Kant in piazza Tiananmen

Mariasole Garacci

Aperto a Beijing il grandioso Museo Nazionale della Cina, uno dei più vasti del mondo. La Germania riempie le sale che si affacciano sulla piazza del regime con le opere che raccontano l’Illuminismo europeo.

Dopo quattro anni di lavori, lo scorso marzo è stato completamente riaperto al pubblico il Museo Nazionale della Cina, oggi uno dei più estesi del mondo con 192,000 mq (contro i 34,500 del Tate Modern) che triplicano la superficie del vecchio edificio. Dal 1959, decimo anniversario della Repubblica Popolare, il complesso che fiancheggia piazza Tiananmen al lato opposto alla Grande Sala del Popolo, ospitava il Museo della Rivoluzione Cinese e il Museo Nazionale di Storia Cinese; le due istituzioni furono riunite in un unico organo nel 2003. Un concorso del 2004 raccolse i progetti di Rem Koolhaas, Norman Foster, Herzog & de Meuron (autori del progetto per il Bird’s Nest realizzato nel 2008 per i Giochi della XXIX Olimpiade) e altri architetti, ma la commissione fu assegnata allo studio amburghese von Gerkan, Marg and Partners Achitects, che da dieci anni opera in Cina con 120 dipendenti tra Beijing, Shangai e Shenzhen). Nel 2004, lo studio vinse anche la commissione per il più grande edificio di culto della Chiesa Patriottica, costruito nella capitale tra il 2005 e il 2006.

La riqualificazione del grande museo è parte di una strategia per potenziare l’influenza culturale del paese su scala internazionale sostenuta dal governo con finanziamenti al settore per 4,45 miliardi di dollari nel 2009, che hanno permesso la costruzione di centinaia di nuovi musei (in aggiunta ai tremila esistenti nel 2009) e di rendere gratuito l’ingresso a tutti i musei di arte moderna e contemporanea. Lo scopo è quello, dichiarato dal ministro della Cultura Cai Wu, di “costituire un gruppo di marchi culturali di fama mondiale”. E’ però da rilevare che, secondo alcuni commentatori, generalmente i musei cinesi dimostrano un debole impianto scientifico e scarsa qualità nella programmazione delle attività così come nella strutturazione; nella nuova istituzione dovrebbe invece verificarsi un’evoluzione museografica influenzata dal rapporto con l’esperienza occidentale. Per ora, le quattro vaste gallerie edificate per illustrare le arti figurative di tutto il mondo sono state popolate con opere prestate dai paesi che hanno partecipato alle esposizioni temporanee , che si aggiungono ad una nutrita collezione permanente di inestimabili reperti antichi ritrovati negli scavi effettuati in Cina.

Tra le mostre attualmente in corso, è in programma fino al 31 marzo 2012 Die Kunst der Aufklärung – The Art of the Enlightenment, un’iniziativa che coinvolge i musei statali di Dresda, Berlino e Monaco con prestiti di opere del XVIII secolo – Fuseli, Goya, Watteau, Desmares, Kauffmann, Vernet, Friedrich, Gainsborough e altri artisti – e di alcuni oggetti – strumenti scientifici, porcellane, manufatti – che illustrano la temperie culturale dell’età dei Lumi. Il Ministero degli Esteri tedesco ha speso la cifra di 10 milioni di euro, ma il recente arresto dell’artista Ai Wei Wei da parte delle autorità cinesi ha alimentato in Germania le critiche di molti intellettuali insofferenti alla stridente contraddizione tra il concetto di Aufklärung promosso dalla mostra cinese e l’oscurantismo praticato dal governo e dimostrato anche in questa occasione, quando al sinologo Tilman Spengler, membro della delegazione tedesca, è stato impedito di partecipare all’inaugurazione, in ragione, evidentemente, della manifestata solidarietà con Liu Xiaobo. In Germania la causa cinese ha trovato sostenitori non solo tra gli intellettuali – è il caso di Herta Müller – ma anche da parte di cariche istituzionali come il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, che ha richiesto il rilascio di Ai Wei Wei. E così, come tutto ciò che ha che fare con la Cina, il comportamento della Germania risulta ambivalente e contraddittorio, e solo la prospettiva di un ritorno economico a lungo termine è immaginabile come giustificazione dello stanziamento di una somma così ingente per una manifestazione culturale che sembra avere grande successo tra il pubblico cinese intervistato (previa autorizzazione della polizia), deliziato dalla possibilità di ammirare de visu un paio di scarpe di Immanuel Kant.
www.chnmuseum.cn

(23 maggio 2011)

Condividi Bookmark and Share



MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.