La moderna simonia di Chiesa e Stato

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Pubblichiamo l’anticipazione dell’editoriale che apre il numero di marzo della rivista "Confronti".

Vogliamo, prima di tutto, rivolgere un pensiero pieno di affetto ad Eluana Englaro, morta il 9 febbraio; e rinnovare a papà Beppino solidarietà, stima e rispetto per la sua scelta – confortata dalle sentenze delle massime istanze giurisdizionali della Repubblica – di fare interrompere l’alimentazione artificiale della figlia in coma irreversibile da ben 17 anni. Perciò grande è il nostro sdegno nel sentire importanti esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, e del partito italiano di maggioranza relativa, etichettare quella scelta come «delitto» o «omicidio». Ma ancor più grande è lo sconcerto per un governo che, dispiaciuto di non essere riuscito ad imporre alla povera ragazza l’ortoprassi enunciata dalla Santa Sede e dai vertici della Conferenza episcopale italiana, e cioè l’obbligata continuazione senza data-limite dell’alimentazione artificiale, ora sottopone al Parlamento una normativa sul testamento biologico che, approvata com’è, costringerebbe tutte le possibili Eluane del futuro a subire una violenza intollerabile, ed amputerebbe la libertà e la dignità della persona assicurate dall’articolo 32 della Costituzione.
Infatti, che vi è di «naturale» nell’obbligo di continuare, in linea di principio per decenni, a tener artificialmente in vita vegetativa, grazie alle tecniche moderne e/o alle macchine, una persona che ha perso ogni contatto con la realtà, e che sopravvive incosciente, totalmente vuota di relazioni, affetti, consapevolezza?

Solo i catto-fondamentalisti possono sostenere che sia volontà di Dio un tale innaturalissimo prolungamento artificiale di una vita di fatto stroncata nel giorno dell’incidente fatale; e pretendere che il loro punto di vista diventi legge erga omnes.
La tesi del magistero ecclesiastico – sposata dal governo Berlusconi, dai laici devoti e dai teo-dem annidati anche nel Partito democratico – è che spetti ad esso l’interpretazione unica e definitiva non solo dei misteri della fede e dei dogmi della Chiesa, ma anche della legge naturale. Se dunque cristiani non cattolici, ebrei, musulmani, buddhisti, liberi pensatori… hanno una loro opinione che li porta ad una diversa interpretazione della legge naturale, essi sono liberi di pensarla così purché, sostiene il Palazzo (vaticano e chigiano), non osino presumere che la loro etica venga tenuta in conto dal legislatore d’Italia!
E’ vero che molti cattolici concordano con le tesi del magistero cattolico; però molti altri, donne e uomini, non le accettano affatto. E tuttavia per papa e vescovi, indebitamente proclamantisi la Chiesa, nulla contano i cattolici non allineati; e allora perché mai, per il Vaticano, dovrebbero contare qualcosa quei cristiani legati alla Riforma che, proprio per essere fedeli all’evangelo, hanno ritenuto che si dovesse rispettare la libertà di coscienza, e di scelta, di Beppino Englaro e della sua famiglia?
Il paese che ha in mente Berlusconi assomiglia sempre più, in versione clericale e fatte le debite differenze, ad uno Stato islamico dove vige la Sharia, la legge coranica rigidamente interpretata. Ovviamente, lo zelo del leader del Pdl non è a fondo perduto: presentandosi come ossequioso esecutore dell’etica interpretata dal papa, egli conta, in cambio, di essere sostenuto dalle gerarchie ecclesiastiche alle elezioni locali, politiche o europee che siano.

E di essere considerato – ad ottant’anni dai Patti lateranensi firmati da Mussolini – un nuovo uomo «come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare».
Un uomo che irride alla Costituzione nata dalla Resistenza, impudentemente da lui definita «filosovietica»; e tuttavia benedetto dalle gerarchie ecclesiastiche per aver egli fatte sue le loro tesi sulla vicenda di Eluana. Il corpo martoriato di questa ragazza è stato idealmente l’altare sul quale è stato firmato il patto impudico di questa moderna simonia.
Né ci vengano a dire – i fautori dell’attuale progetto di legge, che di fatto, in ossequio al Vaticano, rende impossibile un vero testamento biologico – che sono guidati da ragioni «laiche», o dall’assillo di difendere «la vita contro la morte»: perché ove le gerarchie ecclesiastiche, dalle quali essi attendono l’imbeccata per dimostrarsi loro famigli affidabili, accettassero una normativa che rispetti la scelta di un Beppino Englaro, immediatamente si adeguerebbero. Parigi val bene una messa.

La redazione di Confronti

(17 febbraio 2009)



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