Il teologo senza tonaca

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Un noto prete-teologo, docente di Sacre Scritture alla Facoltà teologica di Padova, è sorpreso a letto con una donna sposata. I due, come nelle più classiche telenovelas, vengono scoperti proprio dal marito della donna.
Questo il recente fatto di cronaca, che merita qualche riflessione. L’episodio boccaccesco (chissà, forse il teologo aveva convinto la donna di essere un angelo del cielo mandato da Dio per emendarla dal peccato) non è che una piccola conferma, dal seno stesso di Santa Romana Chiesa, di due “verità laiche”:
a) la morale sessuale cattolica («Sesto. Non commettere adulterio»; «Ottavo. Non desiderare la donna d’altri»), è talvolta “contro natura” persino per i preti, per gli uomini di Chiesa, pronti a predicare per gli altri il Catechismo, e praticare spesso per se stessi l’ovidiana ars amatoria; nessun laico si meraviglia se il “principio di piacere” prevale nei fatti sulla camicia di forza della castità e dell’ascetismo religioso. Al celibato forzato dei sacerdoti cattolici, è preferibile l’alternativa protestante di permettere ai preti di sposarsi, avere una famiglia e una vita sessuale autonoma e responsabile;
b) la sessuofobia cattolica nasconde un sostanziale maschilismo: il vescovo di Chioggia ha già assolto il suo teologo («Sapete, la carne è debole!»: ma solo la carne dei maschietti nascosta dalla tonaca nera?), incolpando la donna (l’Eva tentatrice e adescatrice! Perfino nell’Eden si allea col satanico serpente!). Ai bei tempi della Santa Inquisizione, l’adultera sarebbe stata forse bruciata viva; nell’islam avrebbe rischiato la lapidazione. Per sua fortuna, vive nell’Italia laica, dove l’adulterio non è reato, come forse ancora vorrebbe la Chiesa. Ma solo un peccato, e solo per i credenti!
L’episodio del teologo senza tonaca mostra quanto sia lontana dall’odierna società civile l’etica religiosa e assolutistica delle gerarchie cattoliche tutt’oggi antidivorziste, ostili al riconoscimento delle coppie di fatto, e da sempre in guerra contro la presunta peccaminosità insita nella sessualità, omo o etero che sia.
Il nostro teologo biblista lo sa bene: solo Adamo ed Eva non avrebbero potuto separarsi, divorziare, o fare scelte di omofilia o di adulterio.
Per forza! Non c’era un altro Adamo, o un’altra Eva, con cui farlo!

Michele Martelli

(12 ottobre 2008)



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