La carrambata del Tg1
di Norma Rangeri, il manifesto, 10 ottobre 2008
Per una volta non è stata la Carrà a fare la sorpresa, ma il Tg1. Nel bel mezzo di Carramba che fortuna, il programma della lotteria milionaria si è interrotto bruscamente per lasciare spazio all’edizione straordinaria del Tg1. Un attentato? Una strage? Macché, signore e signori, ecco a voi il presidente del consiglio con il sorriso di chi ha una buona notizia da vendere. «Cari italiani state tranquilli, il governo ha varato un piano anticrisi, nessuno perderà un euro». Una bella carrambata, un panino politico formato gigante, infilato tra un «tuca-tuca» e un mambo italiano. Sparare l’edizione straordinaria del telegiornale per un consiglio dei ministri che decreta a favore delle banche, ancora non s’era mai visto.
Notizia di rilievo, non si discute, sfugge tuttavia l’urgenza di comunicarla alle undici della sera, quando, di lì a poco, sarebbe andato in onda il consueto appuntamento con il tg (che infatti ha replicato la conferenza stampa di Berlusconi). Invece, sfruttare l’audience delle carrambate, entrare nelle case degli italiani che si aggrappano alla lotteria, planare sull’euforia di quelle palle colorate che Raffaella apre, piano piano, regalando in pochi attimi, centinaia di migliaia di euro, è tutta un’altra cosa. La televisione ti fa vincere una piccola fortuna e il presidente del consiglio ti culla nella rassicurazione che il mondo cattivo è lontano mentre qui da noi la barca va e la banca è più sicura del materasso. Un incastro prezioso come uno spot.
Chiuso il siparietto, la linea torna a Carramba, il paese delle meraviglie. Una modesta famiglia vince 198 mila euro tra gli applausi del pubblico, un’imbalsamata Patty Pravo balla il tuca-tuca con la Carrà, i boys cantano le canzoncine cretine, per «due ore di leggerezza» come promesso dall’inossidabile conduttrice. Un’allegria scacciapensieri che somiglia all’euforia sul Titanic che affonda.
Se proprio si voleva offrire al telespettatore un supplemento di varietà (e di verità), le telecamere avrebbero dovuto seguire l’infaticabile presidente del consiglio fino al teatro romano del Bagaglino, dove a tarda sera, dopo aver lasciato palazzo Chigi e l’edizione straordinaria del Tg1, ha intrattenuto il pubblico inframmezzando le rassicurazioni ai risparmiatori con il repertorio del barzellettiere. Almeno lo spettacolo del re-giullare sarebbe stato completo.
(12 ottobre 2008)
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