La disillusione di Diego, disabile, “ospite” a RaiUno per Telethon

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Vi racconto una storia, la storia di Diego e dei suoi genitori, invitati dalla Rai per partecipare a Telethon.
E’ una lettera lunga, non leggetela per me ma Vi chiedo di arrivare fino in fondo per lui.

Diego è un ragazzino dolce, simpatico, allegro. Diego ha tante fortune, ha due genitori meravigliosi, degli amici e dei professori che gli vogliono un mondo di bene.
Però Diego è ammalato, è nato affetto da una grave malattia che si chiama “Sindrome di Lowe” e che pochi conoscono: si tratta di una rara malattia genetica che causa disabilità fisica e psichica e porta a difetti della vista, problemi renali e cerebrali. Non esiste alcuna cura.

Lo scorso anno Telethon è venuto a conoscenza del problema di Diego, e ha mandato una delegazione di persone alla sua scuola. Sono rimasti tanto impressionati da lui e dai progetti sulla diversità organizzati dai professori insieme ai ragazzi che quest’anno hanno invitato Diego, i suoi genitori, i professori, la neuropsichiatra dr.sa Folegani che lo segue e tutti i compagni di classe alla Maratona Telethon, Domenica 14 Dicembre su Rai1.
Inutile descrivere l’opportunità che è stata data per far conoscere finalmente agli italiani la patologia di Diego, e la conseguente felicità del ragazzo e dei suoi familiari. Inutile parlare della soddisfazione e delle aspettative dei genitori e dei compagni che potevano dimostrare quanto può essere bello avere un figlio e un compagno come lui. E’ scontato.

Purtroppo lo spazio diretta che era stato loro destinato era durante la trasmissione <<100 e lode>>, presentata da Lorena Bianchetti, la quale ha dimostrato freddezza, insensibilità e scarsa professionalità.
Ha presentato Diego all’inizio della trasmissione, senza dargli tempo di parlare, senza descrivere la sua malattia e il motivo della sua presenza, e soprattutto lasciando il ragazzino, ipovedente e con problemi motori, solo e spaesato in mezzo alla sala, in mezzo ai cavi e alle telecamere, senza nessuno vicino che lo aiutasse almeno a tornare dai suoi genitori.
Ci ha dato l’impressione di un direttore di circo che presenta la sua attrazione, per poi lasciarla lì per passare a cose più importanti.
Diego non è riuscito a dire nulla, ha solo fatto in tempo a regalare una sciarpa a Lorena Bianchetti, che lei infastidita si è subito tolta, rifiutando di fatto il dono. Ma si sa, è caldo negli studi televisivi…
Poi la trasmissione è andata avanti, si è svolto il gioco, e c’è stato tempo per tutti: tempo per la giuria annoiata, tempo per i giocatori, tempo per Al Bano che ha cantato 3 canzoni sbagliandole anche, tempo per tutti insomma tranne che per Diego e la sua malattia.
La sig.ra Bianchetti ha bellamente ignorato il gobbo che le indicava di presentare e intervistare Diego e i suoi accompagnatori, forse pensando più alla audience del programma che al motivo della sua presenza in trasmissione. Erano previsti 10 miseri minuti, e non ne ha avuto nemmeno uno.
Ma come si dice, show must go on… Peccato che in nome dello spettacolo debbano sempre pagare i più deboli. Ci lamentiamo tutti di volere un mondo migliore, ma non viene mai data una possibilità a quelli che provano veramente a costruirlo per noi.

Si invitano i telespettatori a inviare una donazione anche a costo di una piccola rinuncia come potrebbe essere un cappuccino, perché allora non hanno rinunciato a dieci minuti di spettacolo da donare a Diego?
Credo che il nostro Diego e i Diego del futuro abbiano diritto ai loro 10 minuti e spero che qualcuno potrà farglieli avere.

Tengo a precisare che questa lettera non vuole in alcun modo danneggiare Telethon che al contrario ha dimostrato attenzioni e correttezza.
Grazie.

Carla Rimondi

(29 dicembre 2008)



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