“In Italia pressioni dal Vaticano contro il mio libro”. La denuncia dell’autore di “Sodoma”
Matteo Gemolo
Uscito il 21 febbraio di quest’anno, il libro inchiesta di Martel sull’omosessualità nella Chiesa è diventato nel giro di poche settimane un best-seller internazionale. Tranne che in Italia, dove i giornali gli riservano imbarazzati trafiletti laterali. Un libro che indaga un sistema di segreti, raggiri e bugie. E che contiene anche alcune rivelazioni sulla politica italiana: nel 2016, per esempio, il M5S avrebbe scambiato l’appoggio della Chiesa a Virginia Raggi con l’astensione in parlamento sulle adozioni per le coppie omosessuali.
intervista a Frédéric Martel
Frédéric Martel è l’uomo del momento. Già autore di successo di altri testi su omosessualità e società quali Le Rose et le noir: les homosexuels en France depuis 1968 pubblicato per Seuil (1996) e Global Gay per Flammarion (2012), il suo Sodoma, uscito il 21 febbraio di quest’anno, è diventato nel giro di poche settimane un best-seller a livello internazionale. Pubblicato simultaneamente da undici case editrici differenti e diffuso in ventidue paesi (in Italia è uscito per Feltrinelli), Sodoma è attualmente numero uno nelle classifiche di Francia, Portogallo, Svizzera, numero tre nel Regno Unito e nominato tra i best-seller dal New York Times. Più di 600 pagine raccolgono il complesso e vertiginoso lavoro di inchiesta del suo instancabile autore. Nel corso degli ultimi quattro anni, Martel ha vissuto regolarmente a Roma e visitato contemporaneamente una trentina di altri paesi dove ha raccolto le testimonianze (on e off record) di circa 1500 uomini, tra cui 41 cardinali, 52 vescovi e monsignori, 45 nunzi apostolici ed ambasciatori stranieri e più di un centinaio tra preti e seminaristi. Contrariamente a quanto il titolo potrebbe suggerire, Sodoma non è un libro di outing né tanto meno un libro scandalistico. Sì, è vero: vi sono gli abusi sessuali, gli episodi di prostituzione, i chemsex e le orge; insomma contiene tutti gli ingredienti necessari affinché lo si possa ribattezzare Fifty shades of gay, sulla falsariga del romanzo erotico della scrittrice inglese E. L. James. Ma questo testo si spinge ben al di là del gossip: l’omosessualità castrata, schizofrenica e, alle volte, violenta, di questi prelati diventa una lente attraverso la quale osservare e interpretare la storia del Vaticano degli ultimi sessant’anni, della sua dottrina e della sua politica, dal papato di Paolo VI a quello attuale di Francesco, passando per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Un testo ambizioso di denuncia, talvolta provocatorio, spesso evocativo e persino poetico, organizzato con rigore e dovizia di dettagli, che non rinuncia tuttavia alla complessità e non si vergogna di mostrare il volto compassionevole ed umano dei suoi controversi e, a volte, sgradevoli personaggi.
Fin dalle prime pagine di Sodoma la cosa che più mi ha colpito è il sentimento di vicinanza che lei nutre nei confronti del clero; una pulsione quasi empatica che lei manifesta verso tutte quelle centinaia di seminaristi, decine di sacerdoti e vescovi costretti a confrontarsi quotidianamente con le proprie contraddizioni ed ipocrisie. Come lei descrive perfettamente, il clero costituisce paradossalmente la prima vittima dell’omofobia di cui è esso stesso promotore. In Sodoma non vi è presente, come forse ci si aspetterebbe da un libro con questo titolo, quel banale giudizio morale preconfezionato a cui ci si è abituati quando si vuole condannare chi di fronte a noi dice una cosa e, nel segreto delle proprie stanze, ne fa un’altra. Sodoma non è un testo che ci fa la morale e che vuol forzare l’outing dei suoi personaggi, né è il risultato di una disperata caccia alle streghe da parte di un infuriato anticlericale che ha come obbiettivo quello di scandalizzare il proprio lettore. Al contrario, questo suo libro sembra essere un omaggio a papa Bergoglio, una sorta di regalo non richiesto, uno strumento che potrà forse aiutare l’attuale pontefice nella sua personale lotta contro “i rigidi”, come egli stesso li ha battezzati. Fin dai tempi della celebre esortazione apostolica Amoris laetita, risultata dai due sinodi sulla famiglia del 2014 e 2015, papa Francesco ha intrapreso un percorso aperto di guerra contro gli ipocriti dalla doppia vita all’interno del Vaticano, contro l’ala più conservatrice del clero romano che è anche la più omofoba.
