La nomina di Vincenzo Paglia è un’offesa alla laicità
Crediamo che uno stato laico (come è o dovrebbe essere l’Italia) non possa delegare questo compito a un esponente di quella chiesa cattolica che pretende di dettare legge sulla vita e sulla morte, negando l’autodeterminazione delle persone, in primo luogo delle donne.
Quella chiesa che già ostacola in tutti i modi l’attuazione della L. 194 (sull’interruzione volontaria della gravidanza), che impedisce al parlamento di legiferare in modo laico e responsabile sul cosiddetto "fine vita", che nelle sue prese di posizione ufficiali colloca le donne in posizione subalterna, con un atteggiamento esplicitamente misogino, non può imporre la propria visione del mondo come linea politica al nostro paese.
In particolare, rispetto alla popolazione anziana, affidare la presidenza di questa commissione a un esponente della chiesa cattolica determina un vero e proprio conflitto di interessi. Molte persone anziane infatti vivono in strutture a loro dedicate in precarie condizioni igienico-sanitarie e/o psicologiche, spesso oggetto di denuncia. Ricordiamo che molte di queste strutture fanno riferimento a enti o fondazioni che si definiscono cattoliche. Per tali strutture è quindi naturale che le persone anziane rappresentino un potenziale bacino di utenza".
Ma è l’offesa alla laicità l’elemento che più profondamente ci indigna. Chiediamo che questa decisione venga rivista, nominando come presidente della commissione un’altra persona esperta in materia. Ci permettiamo di suggerire che questa persona sia una donna, che porti in quella sede il contributo di riflessione e di esperienza sulla vita e sulla morte che la cultura delle donne possiede il larga misura.
Durante questi mesi è stato spesso sottolineato il contributo straordinario delle donne: questa nomina sarebbe anche un modo per andare oltre un ringraziamento formale.
Libere tutte – Firenze
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