La Caporetto di Gualtieri
Carlo Clericetti
I bond europei, che erano la condizione posta dall’Italia per raggiungere un accordo, sono stati sì messi sul tavolo, ma subito dopo sono stati tolti, e trasformati in un imprecisato “Recovery fund”, tutto da inventare, ma “temporaneo” e con strumenti di finanziamento “coerenti con trattati europei”, precisazione che fa presumere che anche se vedrà la luce sarà gravato dalle consuete condizionalità.
Il Mes, che il presidente Conte aveva definito “uno strumento non adatto”, sarà invece proprio quello usato. Senza condizionalità, come chiedeva in subordine l’Italia? Sì, per i prestiti direttamente connessi alle spese sanitarie, ma solo per l’erogazione, perché, appena finita l’emergenza, “gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità”. Cioè si tornerà subito a parlare di ridurre il deficit e il debito – che nel frattempo sarà schizzato in alto a causa della crisi – costringendoci a una politica di bilancio restrittiva in aeternum.
Gualtieri parla poi dei 100 miliardi del fondo contro la disoccupazione Sure come se fossero veri: purtroppo così non è. Insomma, una sconfitta rovinosa. La riprova? Il commento del ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, quello che aveva proposto di mettere sotto inchiesta quei paesi che hanno difficoltà di bilancio per far fronte all’epidemia, parole definite dal leader portoghese Antonio Costa “ripugnanti e contrarie allo spirito europeo”. Ha detto Hoekstra che “L’ Eurogruppo è giunto a una buona conclusione”.
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Ovviamente non si è nemmeno parlato della soluzione che sarebbe più adatta, ossia la monetizzazione da parte della Bce sia delle spese per l’emergenza sanitaria che di quelle necessarie a non far crollare del tutto l’economia. Soluzione che è stata appena ufficializzata dal Regno Unito.
L’accordo accettato da Gualtieri è insomma l’esatto opposto di quello richiesto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ora dovrà essere ratificato dal Consiglio dei capi di Stato e di governo, ossia dallo stesso Conte. Che cosa farà? Lo sottoscriverà, ingoiando il fatto chele sue richieste sono state ignorate in modo plateale? E poi ci dovrà essere il passaggio in Parlamento, dove l’”azionista di maggioranza” del governo, il Movimento 5S, degli eurobond e del no-Mes ha fatto le sue bandiere. Ingoieranno anche i 5S?
Certo, siamo in una emergenza vera. Certo, non è il caso di mettersi a litigare con l’Europa. Però, è ancor meno il caso di vendersi il futuro per poco più di un piatto di lenticchie. Bisognerebbe prendere atto che l’unico – insufficiente – aiuto che possiamo avere dall’Unione europea comporterebbe una ipoteca fatale sul dopo, e seguire quell’”altrimenti” pronunciato pochi giorni fa da Conte: “Grazie, facciamo da soli”.
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