Laboratorio ’48: Soddisfazione per questo nuovo progetto politico

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Scrivo a nome dell’associazione Laboratorio ’48 innanzitutto per esprimere la mia soddisfazione per l’inizio di un nuovo progetto politico come questo.
Mi auguro che nella conduzione dell’iniziativa si adoperi il massimo pragmatismo possibile data l’importanza del progetto. Non capita spesso che centinaia di sigle, associazioni, liberi cittadini si raccolgano attorno ad una rivista per lanciare un nuovo progetto politico, ed un passo falso o una mossa sbagliata potrebbero vanificare il tutto.
Ora è indispensabile capire queale strategia adottare.
Nell’editoriale del direttore Flores D’arcais ho notato un acceso tono di sconforto nei confronti del "perduto" Partito democratico. La sfida si gioca anche in questo campo. Non bisogna dimenticare che il PD resta il maggior partito d’opposizione e che al suo interno, soprattutto negli strati bassi della nomenklatura, ci sono persone molto valide di cui stimo operato ed ideali (penso a qualche sindaco o consigliere comunale sopratutto dei paesi di provincia che non ha perduto lo spirito del far politica per passione e non per denaro).
Con il PD a mio avviso bisogna continuare a mantenere un confronto aperto, stimolarlo a prendere decisioni decise ed ad adottare un atteggiamento meno moderato soprattutto nei riguardi del governo. Deve insomma restare un interlocutore privilegiato.
Per questo motivo vedo ottima l’idea di un apparentamento con il partito di Antonio Di Pietro, anche se forse ci si potrebbe limitare a potenziare quest’ultimo.
Si tratta di un partito di formazione piuttosto recente, con una struttura ancora debole e presente in maniera ridotta su tutto il territorio nazionale (mi riferisco a numeri dei militanti e non sedi di partito) per questo motivo credo che un ingresso in massa della società civile attorno a questo partito porterebbe a risultati maggiori ed in minor tempo che non riorganizzarsi in proprio.
La questione è che un partito come l’IDV, dopo aver registrato l’ingresso degli strati più disparati della popolazione e di un considerevole numero di intellettuali e personaggi del mondo della cultura di conseguenza prenderebbe a modificare anche la propria identità arricchendola con i contenuti più diversi.
Tra i contenuti che a mio avviso son immediatamente da tenere in considerazione sono la riduzione degli stipendi parlamentari per portarli ai livelli di funzionari pubblici come gli altri. In più dato la responsabilità che hanno si dovrebbe certificare se son persone adeguate a svolgere compiti come quello del parlamenteare (penso a controlli antidroga una volta al mese, penso a test di cultura generale o specifica – il fatto che un parlamentare della repubblica non sappia chi è Olmert fa rabbrividire- ).
Questi restano esempi. Il fine ultimo ed obbiettivo di queste proposte è prendere da subito provvedimenti per estirpare l’abitudine di entrare a far politica per denaro.
Quello che in Italia serve sono le regole. 40 anni di Democrazia Cristiana hanno cancellato ogni distinzione tra ruolo pubblico ed interesse privato, la degenerazione di questo meccanismo ha portato all’ attuale Partitocrazia. E’ qui che bisogna agire. Fermare immediatamente tutte le lottizzazioni degli enti pubblici per assumere tecnici competenti ed estranei alla politica.
Sarebbe a mio avviso utile come esperienza qualche anno di transizione con ministeri guidati da personale tecnico. Aprire una stagione di governi tecnici sarebbe facilitata dal fatto che le nostre università ci mettono a disposizioni tutti i quadri che servirebbero per questo tipo di manovra, e se il mondo dell’università non basta allora rivolgiamoci all’estero, a qualche economista di fama internazionale per esempio.
Concludo ritenendo che una partecipazione alle elezioni europee 2009 potrebbe essere troppo precoce e rischiare di bruciare le tappe. Capisco che c’è fretta di cambiare, ma la fretta resta relativa dal momento che ci sono ancora 5 anni di governo Berlusconi.
Ritengo più utile, piuttosto, iniziare a parlare con l’Europa per risolvere problemi interni come per esempio la questione Rete 4.
Continuiamo comunque ad essere fiducionsi, in Italia sta cominciando a muoversi un opinione pubblica combattiva e finalmente propositiva.

Marco Concolato
Laboratorio ’48


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(14 ottobre 2008)



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