Alla luce di tutto questo, ci può descrivere cosa l’ha portata personalmente a dedicare 4 anni della sua vita a questa inchiesta? E ha saputo se il papa ha ricevuto e letto il suo libro?
Sì, abbiamo fatto arrivare questo libro al papa, tradotto in spagnolo. Non so ancora se l’abbia letto o meno. Detto questo, voglio sottolineare una cosa importante: io sono prima di tutto un giornalista e ed uno scrittore, oltre che ricercatore e sociologo. Il mio lavoro consiste dunque nel fare ricerca e, all’occorrenza, scrivere libri. Non aspiro a cambiare la Chiesa. Non ho un’agenda politica. Tuttavia, le posso dire che sono piuttosto favorevole a questo papa. Soprattutto se messo a confronto con la sua opposizione interna e se paragonato ai suoi predecessori. Ma è anche un papa che critico all’interno del mio libro per quel che riguarda alcuni aspetti del suo mandato e per il suo passato. Vi sono tutta una serie di fake-news che circolano sul mio conto, soprattutto da parte di alcuni mezzi di informazione di estrema destra americana che mi descrivono come “l’uomo del papa”. Lo voglio dire con chiarezza: io sto semplicemente facendo il mio lavoro di giornalista e scrittore! Non ho mai mentito sulla mia identità e questo libro è il risultato di un lavoro di ricerca che credo abbia un interesse generale e che possa arrivare a toccare la vita dei laici tanto quanto del clero e persino del papa stesso. Allora, quel sentimento di vicinanza che traspare dal mio libro di cui lei parlava all’inizio è forse dovuto ad un semplice fatto: io non giudico la sessualità di un prete, di un cardinale, di un nunzio apostolico, di un vescovo e persino di un papa. La loro omosessualità non costituisce un problema per me. All’opposto, io credo che questa condizione debba essere riconosciuta all’interno della Chiesa stessa come un’opzione tra le altre e mi auspico che la dottrina si aggiorni allo stato dell’arte. Non è purtroppo quello che sta succedendo ancora.
Il suo libro smonta, pezzo dopo pezzo, capitolo dopo capitolo, questo enorme e complesso marchingegno (un po’ arrugginito) chiamato Sodoma. Una delle prime regole da imparare per decriptare i codici segreti del Vaticano consiste in una banale e semplicissima constatazione dell’ovvio: “l’omosessualità è la regola, l’eterosessualità l’eccezione…” Francesco Lepore, un prete ed intellettuale recentemente ridotto allo stato laico, da lei intervistato a più riprese, parla di una percentuale altissima di clero omosessuale: l’80%. Se, da un lato, è impossibile confermare o smentire una tale cifra, dall’altro è innegabile che un numero altissimo di questi prelati mantenga un profilo spiccatamente omofobo: basta ascoltare e leggere le loro dichiarazioni pubbliche! Ci potrebbe far capire che tipo di legame sussiste tra questi due atteggiamenti apparentemente contraddittori? Qual è in sostanza la relazione perversa che si instaura tra omosessualità ed omofobia?
