Lettere alla redazione

MicroMega



ORGOGLIOSA DI ESSERE VENUTA A PIAZZA NAVONA

Cari Amici della Costituzione e della Libertà,
senza Piazza Navona nessuna voce si sarebbe alzata in difesa della democrazia, della Giustizia e dei diritti di tutti. E’ allarmante il travisamento attuato da molti giornalisti, anche di “buona condotta democratica” precedente, che hanno deliberatamente ignorato i contenuti politici della manifestazione e si sono strumenta mentalmente dati alla mistificazione dell’evento attaccando Grillo e la Guzzanti, come se le cose dette facessero loro troppo paura. E’ infatti stata messa in gioco la partitocrazia e si è realizzato un forte momento di vera politica partecipata.
Ma si sa che la strategia del bastone e della carota muove l’animo umano, mentre la difesa della dignità del libero pensiero e dei diritti civili richiede fatica e rischio, soprattutto in un momento storico di “regime in via di consolidamento”. Sono orgogliosa di essere venuta a Piazza Navona , nonostante 27 ore di viaggio,e ringrazio gli organizzatori di questo respiro di speranza.
Con stima
Gemma Macagno, Cuneo



GLI ATTORI LASCIAMOLI SOTTO IL PALCO

Ciao,
avevo dato la mia adesone alla manifestazione contro le leggi vergogna ma penso che non darò più adesioni a manifestazioni in cui ci sono interventi come quelli della Guzzanti o di Grillo. Ci sono delle condizioni che metto per la mia partecipazione:
1) Niente attacchi al PD ed a Napolitano. Al massimo una critica a Veltroni che ha rimandato la manifestazione
in autunno. Solo attacchi a Berlusconi ed al Centro destra. Non tollero più attacchi all’interno della sinistra.
Abbiamo perso e straperso e continuiamo a spararci fra di noi. E’ una cosa ridicola ma non fa ridere perchè è molto dannosa.
Prendersela con Veltroni in questo momento è come sparare sulla Croce Rossa.
2) L’antipolitica degli attori deve essere messa a tacere. Non si tollera un linguaggio come quello di Grillo e della Guzzanti.
Basta con la politica spettacolo o con l’antipolitica degli attori che usano un linguaggio della destra fascistoide e qualunquista e si mascherano da leader rivoluzionari. Fanno i leader politici squalificati facendosi passare da antipolitici come Bossi & Company.
L’antipolitica è una faccendo di destra.
Grillo ha un budget annuo di gran lunga superiore allo stipendio annuo dei parlamentari e la Guzzanti non può trasformare la politica
in uno spettacolo sconcio. Ritorno della politica ad un linguaggio chiaro ma politico e non al casino per farsi notare.
3) Quando si fa una manifestazione importante come quella di ieri ci si mette d’accordo prima su chi parla, sulla linea politica comune, e sugli slogan.
Gli attori lasciamoli sotto il palco.
Brunello Tirozzi



NON MI SONO SCANDALIZATO

Sono d’accordo con quanto è stato "contestato" con la manifestazione dell’8 luglio in Piazza Navona.
Tutti i "benpensanti", compresi tanta parte della Dirigenza del PD hanno contestato le presunte offese al Presidente Napolitano ed alla Ministra Carfagna senza entrare nel vivo della sostanza di quanto sottoposto alla satira degli esternatori.
Personalmente non mi sono scandalizzato, pensando all’azione, a volte, un pò troppo prudente di Napolitano nei confronti degli atti legislativi di questa maggioranza un pò troppo indirizzati, a mio avviso, a sanare alcune "questioni personali" del loro "Capo". Invece, per quanto riguarda la "Ministra" presa di mira nessuno ha pensato che la colpa di tutto ciò è da imputarsi principalmente al "Capo" per averla promossa, nonostante il contenuto delle telefonate intercettate, ed alla Carfagna stessa, per avere accettato, nonostante sempre tali contenuti?
Colgo l’occasione per proporre una petizione (sottoscritta da tutti i cittadini che vorranno aderire) da inviare al Presidente per "suggerirGli" di rifiutare le prerogative provenienti dal lodo Alfano (in quanto a Lui certamente non interessano). Una dichiarazione pubblica da parte sua da rilasciarsi contestualmente alla firma del Decreto, potrebbe assestare un bel "colpo" alle altre "Autorita’ comprese nel decreto o nella legge" di fronte all’opinione pubblica ed ai loro elettori nel qual caso che non vi rinunciassero anche loro!
Distinti saluti.
Luciano Ronchini,
Consigliere del Pd al Comune di Lugo (RA)




