Lettere a Furio Colombo
Pubblichiamo i messaggi inviati a Furio Colombo a commento del suo editoriale "" uscito il 25 agosto su l’Unità.
Ho appena terminato di leggere il tuo articolo sull’edizione on line de l’Unità di oggi.
Vorrei dirti che ti sono vicino, nel senso che provo lo stesso tuo turbamento per la "deriva" possibilistica che il PD sta prendendo da tempo verso l’attuale governo; questa continua ricerca del dialogo ad ogni costo è inaccettabile e non ci porterà da nessuna parte, se non all’annullamento e alla scomparsa.
Ieri sera, guardando in tv il servizio sulla festa nazionale del PD e gli applausi a Bossi e Tremonti, ho provato un moto di vergogna sintetizzato da mia moglie: "Che schifo"
Lei forse ha esagerato, ma avanti di questo passo…
E le cose che dice la signora Urbinati sembrano un presagio, terribilmente vero e profondo; non vorrei trovami di fronte ad un mutamento genetico irreversibile; a volte capita ed è anche necessario… ma questa volta non voglio diventare un OGM…
E non dare retta a chi ti scrive cose come nella mail che racconti; di persone come te abbiamo bisogno; vai avanti così che ci sono moltissime altre persone e "compagni", come il sottoscritto, che ti sostengono e sosterranno sempre.
Un saluto affettuoso
Mirco Ghilarducci
Ho sempre pensato che Lei fosse una persona onesta e coerente, per questo ho ancora dato fiducia al PD. Leggendo il Suo articolo di oggi 24/08 sul PD ho perso ogni speranza di poter vivere in un paese normale. Addio opposizione, addio sinistra. Dovrò sopravivere in un paese senza futuro.
Stefano Molfino
Gent.mo Signor Colombo,
il suo pezzo di oggi esprime fino in fondo i dubbi, le perplessità, le angosce di chi, come me, deve, purtroppo, riconoscere di sentirsi in sintonia con una stretta minoranza.
La minoranza, ahimé, di coloro che pensano sia normale che a sinistra ci si interessi di coloro che stanno peggio, di quanti non hanno le stesse opportunità (ma il ministero delle pari opportunità esiste davvero?), di chi vede giorno dopo giorno calpestati i propri diritti senza avere alcuno spazio per esprimere il proprio dissenso o gridare la propria indignazione, dei tanti rinchiusi in un CPT in condizioni inumane, dei precari a vita, dei sottopagati, dei pensionati, degli umiliati.
La minoranza, ancora ahimé, di coloro che ritengono un dovere anzitutto morale pagare le tasse, rispettare le regole e le Istituzioni.
La minoranza, infine, di quanti testardamente non si sottomettono al "pensiero unico" che anni ed anni di monopolio berlusconiano dell’informazione hanno generato.
La ringrazio per aver dato voce al suo (nostro) dispiacere per un PD che ha sposato insensatamente una deludente linea di appeasement nei confronti del peggiore dei governi (mondi) possibile.
Cordiali Saluti,
Sandro Berardocco
Illustre onorevole,
ho letto con molta attenzione il suo editoriale di oggi ( cosa che del resto faccio ogni domenica e se continuo a comprare l’Unità lo faccio per leggere Lei, Padellaro, Travaglio e Cotroneo) e Le dico subito che lo trovo di una straordinaria lucidità. Io mi considero un "senza tetto" della Sinistra e mi pare difficile però avvicinarmi al PD o a quello che sta diventando il PD. Io credo che l’opposizione sia una cosa seria, in particolar modo diventa serissima quando si deve fare opposizione. E conosco queste frasi avendo fatto per anni il consigliere comunale. E mi creda, senza dialogare e senza sconti. Il PD mi pare, e concordo con Lei, troppo dialogante e sta qui la mia malinconia. Viene, voglia, mi creda, di chiudersi in casa e dedicarsi unicamente alla lettura di qualche buon libro. Cordialmente e con stima.
Stefano Coccia
Carissimo Furio,
tu e Padellaro siete stati gli ultimi direttori dell’ Unità, perché da oggi di unitario non ci sarà più niente e di fatto potrebbero chiamarlo il “Molteplice” in linea con la filosofia veltroniana: “è così!!!!…ma va bene anche il contrario”.
Grazie Per la chiarezza e la coerenza che avete dimostrato in questa Italia qualunquista, “furba” e opportunista, ma la festa è oramai finita, e per il popolo sarà pianto e stridor di denti, come dice il Vangelo!!!!!!!!!!!!!
Un giorno non lontano verrò a Roma per stringerle la mano.
Giordano da Ravenna
Caro Direttore (preferisco chiamarla Direttore e non Senatore), io spero che la nuova direzione dell’"Unità" le dia ancora la possibilità di scrivere questi bellissimi articoli. Io non riesco più a capire come ragiona la dirigenza del Pd, ma che senso ha fare delle feste di partito e invitare gente che trasuda ignoranza e incompetenza, gentaglia che non merita di amministrare un condominio figuriamoci uno Stato. Lei che è vicino ai vertici dirigenziali perchè non ci spiega che cosa realmente frulla nella loro testa e che cosa ha Berlusconi di così attraente da farli completamente rimbecillire di fronte a qualsiasi parola lui dica. Sono deluso, molto deluso e continuando così non credo che tornerò a votare molto presto. In passato, prerogativa della sinistra era l’onestà e la competenza; adesso la prima non esiste quasi più e rende quasi inutile la seconda.
Un caro saluto
Giacomo Moretti
P.S. certo che dare del comunista a lei sfiora il ridicolo!
Caro Direttore,
grazie di cuore per quanto da lei scritto nell’editoriale odierno, per la Sua solita ed appassionata schiettezza. Grazie per ciò che ha finora fatto e che, ne sono certo, continuerà a fare nell’ambito dell’Unità. Si, che continuerà a fare, ne sono certo (o meglio lo spero vivamente per le poche voci di vera opposizione che rimangono nel nostro Paese) perchè non riesco proprio ad immaginare, neppure minimamente questo giornale, che Lei e Padellaro hanno, con immenso coraggio, contribuito a salvare ed a rilanciare, senza il contributo di risorse fondamentali come la Sua. Il nuovo editore, mio conterraneo e che apprezzo, sa bene quali sono le risorse, primarie e perciò indispensabili, da ritenere pilastri portanti per ogni struttura. Cambiare per il gusto di cambiare o soltanto perchè l’organo politico di riferimento (che se lo facesse non sarebbe più il mio) ritiene che l’opposizione deve essere "più dialogante", sarebbe come insistere nel considerare curabile il peggiore dei tumori con l’acqua minerale. Dico questo perchè ho il terrore che l’attuale opposizione (a parte Di Pietro) non si sia ancora resa conto di ciò che ha prodotto il nefasto esito elettorale dello scorso Aprile, visto che i nostri rappresentanti politici sperano, invitando alle loro feste esponenti di primo piano della maggioranza, di essere accolti nella nuova mensa per partecipare a chissà quale lauto pasto, mentre non si accorgono minimamente che dovranno accontentarsi soltanto di qualche briciola vagamente insaporita. Leggo da oltre 5 lustri delle vicende del "signore di Arcore" ed ho nelle mie raccolte alcuni articoli di "Panorama" dei primi anni 80, dove si parla di un imprenditore rampante, proprietario di un nascente impero editorial-mediatico, nonchè finanziere-palazzinaro, Silvio Berlusconi, che, già all’epoca, avrebbe avuto in mano il Parlamento italiano. Ora il personaggio, di cui mai si è saputo con chiarezza (o forse si sa) come sia potuto diventare uno dei Paperoni del pianeta (che carriera per uno che ha iniziato a suonare la chitarrina nei transatlantici di lusso!) è
più che mai quì; più che mai padrone di questa Italia televisiva e velinara. Di tutto questo il PD si sarà accorto? Ho, purtroppo, il terrore che non sia avvenuto.
Termino, caro Senatore, con un sincero elogio per la signorilità con cui ha chiuso il Suo editoriale, citando il miserabile pensiero espresso nei suoi confronti da una mente piena di nulla, quale sicuramente è l’autore di quella e-mail ( e che non meritava neppure di essere letto).
Grato per l’attenzione, Le rivolgo, come sempre, un sincero augurio di buon lavoro.
Luigi Putzolu
Gentile Furio Colombo,
ho letto con molta attenzione il suo pezzo su l’Unità di ieri "L’opposizione" (24.08.2008). Non c’è una virgola che non mi trovi d’accordo. In questi anni molto bui e, per certi versi, incomprensibili, il giornale che Lei ed Antonio Padellaro, avete riportato in edicola, insieme al TG3, siete stati la nostra voce, la nostra garanzia di democrazia, le uniche voci libere in un panorama informativo sempre più sottomesso. Ora, pur plaudendo l’arrivo di una direttrice donna, mi sembra di capire che si voglia portare questo giornale verso il centro, mi sembra di capire che si voglia imprimere al giornale maggiore moderazione. E non mi meraviglierei se ad alcune voce "libere" non venisse più data possibilità di esprimersi (Travaglio, non oso neanche fare il suo nome).