In effetti, quello che appare come una contraddizione agli occhi di molti si spiega con facilità sul piano sociologico. Questo libro, pur non essendo un libro strettamente accademico, cerca di dimostrare che quello che succede in Vaticano non è frutto del caso. Contrariamente a quello che pensa la destra estrema che vede complotti e lobby gay dappertutto, la realtà è ben più semplice e banale, come lei accennava: da un lato, vi è una Chiesa che da molto tempo attira a sé, seleziona, recluta e promuove individui con tendenze omosessuali in una spirale di protezionismo ed interessi personali; dall’altro un importante numero di omosessuali frustrati, rigettati socialmente e marginalizzati sono stati attratti a loro volta dalla Chiesa, perché in essa hanno trovato un luogo dove poter vivere la propria omosessualità in maniera vivace e paradossalmente libera, senza dover rinunciare al loro lato omofobico di partenza e di facciata. Vi è una relazione imprescindibile dal punto di vista sociologico tra frustrazione e sublimazione. Proust l’ha mostrato eccellentemente nel suo Sodoma e Gomorra: non vi è creatura più omofoba e calunniatrice di un omosessuale. Per capire il Vaticano del 21esimo secolo dobbiamo conoscere i “padroni” di questo sistema, ovvero conoscere le storie di quei cardinali, vescovi e papi, tutta gente che normalmente ha più di 70 anni. Dunque, per capire come loro pensano, amministrano e governano il Vaticano di oggi ci si deve ricordare del milieu culturale da cui questi prelati provengono e di che cosa fosse l’omosessualità negli anni ’50 e ’60. Le gerarchie ecclesiastiche sono ancora costrette in quella trappola fatta di silenzio ed omertà che in francese chiamiamo placard [in inglese closet, da cui il modo di dire coming out of the closet, letteralmente uscire dall’armadio].
In effetti, nell’Italia estremamente omofoba del dopoguerra fino alla fine degli anni ’60, anni della liberazione sessuale, il Vaticano ha paradossalmente rappresentato uno dei rari luoghi di rifugio per centinaia di gay; le mura del Vaticano hanno protetto questi omosessuali e concesso loro di praticare una sessualità vivace e piuttosto disinibita. Il prezzo da pagare è stato il silenzio. Più che tollerata, l’omosessualità sembra, a leggere il suo libro, una condizione persino incoraggiata dai membri del clero. Lei parla ad un certo punto di selezione darwiniana…
Assolutamente! È uno dei più grandi segreti degli ultimi 50 anni ed è allo stesso tempo un segreto di pulcinella. È fondamentale domandarsi: perché è necessario scriverci un libro? In fondo l’omosessualità del clero non dovrebbe rappresentare un fatto personale? In effetti, nel mio libro io non forzo alcun outing. Quando parlo di omosessualità in riferimento ad alcuni prelati, mi riferisco sempre ad individui che sono deceduti, su cui vi è una nutrita documentazione al riguardo, oppure a personaggi la cui omosessualità è già stata rivelata al grande pubblico. Non ho alcun interesse a calunniare le persone. Quello che mi interessa invece è parlare del sistema complessivo, costituito da segreti, raggiri e bugie. Una vera e propria macchina statale di menzogne che nel suo operare ha avuto degli effetti che vanno ben al di là delle mura del Vaticano. L’omosessualità è una chiave di lettura per comprendere la politica della Chiesa stessa e che ha influenzato la vita di milioni di persone nel resto del globo. Basti pensare al divieto sull’uso del preservativo: una decisione alternativa si sarebbe dovuta prendere decenni fa. Oggi abbiamo Francesco che, molto pragmaticamente, dichiara: la salute della persona è prioritaria rispetto all’interdizione del profilattico. 37 milioni di persone morte di Aids in tutto il mondo. Non è stata la Chiesa ad ucciderle, è evidente! Ma la sua politica oscurantista e bigotta ha sicuramente contribuito: invece che lottare contro la diffusione dell’Aids, i papi precedenti hanno deciso di fare la guerra al preservativo! Questa resterà un errore storico della Chiesa che non potrà essere facilmente dimenticato e perdonato.