UN MOMENTO BUIO E TERRIBILE

Gentile redazione,
vi scrivo solo per dirvi che io c’ero anch’io l’8 luglio a piazza Navona: in un angoletto, da sola, ma c’ero. C’ero anche il giorno prima a dare le mie impronte a piazza Esquilino: ho fatto quello che ritenevo giusto, doveroso: e cioè manifestare il mio dissenso in un modo normale per ogni democrazia: andare in piazza; adesso vogliono convincermi che ho sbagliato, per quale motivo? Per qualche opinione, giusta o sbagliata, espressa in quei giorni da qualcuno? Anzi avrei sbagliato io per i modi di altri. No, no, io non ho sbagliato: ho semplicemente, pacatamente, normalmente manifestato il mio dissenso. Lo rifarei, lo rifarò. Il 9 luglio ho ripreso l’aereo e sono tornata a Palermo, per prepararmi ad assistere al crollo delle mie speranze venerdì 11 all’assemblea regionale del Pd. Io sono una delegata eletta il 14 ottobre nelle liste di Letta. Credevo, prima di quella data, e credo ancora, nella necessità profonda in Italia di un partito come il PD, così come doveva essere nelle ipotesi. Purtroppo il PD non è adesso come ce lo eravamo immaginato quanti hanno contribuito con forza alla sua nascita e la mia opinione è solo un esempio di altre cento, mille opinioni simili. Chi sperava in un partito nuovo, con dinamiche diverse da quelle suicide operate dalla sinistra negli ultimi anni è stato sonoramente smentito. Chi sperava nel nuovo, nella linfa vitale della società civile, che ha scommesso moltissimo in quell’idea, beh, è stato sonoramente deluso. Per adesso il pd è soltanto il peggio delle dinamiche di potere degli ex ds e margherita, gli altri devono limitarsi a stare a guardare, o peggio, passare per rompicoglioni. Per tanti motivi: o perché non sono d’accordo, o, più semplicemente, perché quelle dinamiche le ignorano o, conoscendole, le vedono per quello che sono e cioè un danno. Nel mio caso ho vissuto sulla mia pelle il mio essere libera e rigorosa sempre e comunque con un’estrema difficoltà di azione, con il sospetto e i punti interrogativi sempre puntati addosso. Non che io sia una che rompe, no. Sono donna delle istituzioni, insegno, non amo le ribellioni tout court. Semplicemente osservo con obiettività e coerenza le cose, stando con un piede fuori e un piede dentro; ma ho un carattere, una storia e un presente che fanno paura a chi invece ha solo la patente del politico, fallimentare tra l’altro. Io sono credibile, ma non perché sono io: perché lo siamo in tanti quando viviamo i problemi che la politica dovrebbe risolvere. Insomma ho patito e sto patendo il non voler adeguarmi agli inciuci e alle trame, alle faide pregresse e regresse. Qualcuno glielo ha detto che a Palermo alle amministrative ha votato solo il 27% degli aventi diritto? E di questo solo il 14% è andato al PD? Dobbiamo arrivare al 5% per urlare “Houston, abbiamo un problema?”. E ci preoccupiamo di cosa dicono Grillo o la Guzzanti e di come lo dicono? Ma pens
a a quello che dici e non fai tu. Questo mi vien da dirgli. Così me ne sono ritornata a Roma, venerdì sera e sto tentando di ricucire ragioni e obiettivi del mio essere nel PD.
Se trasporto al generale la mia esperienza arrivo solo e soltanto a una conclusione: non c’è spazio oggi nel PD per altre logiche che non siano quelle vecchie e dannose della politica sbagliata così come l’hanno condotta negli ultimi anni i miei amici di sinistra. Parlo di tutti, nessuno escluso. Perché hanno confuso i mezzi con gli obiettivi e la gente non li capisce. Non sono credibili. Il PD nascerà e crescerà perché è necessario, ma ci vorranno anni, anni.
L’unico obiettivo che vedo adesso nel PD non è salvare l’Italia, mi perdoni Veltroni, ma è recuperare il potere. E allora perdiamo e perderemo. Confondere mezzi con obiettivi. Perché si capisce lontano un miglio che, messa così, si tratta di una inutile menzogna.
Dal mio conto mi vado convincendo di quello che mi disse tanti anni fa padre Puglisi. La gente la salvi in silenzio. E così ha fatto lui. Non la salva Veltroni, foss’anche raccogliendo 10 e non 5 milioni di firme. Perché non si può salvare adesso l’Italia. Si può salvare qualcuno al massimo, nel giro di una decina di metri. Con un lavoro paziente e duro di rieducazione. Silenzioso appunto. Per cui, abbassi i proclami mediatici, abbassi le pretese, le abbassi decisamente, l’attuale segretario del PD.