A volte ho l’impressione che molti esponenti del centro-sinistra soffrano di sudditanza psicologica nei confronti di Berlusconi. Mi sbaglio?
Ricordo sempre quando rientrarono in Italia le "due Simone" e furono investite dagli insulti e dalle offese cattive e volgari della destra: nessuna voce, tranne la sua, si levò dalla sinistra in difesa di queste nostre meravigliose ragazze.
Sono seriamente preoccupata! Così non andremo da nessuna parte… di fronte a questa maggioranza arrogante, saccente, presuntuosa e illiberale.
La saluto con grande affetto,
Anna Maria Quattromini
Caro Colombo,
Poche righe per esprimere solidarietà a Lei, ma anche a me stesso e ad altri di sinistra che ormai non hanno più riferimenti politici certi. Con il Suo articolo di oggi ha raccontato mirabilmente l’epilogo di una parabola che dura da anni, iniziata con la fine del PdS, e costellata di scelte ed eventi conseguenti che in una parte di noi ha suscitato dapprima stupore e alla fine disgusto.
Io ho abbandonato i DS ai tempi dell’intervento Nato in Serbia, e sono stato un elettore (critico) di Rifondazione fino al 2006. A quest’ultima tornata ho votato democratico per una questione di pragmatismo, sperando di evitare la terza ascesa di Berlusconi a Palazzo Chigi.
Vista la fine della sinistra radicale, e in particolare di RC che ha visto la sconfitta di Vendola a favore della linea assolutamente irragionevole e anacronistica di Ferrero, potrei dire di aver fatto bene.
Ma l’evoluzione del PD dopo la sconfitta – da Lei ottimamente descritta – ha rafforzato in me la convinzione che Berlusconi è funzionale alla sopravvivenza di questa dirigenza mediocre e autoreferenziale. Poiché senza questo collante difficilmente D’Alema, Veltroni, Violante, Fassino
e altri – protagonisti primari della fine della sinistra in Italia – sarebbero ancora al loro posto. Personaggi che negli anni ’70 dichiaravano di voler cambiare il mondo, e che – come dice un mio amico – purtroppo ci sono riusciti. In peggio.
Io ho 52 anni e mi sto dando da fare per trasferirmi in Francia, e in prospettiva con tutta la famiglia: non è escluso che ci riesca, un po’ per il mestiere che faccio, e un po’ perché fuori Italia i cinquantenni riescono ancora a trovare collocazioni valide. Ma, soprattutto, non riesco ad accettare come normale ciò che accade in questo paese, e mi sono reso conto che vivere in un paese civile è irrinunciabile.
Ancora un grazie per aver dato voce in questi anni a una minoranza "anomala".
Diego Romano
Gentilissimo Furio Colombo,
ti scrivo per ringraziarti infinitamente per tutte le volte che in questi anni ci hai fatto pensare e guardare con occhi diversi il nostro Paese. Ti confesso che la tua analisi di ieri su l’Unità, che condivido in pieno, conferma tanti dei timori che ho avuto in questo ultimo anno e mi sconforta molto.
Tanto per spiegarti in breve la mia situazione: ho 36 anni e faccio l’assessore all’urbanistica in un comune di circa 10.000 abitanti della Toscana (Vaiano, in provincia di Prato), vengo dai DS, ma non sono riuscita a violentarmi per aderire al PD e ho scelto di fare "l’indipendente di sinistra" anche se questo mi ha causato un ostracismo da parte dei miei ex compagni di partito che penso mi porterà ad abbandonare l’impegno politico attivo molto presto (niente di male infatti ho due bambini di 6 e 3 anni che saranno ben contenti di avere un po’ più tra i piedi la loro mamma invece di doverla dividere con "il Comune" e "il Partito"). Ripensando a questi ultimi dieci anni (dal ’98 infatti ho iniziato il mio impegno attivo) e a tutti i momenti in cui sembrava che qualcosa potesse cambiare (ero a Genova nel luglio 2001, ero al Circo Massimo con 3 milioni di persone nel marzo 2002, ero a Piazza Navona con la pancia di 7 mesi nel settembre 2002 solo per citare alcuni esempi) sono totalmente allucinata dalla situazione in cui ci troviamo oggi. Anch’io non capisco perchè, proprio qui in Toscana, dobbiamo offrire ulteriori spazi agli esponenti di spicco di Lega e PDL che poi a quanto pare si prendono anche applausi dalla nostra gente (leggo su "Il Tirreno" di oggi). Perchè nessuno si degna di rispondere, dall’interno del PD, alle questioni che hai posto in questi mesi? Perchè si vuole imitare il Democratic P. americano salvo poi annullarsi come identità? Spero che tu continuerai comunque a stimolarci con i tuoi interventi, ma ho tanta paura che la situazione possa ancora peggiorare.
GRAZIE comunque e di nuovo.
Silvia Sorri
P.S. un altro segno dei tempi: stamattina è arrivato in Comune il capogruppo del PD (che all’epoca dei DS era "morandiano" di ferro) con sotto braccio una copia de L’Unità; non era mai successo perchè a differenza mia lui non la comprava mai!!!!
“…ho contribuito a creare il PD, ma in questo momento non so dove mettermi”. Glielo dico io dove mettersi: vada in pensione e lasci il suo posto a un giovane. Ormai il suo tempo l’ha fatto.
macherelli@dada.it
Caro Sig. Colombo,
mi scusi per l’uso dell’appellativo (Signore) inusuale nell’Italia dei dottori, ma vivo in Germania e ho imparato ad apprezzare l’asciuttezza tedesca (ma anche anglosassone) nel linguaggio formale. Mi decido a scriverle dopo parecchi anni di rinvii; non so perché proprio ora, sicuramente un impulso l’ha dato il Suo ultimo pezzo sull’Unità, ma è solo l’ultima spinta. In quell’articolo – straordinario, come sempre – Lei riporta una mail di poche righe ricevuta di recente da un Suo detrattore (per così dire). Sono sempre molto affascinato dal Suo stile e dal livello dei Suoi scritti (a mio giudizio, davvero raro in Italia), dalle domande che pone, dalle risposte che anticipa; ma la violenza sottile di quella mail mi ha ferito profondamente, spingendomi a fare un gesto (scriverle) da cui, tutto sommato, per lungo tempo mi sono preservato. Non che scriverle comporti qualche rischio, beninteso (:-), richiede tuttavia, soprattutto se fatto ad un personaggio pubblico del Suo livello, una motivazione seria.
In realtà, è vero, qui di motivazioni ce ne sarebbero state molte. Ricordo di essermi trattenuto nei grandi, tragici passaggi della vita politica italiana degli ultimi anni, momenti in cui Le avrei scritto per avere conforto più che per esprimere la mia solidarietà;
o anche al momento del passaggio di consegne ad Antonio Padellaro, valente giornalista e già condirettore, ma in realtà quasi costretto a succederle alla direzione; Le avrei scritto volentieri anche in occasione delle scorse elezioni americane, per chiederle di aiutarmi a capire; ma è chiaro che il rapporto con un personaggio pubblico che si rivolge ogni giorno a milioni di persone non è cosa facile.
Vivo in Germania da diversi anni, ma sono nato e ho conseguito una prima laurea (in fisica) a Roma. Ora mi divido tra Mainz – che è la mia città e il mio amato rifugio – Londra e Milano, dove partecipo alla non edificante avventura del precariato universitario italiano insegnando filosofia. Vorrei comunicarle la mia profonda stima e l’ammirazione per la straordinaria statura letteraria, etica e di pensiero che è in grado di infondere nella Sua vita di intellettuale e di uomo politico. A volte, notando la rarità del Suo agire, ho l’impressione che Lei abbia aperto una nuova strada, nel giornalismo e nella pubblicistica, in cui il rigore logico, l’asciuttezza stilistica, l’onestà intellettuale sono coniugati mirabilmente con una semplice e nobile poesia.
Le auguro ogni bene e La ringrazio per la passione e l’intelligenza con cui conduce la battaglia politica. Mi auguro, in realtà, di poterla incontrare, prima o poi, e di poterle dire di persona ciò che da tanti anni è per me motivo di conforto, di stimolo intellettuale e di impegno civile.
Un caro saluto,
Francesco Altea
Gentile Furio Colombo, La seguo da quando era direttore di questo prestigioso giornale e mi sono attivato per la raccolta delle firme affinchè Lei potesse competere alla segreteria del PD.
