La crisi umanitaria in Africa e l’indifferenza dell’Europa

Carlo Troilo

, Associazione Luca Coscioni

Stephen O’Brien, sottosegretario generale dell’Onu per gli aiuti umanitari, annuncia una imminente crisi umanitaria, che sarà la più grave dalla nascita dell’ONU.

Soprattutto in Sud Sudan, Yemen, Somalia e Nigeria del Nord Est l’emergenza-carestia mette a rischio di morte per fame 20 milioni di persone; già oggi il 30% dei bambini sotto i 5 anni di età soffrono di malnutrizione.
O’ Brien invoca uno sforzo coordinato e globale: 4,4 miliardi di dollari da reperire entro giugno.

Dinanzi a questa tragedia, l’Europa non può tacere. Mancano meno di due settimane alla celebrazione dei 70 anni dei Trattati di Roma. L’Italia deve prendere una iniziativa perché l’Europa faccia fronte almeno in larga parte a questo ingente fabbisogno.

Una possibile soluzione è quella di imporre, in tutti i paesi della Comunità, una tassa una tantum sul fatturato delle industrie degli armamenti, che supera i 40 miliardi di dollari l’anno. Dunque, circa il 10% di prelievo straordinario a carico di queste industrie, che non rientrano certamente fra i benefattori dell’umanità.

E’ giusto anche che l’Italia, che fra l’altro ospita a Roma la sede della FAO, denunci senza mezzi termini la pessima gestione di questa grande organizzazione, che spende quasi la metà del miliardo di dollari cui ammonta il suo budget annuale per alcune migliaia d dipendenti, i cui privilegi di ogni genere sono un autentico scandalo.

Ma soprattutto va recuperata e portata concretamente avanti quella politica di riduzione delle nascite che Marco Pannella qualificava come “rientro dolce”: una politica che non può prescindere da un controllo esercitato anche con i contraccettivi.

Dinanzi all’incombere di questa immane tragedia, sarebbe lecito attendersi da Papa Bergoglio – che ha voluto dedicare alla “Misericordia” un Giubileo straordinario – un gesto di coraggio di cui da decenni si discute in Concili e Concistori senza trovare una soluzione che risparmi la nascita di tanti esseri umani destinati ad ogni forma, anche le più abiette, di sfruttamento o ad una lenta ed atroce morte per fame, inconcepibile nel XXI Secolo.

(15 marzo 2017)



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