Imbecille sarà lei
di Leonardo Coen, da Repubblica.it
Imbecille. Dal dizionario Devoto-Oli: “Persona di scarsa intelligenza e con poco buon senso o dal comportamento stupido”.
Infatti. Obama ha telefonato ai leader europei per ringraziarli dei loro messaggi di felicitazione.
Non ha chiamato Berlusconi. Per il suo comportamento imbecille, presumo. Mi sia consentito l’uso di questa parola, come del resto ha fatto il nostro esimio presidente del Consiglio nei nostri confronti. In un film, qualcuno dava dell’imbecille a Totò e lui gli ribatteva: “Eh no, caro signore, l’imbecille sarà lei!”.
Devo dire che oggi provo ancora più sconcerto e vergogna. Sarà faticoso spiegare ai colleghi stranieri che metà degli italiani si è indignata (l’altra metà, purtroppo, continua a pensare che B. è il nuovo uomo del destino).
Non c’è limite al peggio. O meglio: il peggio non ha proprio alcun limite, la cafonaggine politica trova persino – vedi il Giornale – strenui difensori.
Poi, ma soltanto alle 22 e 10 di questo interminabile (per B.) venerdì 7 novembre, finalmente Obama si fa vivo. Le formalità di rito sono salve. Tuttavia, il cospicuo ritardo rispetto ai colloqui telefonici con gli altri leader del G8 è diplomaticamente significativo. Obama ha avuto rispetto per l’alleata Italia, ma ha fatto patire al suo premier una lunga punitiva attesa, e questo, nel codice delle relazioni internazionali, è un segnale ben preciso: con lui la politica delle pacche sulle spalle e degli atteggiamenti goliardici non funziona, anzi, non è affatto gradita.
Persino in Russia, e nonostante l’ostentata amicizia con Putin, è stato steso un velo pietoso sulla gaffe berlusconiana.
Ieri il pur buon quotidiano moscovita Kommersant aveva la prima pagina occupata quasi per intero da Medvedev (che aveva parlato per 85 minuti davanti all’Assemblea Federale). La notizia della vittoria di Obama era relegata in un minuscolo talloncino. Pessimo giornalismo e prova provata di asservimento al regime. Figuriamoci rovinare l’affollata visita italiana al Cremlino, le firme di ben tredici intese nel campo dell’economia, della cultura e delle adozioni, con l’ennesima berlusconata.
Infatti, solo in Russia – guarda caso – i quotidiani non hanno parlato della gaffe di Berlusconi. Interfax, l’agenzia di stampa meno cremliniana, ha atteso più di 24 ore prima di raccontare l’episodio – riferendosi però alle polemiche successive.
Forse una spiegazione c’è. In Russia razzismo e xenofobia sono una realtà con cui si deve fare i conti. Ricordo che a Mosca il 4 novembre i neonazisti hanno manifestato nella centralissima Novij Arbat (la polizia ne ha fermati 400).
La Russia post-comunista è animata da virulenti movimenti di estrema destra che raggruppano un largo spettro ideologico: alcuni fanno riferimento al nazismo, altri al fascismo o al nazional-bolscevismo, e ancora skinheads, controcultura giovanile, correnti neopagane e ariane. Lungi dall’essere arcaica, l’estrema destra russa rivela indirettamente i profondi sconvolgimenti con cui ha a che fare il Paese da due decenni, a partire dalla necessità di riformare una nuova identità collettiva.
(8 ottobre 2008)
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