Leggo con attenzione i suoi articoli e ne apprezzo lo stile e la chiarezza. Le scrivo queste poche righe dopo aver letto il suo articolo "l’opposizione" del quale condivido la sua delusione.
Io sono un elettore di sinistra che alle ultime elezioni ha votato la Sinistra Arcobaleno in quanto non ho avuto e non ho alcuna fiducia nel PD; ho sperato comunque che Lei potesse ricoprire un ruolo importante in questo partito. Le debbo fare una confidenza: a suo tempo ho sperato fino all’ultimo di vederLa tra le persone di riferimento nella Sinistra Arcobaleno, oggi mi aspetto che, insieme ad altri illustri personaggi della sinistra, possa contribuire attivamente alla rinascita della stessa.
Saluti
Gualtiero Mancini
Carissimo Dottor Colombo,
e così è piaciuto ad entrambi l’articolo di Nadia Urbinati. Due sere fa l’ho riportato sul Blog di Nando dalla Chiesa. Aggiungendo un tristissimo "Ciao, Padellaro".
Mi chiamo Maria Grimaldi e mi occupo di ricercare testi per la Scuola di Formazione Politica "Antonino Caponnetto".
Scuola presentata, di recente, a Bologna, in questi tempi avvilenti e opachi dove poche cose AUTENTICHE nascono e sembra consuetudine, distruggere o scolorare, che forse è anche peggio, quanto di vivo e di prezioso ancora esiste.
Realtà svuotate che andrebbero, invece, d’istinto e per passione o ragionamento, gelosamente ed orgogliosamente custodite. Se solo ci fosse logica ed onestà intellettuale.
Partendo dall’articolo di Ugo Sposetti, "Il nome della festa" del 6 Agosto, abbiamo cominciato a cercare documentazione e Memoria intorno alla Festa dell’Unità.
Partendo dall’idea semplice che NON è GIUSTO che altri cancellino per noi.
Abbiamo iniziato un lavoro prospetticamente lungo, guardando nel passato e nel futuro, per "esserci", nel presente. Spaziando nel tempo, nei ricordi, nelle parole. Tra cui quelle fermissime Sue e di Padellaro, nei due editoriali di fine Maggio.
Pensavamo ad una possibile occasione di incontro con entrambi per parlare di tutto questo, magari proprio significativamente alla Fortezza, a Settembre.
Ignoravamo che l’incontro tra il NOSTRO Quotidiano, chi ci scrive, lo dirige e/o lo ha diretto e il "popolo della Festa", per una qualche premonizione, quest’anno non era neppure previsto.
La Festa dell’Unità, quella vera, ha sempre avuto in sè un’idea alta dell’incontro, della condivisione, del rispetto come valore e della partecipazione creativa.
In essa si è espressa e strutturata quella dedizione gratuita così simbolica,sua autentica cifra distintiva.
E il dirsi le cose a voce alta e chiara è stata, nel tempo, un’aspirazione costante e quindi un metodo da perseguire SEMPRE.
Colpisce, quindi, come un pugno nello stomaco, questa volta la non necessità, ancora di più, il non DESIDERIO di comunicare con quelli che si presume "sentano" come te. Prima di tutto con loro, per rispetto ed onestà.
Il non comizio finale e il cambio del nome, sono due facce della stessa medaglia.
Una medaglia solo grigia. Senza spessore. Piatta.
Altro che nuova "liturgia". Simboli e significato sono semplicemente assenti.
Poi il cambio di Direzione al giornale, sciatto ed ipocrita, nella forma e nella sostanza.
Proprio perchè si continua imperterriti a fare danni, sarebbe a maggior ragione sbagliato o inutile, tentare di ragionare ed agire perchè tale processo non diventi irreversibile e sia sentito addirittura come "naturale"?
Ringraziando Lei e Padellaro per ogni singola parola pensata, detta e scritta, invio il mio account di posta elettronica maria@rete3.net
Il Sito della Scuola,in allestimento, è www.scuolacaponnetto.it
La nostra prossima iniziativa sarà, a fine Ottobre, a Firenze. E sarà mia cura informarla per tempo.
A presto, speriamo, ancora grazie per l’attenzione,
Maria Grimaldi
Caro Direttore,
da semplice cittadino la volevo ringraziare per l’articolo di ieri su quanto è accaduto all’Unità.
Non sono un lettore del suo giornale per ragioni legate alle abitudini che spesso i lettori di quotidiani hanno ma avverto, come lei e come molti elettori di sinistra, la necessità di giornali che sappiano fare opposizione e coltivare questa pratica quotidianamente, soprattutto in un Paese dove il problema dell’informazione resta purtroppo cruciale.
L’aria di normalizzazione è preoccupante non solo e non tanto in Parlamento ma in particolare nell’ambito della carta stampata e, mi permetto di dire, dellla cultura accademica sempre più prona al potere (tralascio per carità di patria la televisione). L’episodio del cambio di direzione dell’Unità si inserisce perfettamente in questo clima di "buona educazione" che il PD alimenta senza capire che porterà alla sua morte prima ancora che il partito viva e respiri. Sono molto pessimista sul futuro del PD se queste sono le premesse. Non vedo quali ragioni possano spingere un elettore a recarsi alle urne quando gli "autorevoli" esponenti del PD non fanno nulla per difendere i magistrati, i clandestini, gli operai, i lavoratori dipendenti e, più in generale, tutti coloro che devono *sopportare* l’attacco e la delegittimazione culturale da parte di questa destra fascistoide (fascista sarebbe addirittura un complimento!).
Avrei mote altre cose da dire ma evito di essere prolisso: il senso di quello che penso sia chiaro.
La saluto cordialmente.
Marco Fattore
caro Furio,
l’ho fatto quando hai dovuto lasciare la direzione dell’Unità e sento di doverlo rifare ora perché tu e Antonio avete saputo dare alla sinistra "normale" (come dici anche tu nel tuo ultimo editoriale) un giornale serio, coraggioso, combattivo e informato. A me avete consentito di scrivere di molte cose in piena libertà, anche quando criticavo – e l’ho fatto più di una volta – decisioni e ministri dei governi di centrosinistra. è stata una gran bella esperienza, personale e collettiva.
Peccato che la segreteria del PD la spenga con scelte incomprensibili sul piano editoriale che peseranno sicuramente sulla linea politica del giornale e sulla sua collocazione. Proprio ora che c’è maggior bisogno di un quotidiano "di frontiera" fra l’area del PD (se mai resisterà) e quella di una sinistra più "radicale", certo molto sbandata. Il risultato immediato sarà che la sinistra laica e riformatrice rimarrà senza una sua autorevole voce. Senza voce addirittura. A questo punto voglio darti la mia disponibilità piena – ne parlavo con amici quali Stajano, Beha o Manconi – nel caso che nascesse su questo vuoto (molto pericoloso) qualcosa di nuovo, quotidiano o settimanale che sia, un Foglio di sinistra come qualcuno suggerisce.
Questo volevo dirti in sintesi e ringraziarti ancora, un abbraccio sincero
Vittorio
Egregio Dr. Furio Colombo,
ho letto il Suo intervento "L’Opposizione" sull’Unità Online… Che dire, sono tempi brutti, e per ora non v’è uscita, pare.
è evidente che il PD sta sbagliando di brutto, e pagherà, come tutta la "casta", quando la gente improvvisamente aprirà gli occhietti su quanto accade. E sarà brutto, mi creda: conosco diverse persone talmente esasperate da auspicare addirittura un assalto o un assedio al Parlamento, e che vorrebbero poter mettere le mani "solo per un minuto" sui politici attuali, compresi quelli del PD…
La prego, Lei stia vicino a Di Pietro e Travaglio, siete rimasti davvero in pochi, ormai.
Con stima, cordiali saluti e buon lavoro!
Marco Vecchi, Roma
Caro Colombo
ho appena letto il tuo editoriale di ieri, purtroppo solo online. Volevo decidermi, al ritorno al lavoro, a iniziare a essere un lettore quotidiano (o abbonato). Non so che dire. Le parole che usi, tristemente, sono un ritornello riecheggiato più e più volte negli ultimi mesi. E non posso credere che i cittadini non ascoltino. Le noti dell’articolo di Travaglio di oggi, le parole di Veltroni unite a parecchie cose avvenute nei mesi passati nel PD, le trovo decisamente sinistre. Ok che Marco, ammettiamolo, ha uno spirito da polemista indefesso e può forse esagerare a volte; stavolta se vogliamo senza usare toni forti ma con l’arma del "far capire"; la nota stonata è che quel far capire è riferito a una cosa, la normalizzazione di un giornale, che fin troppe volte abbiamo visto applicata in Italia negli ultimi anni. Troppe. E leggendo il tuo articolo si capisce dov’è la paura. Noi lettori non compriamo L’Unità per odio congenito o perchè coi eccitiamo al tintinnare delle manette, ma perchè il nostro gusto critico ce lo fa sentire vicino, questo giornale; cos’ha di così DIVERSO da necessitare una "normalizzazione"?
