Il futuro ci sorride

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Berlusconi, il pifferaio
con un francescano saio,
vuol che Walterloo Veltroni
presti fede ai suoi sermoni.

E’ la rissa ormai lontana
e la pax berlusconiana
offre in abbondanti dosi,
senza attacchi bellicosi.

Non più l’uom del predellino
che teneva nel mirino
il pm e il comunista,
ora gioca allo statista

che rispetta gli avversari.
Son cambiati i suoi frasari:
giura che diminuirà
l’area della vanità,

offre garbo, cortesia,
fine dell’ideologia,
del rispetto la virtù.
Con l’aiuto di Gesù

si prepara a governare,
risoluto ad ascoltare
ogni dì l’opposizione.
Vuol ridurre l’evasione,

aumentare un po’ i salari,
occuparsi dei precari
e dei morti sul lavoro.
Il premier versione Moro

batterà mafia e mafiosi:
saran tempi burrascosi
per i siculi stallieri,
eroi fino all’altroieri.

“Cavaliere, se consente,
non c’è dubbio che Lei mente.
Sì, ha risolto i propri affari,
di quattrini e giudiziari,

alla faccia della gente
e perciò, potenzialmente,
or potrebbe cominciare
il paese a governare.

Ahimé, non ce la farà!
Le ragioni? Queste qua:
anzitutto, si dia pace,
giammai ne sarà capace.

Non si guida un gran paese
con le azion di un vecchio arnese,
con i trucchi, le malizie,
gli intrallazzi, le furbizie,

le menzogne, la palanca.
Poi, ha visto chi l’affianca?
Con La Russa e Calderoli,
con Scajola e Matteoli,

con Gelmini e con Rotondi,
con Maroni e Sandro Bondi,
con Frattini e con Alfano
non andrà molto lontano,

fallirà sicuramente.
E poiché è intelligente
già da tempo l’ha capito.
Perché allor si è convertito

al fair play, alle buone azioni?
Per fregar Walter Veltroni,
l’uomo che col Se po’ fa’
col governo inciucerà,

senza far l’opposizione
che, di solito, si oppone.
Ma il recondito pensiero,
Cavaliere sia sincero,

è di giungere sul Colle,
osannato dalle folle.
Se Schifani è diventato
presidente del Senato,

Lei, ch’è un uomo eccezionale,
può salire al Quirinale,
non c’è nulla da stupirsi!”
La moral? Facile a dirsi:

siam vissuti da bambini
con Benito Mussolini,
vivrem con i pannoloni
sotto Silvio Berlusconi.

(19 maggio 2008)



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