita di un ragazzo ancora lontanissimo dal diventare leader politico che, per protestare contro un sistema tracimante di pregiudizi contro il mondo omosessuale (allora come adesso), decide di accodarsi ad una goliardica manifestazione del dissenso in desabillè, e l’immagine di un Premier che, anche se non immortalata da un obbiettivo fotografico, è chiamata in causa dai magistrati e dall’evidenza per rispondere di comportamenti aberranti dall’etica? Non dev’essere il corpo nudo di un Vendola o un chicchessia a scandalizzare, perché il corpo in se non è affatto scandaloso, ma lo strumento che ci è stato dato per affrontare questo mondo in cui siamo immersi. C’è semmai da inorridire dell’uso che si può arrivare a fare di questo nostro corpo, del nostro e di quello altrui, privandolo della dignità che gli spetta come sta facendo Berlusconi; e non solo con dei corpi fisici, il suo e quello delle sue concubine, ma anche il corpo di un’Italia frustrata fin nell’anima.

Una differenza, chiaramente intuibile, intercorre tra l’essere una persona etica ed una bacchettona, con indosso i paraocchi di una falsa morale; e neanche all’informazione quotidiana suggerita e stravolta dall’impero mediatico di Berlusconi dovrebbe essere permesso confonderne i termini.

Luca Aterini

(15 febbraio 2011)

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