Spero proprio che tra tre mesi rideremo di queste righe, mie tue e di tutti gli altri. Non è possibile, non all’Unità.
Sarò con te e con tutti quelli che sanno che non c’è nulla da normalizzare.
Ciao
Fabrizio
Gentile On. Dott. Furio Colombo
Ho appena terminato di leggere il suo editoriale, (L’opposizione del 24.8.2008) preciso e da me pienamente condiviso e come mi accade, purtroppo da un pò di tempo, "mi sento male" nel verificare che alle sue parole, e scritti, non seguano comportamenti coerenti del PD come partito di opposizione, tenendo conto di che tipo di Governo abbiamo e da chi è guidato avendo ormai conosciuto da ben 14 anni chi è (il già iscritto alla P2) Silvio Berlusconi.
Sono le stesse cose che lei scrive che, non vedendole praticate, mi hanno indotto a non aderire al PD, (anche se l’ho votato) dopo 35 anni nel Pci-Pds-Ds.
Non ultima la vicenda della sostituzione/rimozione del Dott, Padellaro nella direzione de l’Unità, (rinata e splendidamente diretta dal team Colombo-Padellaro) giornale a cui sono profondamente legato, mi ha ulteriormente addolorato e preoccupato.
Ho purtroppo la sensazione che come diceva Flaiano: "gli italiani accorrono spesso in soccorso del vincitore" si corra il rischio di generare ancor più confusione, portando acqua al mulino (già colmo di farina) di Berlusconi, lasciando il compito di opposizione al solo Di Pietro.
Nel salutarla cordialmente, spero di ritrovare su l’Unità ancora i suoi articoli assieme ad altre firme (Travaglio, Pasquino, Tamburrano ecc.). Grazie ancora per averci ridato speranza (assieme ai due seppur brevi governi Prodi) nel fare de l’Unità un libero e combattivo giornale.
Giorgio Galletti
Gent. Colombo,
ho appena terminato di leggere -a mezzo del blog "voglio scendere" il Suo articolo sull’Unità -Opposizione.
Sento il dovere di esprimerle solidarietà, visto che qualcuno si è preso il disturbo di assicurarle una anzianità definitiva ed anticipata…
Non sono un lettore dell’unità in particolare; in realtà leggo molto poco i giornali e vedo sempre meno la Tv della quale prediligo i cartoni animati.
Non sono mai stato comunista, anzi mi definirei un liberare… sempre che questa parola abbia ancora un senso in questo paese. Certo non mi specchio in questa becera destra e purtroppo… nemmeno in questo Pd! Ho alle spalle un po’ di militanza radicale e oggi vive simpatie per Idv.
Quindi mi complimento per l’analisi e le porgo il mio modesto sostegno come lettore che la stima.
Le invio cordiali saluti e spero un giorno di incontrarla in qualche manifestazione.
Davide Amerio
www.terzadimensione.ilcannocchiale.it
salve,
come tanti altri ho apprezzato la sua direzione dell’Unità così come quella di Antonio Padellaro, ho sempre votato a sinistra e ho partecipato alla fase costituente del PD, potrei elencare una moltitudine di punti sui quali non trovo riscontri nel prono PD, come pure altrettanti di totale disaccordo, molto più breve è l’elenco dei punti che condivido.
Ma dove vuole andare l’attuale classe dirigente del PD, se non esiste un comune denominatore, e se è diventato buono e bravo anche Berlusca & C.
Ma soprattutto dopo tutti questi anni in cui mi dicevano che Berlusca era brutto e cattivo, con che faccia mi vengono a raccontare adesso che mi sono sbagliato, che è necessario dialogare moderatamente-pacatamente con chi santifica Mangano.
Scusi il termine ma mi sento un po’ preso per il …
Io non mi sbagliavo prima e continuo a pensare di non sbagliarmi ora sul conto di chi ci governa, se si sono sbagliati Veltroni e D’Alema, la Bindi, la Binetti e Letta jr. mi dispiace ma le nostre strade si dividono.
Mi rimane una domanda da farle e capisco che abbia una risposta difficile, ma uno come lei che cosa ci resta a fare in questo prono PD ?
saluti
Giovanni Benedettini
Caro Furio,
la mia massima solidarietà per il lerciume che il Perna cerca oggi di scagliarti e che invece ritorna a ricoprire lui stesso, servo sotto spoglie di giornalista…
Intendiamoci, ho letto quella sporcizia del Giornale su una rassegna stampa: quando mi davano quel foglio gratis in panino con un giornale locale, lo buttavo direttamente nel riciclaggio della carta.
Non mollare, siamo in tanti con te,
ciao,
Gianfranco Nitti
On. Colombo, ho letto il suo articolo sull’Unità traendolo dal blog di Marco Travaglio; l’ho seguita quelle rare volte che Le è stato "permesso" di apparire in Tv e devo dirLe che condivido in toto il suo pensiero.
La barca del PD fa acqua da tutte le parti, Veltroni sbaglia qualunque cosa stia facendo ed io personalmente avrei visto molto volentieri Lei, con la Sua dialettica e le Sue idee, a capo di questo partito che avrebbe potuto coinvolgere tutti i partiti ed i milioni di e
lettori che non sono più rappresentati in parlamento.
L’Italia, come maggioranza, ha scelto di essere schiava di Berlusconi e dei potentissimi che lo appoggiano, Confindustria in primis.
Tutti ne stiamo pagando le conseguenze; si grida alla sicurezza e ci si accorge davvero poco che ogni anno scompare un paese di 7.000 abitanti per incidenti stradali e più di 1.200 persone perdono la vita a causa del lavoro, si grida all’aumento dei prezzi e quasi tutti i telegiornali davano addosso al precedente governo, mentre ora le cause:" arrivano da lontano".
Avrei molto altro da dirLe, ma scelgo di finire quì perché sono assolutamente convinto che ciò che pensiamo Lei ed io sia un pensare comune.
W la vera opposizione.
Lionello Gobbo
Gentile sig. Colombo,
Ho appena letto il suo articolo "L’opposizione" sul sito de L’Unità.
Grazie, ce ne dovrebbero essere 100’000 in italia di giornalisti e politici come lei, sarebbe un grandissimo paese.
Mi permetto di esprimerle la mia solidarietà: Forza Furio!
Cordiali saluti
Massimo Ferraguto
Gent.mo Dr Colombo,
ho appena letto il suo articolo "l’Opposizione" e non ho resistito dall’inviarle queste due semplici righe.
Apprezzo il suo impegno e quanto comunica nei suoi interventi.
La ringrazio per il suo esempio e l’insegnamento che riesce a darmi nel mio cercare di essere una persona migliore.
Grazie
Marco Pucci
Come Marco Travaglio, anch’io vi dico: "Scusate, ma non capisco". Non capisco perché decapitare l’unica vera opposizione al Berlusconi IV. Non capisco perché Walter Veltroni continui a fare il gioco del presidente del consiglio. Anche fuori delle aule parlamentari.
Paolo Moiola
On. Colombo
Condivido tutto, aggiungo che, purtroppo, "i cervelli all’ammasso" li vogliono, anche, taluni ambienti del PD. Una prova? L’Italia è uno dei paesi più corrotti del pianeta (e spero che non sia una caratteristica peculiare degli italiani) e i giudici dovrebbero assoggettarsi al potere esecutivo col beneplacito dell’opposizione?. Ma non si dovrebbe scendere in piazza anche solo all’annuncio di una riforma del genere?. Sono stato uno dei partecipanti alle primarie PD ma se avessi saputo che la linea del partito si sarebbe discostata dal "giustizialista" Di Pietro non ci sarei andato. Spiace dirlo ma si può essere opposizione morigerata anche rimanendo fermi su posizioni intransigenti che però fanno infuriare il "capo dello schieramento a noi avverso". Perché l’On. Veltroni, con la storia di trovare il dialogo (sic!) con "l’esponente dello schieramento a noi avverso" finirà di far credere, a tanto elettorato PD, che è tutto un’unica indistinta politica: PdL e PDmenoelle come dice il "comico" Grillo. Berlusconi ha occupato il vuoto della vecchia DC e dello PSI e adesso si sta attrezzando a occupare il vuoto d’iniziative politiche (serie contro di Lui) della sinistra riformista. Si mette a fare l’opposizione a se stesso. Ma che paese siamo?. Mi pare (e mi aiuti se cito una cosa sbagliata) che nel Parlamento inglese i deputati di maggioranza e opposizione, stanno ad una "distanza di spada" gli uni dagli altri; ma se le dicono di tutti i colori. Mi piacerebbe un opposizione seria, non ammiccamenti alla faccia di quelli che dicono che se non si cerca il dialogo con l’On Berlusconi egli governerà per i prossimi 20 anni. Io dico, invece che: "…se stanno sbagliando bisogna dirlo ad alta voce e in modo energico" perchè così è in tutto il mondo democratico..
