Il debito pubblico da cancellare
Marco Cattaneo
Hanno fatto scalpore, pochi giorni fa, le dichiarazioni del presidente del Parlamento Europeo. David Sassoli ha ipotizzato di cancellare il debito pubblico acquistato dalla BCE ed emesso dai vari paesi dell’Eurozona per fronteggiare la crisi Covid.
Un’operazione come questa sarebbe perfettamente possibile dal punto di vista tecnico-economico. Le cose sono più complesse sul piano politico e legale, ma questi ultimi sono temi che si risolvono – basta che ne esista la volontà.
Concentriamoci invece sui temi di sostanza economica. A volte si legge che l’operazione di cancellazione è, appunto, tecnicamente possibile, ma comporta costi e benefici, da valutare e soppesare.
Bene. Quale sarebbe il “costo” di cancellare titoli del debito pubblico detenuti dall’istituto di emissione ? chi lo pagherebbe ? su chi graverebbe ?
Sento dire che pagheremmo questo “costo” sotto forma di maggiore inflazione futura. Ma è un’affermazione che lascia (a dir poco) perplessi, per varie ragioni.
UNO, in quale senso l’inflazione è un “costo”? in quale senso impoverisce un paese ? oltre certi livelli, e nella misura in cui avviene in modo improvviso e inatteso, è sicuramente un fattore di instabilità e ha effetti redistributivi. Ma ha un costo economico oggettivamente identificabile e quantificabile? decisamente no.
DUE, anche ammettendo che il “costo” prodotto dall’inflazione esista, la cancellazione di debito pubblico detenuto dall’istituto di emissione non immette moneta nell’economia. La moneta è stata creata dalla BCE nel momento in cui ha attivato programmi di acquisto di titoli di Stato. Era in circolazione prima della cancellazione, e ci rimane in misura invariata dopo. Il write-off contabile non cambia nulla riguardo a quanto potere d’acquisto circola nell’economia.
TRE, se anche la cancellazione del debito pubblico aumentasse (per ragioni che non si vedono, perché non esistono) la quantità di potere d’acquisto in circolazione, non si produrrebbero effetti indesiderati sull’inflazione fino al momento in cui il maggior potere d’acquisto non spingesse la domanda di beni e servizi oltre la capacità produttiva del sistema economico.
Ma oggi, QUATTRO, proprio a causa della cronica carenza di domanda, l’inflazione, nell’Eurozona e in particolare in Italia (non solo oggi: in effetti, da molti anni) è al di sotto degli obiettivi perseguiti dalla BCE. E in effetti la BCE si preoccupa costantemente per l’inflazione troppo bassa.
La preoccupazione per gli impatti inflattivi della cancellazione è quindi del tutto fuori luogo. Non ne esistono – e se mai esistessero sarebbe peraltro solo un bene.
Altro “problema” di cui si legge, connesso alla cancellazione, sarebbe la contrazione del patrimonio netto contabile dell’istituto di emissione: se la BCE azzerasse una parte significativa del suo attivo (i titoli di Stato acquistati) il patrimonio si ridurrebbe e potrebbe diventare addirittura negativo. E quindi?
E quindi niente. Anche questo è un problema inventato. Un istituto di emissione può benissimo operare con patrimonio contabile negativo, perché la voce principale del suo (cosiddetto) passivo è la moneta in circolazione. Che è un “passivo” assolutamente sui generis: non deve essere rimborsato a nessuno e quindi non può dar luogo a fenomeni di insolvenza o di dissesto o comunque di instabilità finanziaria.
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Altrimenti detto: se la BCE il 1° gennaio 2021 emette 1.000 miliardi di euro e li tiene in cassa, chiaramente le sue disponibilità aumentano. A tutti gli effetti pratici e secondo qualsiasi logica, questo è un incremento patrimoniale.
Se emette 1.000 miliardi, compra un pari importo di titoli di Stato e li annulla, il risultato è che si trova esattamente nella situazione di partenza. Emette 1.000 di moneta e se ne spossessa; in cambio di cosa? dell’acquisto di 1.000 miliardi di titoli, che però vengono annullati.
Per un istante avevo (io BCE) 1.000 miliardi di moneta, ma poi non li ho più. E per un istante ho avuto 1.000 di titoli, ma immediatamente li annullo. La sostanza è che non si è creato nessun effetto patrimoniale. Non si è “dissestato” niente.
Che senso ha preoccuparsi di una convenzione contabile priva di contenuto? lo stesso che favoleggiare di un rischio d’inflazione inesistente. Esattamente nessuno.
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