Le mani dei soliti noti sulla fisica italiana

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C’è una parola caduta in disuso, in italiano: l’aggettivo “patetico”. Ricordo che i miei genitori la usavano quando volevano trattenersi dall’insultare qualcuno che non controllava ciò che diceva. Ecco, penso che, per i motivi che ha ben illustrato sul n° 2 della rivista Emilio Carnevali a pagina 144 (Scienza e ridicolo) l’onorevole Gabriella Carlucci meriti di essere definita “patetica”. Devo dire francamente che della pateticità della Carlucci sono semplicemente stufo: non mi aspettavo nemmeno che potesse dialogare con persone di rango dell’ambiente scientifico (in una qualsiasi lingua e da qualunque altra laurea); ma è evidente che ha avuto alle sue spalle dei maligni e navigati consiglieri che si sono approfittati di lei per altre finalità, non ultima quella di mettere le mani sul CNR (aspirazione più volte manifestata dal Boschi, firmatario – lui aretino – di una lettera di falsi-spazzatura in siciliano, come ha notato un arguto collega pisano riferendosi a un notissimo millantatore che imperversa da anni con coperture politiche formidabili). Vigliacchi! Mandare allo sbaraglio una povera “moglie e madre” per il proprio interesse personale! Patetica, perciò.
Ma il fenomeno di degenerazione culturale è grave: l’ambiente dei fisici, quando la rispettabilità era sotto l’autorevole tutela di Edoardo Amaldi, di Enrico Persico, e di molti altri personaggi capaci di prendersi la responsabilità di indirizzare la ricerca e i giovani, era un ambiente esemplare. Se oggi non è più esattamente così è perché un noto millantatore circondato da una corte di adulatori interessati ha incominciato a introdurre elementi di volgarità intellettuale senza precedenti a scopo di “potere”. Alcuni sono cascati nella trappola e tacciono per “non fare scandalo”. Ma forse oportet… Prima o poi, bisognerà raccontare la “vera storia” anche agli italiani (fuori d’Italia la conoscono meglio), con documenti precisi e tutto ciò che occorre per non essere confutati con nuovi falsi. Intanto, sarà meglio mettere da parte tutta la produzione di bugie e infamie che la pubblica opinione non può valutare facilmente e che, purtroppo, risale ormai anche a molti anni fa. Come ho sempre sostenuto, se la fisica ha un difetto è quello di vivere nel presente cancellando il proprio passato, soprattutto quello delle idee. E nelle pieghe di quel passato si incontrerebbero anche molti “abusivi” ancora in sella, che però hanno fortunatamente raggio d’azione locale sicché la comunità internazionale non ne scopre facilmente le millanterie. Dunque, un fenomeno di grave provincialismo culturale proprio in un campo che più sovranazionale non potrebbe essere. Dico questo perché penso che sarebbe ora (come è di fatto già avvenuto nel caso Maiani) che le nostre scelte fossero sempre affidate a comitati di consulenza internazionali e a pareri liberi da ridicole ingerenze dei nostri incompetenti partiti. Mi sembra ieri che ancora si parlava dell’appartenenza degli Enti ai partiti: questa presidenza “spetta” alla DC, questa “spetta” al PSI, questa Università è rossa, quest’altra è bianca, e così via. Mancherebbe solo che si continuasse in questa abiezione. I giovani devono sapere, per non ricascarci. Prendiamo il “caso Maiani” come una svolta storica decisiva e, alla prima avvisaglia di nuovi tentativi di sopraffazione dei soliti noti, vuotiamo gli archivi e mettiamoli in vetrina, a perenne futura vergogna, però evitabile (i giovani sono più innocenti di noi).

(31 marzo 2008)



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