Il mio risultato e il mio miracolo più grande rimangono la mia lucidità e il mio rigore. Pochi possono sapere cosa significhi vivere e insegnare a Brancaccio. Perché quelli che lo facciamo ce lo leggiamo sulla faccia il valore del nostro esserci. Pochi sappiamo cosa significhi tentare di salvare qualcuno dall’ignoranza. Lo stesso allo Zen, a Librino, a Scampia. E mi vien da ridere pensando che ci sia qualcuno che riduca tutto a una firma. Peggio, alcuni altri lo riducono ad un problema di assenteismo. Mi è capitato di consolare una collega che era rimasta a casa a piangere un giorno. Devo dirvi perché? Pensate che insegnare in una scuola a rischio sia esattamente la stessa cosa che insegnare a Prati a Roma? Educare. Anche là dove remi in salita. Altro che docenti vecchi e demotivati. Se non hai mille motivi e il sorriso sulle labbra, in scuole presenti in quartieri come Brancaccio, o lo Zen, soccombi dopo una settimana. Ed è da lì che sto ricostruendo il mio presente, non dalle sconfitte elettorali pesantissime del mio partito in Sicilia. Il mio risultato, il mio e dei miei colleghi, quest’anno, sono stati i due “ottimi” dati a due nostri alunni in terza media, ma non tanto per il voto, bensì per l’applauso che ne è seguito da parte dei compagni. Perché siamo riusciti a indicare una via. Magari non la percoreranno quella via, ma la conoscono. Anche i peggiori.
Ed è così che la salvi l’Italia. In silenzio, educando. L’unica grande vera emergenza è per l’Italia il degrado educativo e culturale in cui siamo precipitati. Ecco cosa fare. Un lavoro di ricamo faticoso e giornaliero, là dove i margini sono più margini. Togliere le cause del degrado. L’ignoranza, il sottosviluppo. Realtà strettamente collegate. Perché possiamo batterci contro mille lodi alfano, ma se si perde per strada cosa siano il senso del dovere, dell’impegno e del rigore, se non torniamo a insegnarlo ai nostri ragazzi, a maggior ragione in posti come quelli dove vivo io, nessuna piazza avrà senso.
Mi hanno detto che sono una vigliacca perché ho mollato. Ma non vedo adesso le condizioni per esserci nel PD. Cerco di trovarle e sono giorni che mi interrogo, ma non le trovo. Io ho un’arma fortissima però: sono credibile e i fatti mi daranno ragione, così come la gente.
Penso che siamo davvero in un momento buio e terribile. Buio e terribile per il nostro paese, perché non ci sono i presupposti per un ragionamento collettivo, per una coscienza sociale vera e sana; la ragione si è persa, perché non la si insegna più, e quindi si parla a vuoto; ma, in genere, nella storia, i momenti più bui e terribili sono anche quelli più stimolanti.
Ho avuto e ho qualche perplessità sulla piazza dell’8 luglio. Non per i motivi di cui tutti parlano, bensì perché era composta da noi soltanto, quelli del "villaggio". Quelli ai quali non hai bisogno di ripeterle quelle cose, perché le sappiamo già. Era composta da persone che sono anni sideralmente lontani dalla realtà del bisogno a cui io assisto e di cui faccio parte, lontani dal mondo del voto di scambio per un chilo di pasta, mondo che posso trasporre a quello moralmente povero delle periferie del nord est. C’è che io non riesco più a far parte del “villaggio” da quando vivo lì. Dal palco ho sentito parole bellissime, bellissime. Da Flores, da Moni Ovadia. Ma queste parole dobbiamo ancora una volta rimetterle, sillaba dopo sillaba, nella testa e nel cuore di quelli che non ci ascoltano più. I miei strumenti culturali e le mie tesi devono tutte armarsi di coraggio per tornare a essere basilari ed elementari per cercare di rispondere a dei perché terribili. Ecco la ragione della mia perplessità: o ci decidiamo a fare un bagno nel mondo reale dell’Italia dei poveri e del bisogno o siamo inutili.
Cerchiamo di far comprendere che aumentare i salari non deve servire ad alimentare i consumi, come sostiene l’attuale presidente del consiglio, alimentando un’idea di società errata e malata, ma a dare serenità a milioni di famiglie. Cerchiamo di far comprendere che studiare e educare meglio i ragazzi, dar valore con l’esempio, l’ESEMPIO, non con i proclami, a parole come onestà, legalità, correttezza, serve a dar loro la libertà e la sicurezza, a salvarli da quel nulla terrificante che più di ogni altra cosa temono per primi i loro genitori. Queste sono le vere battaglie della sinistra. Il valore delle idee, accompagnato dal valore dell’esempio. E’ più semplice del teorema di Pitagora. Ma le cose semplici sono anche le più difficili.
Mila Spicola



