Il cuore nero di Verona
da www.aprileonline.info
Con il consigliere comunale Graziano Perini (PdCi) abbiamo parlato della morte di Nicola Tommasoli, della crescita delle formazioni neofasciste e neonaziste nella città e della responsabilità che investe la Lega, che amministra il centro veneto con Tosi e che ha quasi sostituito l’identità padana con quella dell’estrema destra
di Marzia Bonacci
Graziano Perini è consigliere comunale nella città scaligera amministrata dal leghista Flavio Tosi, la stessa che è al centro dell’attenzione mediatica per l’assassinio del giovane Nicola Tomassoli, ucciso da un gruppo di ragazzi considerati vicini ai movimenti dell’estrema destra veronese. Ma è anche padre di un giovane ragazzo ventenne che è stato aggredito ben tre volte l’autunno scorso e costretto a sottoporsi ad un intervento all’occhio per il trauma subito durante uno di questi pestaggi. Si capisce allora perché, nel commentare e nell’analizzare quanto accaduto a Verona, faccia leva sulla ragione politica ma anche sul cuore. Con lui abbiamo discusso della morte di Nicola e del contesto politico e culturale in cui questa aggressione è maturata, un clima che vede la città amministrata dalle camicie verdi di Bossi protagoniste di una politica razzista che fa da tramite ideologico ai rigurgiti neofascisti e neonazisti.
Giovedì al Consiglio comunale di Verona verrà presentato un documento con cui l’amministrazione guidata dal leghista Flavio Tosi esclude la matrice politica dell’aggressione che ha condotto alla morte il giovane Tomassoli, ma al contempo si impegna a costituirsi parte civile al processo. Tu, unico tra i consiglieri, hai dichiarato la tua indisponibilità a firmare il documento. Ci puoi spiegare perché?
Non lo condivido nei suoi contenuti, per motivi personali e politici. Ho infatti vissuto personalmente quanto accaduto al giovane Nicola: mio figlio è stato aggredito ben tre volte. Alla luce di questa esperienza, firmare un documento dove non si fa chiarezza sulle responsabilità di chi ha colpito e ucciso e sui motivi per cui in questa città si verificano episodi simili, mi sembra irrispettoso verso quanti in questi mesi sono stati aggrediti. Il motivo politico invece è dovuto all’impossibilità di condividere un documento dove non si fa riferimento esplicito alle responsabilità oggettive, dove non si menzionano con nomi e cognomi quelle che sono le organizzazioni neofasciste protagoniste di queste aggressioni. E soprattutto dove non si condanna chi negli ultimi mesi ha patteggiato con tali realtà, partecipando alle manifestazioni dell’estrema destra come ha fatto il sindaco Tosi con il suo capogruppo della Fiamma Tricolore.
Tu fai riferimento alla figura di Andrea Miglioranzi, capogruppo della Fiamma Tricolore nella lista civica che sosteneva Tosi, e che può essere considerato la figura di collegamento fra il neofascismo e la politica istituzionale veronese, rappresentata appunto dal volto del sindaco leghista. Miglioranzi infatti è stato membro della rock band Gesta Bellica, celebre per aver dedicato canzoni a Priebke; lo stesso gruppo in cui suonava uno degli aggressori di Nicola…
Il fatto che Miglioranzi sia capogruppo della lista civica di Tosi fa capire che tipo di bacino culturale ed elettorale può vantare questo sindaco leghista.
Su quale identità concettuale e politica si crea questo legame fra neofascismo e Lega?
Sulla discriminazione e sulla violazione dei diritti individuali delle persone, che trovano espressione in una politica razzista per quel che riguarda l’immigrazione e il riconoscimento delle diversità culturali e ideologiche. Questo è il tratto caratteristico dell’attuale amministrazione leghista di Tosi. Faccio due esempi concreti. Sono state approvate dal consiglio comunale due delibere xenofobe: una che discrimina gli immigrati dal punto di vista dell’opportunità di accedere alle case popolari e l’altra che lo fa sul piano dell’accesso agli asili nido.
Per dare un’ idea di come si caratterizza questa attuale giunta si può avanzare un parallelismo. Mentre Gentilini rappresenta una Lega tradizionale che si rifà alla tradizione padana, Tosi ha di fatto raccordato la parte moderata della città, dall’Udc a Forza Italia, con l’insieme dell’estrema destra, da An a Fiamma Tricolore a Forza Nuova, fino ai naziskin. Il 15 dicembre Tosi ha partecipato alla manifestazione della Fiamma Tricolore insieme a tutti questi soggetti (erano presenti anche due degli aggressori di Nicola, ndr). E purtroppo è questo il modello politico con cui dovremmo fare i conti nei prossimi anni non solo a Verona, ma in tutto il Nord.
Che città è Verona? Perché ospita fenomeni di questo tipo, che in verità risultano molto diffusi anche nel resto del Paese?
Verona ha una lunga storia fascista: qui è nata la Repubblica di Salò, la Rosa dei Venti e Ordine Nuovo. E’ dunque predisposta ad abbracciare tutte le forme di fascismo e di razzismo che possono anche arrivare a mettere in discussione l’assetto democratico. Per questo sostengo che da mesi a Verona esiste un’ emergenza democratica a cui tutte le forze politiche devono rispondere.
Ma perché Verona ha questa tendenza storica a sposare tendenze fasciste e, oggi, neofasciste?
Perché è una città che dal punto di vista culturale non spicca per merito, per capacità. La cultura è considerata infatti secondaria rispetto alla ricchezza…Questo livello culturale basso accentua la paura e questa alimenta a sua volta la diffidenza, il disprezzo verso la diversità, in tutte le sue forme. C’è poi una spiegazione più legata al tipo di sviluppo economico che ha caratterizzato questa città. Verona si è costruita attraverso il terziario e il turismo: per cui poggia su una economia priva di una base culturale e ideologica simile a quella che ha determinato la storia di altre parti del Paese. E’ un centro di grandi lavoratori e contadini che non ha accolto i processi industriali vissuti da altre città del Nord.
Noi ci siamo soffermati sul ruolo e le responsabilità della Lega. Ma qual è l’atteggiamento delle altre forze politiche del centrodestra rispetto a queste realtà neofasciste e neonaziste?
Posso farti un esempio concreto per rispondere a questa tua domanda, partendo dal fatto che su tutto domina l’arroganza del sindaco leghista. Il 15 dicembre, quando Tosi ha partecipato alla manifestazione di Ft, il presidente della provincia di Forza Italia si è dissociato dalla sua scelta. Ma è stato l’unico caso in cui si è marcata una differenza ufficiale rispetto all’amministrazione leghista nella vita politica della città, per il resto le forze del centrodestra hanno sempre proceduto a braccetto col sindaco.
(9 maggio 2008)
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