La questione è immorale e asimmetrica

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di Marco Travaglio, da l’Espresso

C’è un che di surreale, nel dibattito sulla questione morale che sta travolgendo parecchi amministratori del Pd. L’ha fatto notare Gustavo Zagrebelsky in un incontro a Torino di Libertà e Giustizia, di cui è presidente onorario: "Dice la destra: che bello, anche la sinistra è corrotta (e vi raccomando quell”anche’). Risponde la sinistra: ma voi siete più corrotti di noi. Il dibattito è asimmetrico perché gli elettori di destra non si scandalizzano per le corruzioni della propria parte, quelli di sinistra sì". Poi c’è l’asimmetria informativa: se ‘L’espresso’ dedica un’inchiesta i malaffari targati Pd, la stampa ‘indipendente’, ‘Corriere della Sera’ in testa, la rilancia. Il che non accade mai sull’altro fronte: non si ricordano inchieste di ‘Panorama’ o del ‘Giornale’ sui malaffari targati Pdl. Anzi, chi non ha mai scritto una riga sulla vergogna di un Previti che compra la sentenza Mondadori con soldi Fininvest o di un Dell’Utri che frequenta mafiosi e ‘ndranghetisti (gli manca solo la camorra), pontifica contro il sindaco di Firenze che incontra Ligresti in un hotel. Condotta poco trasparente, ma imparagonabile con le indecenze di cui sopra. Sulle quali ancora si attende, dopo anni, un editoriale del ‘Corriere’.

Questa asimmetria, fra l’altro, regala un comodo alibi a chi nel Pd non vuol fare autocritica e si rifugia nel "voi siete più corrotti di noi". Tutti ricordano il "facci sognare" di D’Alema e l’"abbiamo una banca" di Fassino nei giorni della scalata Unipol-Bnl. Nessuno sa dei parlamentari forzisti e leghisti imputati per aver reso soldi da Fiorani nella scalata pl-Antonveneta. A fine novembre, presentando l’aspirante governatore d’Abruzzo Gianni Chiodi, Silvio Berlusconi dichiarava: "Sapete com’è andata col ponte sullo Stretto? Avevamo impiegato cinque anni a metter d’accordo le imprese italiane perché non si presentassero separate alla gara d’appalto, ma in consorzio. Eravamo andati dai nostri colleghi chiedendo che le imprese non si presentassero in modo molto aggressivo, proprio perché volevamo una realizzazione di mano italiana, e poi avremmo saputo ricompensarli con altre opere pubbliche. La gara d’appalto è stata vinta dal consorzio italiano: poi la sinistra ha distrutto tutto in cinque minuti".

Se le parole hanno un senso, il premier spiega di avere – non si sa a che titolo – aggiustato una gara internazionale per far vincere Impregilo sui concorrenti stranieri, invitando quelli italiani a farsi da parte in cambio di altri appalti (pilotati anche quelli?). Ma non è successo niente: siamo mitridatizzati al peggio, anche se in teoria il Codice penale vieterebbe le turbative d’asta. Ma immaginiamo quelle parole in bocca a un Sarkozy, a un Brown, a una Merkel, a uno Zapatero, a un Bush, a un Obama. Ammesso e non concesso che, dopo averle pronunciate, fossero rimasti a piede libero, si sarebbero ben guardati dal rinfacciare la questione morale ai loro avversari politici. Berlusconi invece l’ha fatto. E gliel’hanno lasciato fare.

(30 dicembre 2008)



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