Il Concilio tradito
Cinquant’anni non sono pochi nell’arco della vita umana, sono quasi i due terzi. Ma nel respiro della storia sono un attimo.
Eppure, nonostante sia trascorso solo un attimo da allora, in questi giorni tutte le esaltazioni del Concilio da parte del Magistero mi sembrano una offesa al Concilio, a Giovanni XXIII, ai protagonisti innovatori che lo caratterizzarono nella sostanza del suo evolversi; e purtroppo non mancano gli esempi di stravolgimento e di negazione dei Concilio, di forti regressioni rispetto ad esso da parte del Magistero Vaticano.
Si è uccisa la Teologia della Liberazione. Si sono ignorati i Martiri dell’America Latina, Martiri della giustizia del Vangelo di Cristo. Si sono ignorate le immani sofferenze degli oppressi sotto il calcagno dei latifondisti, delle giunte militari dittatoriali, le tragedie dei desaparecidos argentini e di tutta l’America Latina: si sono protetti dittatori legittimandoli di fronte ai popoli da loro oppressi. E sono ospitati in Vaticano con alte gratifiche i diplomatici rappresentanti del Vaticano accanto ai dittatori sud americani.
Si sono alimentati movimenti all’interno della Chiesa, basati tutti sulla ricchezza, sulle collaborazioni con i poteri forti, sulla prevaricazione psicologica degli stessi adepti. Si sono soffocate tutte le voci di dissenso contro i diktat del magistero vaticano.
Si sono dati pessimi esempi di mala gestione dei capitali, anche con il riciclo dei soldi sporchi, con l’evasione delle tasse, la non trasparenza, la resistenza alle richieste della giustizia italiana per coprire i responsabili delle manovre finanziarie criminali.
Si sono coperti per anni i responsabili dei delitti di pedofilia.
In lampante riconoscimento del fallimento della Chiesa sotto i pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e proprio per sancire la loro negazione sostanziale del Concilio Vaticano II, la Chiesa si è vista costretta ad istituire un nuovo apposito dicastero: quello per la nuova evangelizzazione, come se vi fossero cose nuove da aggiungere rispetto a quanto già affermato dal Concilio Vaticano II. Però: se la negazione del concilio ha portato alla disaffezione e al rifiuto della Chiesa da parte degli umili, sofferenti, perseguitati, poveri, oppressi, tiranneggiati, non ci si può illudere che solo attraverso nuove strategie di maquillage mediatico la Chiesa ritornerà a primeggiare nel cuore degli uomini, soprattutto degli ultimi.
Si è giunti a scimmiottare il discorso della luna; ad imporre la presenza di porporati tetragoni durante le trasmissioni più seguite che ripercorrevano il concilio del 1962, in modo da soffocare già nel pensiero dei dissenzienti ogni minimo accenno di dissonanza rispetto ai diktat vaticani.
Si è giunti alla ironia di indire un sinodo mondiale in concomitanza con il cinquantennale del Concilio per contrapporre il tentativo di una nuova catechesi – confliggente con le straordinarie aperture nuove del concilio – al cui centro ci sono:
– la lotta al relativismo (intendendo per relativismo ogni devianza dai principi sanciti dal Vaticano)
– la nuova catechizzazione, come se il linguaggio del Vangelo richiedesse nuove traduzioni per l’uomo di oggi,
– il rifiuto del neopaganesimo che imperversa nel mondo, anche dietro l’esempio di una chiesa molto attenta a mammona.
Il tutto con al centro il cupolone e il papa, quindi rifiutando l’apertura all’ecumenismo, il rispetto delle altre religioni, e riconfezionando sulla centralità del papa e della curia tutto il pensare, vivere e sentire delle comunità cristiane. Non più chiesa-popolo, ma chiesa-istituzione. Povero concilio, già subito accantonato, e adesso rivisitato con l’attenzione degli egittologi che riesumano mummie !
Feliciano Prosperi
(17 ottobre 2012)
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