All’interno del suo libro, soprattutto nel capitolo dedicato a Paolo VI, lei ricorre spesso ad una terminologia, se mi permette, dal sapore un po’ vintage, parlando di “omofilia” e amour d’amitié, che potremmo tradurre in italiano come “amicizia amorosa”. Ci si riferisce qui a quegli omosessuali che, alle proprie tendenze sessuali “peccaminose”, hanno risposto con la castità. Tuttavia, il tentativo in principio nobile di conciliare la propria natura con la propria fede può avere degli effetti devastanti. Uno dei casi più emblematici di questa deriva distruttiva e violenta, è quello di Marcial Maciel, presbitero messicano, fondatore dei Legionari di Cristo che, nell’omertà generale, ha potuto molestare sessualmente decine di minori e centinai di seminaristi…
Lei è gentile a parlare di “vintage”, qui siamo al di là del demodé… in verità, sulla questione degli abusi sessuali si deve essere estremamente prudenti. Prima di tutto ci tengo a sottolineare che l’omosessualità non ha nulla a che fare con gli abusi sessuali e che globalmente la maggioranza dei crimini sessuali sono perpetrati da eterosessuali. Le vittime in tutto il mondo sono principalmente ragazze e donne e questi abusi vengono spesso commessi all’interno delle famiglie o delle scuole. Dunque, non vi è alcuna connessione diretta tra omosessualità e violenza. Ma se guardiamo all’interno della Chiesa nello specifico è innegabile che la maggior parte dei crimini sessuali siano a carattere omosessuale. Qual è dunque l’origine di tutto questo? Io avanzo tre ipotesi: la prima è che spesso una sessualità repressa e soffocata si trasforma da semplice “odio di sé” in odio degli altri; la seconda è che la condizione di silenzio a cui i prelati sono costretti, soprattutto a partire dalle politiche messe in atto da Paolo VI, facilita la prolificazione di questi abusi nell’omertà generale; ed infine il fatto che, in conseguenza di questo silenzio assordante, si crea una confusione tale da confondere l’omosessualità, intesa come espressione di una sessualità tra adulti consenzienti, con gli abusi stessi, violenze commesse a volte persino su minori: a questo tipo di confusione ha contributo enormemente Benedetto XVI. Il mio libro ha come obiettivo anche quello di far chiarezza su questa questione. Da decenni l’omosessualità non è più un crimine in tutti paesi europei, negli Stati Uniti e nell’America latina. Aspettiamo che la Chiesa si aggiorni e che comprenda che per risolvere un problema gravissimo come quello degli abusi sessuali si debba cominciare a fare netta distinzione tra crimini e relazioni tra adulti consenzienti: per realizzare questo progetto, si deve uscire da quella condizione di omertà, in cui tutto viene nascosto sotto la stessa coperta indistintamente. Dal punto di vista sociologico, le azioni e i comportamenti individuali hanno delle implicazioni collettive. Vi è una responsabilità collegiale in merito ai crimini sessuali perpetrati dai membri del clero che va ben al di là della singola responsabilità individuale. Prendiamo il caso di Angelo Sodano. È stato nunzio apostolico in Cile per moltissimo tempo e ha nominato i suoi collaboratori e successori, diventando poi ministro degli affari esteri e segretario di Stato sotto Gi
ovanni Paolo II. La sua carriera ecclesiastica e il suo potere non hanno pari. Angelo Sodano è attualmente accusato di aver nascosto un gran numero di abusi sessuali perpetrati in Cile, in Messico da Marcial Maciel, in Austria da Hans Hermann Groër, negli Stati Uniti da Bernard Law ecc… Io non voglio giudicare Angelo Sodano, non so che cosa abbia o non abbia fatto. Credo tuttavia che sia interesse della collettività conoscere che cosa egli sapesse e facesse e soprattutto perché. Dovrebbe essere interrogato dal Vaticano stesso perché possa raccontare la propria versione dei fatti e magari uscirne persino pulito. Se sia innocente o colpevole, io non lo posso sapere. Quello che so è che questo processo è indispensabile se la Chiesa vuole cominciare a risolvere i propri problemi interni. Un altro esempio che posso portare è quello di Luigi Ventura, ambasciatore del Vaticano a Parigi. La giustizia francese lo ha accusato di aver aggredito due uomini maggiorenni. Ancora una volta non lo voglio giudicare. Ma constato che Luigi Ventura faceva parte del circolo “omofilo” dell’ex segretario di Stato Agostino Casaroli, molto vicino ad Angelo Sodano ed è stato a sua volta nunzio apostolico in Cile… paradossalmente è anche stato uno dei principali oppositori alla nomina come ambasciatore francese in Vaticano di Laurent Stefanini, perché dichiaratamente omosessuale… questa è schizofrenia!