Che ne dice?
Cordialità
Luciano Zazzaretti
Egregio Dott. Colombo, dopo aver letto il suo editoriale di ieri e quello di Marco Travaglio di oggi, ho voulto scriverle un messaggio di solidarietà. Sapete bene che il lavoro da voi fatto in questi anni è stato impagabile, semplicemente perchè avete avuto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. E in questo, ahimè, eravate praticamente gli ultimi. Io sono un ragazzo sardo che, con due amici, ha creato un blog(generazionev.blogspot.com) con l’idea di fare, nel nostro piccolo, quello che avete sempre fatto voi all’Unità. Lo facciamo in maniera volontaria e nel tempo libero, visto che ci occupiamo di altro, e quindi solo per passione. La mia speranza, e l’augurio per voi, è che il cambio alla direzione del quotidiano non muti il grado di libertà rispetto a qualsiasi linea partitica, continuando nella linea a cui ci avete abituato. L’opinione pubblica ha bisogno, ora più che mai, della voce libera, ma ancora prestigiosa, che ci ha sempre dato l’esempio e indicato la rotta nella nostra lotta civile contro il regime partitico.
Un cordiale saluto,
Giuseppe Salis
Caro Furio Colombo,
ho letto il Suo articolo di fondo, su "L’Unità" del 24 agosto, "L’opposizione", con totale condivisione. Ma anche con sconcerto e sgomento.
è come se il suddetto fondo lo avessi stilato io stesso, se solo fossi dotato della Sua forza e limpidezza espressiva.
Stamane mi giungono dalla stampa nazionale gli echi degli applausi a Bossi, Tremonti ed altri di destra da parte del popolo della Festa Democratica di Firenze e penso, abbandonandomi ad un pessimismo che trasuda dalla realtà degli eventi, che ormai tutto sembra andare perduto. E si prospetta un’Italia da anno zero (possiamo dire ancora Italia?)
Vorrei che i responsabili del Partito Democratico si mettessero anche nei miei panni di elettore napoletano, meridionale: fannullone, geneticamente inferiore e malavitoso, incolto in quanto prodotto di una scuola minore, sepolto nell’immondizia e traslato di peso da premier Berlusconi verso la civiltà occidentale. Che fine ingloriosa per chi è nato nel luogo prospiciente il golfo che, tramite la cultura greco – romana, ha visto l’origine proprio dell’occidente.
Questo, comprovato da mille dichiarazioni pubbliche, pensano di noi, abitanti del Sud, Bossi & compagnia bella. Ed io dovrei applaudire ed osannare i nostri carnefici?
Credo che l’intero PD sia in mano al partito del Nord. Stessa cultura, stessa fobia egoistica della Lega Nord.
Tale mentalità, unitamente al federalismo fiscale a tutti i costi e come panacea per ogni male nazionale, non produrrà alcunché di positivo per le plaghe meridionali, anzi aumenterà in negativo il divario e le disuguaglianze.
In preda ad un disagio montante, mi chiedo: "Ma che ci faccio io in questo partito?" Il quale appare, ogni giorno di più, terra di scontro mortale tra varie satrapie, senza che si operi un minimo di sintesi tra esse. Con in più la colpa grave di non aver spiegato ai propri elettori in quale Paese realmente si viva e se su di esso, nel caso, gravino insopportabili opzioni antidemocratiche.
Solo rispondendo a tali interrogativi, si può capire l’impianto della politica a medio e lungo termine del Partito Democratico.
Ma, purtroppo, fino ad adesso e nonostante i dodici milioni di voti ricevuti, non sono arrivate risposte in tal senso. Per cui, in attesa che si arrivi (se mai si arriverà) ad un punto comune tra le varie componenti del PD, è lo stesso elettore medio di questo partito, che inizia da solo a darsi le risposte ed a scegliere di conseguenza.
No! L’Italia non è un Paese normale, in primis per l’immane conflitto di interessi di Berlusconi. Sarà diventato un problema piccolo, piccolo per i big democratici, tutti tesi alla confezione della torta bipartisan delle riforme, ma le ragioni della salvaguardia della democrazia non potranno mai essere piccole, piccole.
Siamo in presenza dell’attuazione del programma della P2 e si continua ad ignorare colpevolmente qu
esto fatto esplicito e sconvolgente, subendo l’aggravio dei ricatti della Lega Nord.
Può un partito localistico e xenofobo, quale quello di Bossi, rappresentare ad importanti livelli istituzionali, gli interessi di tutta la collettività nazionale?
Credo di no e questo appare lampante nelle dichiarazioni a catena e nell’agire dei maggiori esponenti leghisti.
Ma, diciamolo una buona volta fuori dai denti, mettendo da parte l’abituale accusa di vittimismo meridionale: il Nord, nei centocinquant’anni dall’unità d’Italia ad oggi, ci ha rapinato di tutto.
Solo se si pensa che nel 1860 il debito pubblico del Regno di Napoli e delle due Sicilie era zero ed i Savoia di contro erano indebitati pesantemente con la Banca Rothschild, la dice lunga sulle motivazioni "eroiche" dei Vittorio Emanuele e dei Cavour. L’eroismo lasciamolo ai semplici patrioti del tempo. Fuori luogo ogni recriminazione leghista a riguardo, avendo le popolazioni nordiche solo tratto vantaggio economico dall’unità d’Italia.
Ed il referendum del 1861? Furono i piemontesi ad inaugurare il connubio tra malavita organizzata e potere politico, per convincere anche con le brutte le popolazioni meridionali a votare affermativamente al referendum dell’annessione.
Fine anni ’80. Governo Craxi. Crisi dell’acciaio. La CEE non indica ai singoli stati le realtà produttive da eliminare, indica solo le quote di produzione. Chiude, per decisione governativa, lo stabilimento ILVA di Bagnoli, il più moderno centro siderurgico d’Europa, costato più di mille miliardi della collettività per la sua ristrutturazione. Ma rimangono in funzione realtà obsolete del Nord, tra cui le Acciaierie di Sesto San Giovanni, tra le più decrepite del Paese.
Napoli, in tal modo, perde tra occupati ed indotto oltre diecimila posti di lavoro, che non saranno mai sostituiti. Nessuna meraviglia se, venendo meno la cultura del lavoro, avanza la barbarie e la classe operaia di un tempo ridiventa plebe.
Venti anni di rifiuti tossici dal Nord sversati da noi con danni irreversibili per luoghi e persone e tramite contatti diretti tra "i virtuosi" settentrionali e le organizzazioni malavitose.
Oserei aggiungere la chicca dei professori meridionali, impreparati ed approssimativi culturalmente. Il fatto è che potrei continuare all’infinito l’elenco delle dolenze meridionali, pur nella consapevolezza di una rappresentanza politica locale molte volte inadeguata.
Appare chiaro comunque che dovrebbe essere il Sud a presentare il conto! Purtroppo questa zona del Paese verrà definitivamente affossata dal federalismo fiscale voluto dalla Lega Nord e da questa destra, nell’interesse esclusivo del Nord, così come appare da autorevoli studi in materia. Ed i responsabili del Partito Democratico, come imberbi ed ignari giovincelli, apporranno, senza molto opporsi, il loro crisma ad un ulteriore truffa in danno del Meridione.
A questo punto sarebbe interessante che qualcuno spiegasse a me ed a tanti altri il senso (o il controsenso) della raccolta delle firme per la petizione "Salva L’Italia".
Non riesco a leggere altro che: "Si raccolgono le firme contro il governo Berlusconi, però facciamo le regole con esso".
Quali regole in un Paese, gravato dalla presenza di un premier, padrone di mezzi di comunicazione di massa, che costringe il Parlamento a promulgare leggi per schivare i processi che lo riguardano e da un comprimario apertamente secessionista?
Mi rendo conto che sempre più prende piede in simile contesto, la voglia di tacitare le voci scomode e veritiere, che corrono il rischio di essere bollate come eversive, non solo da Cicchitto, ma anche "dal fuoco amico".
Mi scuso per la lungaggine, ma non poteva essere diverso il mio commiato, non da un partito, ma da un’idea pregnante, che avrebbe dovuto portarci ad una società diversa dall’attuale.
