Le Istituzioni italiane sono decadute

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La Corte Costituzionale ha invalidato alcuni articoli della Legge 270 del 2005 (Porcellum) per incostituzionalità relativamente al premio di maggioranza ed alle liste bloccate.

Il problema ora non è tanto di modificare la legge elettorale, ma il fatto che sulla base di detta incostituzionalità, le maggioranze parlamentari non sarebbero state quelle odierne e quindi, il Parlamento, essendo stato eletto con norme incostituzionali, automaticamente dovrebbe decadere non rispecchiando più i dettami della norma basilare dello Stato che è la Costituzione, alla quale il Parlamento stesso e gli altri organi istituzionali dovrebbero fermamente attenersi.

La stessa cosa dicasi per il Governo ed il Presidente della Repubblica che sono stati eletti da un Parlamento non più legittimato in quanto mancante del presupposto elettivo di costituzionalità.

Per questo, non si può demandare la modifica della legge elettorale a questo Parlamento che non ha più (e la sentenza della Corte sembra dire che, negli ultimi sette anni, mai l’ha avuto) il potere di legiferare. In pratica abbiamo un Parlamento abusivo.

Il Presidente della Repubblica dovrebbe quindi, se si vuole ritornare alla legalità costituzionale, sciogliere immediatamente le Camere, dichiarare il Governo di emergenza per le sole attività ordinarie, indire le elezioni politiche e dare lui stesso le dimissioni, senza aspettare alcuna modifica alle legge elettorale, ma indicendo le consultazioni con il vecchio Mattarellum.

In questo modo si salva, come si dice in gergo, "capra e cavoli" ma anche la credibilità politica della Nazione Italia che in questi ultimi venti anni ha perso di considerazione specialmente nei confronti degli stessi italiani.
Ma visto che la nostra classe politica è da anni che calpesta la Costituzione, lo farà anche questa volta ed alla faccia della legalità finirà tutto a tarallucci e vino.

Ugo Cortesi

(8 dicembre 2013)



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