Il governo bioetico del Cavaliere e del Cardinale

Michele Martelli

Dopo il voto del caravanserraglio degli (Ir)Responsabili, il governo del bunga ha incassato quello di Bagnasco, il capo dei vescovi italiani. Basta leggere il “Giornale” di famiglia di domenica 27 febbraio. Apre con l’intervista filogovernativa di Bagnasco corredata, a scanso di equivoci, da due fotografie giganti dell’angelico cardinale, in prima e seconda pagina. E riporta, in terza pagina, come in un gioco di specchi, le esternazioni di Berlusconi al congresso del Pri e al meeting dei cristiano-riformisti (de che?) di sabato 26, giudicato «un «netto assist a Oltretevere». Assist ricambiato da Bagnasco il giorno dopo. Vita, scuola e famiglia i motivi comuni del coretto del duo Ba-Be.

Innanzitutto, il tragico-comico sabato romano del signor Be. Che cosa ci si aspetta da un premier democratico? La difesa della Costituzione, dello Stato, del bene comune, della scuola pubblica, dei diritti dei cittadini. Ma di tutto questo il premier-padrone se ne infischia, preoccupato solo delle sue ricchezze e dei suoi guai giudiziari. E lo fa, del resto, fin dalla sua discesa in campo, dal 1994. Per la comparsa del Grande Fratello, e il trionfo del Pensiero unico, Georg Orwell aveva previsto il 1984. Il Big Brother arcoriano ha tardato solo di un decennio. Ma, nonostante il suo impero mediatico, non è ancora riuscito a imporre il Pensiero unico. L’accoppiata con Bagnasco, chissà!, potrebbe essere vincente. Soprattutto se il Pensiero unico si fa anche bioetico.

Quale il programma del Cavaliere, finché, dice, «guideremo il paese»? Un ricalco dei divieti bioetici di Chiesa e Vaticano: no all’equiparazione tra coppie gay e famiglia tradizionale, no alle adozioni per gay e single, no al sostegno della scuola pubblica («gli insegnanti inculcano idee e valori diversi da quelli trasmessi nelle famiglie»). Unitamente alle leggi in cantiere sul bavaglio alla stampa, il fine vita, la giustizia ecc., questa serie di “no” sconvolgerebbero l’assetto costituzionale del nostro paese. Imponendo definitivamente la soppressione dello Stato di diritto e della democrazia.

A Sua Maestà di Arcore fa eco Sua Eminenza il Cardinal Bagnasco, intervistato con perfetto tempismo dal “Giornale” di casa di Sua Maestà. Un’intervista a tutto campo, e a tutto campo filogovernativa. «Clima avvelenato, basta scontri tra poteri»; fermare «la delegittimazione reciproca delle istituzioni che si tendono tranelli». Clima avvelenato da chi? Tranelli tesi da chi? Apparentemente super partes, il Cardinale copre di fatto le manovre eversive del Cavaliere. Segue, col più classico cerchiobottismo, un assist semileghista sul federalismo sussidiario (figuriamoci, lo voleva persino il papa di Mussolini, Pio XI!), una astorica professione di fede unitaria («la Chiesa ha sempre alimentato l’unità del nostro paese»: e Pio IX? e la Breccia di Porta Pia? Tutto cancellato con un colpo di spugna), nonché un inatteso supporto al ministro Maroni sull’«ondata migratoria» dai paesi islamici in rivolta: «Vigilare perché non sia devastante per l’Italia» (per chi? per la Chiesa papale?). Altro che accoglienza e amore evangelico del prossimo!

Ma il meglio di sé il Cardinale lo dà sui temi bioetici. Forse direttamente ispirato da Ratzinger e dall’anello cardinalizio donatogli dal papa, che, per scaramanzia, «continua a sfiorare», come annota l’intervistatore, Bagnasco rivolge a tutti i cattolici in politica – del Pdl, quindi, ma anche del Terzo polo e del Pd – un appello «all’unità» sui «valori primi», non negoziabili, ovvero sui «temi della vita, della famiglia e della libertà di educazione». Gli stessi toccati dal Cavaliere il giorno prima. Un appello, insomma, a sostegno del governo sulla bioetica. Sul tema del fine vita, il Cardinale non esita a lanciarsi in un esplicito elogio del ddl Calabrò a giorni in discussione alla Camera.

Un ddl provvidenziale, perché diversamente, dice Bagnasco, «i malati terminali rischierebbero di essere preda di decisioni altrui»; d’altronde, sentenzia, «l’alimentazione e l’idratazione non sono delle terapie, ma funzioni vitali per tutti, sani e malati». Palesemente falsa la prima affermazione, perché il ddl dà ai medici, non ai malati, o ai tutori, la facoltà estrema di decisione. Assurdamente antiscientifica la seconda, perché confonde il bere e il mangiare dell’uomo sano, in salute, con l’idro-alimentazione artificiale, cioè terapeutica, dei malati terminali. E che i malati hanno il diritto di rifiutare (Cost., art. 32, c. 2).

Purché perseveri sulla linea dell’estensione e rafforzamento del potere temporale e dell’egemonia religiosa della Chiesa papale, il Caimano può continuare imperterrito a divorare l’Italia e la Costituzione. E a praticare l’escortismo e il bunga bunga. Il Cardinale lo ha già assolto dai suoi peccati!

(28 febbraio 2011)

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