SEMPRE PIU’ REGIME

Caro direttore, stimatissimi giornalisti e collaboratori di Micromega,
credo, in modo piuttosto fondato, di essere un comunista. Ritengo logica e storicamente fondata una divisione in classi della società; ritengo razionale e convincente la metodologia di indagine marxista; aborro l’Unione Sovietica e ogni altra terribile truffa sociale, sebbene coperta dai colori e dai simboli del comunismo; mi trovo in ottimo accordo con le teorie e le idee di Karl Marx, Friedrich Engels, Vladimir Lenin, Lev Trockij, e molti altri.
Perché vi parlo di questi, molto poco interessanti, dettagli della mia biografia? Perché il mio lato comunista mi porterebbe a guardare con distacco, e con maggiore serenità, le vicende politico-farsesche dell’Italia contemporanea. Mi indurrebbe a rivalutare al ribasso il rischio democratico, a causa di una lunga serie di considerazioni riguardo lo sviluppo della borghesia capitalista italiana, il rapporto tra il teatrino politico e la struttura economica, eccetera eccetera. Come alcuni miei compagni mi fanno notare, Berlusconi non può forgiare l’Italia più di quanto l’Italia non abbia forgiato Berlusconi. Oltre le parole, oltre le chiacchiere, oltre le leggi vergogna, se Berlusconi volesse veramente distruggere la democrazia si troverebbe contro la classe dirigente economica, che trae vantaggio dalla democrazia, per varie ragioni.
Tuttavia questa visione delle cose non mi convince del tutto. Così come non mi convincono le incapaci
mosse del centro-sinistra, ieri, e del Partito Democratico, oggi. Così come non risultano convincenti le vignette sul Caimano, che lo ritraggono come un mero fenomeno da baraccone. Una peculiare farsa tutta italiana. Purtroppo temo che non sia questo il punto.
È innegabile che questa destra italiana, nel corso della sua delirante esistenza, abbia sfondato il muro del decoro, della serietà, per sfociare nella parodia surreale. A volte i telegiornali di questo paese hanno trasmesso, pur censurando e scodinzolando, scene che avrebbero potuto esser state architettate da Kafka in persona. Ma nemmeno questo è l’anima del problema.
Il problema è che la dittatura, il regime, non lo abbiamo davanti, ma dietro le nostre spalle. È stato costruito nel corso degli anni, pietra su pietra, legge su legge, e questa legislatura potrebbe costituirne solo il varo definitivo. Il regime è nella teste delle persone. Beppe Grillo sbaglia, a mio avviso, nel ritenere che il tempo volge a nostro favore. Tutt’altro. Il tempo ci è nemico.
Ogni giorno precipitiamo nel regime sempre di più. Ogni giorno aumenta la difficoltà di spezzare la spirale che ci trascina in basso. Ogni giorno di “dialogo”, ogni giorno di falsa opposizione, ogni giorno concesso a Berlusconi e al Partito dei Pregiudicati è perduto a nostro doloroso svantaggio. Ogni menzogna che non viene prontamente denunciata, con tutti i mezzi a nostra disposizione, è una stilla di veleno in più nei cervelli, purtroppo già in stato di decomposizione, di molti Italiani. Come non riportare le parole di Licio Gelli, pronunciate nel 2003: «Guardo il Paese, leggo i giornali e penso: ecco qua che tutto si realizza poco a poco, pezzo a pezzo. Forse sì, dovrei avere i diritti d’autore. La giustizia, la tv, l’ordine pubblico. Ho scritto tutto trent’anni fa».
Il sistema Italia è marcio, complessivamente marcio. Se fosse solamente la magistratura a non funzionare, ma funzionasse bene l’informazione, la situazione sarebbe grave ma non troppo. Se l’informazione non funzionasse, ma la magistratura fosse libera di fare il suo lavoro e la classe politica avesse un certo livello, sarebbe sì un problema, ma superabile. Al contrario noi ci troviamo una situazione di deterioramento delle istituzioni democratiche a trecentosessanta gradi. La magistratura imbavagliata, l’informazione assente e serva del potere, i partiti politici corrotti e allo sbando, il Parlamento e il Senato conquistati da mafiosi e pregiudicati, la laicità dello Stato costantemente compromessa, la recessione economica sempre strisciante, tutto ciò costituisce il desolante quadro complessivo del sistema italiano.