Niente auspici, ma la necessità vitale, ineludibile, di dar vita nell’immediato ad un diverso modo di fare opposizione. Quindi, un’altra opposizione non così flaccida, pavida, prona, rinunciataria e compiacente come quella del Partito Democratico, che rivela solo la ricerca di posizionamenti di potere correntizio ed individuale. Lontanissima dalle aspirazioni del sentire democratico.
Non sono rassegnato.
Cordialissimi saluti
Lino D’Antonio, Napoli
….. ho appena letto il suo pezzo “L’opposizione” grazie all’apposito link presente nel sito “Voglioscendere”.
Ultimamente ho avuto spesso modo di sentirla e leggere alcuni suoi articoli: è strano come, pur con i miei “soli” 44 anni (portati bene) mi senta molto più “vicino” persone come lei che non i miei “rappresentanti naturali” (Veltroni).
La stimo e la ammiro, compagno.
Alessandro Nanni
Gentile dottor Colombo,
pur elettore di sinistra, non sono un lettore, nemmeno sporadico, dell’Unità. Sono arrivato all’editoriale che Lei ha scritto a proposito del cambio di direzione del giornale attraverso il blog di Marco Travaglio.
Volevo esprimerle la mia ammirazione per avere vividamente dipinto lo stato dell’opposizione in questo "paesaggio di fantascienza popolato da mutanti" che è l’Italia e per l’illuminante paradosso finale: normalizzare l’Unità? L’Unità è già un "normale, intransigente, preciso giornale di opposizione".
Non Le esprimo la mia solidarietà perché credo che, fortunatamente, avrò modo di leggerla ancora.
Esprimo solo il mio rammarico per non aver letto prima l’Unità.
Un vivo ringraziamento per la lucidità del suo pensiero.
Con affetto,
Mauro Sala
Caro Direttore,
è la prima volta che scrivo ad un giornale e non so’ cosa possa valere la mia opinione agli occhi degli Dei ma in tempi così difficili e sembra definiti dall’alto, molto in alto, mi sento di dover esprimere tutto il mio sentimento di disgusto per come si è arrivati alla decisione di licenziarla come dice con parole chiare Travaglio.
Lei è stato licenziato, perché…. E qui mi mancano le motivazioni. Non le conosco e non capisco.
Personalmente mi sono riavvicinata al giornale con la direzione di Furio Colombo che ho apprezzato moltissimo. Già allora mi era venuto in colpo quando ha lasciato la direzione ma la Sua direzione ha creato continuità ed anzi ha rafforzato la presa.
Compro il giornale perché mi piacciono gli articoli che VOI scrivete: Colombo, Padellaro, Travaglio, Fontana ed altri coraggiosi, informatissimi, sapienti, onesti e che non si compromettono. Questo era il mio giornale. Per altre notizie ci sono altri giornali che compro e seleziono il giornalista che mi da qualcosa: Scalfari, Maltese, Diamanti e altri per Repubblica o Stella, Ferrarella e Muchetti e pochissimi altri per il Corriere. I soloni non mi interessano.
L’Unità nei vari saluti e auguri non dice nulla di concreto ma l’Espresso traccia una motivazione inquietante che mi auguro non sia vera. Vogliamo parlare di maquillage? Togliere la striscia rossa e impostare la prima come Vanguardia? (giornale di destra spagnolo)
Dare più attenzione alle impaginazioni alla catalana come scrivono per attrarre più lettori, per essere più aperti verso il sociale? è ridicolo, offensivo, fuori dal tempo gramo che stiamo vivendo.
Io voglio l’Unità giornale fondato da Antonio Gramsci.
Voglio l’Unità che si ribella alla marmellata di pensiero e purtroppo anche azione di una sinistra che come dice Colombo è come un autobus che non si ferma alla fermata piena di gente. Ma noi quale fermata ci spetta? Dobbiamo proprio arrivare al capolinea da soli e mandare tutti a quel paese? è possibile che proprio non cap
iscano che l’Unità così com’è è un giornale importante e vincente. Sì vincente. L’unico additato come delinquenziale da chi delinquente lo è e quindi l’unico che dia un fastidio quotidiano insopportabile al sistema omologato.
Con sei televisioni e tutti i giornali salvo in parte Repubblica e Manifesto e Unità non credo proprio che i lettori dell’Unità si accontenteranno di un giornale pastellato, alla moda e che non pesti troppo i calli.
Deve pestare i calli perché questa è la sua funzione.
Deve essere vigile, deve DIRE LA VERITA’ CON LE PAROLE VERE.
Spero solo che come un miracolo rinasca la coscienza dell’impegno indifferibile di questo giornale e si possano mettere insieme tre intelligenze, tre impavidi, tre persone perbene che capiscano bene che l’Unità non è un giornale qualunque e che questo giornale è necessario ed importante per la democrazia.
Mi auguro che l’entrata di Concita lo rinforzi.
Per cortesia continui a scrivere per l’Unità con Travaglio e sono sicura che Concita de Gregorio sarà con voi e con noi.
La ringrazio di cuore, Vi ringrazio di cuore.
Buon lavoro
Anita Aquilino
Onorevole Colombo,
ho molto apprezzato il suo articolo linkato nel blog di Travaglio. Da pluridecennale elettrice di sinistra, talvolta anche più a sinistra del vecchio PdS, sono sbalordita e sconcertata dalla "linea" del partito a cui pure, purtroppo, ho dato uno dei miei voti alle ultime elezioni.
Ho scritto più volte, variamente arrabbiata, chiedendo spiegazioni, sottolineando incongruenze, spronando ad azioni (diverse). Niente. Silenzio di tomba. Non solo con le parole, che in effetti se rispondessero a tutti quelli che scrivono non farebbero altro – anche se sul "cosa facciano" in realtà c’è quel bel punto grosso di domanda di cui parlava lei – ma anche e soprattutto nei fatti.
Io mi sento orfana. Non so più dove andare. Non mi riconosco in questo partito ombra di stesso che rincorre Mr. B. come un’amante respinta e la cui "opposizione" farebbe ridere qualunque opposizione anglosassone e forse anche me, se questo non fosse il mio Paese, se questo partito non fosse stata la mia speranza, nonostante tutto.
è triste che sia lei che Padellaro siate stati allontanati. Più triste se questo comporterà una virata nella linea editoriale dell’Unità, e più triste ancora se dietro a questa operazione c’è Veltroni che, evidentemente incapace di imporsi all’esterno, per illudersi di avere ancora un qualche potere ribalta i cuscini a casa propria.
Troppo poche voci sanno ancora parlare una lingua diversa dal newspeak berlusconiano perché non sia un vero lutto perderne un’altra. La mail che lei cita alla fine del suo pezzo è tristemente emblematica del pensiero unico imperante diffuso dagli onnipresenti megafoni del regime – non nel contenuto di invito alla dipartita ma vuoto totale di qualunque senso, anche umano.
Io sono affranta, ma non addomesticata. Finché lei e pochi altri, tra cui Travaglio, resisterete, almeno potrò sentirmi in buona compagnia.
Cordiali saluti
Caterina Campani
Le sono solidale e mi dispiaccio per le offese ricevute.
Sono veramente triste perché credo che questo generale appiattimento sia esteso anche a persone che per il livello sociale e per la posizione che occupano dovrebbero essere informati e ragionare sui fatti.
Purtroppo oramai ci hanno diviso in due fazioni di tifosi: come all’epoca di Sacchi e Maldini.
Quello che è scomparso è il fatto: i giornalisti che scrivono riportando fatti sono dei "pallosi". Si vuole una informazione rassicurante veloce e che ci esalti gli animi nei momenti in cui serve opporsi all’avversario.
Quando un dirigente del PD come Fassino risponde a chi lo interroga sul conflitto di interessi e sulla libertà di informazione risponde che non è una priorità pur essendo un "argomento" importante, vuole dire solo una cosa: non c’è speranza con tutta questa classe al potere.
Cordialmente,
Ing. Giornelli Umberto
Salve On. Colombo,
sono un giovane studente pistoiese di scienze politiche. Se non le dispiace ho deciso di annoiarla raccontandoLe come mai sento il bisogno di scriverLe.
Ho concluso il primo anno di università, sono un "quasi" ventenne, ed è già da qualche anno che mi interesso con fervore alla politica italiana; nel settembre del 2007 ho deciso di avvicinarmi ancor di più alla politica e, in particolar modo, al Partito Democratico. Sono stato a votare alle primarie ( per Veltroni, il quale mi ispirava una fiducia straordinaria) e successivamente ho cercato di partecipare come volontario alla vita di tal partito nella mia città. Le decisioni che la dirigenza del PD ha preso riguardo temi importanti, come il conflitto di interessi, la giustizia e altro ancora, mi hanno lasciato fortemente BASITO. Devo ammettere che in questi giorni, leggendo le notizie e le interviste sui giornali di autorevoli esponenti del partito, mi sento ancor più disorientato… da un tipo di opposizione che non mi sembra affatto adeguata, almeno in parte.
