Il ragazzo dell’ascensore
27 dicembre 2008. Berlusconi annuncia le riforme 2009 e assicura: “Mi sento un diciottenne”.
Ormai più che settantenne
dice d’esser diciottenne
il caimano maledetto
che esordì da piccoletto
con menzogne e con inganni
e con il passar degli anni
peggiorò continuamente:
da intrattenitor scadente
di riccastri con baldracche
a piazzista di patacche,
da volgar palazzinaro
sempre in cerca di danaro
a ticoon televisivo,
da amatore sempre attivo
a ospitante di mafiosi
con trascorsi avventurosi,
da massone piduista
ad un soi disant statista,
da fuggiasco dai processi
a tutor degli interessi,
ovviamente quelli suoi,
da campion d’un parco buoi
a amicon di condannati,
da bau bau dei magistrati
a ineffabile premier
circondato dai lacché.
Uno pensa: “Sarà sazio!”,
ma lo aspetta ancor lo strazio
del Berlusca al Quirinale.
Poi la sua vita mortale
ovviamente finirà
e al Signor comanderà.
Così credono gli illusi,
ma saran molto delusi…
Cominciò tal Scapagnini
che con creme e flaconcini
dodici anni gli ha donato.
Il Berlusca ha rimpinzato
con pozion d’antiossidanti
e di immunostimolanti,
col fetente broccolino,
col tomato di Pachino
che contiene licopene
che anche al pisellin fa bene,
con un po’ d’olio di onfacio,
quello che rafforza il bacio,
come un dì fece Cleopatra.
Questo emerito geriatra
l’ha portato sui sessanta
od almen così millanta
deliziando i suoi lacché.
Poi è arrivato Don Verzé
che col fuoco e gli alambicchi
delle cliniche per ricchi
gli ha promesso tempo fa,
se non l’immortalità,
di arrivare ai centoventi.
Il caimano a mille denti
or si sente diciottenne:
è un andar su e giù perenne
che da anzian rincoglionito
lo fa giovane scaltrito
e, di nuovo, da rampante
lo fa saggio governante,
oltre i cento o giù di là,
su e giù per l’eternità.
Gli italiani gridan: “No,
non vogliamo lo yo-yo!”
(28 dicembre 2008)
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