Confesso senza vergogna che, essendo comunista, la democrazia liberale non è ai miei occhi il “migliore dei mondi possibili”. Confesso che non mi accontenterei di un sistema tedesco, o francese, o spagnolo. Vorrei vivere in una società nella quale il cittadino detiene direttamente nelle proprie mani le leve del potere politico ed economico; una società in cui il luogo di lavoro è di proprietà dei lavoratori, gestito direttamente dai lavoratori per il bene loro e dei cittadini. Ma anche la democrazia detta “borghese” o liberale è una conquista storica enorme rispetto al dispotismo, al totalitarismo o alla monarchia. Come Karl Marx apprezzava il ruolo progressivo e storico che il capitalismo aveva avuto, rispetto al feudalismo e alla società medioevale, allo stesso modo non è possibile non apprezzare il progresso politico e morale insito nella democrazia. Ed è questo tipo di democrazia che stiamo perdendo, non in virtù di un sistema migliore, ma a favore di un sistema peggiore, oppressivo e di novecentesca memoria.
Davanti ad un tale evento, di così dolorose conseguenze, la fede politica conta relativamente. Si è giustamente detto che, contro la violazione delle regole del gioco, tutti i giocatori, di qualunque colore, dovrebbe combattere. Ma non è così.
Qualcuno rimane ambiguo.
Qualcuno fa il cerchiobottista.
Qualcuno pensa a dialogare mentre il suo interlocutore rimane libero di saccheggiare e devastare.
Qualcuno si sente il grande pastore del “recinto razionale e riformista”, e snobba il grido popolare.
Qualcuno invoca l’”abbassamento dei toni” a senso unico.
Qualcuno finge di non capire che “antiberlusconismo” si traduce con “essere a favore della democrazia”.
È con questi qualcuno che dobbiamo fare i conti, da subito. Un certo Josif Stalin, sia maledetto il suo nome, sosteneva che il nemico interno è più pericoloso del nemico esterno, poiché è dal primo che si deve temere il tradimento, la pugnalata alle spalle. È il nemico interno che indebolisce il fronte, che spinge a porgere la giugulare al nemico, che confonde i compagni di lotta e semina discordia. Pur volendo odiare con forza ogni parola scritta o pronunciata da tale dittatore, non è possibile ignorare che egli sia stato l’indiscusso capo della seconda superpotenza mondiale, e che abbia seppellito i due suoi cugini di sangue.
Soppesando con cura queste parole è possibile trarne, a mio avviso, una grande lezione. La più grande sconfitta che l’Italia antiberlusconiana ha subito, e continua a subire, è l’essersi fidata dei Rutelli, dei D’Alema, delle Finocchiaro, dei Veltroni, dei Bertinotti, dei Giordano, dei Letta, di tutti questi qualcuno di cui si parlava poco prima. Loro sono stati, mi si perdoni il riferimento, il nostro nemico interno, che ha incessantemente lavorato, più o meno consapevolmente, per indebolire e rendere inefficaci le nostre lotte e le nostre vittorie.
Alla luce di tutto questo dobbiamo buttare al vento il politicamente corretto, le parole ambigue, il desiderio di unità costantemente frustrato. Siamo vicini alla tirannia post-moderna del berlusconismo. Non è più possibile andare per il sottile. Non è più possibile celarsi dietro tante parole e tanti discorsi. Non abbiamo più tempo. Abbiamo concesso al berlusconismo quasi dieci anni di vantaggio, non possiamo concedere più niente. Né a Berlusconi né ai “diversamente concordi” che lo circondano. Non è più possibile credere nella buona fede di quest’ultimi.
Ciò che sto per dire sembrerà molto arrogante, o molto stupido, o entrambi, ma è qualcosa di cui mi sono ormai convinto. La domanda che ogni italiano oggi si deve porre è la seguente: “sto dalla parte di Berlusconi e del berlusconismo, della devastazione delle istituzioni, sto dalla parte della lenta ma incessante perdita di libertà; oppure sto dalla parte dell’Italia migliore, di chi difende, per mille e con mille ragioni, i valori della Costituzione repubblicana, la divisione dei poteri, lo stato laico, l’indipendenza della magistratura, la libertà di informazione?”. Non c’è più posto per le vie di mezzo. O con Berlusconi, o contro Berlusconi. Ed essere contro Berlusconi e il berlusconismo significa combatterlo in ogni modo democratico, in ogni luogo, ad ogni occasione, senza “flessibilità”, senza dialogo, senza esitazione.
