Il timor panico di Ceronetti verso i migranti

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Il raffinatissimo erudito italiano, gloria della Repubblica dalla quale riceve un vitalizio, Guido Ceronetti scrive oggi un allucinato articolo per "La Stampa" di Torino con il quale paventa assurdamente financo una crisi idrica causata dall’eccesso di immigrazione. Attacca il diritto di asilo con argomenti molto al di sotto della statura intellettuale che gli conoscevamo, sostenendo:
"Il diritto all’asilo politico non è applicabile né automaticamente né oggettivamente; è opinabile sempre, e toglierlo dalla Costituzione eviterebbe polemiche inutili e mai disinteressate. I governi si muovono secondo linee pratiche e ciniche. Possono pretendere asilo anche mani insanguinate e da governi ideologicamente affini subito ottenerlo. Di rado c’è accordo per certezza del merito: diritti dimostrabili da parte di chi non dà neppure certezza di nome e di provenienza non ce ne sono. Puoi riconoscere e soddisfare soltanto l’anonimo eterno stomaco che ha fame. E poi?".
Trattasi di affermazioni superficiali, buttate lì senza alcuna riflessione, dal momento che la nostra Costituzione riconosce diritto di asilo soltanto alle persone provenienti da Stati che negano i diritti garantiti dalla nostra Costituzione a cominciare dalla libertà e dalla democrazia. In quanto all’asilo concesso "anche a mani insanguinate" bisognerebbe capire a che cosa allude Ceronetti, se al rifugio accordato da regimi dittatoriali e gerarchi fascisti o nazisti in fuga e se ai palestinesi che hanno trovato rifugio in Siria o in altri Stati in lotta con Israele.
Insomma, Ceronetti ci comunica una sorta di timore panico per un Paese che sarebbe sommerso demograficamente dagli stranieri e che subisce un processo di imbruttimento edilizio per via di periferie e città che non hanno più la bellezza mozartiana di prima. Dobbiamo attribuire anche questo ai migranti? Non c’entra nulla il sacco edilizio che ha devastato l’Italia e che ha visto uniti cattivi politici mafiosi e palazzinari privi di scrupolo?
Più avanti, Ceronetti teme l’islam, l’islamismo con accenti che ricordano Oriana Fallaci e le paure metropolitane diffuse dai leghisti.
Scrive: "Benvenuto lo spezzarsi dell’uniformità di fede religiosa, purché ci sia dispersione e varietà di gruppi (in Italia, secondo Introvigne, sono circa settecento) e non la pressione sbilanciante di una più forte di tutte (l’Islam) che conta seguaci a milioni, già tutti presenti e mira a convertire, non certo a rassegnarsi a convivere. Il talebanismo non ha confini."
Da dove ricava la certezza che l’Islam mira a convertire e non si rassegna a convivere non si sa. E’ una sparata di stampo miserevole, leghista, fomentatrice di paure irrazionali. In Europa convivono pacificamente milioni di musulmani che non hanno mai arrecato fastidio a nessuno.
E’ davvero triste che un intellettuale come Ceronetti raccolga il ciarpame della propaganda xenofoba e lo scagli contro gli immigrati ed i musulmani. L’Italia è un paese civile perchè ha una Costituzione che garantisce diritti essenziali legati alla coesione sociale ed umana. L’Italia che respinge i migranti e li consegna a Gheddafi complice di Maroni e Berlusconi, l’Italia che criminalizza una grande civiltà come l’Islam temendone una intolleranza che non c’è e che viene inventata all’uopo, non è certamente il luogo di quella cultura e di quella civiltà che Ceronetti vorrebbe salvare dalla contaminazione dei migranti.

Pietro Ancona

(16 maggio 2009)



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