Il mondo post covid: quattro diritti per le città dell’uguaglianza
Paolo Berdini
La pandemia ha mostrato la non sostenibilità degli attuali sistemi urbani. L’unica strada è rimettere in discussione tutto, cambiare paradigma e dare priorità ai ‘diritti urbani’. "Ripartiamo dalle periferie" è il titolo del saggio di Paolo Berdini pubblicato nel . Ne pubblichiamo un estratto*.
*Estratto di circa 4mila battute su un totale di circa 21mila del saggio contenuto nel .
Sono quattro i diritti fondamentali dei cittadini da rimettere al centro del governo delle città e dei territori. Il primo riguarda la salute, da perseguire con la ricostruzione della rete di protezione sanitaria. Essa permetterebbe di creare presidi territoriali in grado di comprendere senza ritardi l’insorgenza di nuove pandemie. È poi indispensabile rimettere mano alla rete di assistenza degli anziani. La gran parte delle strutture è infatti localizzata senza un piano ma solo sulla base degli interessi della proprietà immobiliare. Occorre tornare a una visione pubblica del problema in grado, per esempio, di ubicarle in maniera strategica per rivitalizzare i centri collinari e montani in diretta connessione con i comuni di origine degli ospiti e i luoghi di vita dei familiari. È ancora presente un grande patrimonio immobiliare pubblico – spesso abbandonato – che potrebbe essere recuperato per ridare un futuro a quei territori.
Il secondo diritto riguarda l’istruzione, da perseguire attraverso una nuova funzionalità dell’offerta scolastica dell’obbligo. In autunno si dovranno sfoltire le classi ipertrofiche per garantire il distanziamento degli studenti. Un’occasione architettonica irripetibile per ripensare le scuole e per ridisegnare gli spazi della didattica. Una nuova generazione di architetti e di educatori potrebbe mettere in moto una progettualità diffusa, coinvolgendo il personale delle scuole e i genitori. Una vera «ricostruzione», dunque, che sappia suscitare partecipazione e arricchimento culturale.
Il terzo diritto riguarda l’abitare. La sudditanza dei pubblici poteri verso i detentori di rendita urbana ha provocato la più grave crisi abitativa dagli anni Ottanta, da quando cioè si era vicini alla soluzione del problema. Da allora l’Italia – unico caso in Europa occidentale – ha cancellato la costruzione di alloggi pubblici. Non ce n’era più bisogno perché il mercato avrebbe risolto la questione.
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Si stima che per rispondere al dramma della mancanza di case servirebbe un milione di alloggi 11, un obiettivo perseguibile attraverso la riutilizzazione del patrimonio immobiliare pubblico abbandonato. Gli interessi di coloro che vivono di rendita hanno finora bloccato questa possibilità perché era molto più conveniente intascare gigantesche rendite da locazione. Si pensi, ad esempio, che per l’affitto di residence per ospitare le famiglie in emergenza abitativa il comune di Roma regala alla grande proprietà immobiliare 28 milioni di euro ogni anno 12. Nei trent’anni del trionfo della rendita fanno oltre 800 milioni di euro, fondi che avrebbero potuto risolvere il problema.
Un paese che guarda a una nuova fase economica non può tollerare che ci siano famiglie che vivono senza casa.
Il quarto diritto riguarda la mobilità, in particolare la riduzione delle distanze tra centro e periferie. Siamo il paese europeo con la più alta percentuale di consumo di suolo perché le nostre città sono cresciute troppo e male 13. Per raggiungere i luoghi di lavoro dalle periferie si devono percorrere grandi distanze e la carenza di trasporto pubblico obbliga all’uso dell’automobile. Costruire moderni sistemi di trasporto pubblico non inquinanti serve dunque a garantire il diritto di spostarsi e – insieme – a perseguire altri due obiettivi. Il primo è quello di ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria, il secondo è quello della creazione di nuove opportunità di lavoro. La riconversione modale del trasporto territoriale e urbano favorirà, come in tutta l’Europa che l’ha già sperimentata, la nascita di aziende di produzione, di ricerca, di innovazione, di sperimentazione di materiali e vettori. Occasioni di prezioso lavoro qualificato per uscire dalla crisi economica incombente.
(13 agosto 2020)
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