L’attacco che Berlusconi compie ai danni dell’Italia è un attacco globale. È un attacco alla magistratura, alla Costituzione, alla libertà di parola e di espressione, alla sicurezza dei cittadini, al loro lavoro e alla loro vita. La risposta non può che essere una difesa globale, un contro-attacco sugli stessi temi. E chi mette in dubbio questo, allora è sull’altra sponda del fiume, dall’altra parte della barricata. È un “diversamente concorde” che fa il lavoro sporco per Berlusconi. Ed esiste una parola per definire le persone, gli uomini po
litici, i partiti che fanno ciò: traditori.
Veltroni è un traditore. Il Partito Democratico è un traditore.
Sappiamo benissimo che questa parola è dura, inflessibile, tagliente. È una parola appartenente al lessico militare, il cui uso in politica deriva in parte dall’imbarbarimento delle società fin dalla Prima Guerra Mondiale. É una parola molto bolscevica, e molto anni ’70. Ma la situazione attuale Italiana non è colpa del vocabolario. È la parola giusta. Drammaticamente giusta.
Il PD ha intimato a Di Pietro di rientrare nei ranghi della casta. Con un atteggiamento molto stalinista ha chiesto, di fatto, di abbandonare lo spontaneismo della società civile e adeguarsi agli inciuci di palazzo, agli intrighi politici fatti dagli uomini che contano. Al momento pare che Di Pietro abbia rifiutato l’invito. In realtà non è Di Pietro ad aver risposto a Veltroni. In realtà è Veltroni, con la sua domanda e il suo atteggiamento, ad aver risposto a tutti noi. Veltroni ci ha detto da che parte sta. E non è la nostra. Veltroni e i burocrati del PD ci hanno detto che al primo posto, per loro, non vi è la difesa della libertà in Italia, ma vi è la difesa del loro potere. Al primo posto vi sono i giochetti politici, i rapporti di forze in parlamento, l’immagine che i leader danno di sé tramite i media. Al primo posto vi è la polemica con Grillo, vi è il prendere le distanze dalla satira, dagli intellettuali impegnati che vedono il PD per ciò che è realmente. Chiacchierano, e Berlusconi legifera. Litigano, e Berlusconi regna.
O contro Berlusconi o con Berlusconi. Siamo alla resa dei conti e, come diceva Ernesto Guevara, il non schierarsi contro un’ingiustizia è in realtà uno schierarsi a favore di essa. Non schierarsi adesso, duramente, contro il berlusconismo significa in realtà esserne a favore. Temiamo l’ira degli scherani del cavaliere? Che ci insultino, che ci sputino contro le loro menzogne. Se i razzisti ci danno addosso allora sappiamo di fare la cosa giusta, diceva Malcom X. Quando Berlusconi gongola, sorride e dialoga, noi dovremmo piangere; magari non ne sappiamo il motivo, ma Berlusconi lo sa.
Concludo questa lunga, e probabilmente noiosa, lettera dicendo che dovremmo definitivamente rompere ogni indugio. Dobbiamo far capire per prima cosa al popolo dei girotondi, ma anche a tutti, che la democrazia è in pericolo, e che chi non la sta difendendo senza se e senza ma è, purtroppo, un traditore. Dobbiamo mobilitarci a tutti i livelli, dall’andare a votare allo scendere in piazza. Beppe Grillo sbaglia nell’esortare l’astensionismo. È un grave errore che tradisce una scarsa visione strategica. Dobbiamo andare a votare e scegliere i partiti, o il partito, che non ha tradito, che combatte Berlusconi e il berlusconismo con durezza e senza esitazione. Non dobbiamo illuderci, non esiste il messia, il leader politico che ci salverà; tuttavia dobbiamo sfruttare cinicamente ogni occasione per opporci alla dittatura post-moderna.
Dobbiamo ripudiare tutti i sedicenti politici e i sedicenti intellettuali, che predicano l’ignavia, il dialogo, che predicano le “riforme costituzionali fatte assieme”. Dobbiamo assimilare col cuore, oltre che con la mente, l’idea che veramente siamo a un passo dal compimento di un regime. Veramente ci siamo giocati il credito di libertà e democrazia conquistato col sangue dai partigiani. Veramente stiamo combattendo per la libertà e la democrazia del nostro paese.
Non è un gioco. Non è una propaganda allarmista. Non è un’esagerazione della realtà. Veramente siamo sull’orlo della “fossa fuia”, direbbe Montale, e chi non lo capisce o è uno stolto, o è un traditore.
Daniele Maccioni


