Lefebvre, la riabilitazione è un ritorno al pre-concilio
Papa Ratzinger ha tolto la scomunica ai seguaci di Mons. Lefebvre, che non hanno mai cessato di essere ostili al Concilio e a tutte le riforme liturgiche e pastorali della Chiesa dagli anni Sessanta in poi. Lo ha fatto il 24 gennaio scorso, proprio alla vigilia del 50° anniversario della convocazione del Concilio Vaticano II da parte di papa Giovanni.
Colpisce il carattere simbolico della coincidenza: dice ancora una volta la grande preoccupazione del papa, da lui espressa a più riprese fin da quando era Prefetto dell’ex sant’Uffizio, per certi aspetti del Concilio. Affermava già nel 1984 in un’intervista a Vittorio Messori:
“Già durante le sedute e poi dopo, in modo sempre più vasto, circolò quello che noi tedeschi chiameremmo Konzil-Ungeist, quell’ “anti-spirito del Concilio” secondo il quale tutto ciò che è “nuovo” sarebbe sempre e comunque migliore di ciò che c’è già; un “anti-spirito” secondo il quale la storia della Chiesa sarebbe da far ricominciare dal Concilio ecumenico Vaticano II” (Jesus nov. 1984).
Poiché siamo contrari a tutte le scomuniche, la riammissione dei seguaci di Lefebvre non ci scandalizza.
Ci colpisce invece che questo “misericordioso provvedimento” sia a senso unico e che sancisca un ritorno al pre-concilio.
Ci colpisce che si mantenga il sospetto e la condanna verso le realtà ecclesiali più orientate in senso conciliare come ad esempio le Comunità Cristiane di base e i teologi della Teologia della Liberazione.
Ci colpisce che la riabilitazione sia avvenuta, oltre che alla vigilia dell’anniversario del Concilio, anche alla vigilia del Giorno della memoria e che tra i vescovi riabilitati ce ne sia uno che neghi la realtà dell’Olocausto, quasi alludendo a un ritorno al tempo in cui gli ebrei erano considerati responsabili della morte di Gesù e bisognosi di conversione.
Sono in molti dentro e fuori la curia romana pronti ad annunciare la morte dello spirito del Concilio; ma lo stesso Spirito, che ha ispirato i Padri conciliari, continuerà ad impedirla.
Le Comunità cristiane di base italiane
(28 gennaio 2009)
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