La tragedia della Rai
E’ da tempo che l’umet
ch’è il padron di Mediaset
vuol distruggere la Rai
e ogni dì l’attacca ormai.
Prima parla agli industriali:
“Fate errori colossali
nel comprar pubblicità
dalla Raitivù che dà
sol programmi pessimisti,
pieni di sfiducia e tristi…”
Sottinteso: “Quei dané
impiegateli da me,
ché la Mediaset trasmette
ombelichi, culi e tette
scatenati nella danza,
un messaggio di speranza!”
Poi ai telespettatori:
“Fate pure gli evasori
poiché il canone tivù
è uno spreco e nulla più,
dato quello che vedete…”
Ogni dì un colpo d’ariete,
alla faccia di quei fessi
che il conflitto di interessi
da dieci anni ad oggidì
han lasciato sempre lì.
Torna presto in argomento:
“Solo panico, sgomento
e dannoso pessimismo
col suo grande disfattismo
sa trasmettere la Rai.
Nell’evidenziare i guai
la fiducia va in frantumi
e si abbassano i consumi.
La migliore soluzione
è mostrar delle tettone!”
Poi Dell’Utri dà una mano.
Si lamenta il siciliano
delle facce al TG3:
“Sono dark, secondo me.
Le notizie vanno date,
ma fra i lazzi e le risate
e non con l’aria depressa.
Qualche faccia va soppressa
e dal direttor cambiata.
Ma la Rai nuova è arrivata
e qualcosa cambierà…”
Il premier ci penserà,
pronte all’uso, le veline,
ma non quelle porcelline
con il corpo un po’ svestito,
le veline di Benito
che diffondono ottimismo.
Ed in tema di fascismo,
mentre provoca Marcello,
di fascisti un bel drappello,
o manipolo? O masnada?
va alla Rai di via Teulada
con intento minatorio,
come ai tempi del Littorio.
Non commentan né il governo
né il ministro dell’Interno
che ha già impegni littoriali
fra le impronte digitali
ai rom bimbi e adolescenti,
le denunce di studenti,
qualche multa alle battone
e la scheda di un barbone.
Berlusconi parla ancora:
“Contro un premier che lavora
la tivù fa sempre peggio:
un terribile dileggio,
ogni giorno in prima sera
c’è d’insulti una miniera,
di battute una gragnuola,
su Alitalia, sulla scuola,
per il culo mi si prende
e nessuno mi difende!
Ogni sera grandi offese
contro il bene del paese!”
Dopo un lungo boicottaggio
ecco, infin, l’ultimo oltraggio.
Commission di vigilanza
per la Rai: la maggioranza
vota come presidente,
contro ogni precedente,
non chi vuol l’opposizione,
ma tal Villari, un volpone
per il qual Otelma è un mito,
a Bocchino molto unito
e, da buon napoletano,
con un corno sempre in mano.
Il curriculum lo addita
democristo con De Mita,
poi seguace di Mastella,
popolar, devota ancella
di Rutelli e, infin, Pd.
Con un tale pedigree
questo Villari assicura
certamente vita dura
al messia Walter Veltroni.
Tutti gridan: “Dimissioni!”,
ma lui mena il can per l’aia
ed a tutti dà la baia:
“Cari amici, vi prometto,
quanto prima mi dimetto!”
Nuovamente il Cavaliere
ce l’ha messo nel paniere…
(17 novembre 2008)
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