Il cainano

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Newsweek stila la classifica delle persone più influenti.

Come sempre a fine d’anno
i settimanali fanno
le classifiche: chi conta
e chi invece soffre l’onta

di contare men di niente.
Se stai in alto sei un potente,
conti meno se stai in fondo
mentre è un vero finimondo

se non fai parte del mazzo,
poiché, ahimé, non conti un cazzo.
Di Newsweek la graduatoria
ti certifica la gloria

o un enorme patatrac.
Primo posto: c’è Barack,
il neoeletto presidente
dell’americana gente,

al secondo Hu Jintao,
successor del grande Mao.
A seguir c’è Sarkozy,
dei quattrini l’abiccì,

tre governator centrali
distruttor di capitali,
Gordon Brown del Regno Unito,
Merkel, di Germania il mito.

Per la Russia Vladimiro
ch’è seguito da un emiro,
il saudita re Abdullah,
dell’Iran l’Ayatollah

superguida Khamenei,
i due Clinton, lui e lei,
Al Maliki, l’iracheno,
Sonia Gandhi, nientemeno,

i due Gates, moglie e marito
e perfin quell’impunito,
bieco bin Laden Osama.
Ed ancora il Dalai Lama,

Lula, capo brasiliano
e Kim Jong, il coreano.
Molto in basso in graduatoria,
sulla sedia gestatoria,

troviam Papa Benedetto,
mentre manca il piccoletto,
l’uom che false propagande
fan passare per un grande,

il mondiale consigliere
di chi occupa il potere,
il perfetto mediatore,
l’uom che parla a tutte l’ore

coi potenti del pianeta,
l’uomo che dall’A alla Zeta
tutto sa, tutto comprende
e che gli entusiasmi accende

di una folla di coglioni.
Manca Silvio Berlusconi:
in Italia fior del mazzo,
fuor d’Italia men d’un cazzo.

(25 dicembre 2008)



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