I “doveri” di Repubblica

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Su Repubblica di ieri il direttore Ezio Mauro ha scritto un editoriale in tutto condivisibile in cui, fra l’altro, lamenta la scomparsa in Italia di una pubblica opinione democratica. Nel dire questo non pensa però che una parte notevole della responsabilità per questo problema l’hanno giornali come il suo e come l’Espresso che, da un po’ di tempo, precisamente da quando hanno cominciato a sostenere Veltroni a spada tratta, sembrano aver dimenticato di fare il loro mestiere che pure tanto bene hanno saputo fare per anni.
Un esempio: negli anni scorsi sono state fatte inchieste sulla sanità a Roma, sui Cpt, sul lavoro nero in agricoltura. Perchè adesso non mandare un inviato a Napoli per documentare le bugie del governo Berlusconi sulla fine dell’emergenza rifiuti? Le strade della provincia di Napoli sono piene di spazzatura, i roghi continuano ma nessuno parla perché la cosiddetta stampa libera obbedisce all’ordine di “sopire, troncare”. Quando si hanno di queste colpe, quando si omette consapevolmente di fare il proprio dovere, non ci si può lamentare così come fa Ezio Mauro.
Ieri dedicava la prima pagina alla Georgia e al prezzo del greggio, temi importanti, ma non tanto, in questo momento, come quelli di politica interna, quando migliaia di insegnanti restano senza lavoro, si sta facendo scempio di Alitalia, calpestando con assoluta indifferenza i diritti dei lavoratori e, come pretende di fare Marcegaglia nella imminente rinegoziazione dei contratti, si vogliono annullare gran parte delle conquiste dei lavoratori. E’ su queste emergenze che si deve mettere alla prova un giornale veramente democratico.

Franco De Cinque

(11 settembre 2008)



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