D’ACCORDO CON FO

Come non concordare con Dario Fo: "Difendo Piazza Navona e la satira ‘insultante’. E’ l’unico modo civile di rispondere ad un potere violento"
Non c’ero perchè a new York, Bravi gli organizzatori e gli intervenuti.
Si grida allo scandalo per una parolaccia ma la stampa e l’opinione dei molti collusi con il peronismo fascismo berlusconiano non dicono una parola sulla distruzione del paese democratico. Ho votato a malincuore PD, che stronzo che sono stato!
Umberto di Porzio


MANIFESTAZIONE CIVILISSIMA

Mi complimento per la manifestazione, che evidentemente ha dato fa stidio e messo allo scoperto le ipocrisie e i tentennamenti di chi non vuole e/o non sa fare opposizione e per questo cerca il pelo nell’uovo pur di non disturbare troppo il manovratore. Mi spiace doverlo dire, ma chi ha cominciato a dare fiato alle trombe per le denigrazioni strumentali è stato Furio Colombo… sulla catena dei "dissociati" poi meglio non parlare.
Io ho seguito tutta la manifestazione, ed è stata civilissima.
gli interventi di Sabrina Guzzanti rientrano nelle tematiche della satira, che da sempre prende il punto di vista "popolare". Io personalmente, invece di dare importanza al papa all’inferno (cosa che per altro già Dante faceva con Bonifacio VIII), mi sarei soffermata a spiegare come nei prossimi anni la scuola verrà occupata dagli insegnanti di dio, a cui l’attrice aveva pure accennato. Ma tutto è perfettibile.
Una chiosa su Camilleri che si è dissociato: ma non ha parlato anche lui di pecunia oleat? E allora, direbbe Totò, ci faccia il piacere.
Un saluto a tutti e grazie,
maria mantello


SERVIVA UN TAGLIO PIU’ POLITICO E MENO URLATO

Caro Flores,
Ho apprezzato il tuo articolo di ieri su l’Unità. Manca, a mio avviso, una considerazione esplicativa. Perché avete invitato Grillo, se volevate/volevamo dare alla manifestazione una forte valenza politica, di mobilitazione per il presente e per il futuro, se volevate/volevamo, e ce ne sono (erano?) le condizioni, fare ripartire il movimento, che è tale se è ampio e includente? Non possiamo stupirci se i media hanno enfatizzato l’intervento sbagliato di Grillo, e, in parte, di Guzzanti, e oscurato tutto il resto. Tutto scontato e prevedibile. E se questo era del tutto prevedibile, volevate questo? Non credo proprio. Perché non ammettere una evidente ingenuità, un errore, dando così una lezione ai politici di professione, che i loro errori non li ammettono mai, oppure decenni dopo? E, soprattutto, dovete spiegare perché avete invitato Grillo. Per avere più partecipazione? Non ne valeva la pena. Lo avete invitato senza concordare nulla del suo intervento? Concordare non è certo censurare. Era molto importante che il taglio della manifestazione fosse POLITICO E NON URLATO. C’è luogo e luogo, tempo e tempo. Alla nostra amata Hannah Arendt non sarebbe piaciuto l’urlo di Grillo, il fuori tema di Guzzanti. Comunque, spero che la manifestazione non sia stata del tutto inutile (a Ravenna abbiamo lavorato molto per la sua buona riuscita), o prevalentemente dannosa. Anche la strumentalizzazione da parte di Veltroni era prevedibile, ghiotta occasione per rompere con Di Pietro. Ma a chi giova?
Con affetto e stima.
Paola Patuelli


A FURIO COLOMBO

Gentile Furio Colombo,
vorrei scriverLe molte cose che premono dentro ma anzitutto non so se mai le leggerà e poi semplicemente sono stanco. Comunque sia, se dovessi arrivare alla fine di questa lettera e spedirla e se Le capitasse di leggerla, tenga sempre presente questo: la grande stima e riconoscenza, e persino affetto, che ho per Lei come per ogni mio concittadino che mostri la
Sua stessa statura morale, la cultura, l’impegno, il coraggio civile.