Nell’ultimo paragrafo dedicato a papa Francesco intitolato “Roma Termini”, lei intervista una serie di prostituti di origine magrebina e di fede musulmana. I clienti più affezionati di questi escort, come preferiscono farsi chiamare, sono preti, monsignori e persino cardinali. A suo avviso vi è un qualche similitudine tra la doppia vita che conduce parte del clero ed il machismo schizofrenico diffuso nella comunità musulmana che porta questi prostituti a definirsi eterosessuali, pur finendo quotidianamente a letto con altri uomini?
La serie di colloqui che ho organizzato con questi vari escort, tutti ragazzi maggiorenni, spesso organizzati col sostegno di interpreti ed assistenti sociali, mi ha permesso di capire che si tratta di un incontro tra due “miserie sessuali”. Da un lato questi giovani musulmani che, arrivando in un paese straniero e non avendo i mezzi necessari per vivere, sono costretti a prostituirsi. Dall’altra quella dei preti che, per praticare in qualche modo la propria sessualità, devono pagare degli sconosciuti. Appunto l’incontro di due miserie sessuali.
A proposito di individui che conducono una doppia vita: non è solo un problema interno al Vaticano ovviamente. Vi sono personaggi pubblici e spesso uomini politici che si autoproclamano cattolici tradizionalisti e paladini della famiglia “naturale” e che sembrano non farsi alcun problema a vivere una vita parallela in privato del tutto in contrasto con quanto essi dichiarano pubblicamente. Sulla scena politica attuale, soprattutto in paesi più conservatori nel Sud ed Est dell’Europa, dove l’influenza della Chiesa è ancora forte, alcuni di questi politici dalla doppia vita siedono tra le fila di partiti di estrema destra. Non si rendono conto della contraddizione evidente tra ciò che sono e ciò che dichiarano, dell’incoerenza tra la loro vita e i decreti legislativi retrogradi di cui sono firmatari. A suo avviso, qual è la ragione profonda che porta ancora oggi molti politici a nascondere il proprio autentico orientamento sessuale? È forse arrivato il momento di scrivere un libro di denuncia anche sull’estrema destra omofoba, perché ci si liberi infine di questa schizofrenia insopportabile?