Le ripeto nuovamente che ho sentito un bisogno profondo di scriverLe, per lasciarLe queste mie sensazioni… perchè credo che Lei sia l’unico, o comunque uno dei pochi, a potermi capire all’interno del partito.
Smetto finalmente di tediarla e la ringrazio per avermi fatto da "spalla virtuale" in questo mio breve sfogo.. Mi auguro che possa rispondermi e in parte confortarmi.
Cordiali saluti
Riccardo Trallori
Caro Dott. Colombo,
i miei più sentiti complimenti per il Suo editoriale "L’opposizione" su L’Unità del 24 agosto. La ritengo una delle poche persone ancora non anestetizzate, ancora in grado di percepire – e perciò di raccontare – la verità delle cose in questo paese allo sfascio morale in cui abbiamo la sventura di vivere. A differenza del lettore che Le ha scritto che nessuno noterebbe la Sua assenza, Le posso assicurare che io e qualche altro la noteremmo. Ci auguriamo perciò che la Sua voce continui ancora a lungo a lacerare le tenebre dell’informazione italiana.
Buon lavoro!
Michele Diodati
Gentile Dr.Colombo,
ho appena letto il suo pezzo sull’Unità di ieri, così come quello di Marco Travaglio. Ci tengo a dirle che dal 2001 ho sempre seguito con attenzione e interesse il vostro giornale e che ho molto apprezzato il lavoro che avete fatto in questi anni. Mi mancherà la vostra intransigenza, la vostra schiena dritta, la vostra capacità come ha scritto Travaglio – di usare un vocabolario diverso e di chiamare le cose con il loro nome. Una nostalgia simile a quella che provo per gli editoriali di Indro Montanelli e Il fatto di Enzo Biagi, che per anni sono stati degli autentici capisaldi della mia formazione civica. Da cinque anni anch’io cerco di cimentarmi con dignità nell’esercizio di questa splendida professione. Ma assistere al restringimento degli spazi per chi non intende far parte del coro, mi lascia una profonda amarezza. Ho sempre pensato che se fossi riuscito a fare il giornalista, lo avrei fatto comunque alla mia maniera. Senza vendermi l’anima per un piatto di lenticchie. Finora ci sono riuscito, ma restando in una condizione di precariato che a 30 anni non mi va più bene. Per questo sto meditando in queste settimane estive se non sia il caso di mollare. Se la condizione indispensabile per vivere di giornalismo prevede la resa di fronte alla politica, ai poteri economici e alla mafia, allora preferisco fare altro.
Come immagina, la misura era già colma. La vicenda de L’unità ha solo moltiplicato un’amarezza che già
; montava da tempo. Una promessa mi sento però di poterle fare: continuerò a leggere i vostri interventi su qualsiasi giornale decidiate di scrivere. Non intendo arrendermi alla soluzione finale che il nuovo berlusconismo sta portando avanti con la complicità dell’opposizione. Ma per riuscirci ho bisogno di un’informazione che racconti l’Italia di oggi senza bavagli e senza furbizie.
Cordialmente,
Vincenzo Figlioli
Egregio Sig. Colombo, ho appena finito di leggere il suo editoriale dopo aver letto quello di Travaglio sul suo blog sul cambio di dirigenza all’Unità.
Quando ero bimba andavo io a comprare questo giornale a mio padre (prima che si svegliasse, lavorava di notte) e mi piaceva leggermi i titoloni nel tragitto di strada per arrivare a casa: sono cresciuta con un comunista che alla svolta del ’90 pianse e inghiottendo lacrime amare si unì al Pds; io ero un’adolescente ma essendo la politica un punto focale del quotidiano di casa nostra, vissi questa e altre vicende con estrema normalità, quasi fosse ovvio che in ogni famiglia si dedicasse parecchio tempo a commentare la vita politica e l’andamento del nostro Paese, mi resi ben presto conto che non è affatto così.
Fortunatamente mio papà, nonostante si istruì ad una"scuola di partito" divenì sempre più critico nei confronti del pensiero unico ed abbandonò frasi del tipo"quello è di sinistra" cioè ci si può fidare, è come noi…ecc. termini che io e mio fratello maggiore abbiamo sempre contestato perchè abbiamo capito ben presto che l’identificazione in un ideale politico o d’altra natura ha molto a che fare con le aspettative che ci si pone, quindi a mio parere anch’io mi sono identificata nel Pci, semplicemente perchè mio padre incarnava la quintessenza dell’onestà innanzitutto e la naturale propendenza alla solidarietà verso i deboli (tante le volte che ci ha portato in casa autostoppisti che dovevano mangiare); ben presto mi sono accorta che non era così e che molti compagni abusavano del potere politico anche solo a livello locale (al mio paese, sinceramente la maggioranza non è mai stata a sinistra) semplicemente per arrivismo o manie di protagonismo, mah, non saprei nemmeno io.
Ora a distanza di 6 anni dalla morte di mio papà, mi chiedo: "se fosse ancora qui cosa penserebbe di tutto quello che accade in Italia?", probabilmente se ne tornerebbe dove sta ora con tantissima delusione e un immenso senso di schifo.
Mi ha regalato la voglia di verità e il senso di onestà che a mio parere, condizionano l’andamento di tutta una vita; a volte mi chiedo come fate voi: Lei, Travaglio, e tutti i giornalisti con un’etica innanzitutto, a portarvi addosso un fardello simile giorno per giorno, Lei si è pure seduto nelle aule de Parlamento, non Le é mai venuta la voglia irrefrenabile di sputare addosso a quei fetenti dei suoi colleghi? (Mi scuso dei miei toni coloriti, mi sento quasi intimorita a scriverLe, sono sicura di aver scritto pure parecchie stupidate ma scrivere non è il mio lavoro!) Nel mio piccolo provo un tale senso di indignazione per come molta gente che ritengo pure dotata di buon cervello, si faccia impalmare da tutte le menzogne che vengono dette quotidianamente da 15 anni ormai; credo che siano anestetizzati e ormai siano nelle spirali malefiche di un animale velenoso che sta uccidendo la democrazia ed il libero arbitrio.
Provo grande stima per Lei e per tutti coloro che cercano ancora di mantenere in vita questa democrazia agonizzante e mi dispiace molto per il suo collega Padellaro.
Cordialmente
Isabel Longato
Caro Furio, questa storia inizia nel ’94. Un mio amico aveva gli inviti per assistere in Senato all’insediamento del primo governo Berlusconi. Avevo 25 anni. Ne uscii sconvolto. Tutto quanto avevo creduto, saputo, tutto quanto avevo appreso da mio padre, tutta la mia sensibilita’ democratica, il rispetto delle istituzioni, l’origine della Repubblica, la lotta Partigiana studiata a scuola – la mia maestra elementare perse il padre alle Fosse Ardeatine – tutto è imploso, cedendo di schianto, frantumato in mille pezzi.
Quella infilata di personaggi, piduisti, gregari, fascisti, craxisti, aveva distrutto tutto. Ed era tutto vero, non era un sogno.
All’uscita Berlusconi ci passo’ accanto, con incedere sicuro, minaccioso, seguito da Cesare Previti. "Buongiorno!". No non è un buon giorno. Un buon giorno, sinceramente, lo aspetto da quindici anni, ma ancora non è arrivato.
Nel frattempo tutto si è fatto più cupo, l’aria irrespirabile. Tanti episodi, la cacciata di Biagi, Santoro, il kapo al Parlamento Europeo, lo stupro del Parlamento Italiano, preso in ostaggio per votare leggi su misura e la vergogna miserabile di chi le ha votate. La umiliante sorpresa di essere circondato da concittadini capaci di votare per Berlusconi non una, non due ma tre volte, tanto sono ipnotizzati dalla televisione da confondere un impresario di quarta categoria con uno statista. Capaci di una insensibilita’ assoluta non gia’ alla sua inettitudine di governante – tanto il suo sguardo è incapace di guardare oltre il proprio naso – ma alle macchie, ormai indelebili, gli squarci, i colpi, inferti senza pietà nè vergogna alla Repubblica Italiana.
Tutto questo mi ha fiaccato, piano piano, colpendo ai fianchi, giorno per giorno. Manifestazione dopo manifestazione, girotondo dopo girotondo, volantino dopo volantino – perchè, si’, ho reagito – invece di vedere finalmente aprirsi una agognata breccia nelle nubi è come se fosse, al contrario, iniziato a spirare anche un vento teso che non ci permette più neanche di comunicare tra noi. In pochi sono rimasti liberi e la sensazione, oggi, è per loro, per noi, quella di essere stati privati del nostro Paese. è comunque una sensazione di grande solitudine.
