Il Comune di Milano insulta la memoria di Sandro Pertini

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C’è un limite alla vergogna dell’amministrazione comunale di Milano che dimentica il ventennale della morte di Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più amato, proprio nella Milano dove Pertini organizzò l’insurrezione partigiana contro il nazifascismo?
Evidentemente no, visto che la stessa amministrazione un mese fa osannava e inneggiava Bettino Craxi, proponendo vie e parchi da dedicargli per i suoi indubbi meriti giudiziari (10 anni di condanne in giudicato) e amministrativi (raddoppio del debito pubblico); è amaro constatare che per la sindachessa Letizia Moratti la ricorrenza di Sandro Pertini non merita la stessa attenzione di quella del latitante, personaggi che in comune, probabilmente, avevano solo il partito di militanza, il Partito Socialista, con la non lieve differenza che il primo il socialismo l’ha nobilitato, il secondo invece l’ha distrutto.
Ma ormai non ci sorprendiamo più di nulla, d’altronde un’amministrazione che chiude la commissione antimafia comunale all’alba degli appalti per l’Expo2015 è compatibile con la Milano che nasconde i suoi benefattori dall’attenzione popolare, e consapevoli di ciò ci siamo rimboccati le maniche e noi di Qui Milano Libera, nel nostro piccolo, abbiamo organizzato un momento davanti alla fontana dedicata a Sandro Pertini in largo della Croce Rossa, un paio di ore, per parlare del nostro Presidente, per leggere i testi dei suoi discorsi, per confrontare la politica di ieri e di oggi, per smuovere il muro di indifferenza di una città inconsapevole, con noi, come gradito ospite, Umberto Voltolina, cognato di Sandro.
Non speravo e non chiedevo la presenza di almeno un rappresentante delle istituzioni locali, non sono così ottimista, ero già più possibilista che sulle cronache locali dei giornali nazionali comparissero due righe sull’evento, dopo che avevamo informato via mail le maggiori testate ma passi pure questo.
Però c’è un limite anche alla pazienza e alla sopportazione, se vogliono ignorare Sandro Pertini è un loro problema, ma insultarlo e venderlo per denaro no, è troppo.
Sandro Pertini è stato venduto due anni fa per qualche euro,quando dopo 18 anni dalla sua morte hanno deciso di sigillare il monumento a lui dedicato, per “restauro”. C’erano altri monumenti a Milano che necessitavano interventi urgenti rispetto alla recentissima fontana dedicata a Sandro, ancora in ottimo stato, ma quest’ultima si affaccia su Montenapoleone, davanti all’Armani Cafè uno dei luoghi più ricchi e ambiti per la pubblicità, e un mega cartellone sulla facciata della struttura che sigilla, di fatto, la fontana con tanto di riflettori posizionati ad arte è un affare da non perdere, tutto ha un prezzo, anche un Presidente partigiano.
Si potrebbe pensare che la loro vergogna si limitasse a questo e che forse per decenza, nel 2010 per il ventennale della sua morte,decidessero di smettere di lucrare su Sandro Pertini per permettere ai cittadini di ricordarlo dignitosamente dando accesso al monumento; invece no, sono riusciti ad insultare ulteriormente la sua memoria, il 23 Febbraio passo davanti al monumento e prendo le misure della piazzetta, per capire dove disporci per la commemorazione, cose semplici, uno striscione con una citazione di Pertini, un microfono e due casse, la piazzetta non è enorme ma sufficiente, anche se il monumento sigillato è un pugno nell’occhio il nostro ricordo senz’altro farà riflettere qualche passante della Milano della moda, che tra Luis Vuitton e Gucci forse, nolente o volente, dovranno inserire anche Sandro Pertini se proprio non nel loro vocabolario almeno nella memoria a breve termine.
Il giorno successivo quando torniamo sul posto un’ora prima della commemorazione per montare il materiale ci troviamo la piazzetta occupata per metà da una Mercedes su una pedana, un’ulteriore pubblicità davanti al già sigillato monumento di Pertini, messa lì esattamente nel ventennale della morte di Sandro Pertini, non c’è proprio limite all’indecenza, neanche il pudore di aspettare il giorno successivo al ventennale, i soldi sono soldi e hanno la precedenza su tutto.
Alla fine ci siamo ritrovati in una trentina, informati per lo più dal sito della nostra associazione e dal passaparola, un paio di ore spese bene leggendo i testi di Sandro Pertini sui giovani, sulla guerra, sul lavoro, sulla politica pulita e sull’indifferenza, semplici cittadini sono intervenuti regalando un pensiero in memoria di un presidente deciso e decisivo, che parlava di lavoro perché in Francia in esilio per il fascismo è stato muratore, che parlava di guerra perché ha visto le sue atrocità distinguendosi con onore, che parlava di politica pulita perché era onesto. Ognuno di noi ha offerto un regalo alla memoria di Sandro Pertini, il comune, nel suo piccolo, una Mercedes bianca.

Dario Parazzoli

(26 febbraio 2010)

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