Allora, vorrei relativizzare e confermare allo stesso tempo la sua posizione. Relativizzare perché vi è una particolarità all’interno della Chiesa che non è presente all’interno di nessun’altra religione, né tanto meno di alcun partito politico: il celibato ed il voto di castità. Detto questo mi sento di confermare la sua tesi perché è innegabile che nei partiti di destra ed estrema destra prolifichino personaggi omosessuali. Pure in Francia per esempio all’interno del partito di Marine Le Pen vi sono molti gay. Alcuni di questi sono omosessuali dichiarati, altri no. Questi ultimi sono stati spesso inseguiti dalla stampa, che li ha fatti uscire allo scoperto. Persino la Corte di Giustizia francese si è espressa su alcuni di questi casi, confermando quanto l’interesse generale di conoscere questa informazione fosse superiore alla protezione della loro privacy. Per venire all’Italia, il Movimento 5 stelle per esempio ospita tra le sue fila molti omosessuali; all’interno del mio libro rivelo, tuttavia, i dettagli di un’operazione machiavellica che è stata portata avanti da alcuni membri del Movimento: alcuni leader pentastellati hanno negoziato con la Chiesa cattolica un accordo al fine di ricevere il sostegno da parte del Vaticano e della Cei al loro candidato sindaco di Roma Virginia Raggi in cambio dell’astensione sulle adozioni per le coppie omosessuali durante la discussione in parlamento sui diritti civili nel 2016. Un’altra rivelazione contenuta in Sodoma riguarda Matteo Renzi: quando era ancora presidente del consiglio ha avuto almeno due incontri segreti con papa Bergoglio sulle unioni civili. Possiamo pensare che il risultato di questi incontri sia stata la validazione delle unioni civili; il papa sembrerebbe aver dato una sorta di autorizzazione passiva, con la garanzia che non si sarebbe opposto pubblicamente.
Da francese e da uomo laico, non trova alquanto preoccupante che dei politici italiani e persino presidenti del consiglio organizzino di nascosto incontri segreti con il capo di uno stato straniero attorno a dei temi che riguardano l’interesse nazionale? L’Italia è una Repubblica parlamentare, uno stato sovrano che, almeno sulla carta, dovrebbe essere indipendente… e questo va al di là del fatto che Bergoglio abbia concesso la propria benedizione ad una legge sacrosanta come quella sulle unioni civili…
Io sono un pensatore volteriano e laico. La laicità in Francia è difesa da due articoli della Costituzione: quello che difende il diritto di credenza e la libertà di culto e quello che dice che la religione non può interferire con la politica nazionale, mettendo l’accento sulla separazione netta tra Chiesa e Stato. Da qui ne consegue il diritto di ciascuno di criticare la Chiesa e qualsiasi altra religione e il divieto di ostentare simboli del proprio culto nei luoghi pubblici: interdizione di portare il velo islamico o qualunque altro simbolo religioso, per esempio, nelle scuole, negli ospedali, nelle stazioni di polizia ecc… Vi è dunque una grande differenza tra Francia ed Italia. A tal proposito, mi permetto di dirle qualcosa di personale. Mi ha molto stupito vedere il relativamente basso numero di copie vendute del mio libro in Italia se confrontato al successo che sta avendo nel resto del mondo: Sodoma è al primo posto nelle classifiche di vendita in Francia, Portogallo, Svizzera; numero tre nel Regno Unito; rientra nella lista dei best-seller pubblicata dal New York Times ecc… Nonostante questo, in Italia non ha avuto lo stesso successo. È accaduto che alcuni quotidiani italiani che si erano impegnati a promuovere il mio libro, il giorno in cui Sodoma è uscito invece che garantire una copertura pubblicitaria come promesso si sono limitati ad annunciarlo marginalmente nei trafiletti in coda ai loro giornali. Che il Vaticano abbia chiamato? Nel fare questo genere di libri non ci si può concedere il lusso della pa
ranoia… Tuttavia, so per certo che vi sono state delle pressioni da parte del Vaticano per minimizzare l’uscita del mio libro: articoli sempre più piccoli e ridimensionati, infine pubblicati sempre nelle ultime pagine. Una sorta di autocensura per non parlare troppo di questo argomento, per relativizzare la portata della mia inchiesta. Credo che questo atteggiamento sia controproducente per il Vaticano stesso.
Allora speriamo che questa intervista possa aiutare Sodoma ad uscire dal suo closet italiano!
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