I giorni sbagliati. Un romanzo di Jacopo Tondelli
Onofrio Nardella
Un attentato terroristico di matrice islamica sconvolge il nostro paese; il giorno precedente un politico di primo piano, travolto qualche tempo prima da uno scandalo sessuale che lo vede coinvolto in festini con minorenni, scompare misteriosamente nel nulla. Come succede sempre in questi casi, il circo mediatico si scatena in congetture, ipotesi e scenari non sempre finalizzati al disinteressato accertamento dei fatti.
Con “I giorni sbagliati” Jacopo Tondelli – giornalista, direttore di Gli Stati Generali, attento osservatore della società italiana e non solo – pubblica un romanzo che riguarda tutti noi, la nostra storia, il nostro paese.
La vicenda si apre con i giorni della adolescenza del protagonista nella periferia milanese all’inizio degli anni Novanta. Cresciuto in una famiglia proletaria, di ideali riformisti, Paolo Bonomelli si impegna in attività di volontariato, vive la sua passione politica nei collettivi studenteschi del liceo prima e dell’Università poi. Sale così tutti i gradini del movimento per approdare, infine, nell’organizzazione giovanile di un partito di sinistra. La sua scalata prosegue dalla politica locale a quella nazionale fino a ricoprire incarichi istituzionali rilevanti come quelli di sottosegretario e presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). Ai successi personali corrispondono però i cedimenti morali, la deviazione dagli ideali originari, le concessioni alle lusinghe del potere e agli interessi privati.
La brillante carriera di Bonomelli, che lo avrebbe portato probabilmente a ricoprire ruoli di primissimo livello politico-istituzionale, viene bruscamente ed irrimediabilmente interrotta da uno scandalo che lo vede coinvolto in festini sessuali con minorenni. Isolato nel partito e attaccato ferocemente, non sempre in modo fondato, dai giornali avversari, Bonomelli scompare senza lasciar traccia.
Laura Bentivoglio, giornalista tenuta ai margini della redazione per ciniche logiche di potere e sull’orlo del fallimento esistenziale, indaga tenacemente sul caso che la superficiale voracità dell’opinione pubblica tende a obliare.
Il finale, sorprendente e avvincente, fa scoprire al lettore terribili e insospettabili verità, che fa comodo a tutti tenere segrete e di fronte alle quali nessuno può considerarsi puro e integro.
Tondelli con I giorni sbagliati ci regala, seppur sotto forma di ‘finzione letteraria’, una intensa ed intelligente riflessione sui media nell’epoca di internet, fornendoci notevoli spunti di riflessione sul loro funzionamento, sulla loro forza e sugli obiettivi che sovente abili mani perseguono all’insaputa dei lettori, sul funzionamento del potere.
Sullo sfondo della biografia di Bonomelli scorre la storia recente del nostro paese, dalla strage di via D’Amelio, alla discesa in campo del Cavaliere Berlusconi, per passare poi al primo governo di sinistra della Repubblica fino ad arrivare all’affermazione della Lega e delle attuali compagini politiche, abili nello sfruttare i social network per intercettare e, nello stesso tempo, formare gli orientamenti dell’opinione pubblica.
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L’esperienza da giornalista permette all’autore di descrivere dall’interno i meccanismi di produzione delle notizie, le dinamiche di gestione e controllo delle moderne tecnologie telematiche, le tecniche di informazione, e spesso disinformazione, dell’opinione pubblica che costituiscono una parte rilevante del potere contemporaneo. Il registro narrativo è realistico, condito con acuto sarcasmo. Tondelli in poche battute riesce a descrivere una persona o una situazione come fosse un esperto pittore che con un sottile fascio di luce ne mette in evidenza un particolare cruciale.
I riferimenti costanti alla nostra storia, costellata di avvenimenti oscuri, depistaggi, mezze verità e segreti inconfessabili, stanno a indicarci che le vicende narrate in forma letteraria potrebbero risultare assolutamente reali.
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