La Malfa, Berlinguer e Di Pietro

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La questione morale e l’etica nella politica sono dibattuti da decenni ed i primi a sollevarne l’argomento, in maniera forte, furono da due grandi interpreti della politica italiana: Ugo La Malfa nel 1971 ed Enrico Berlinguer nel 1977. La Malfa, nel 1976, portò il PRI nella Federazione dei partiti liberali e democratici europei (attuale ELDR) di cui oggi fa pure parte l’Italia dei Valori, che in un certo qual senso sta cercando di portare avanti quei valori della politica espressi da La Malfa, ma anche quelli espressi da Berlinguer. Voglio però soffermarmi un attimo su Berlinguer poiché essendo l’IDV coalizzata con il PD (ma sembra che il PD non sia coalizzato con l’IDV) ed avendo più volte udito dirigenti del PD prendere a modello Enrico Berlinguer, mi sembra che ci sia qualcosa che non quadri. Dov’è che non quadra? E’ appunto all’interno del PD, in cui molti dei suoi dirigenti hanno abbandonato la serietà, correttezza e fermezza di alcuni loro padri, rivendicandone però la titolarità. E’ il cosiddetto predicare bene e razzolare male. Per farmi capire meglio riporto alcuni punti di una intervista che Eugenio Scalfari fece a Berlinguer nel gennaio del 1977.

"I partiti non fanno più politica! La si faceva nel ’45, nel ’48 e sin verso la fine degli anni Sessanta…. Oggi non è più così: i partiti hanno degenerato….I fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchina di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contradditori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun apporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune…… I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal Governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la RaiTv, alcuni grandi giornali…. Tutte le "operazioni" che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se é utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi…. Molti italiani si accorgono benissimo del mercinomio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro é sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (ottenuti attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più."

Queste sono parole di Berlinguer. Proviamo ad attualizzarle cercando di porle nella sfera politica di coloro che si dicono suoi eredi e ci accorgeremo quindi che c’è qualcosa che non quadra.
Personalmente mi auguro che Di Pietro continui a farsi partecipe delle volontà etiche e morali di La Malfa e di Berlinguer. Per fare questo dovrebbe limitare gli scontri personalistici, tenendo sempre più presente che l’attuale degrado della politica incide negativamente sul sociale e quindi sulla vita dei cittadini che sono il primo punto della moderna democrazia. Si ponga quindi quale sorta di medico che possa curare o lenire queste ferite, tenendo pur presente che sono quasi impossibili da guarire.

Ugo Cortesi, Alfonsine (RA)

(3 settembre 2008)



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