Le Comunità Cristiane di Base: sentenza di grande valore etico
La sentenza della Corte di Cassazione che libera Eluana Englaro è un intervento di grande valore etico, perché rispetta la “sua volontà”.
La gerarchia cattolica non ha colto il profondo significato di questa scelta quando ha negato a Eluana il diritto di amare la vita fino a chiedere, attraverso suo padre, l’interruzione dell’alimentazione forzata.
E noi vogliamo esprimere vicinanza, solidarietà e gratitudine a Eluana e al padre di lei Peppino per il contributo che hanno dato al cammino di liberazione della intera società dal dominio del sacro.
“Mia figlia – ha testimoniato in sostanza Peppino – aveva un senso del morire come parte del vivere e non avrebbe accettato di essere una vittima sacrificale di una concezione sacrale della vita come realtà separata e opposta alla morte”.
Non può sfuggire la pregnanza di un simile messaggio: proprio la separazione fra vita e morte rende tanto aggressivo l’ “ordine” mondiale in cui viviamo.
Mentre portiamo avanti ogni giorno l’impegno politico e sociale per la giustizia e la pace, contro la violenza e la guerra, al tempo stesso il nostro pacifismo ci deve portare oltre la dimensione socio-politica della lotta. E questo vale anche per l’impegno intraecclesiale. Bisogna andare finalmente alle radici, come vuole il Vangelo, individuare e tentar di sradicare il gene della violenza che cova in tutto l’apparato mummificato, simbolico e normativo, delle culture e delle religioni. E’ il Dio padrone unico e insindacabile della vita e della morte “la cifra assoluta dell’aggressività umana”, come diceva Ernesto Balducci.
Ognuno deve fare la sua parte, sull’esempio di Eluana e Peppino Englaro, per sradicare la violenza del sacro, usando gli strumenti di conoscenza e di saggezza che gli sono stati forniti dall’esperienza di vita, dai cammini di fede e dalla rete delle relazioni che ha potuto intrecciare.
La Segreteria Tecnica Nazionale delle CdB italiane
Milano, 13.11.08
www.cdbitalia.it
(14 novembre 2008)
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