Ho fatto un viaggio pochi anni fa, attraverso la Croazia, ancora ferita da una guerra terribile e fratricida, poi su verso la valle del Piave, teatro di una guerra ancor più grande, fino a Longarone e alla sua diga. Poi ho continuato verso Marzabotto e Monte Sole, che nelle parole di Calamandrei, sono il simbolo stesso della nostra Costituzione. Ed infine a Bologna, alla stazione, fermandomi davanti alla lapide. Non era questa l’Italia? Quella della Resistenza, dell’antifascismo, della lotta al terrorismo, alla mafia, quella della risposta civile alle stragi di stato? Ed oggi cos’è? Dov’è quell’Italia?
Non me lo sarei aspettato nel ’94 che saremmo arrivati fin qui. E si’, la sensazione dominante, al fine, è quella di una grande solitudine. Al danno poi, si aggiunge, nel mio caso, la beffa perchè per i motivi che conosciamo, precarieta’, mancanza di fondi e via dicendo, sarò costretto a breve ad emigrare. Non male, si direbbe, ed invece non posso non sentirlo come un esilio. Come se Berlusconi avesse dilagato al punto che per me, qui, non c’è più posto.
C’è, in questo deserto beffardo, una minuscola speranza. Una speranza che viaggia nella rete, nei blog, in pochissimi giornali – di cui l’Unita’ è, e spero continuerà ad essere, il primo interprete – una speranza che ha la faccia di un pugno di persone che sono rimaste libere. Quelle stesse, poche facce, dure, sofferenti, indignate e speranzose che hanno ridato la libertà a questo paese tanti anni fa. Occorre solo farle incontrare di nuovo.
Un abbraccio (e grazie)
Francesco Creta
Grazie, Furio Colombo
Grazie di dire cose ELEMENTARI ma che questa strana "opposizione" pare non voler capire.
Pare che sia SBAGLIATO dire che prendere le impronte ai bambini è un atto NAZISTA.
Sembra che ad essere sbagliati siamo noi che ormai possiamo guardare solo a Grillo, Travaglio
, Montanari e qualche altra testa pensante che si rifiuta di aderire al berlusconismo militante, all’orgia delle "veline" e dei "SUV".
Saremo noi, "l’opinione pubblica" ad essere sbagliati, o forse quello che gran parte del PD(menoelle, come dice Beppe) proprio non ha senso, dato che non ci interessa un "berlusconismo di centro", visto che in quel caso abbracceremmo l’originale, non la sua pallida imitazione?
Grazie, quindi, caro Furio, per questa tua passione e partecipazione, che mi fa sperare che un giorno (spero non lontano) l’opposizione ombra (di se stessa) si accorga del suo fatale errore, e cambi decisamente rotta. E tu, lo so, sarai lì a raccontarci cose che nessuno più vuol sentire, oggi.
Grazie ancora, a te e a Padellaro.
Marcello Biglioli
On.le, qualche tempo fa Le scrissi una mail al Senato, per dirle che mi sembrava proprio che l’Italia stava ritornando direttamente al Fascismo.
Quello che Lei descrive nell’articolo su Padellaro, per chi ha qualche ricordo di tempi lontani, è esattamente il clima dei tempi del Fascio.
La stessa tronfia stupidità dei proclami, lo stesso circo di imboscati e trafficoni, gli stessi conati di razzismo. Siamo tornati direttamente là. Il guaio però questa volta è molto peggiore. Perchè il nuovo Duce è un duce mafioso, che ha legami internazionali con il sottobosco della politica mondiale e con tutto il coacervo di interessi economici che la muove. Per lo meno, Mussolini era partito dal Socialismo, poi interpretato a suo modo, ma perlomeno era partito da un’idea. Mussolini era molto meglio dei capi politici attuali.
La mia tristezza è che purtroppo, sono convinto che le vere basi del fascismo sono insite nei miti della società italiana, piccolo e medio-borghese. Non ultimi, tra questi miti, quello della Chiesa Carttolica.
Intendiamoci, me ne guardo bene dal sindacare i credo personali. Ma l’azione politica del Vaticano non ha certo propagandato una società egualitaria, con pari diritti e doveri per tutti. I miti cattolici sono formati di autoritarismo, il "dovere" di credere è un dogma inviolabile, valido per tutti. Credere, naturalmente, quello che dice la gerarchia. Anche mettendo la ragione umana sotto le scarpe. Dopo tanti secoli, non siamo affatto lontani dal processo a Galileo. Dunque, come meravigliarsi del proliferare del nuovo fascismo?
Saluti cordiali.
Pietro, La Spezia
Cari Furio, Antonio e Marco, i mutanti, come ha scritto Furio nel suo splendido articolo sono tanti. L’unita non si addice più ai dirigenti del nuovo partito P.D., che ho aderito come spirito di appartenenza e di continuità, essendo iscritto al P.C. nel 65, quando avevo 15 anni. Il cambio del padrone (perchè così si chiamano) l’ho salutato favorevolmente. Ma l’intervista di Veltroni ricordata da Marco, in cui si augurava un direttore donna… solo se Antonio cambiava sesso forse poteva concorrere!!! Non avendolo sentito da nessuno posso sbagliare: ma che differenza c’è tra l’intervista Bulgara di Berlusconi e… volere una donna direttore dell’unita? L’ultimo saluto di Antonio sul nostro giornale, è stato di grande signorilità!. Confesso che anche io, come ha detto Furio,sono confuso, ed aggiungo come un pugile dopo un duro incontro. Tutti quei strateghi che sono il nuovo del P.D. mi terrorizzano ogni volta che appaiono in T.V. Fino ad ora c’eravate voi (UNITA) e Famiglia Cristiana, domani ci sarà solo Famiglia Cristiana? Mi sono permesso di chiamarvi per nome, dopo tutti questi anni che ho condiviso molti pensieri mi ritengo un amico. Anche io voglio usare quella felice espressione che usò Moretti: "non perdiamoci di vista".
Corrado Mezzolani, Consigliere Comunale P.D. di Pesaro
Caro Furio colombo, da quando è ritornata in edicola non ho più smesso di comprare l’Unità, per tanti motivi che adesso non voglio elencare ma può tranquillamente immaginare; in particolare però per la passione civile e politica che ho trovato negli articoli Suoi, di Padellaro e di Travaglio.
Non mi piace per niente il licenziamento di Padellaro e non mi ritroverei in un giornale con una linea editoriale modificata a vantaggio di una corrente del PD come ipotizzato anche nell’articolo apparso questa settimana su l’Espresso.
Non voglio aggiungere altro; voglio soltanto ringraziarLa per il Suo impegno. Un grazie anche a Padellaro e Travaglio.
Giuliano Deri
Caro Dr Colombo,
da semplice cittadino e suo grande ammiratore, desidero esprimerle tutta la mia solidarietà per le insulse, offensive, volgari, ignoranti frasi indirizzateLe attraverso l’ e-mail di cui fa cenno nel suo ultimo articolo.
L’autore: uno dei tanti milioni di servi intellettuali che ammorbano purtroppo il nostro povero Paese.
Voglia gradire i miei migliori saluti.
S. Sturiale
Egregio dott. Colombo,
ho letto con attenzione il suo editoriale in oggetto, e, personalmente plagiato da un interesse personale, mi sono chiesto come mai uno che scrive tali cose non esce coerentemente dal PD e non entra nell’IDV, che se non altro è molto più in linea con ciò che ha scritto.
Poi niente è perfetto, ma oggi credo ci siano più margini di perfettibilità da noi che nel PD.
Tutto qui. Con stima.
Zeno Panarari
Iscritto IDV Reggio Emilia
Caro Furio,
la sua perdita la noteremmo noi lettori. Nell’oceano oscuro dell’Italia di oggi, lei è un’orgogliosa isola con la schiena dritta. Spero che il grottesco presente della nostra nazione non le faccia perdere la sua preziosa e inconfondibile ironia.
Per quel che può contare, siamo con lei.
Stefano Lazzarini
Direttore, mi chiedo cosa ci faccia una persona integra come lei in mezzo a dei venduti privi di dignità. L’unico partito che fa opposizione come la intende lei (e come la intende il dizionario) è l’IDV. Perché non prenderne semplicemente atto?
Cordiali saluti,
Andrea
Lei mi è sempre sembrato una brava persona, ed ho sempre condiviso quello che ha detto. Ora, se possibile, ancora di più. Mio Padre era partigiano: prima di spegnersi, qualche anno fa, si domandava se ne fosse valsa la pena… purtroppo non so cosa fare, ne se valga la pena e se sia possibile fare qualcosa…
auguri a lei, e anche a me
Claudio
(29 agosto 2008)
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