Adesso siete tutti di nuovo in Parlamento ad applaudire Fini e Schifani, che esprimono la loro solidarietà al Capo dello Stato, al Papa e magari anche alla Carfagna. Poteva andare peggio di così? Temo di no. La responsabilità è delle intemperanze di Grillo o della Guzzanti o di chiunque sul quel palco abbia mostrato meno moderazione di altri? Questo è il punto. Anche qui la mia risposta è: temo proprio di no.

Temo proprio che il modo di fare politica della sinistra negli ultimi anni, e che ha raggiunto il sublime con l’allegro Walter Veltroni, abbia il suo carattere intimo nella confusione fra moderazione, misura, e mediocrità. Semplicemente mediocre, e non moderata, è la politica di Veltroni. L’idea implicita che le sta dietro, ovvero che la "verità", in senso lato, stia
sempre nel mezzo fra due estremi, fra due posizioni radicali entrambe da stigmatizzare, è appunto un’idea niente altro che mediocre.

Davvero la mediocre moderazione di Veltroni paga elettoralmente? La risposta è davanti agli occhi di tutti, tranne dei peggiori ciechi, quelli che non vogliono vedere. È nel risultato delle ultime elezioni. Guardiamo alle cifre, relative ovviamente: le due "voci" che probabilmente Veltroni considererebbe più becere, la Lega da una parte e Di Pietro dall’altra,
hanno praticamente raddoppiato i voti. Berlusconi, noto moderato nei toni e nella politica, pur non guadagnando voti, le elezioni le ha stravinte. Poi c’è lui, il moderato, che anche in questa virtù ha toccato vette sublimi: il principale esponente dello schieramento avversario allo schieramento del principale esponente dello schieramento avversario, detto Veltroni Walter, ha preso il più sonoro manrovescio elettorale che si ricordi nella storia repubblicana. Ma è evidentemente un ottimo incassatore, visto che diabolicamente persevera nell’errore, non più "umano" a questo punto. E qui si profila all’orizzonte un grave pericolo, lo stesso che corrono i pugili ottimi incassatori, il quali spesso finiscono suonati.

Se davvero siamo in una situazione di emergenza democratica, sarebbe venuto il momento di "menare le mani", con gli strumenti della democrazia, ovviamente, con le manifestazioni, con le parole. E se qualcuno a volte può darLe l’impressione di avere calcato troppo la mano, di esserci andato troppo pesante, Lei dovrebbe comunque sentire il dovere di stare dalla loro parte e non volgere loro le spalle. Ciò non significa certo che Lei debba essere d’accordo con tutto ciò che i Suoi compagni di battaglia pensano e
dicono, il fatto però è che, con la Sua presa di distanza nella manifestazione dell’otto di luglio, Lei è andato ben oltre.

Questo è l’errore, esiziale, che mi permetto di rimproverarLe. Lei non si è limitato a esprimere il Suo dissenso, ma è giunto a teorizzare implicitamente una sorta di infallibilità del Capo dello Stato, se non dell’istituzione, dell’uomo che ora la rappresenta. Lei è soddisfatto di come Napolitano ha finora interpretato il suo ruolo di garante della democrazia e della costituzione? Benissimo! Io non lo sono. Ho il diritto di non esserlo o compio delitto di lesa maestà? Poiché, ripeto, di fatto è questo che Lei al termine della manifestazione ha fatto, minacciando addirittura di andarsene. Altrettanto grave ho trovato l’appello a dimostrare solidarietà al Presidente Napolitano che Lei ha rivolto ai manifestanti: gli stessi che  applaudendo hanno aderito al Suo appello magari
poco prima avevano applaudito Grillo che criticava l’ignavia del Capo dello Stato. I cittadini che riempivano quella piazza sono forse burattini, nelle Sue mani o in quelle di chiunque altro, che debbano applaudire a comando?
Perché così Lei li ha trattati. Ripeto, qui non si tratta di condividere le critiche di Grillo ma di riconoscerne il democraticissimo diritto. Questo diritto Lei lo ha implicitamente negato.

E quale è stato il risultato della Sua presa di distanza? Anche questo è davanti agli occhi di tutti. La Sua presa di distanza viene strumentalizzata per condannare quella piazza ma, attenzione, al tempo stesso non Le concedono di distinguersi da nessuno, Lei viene integralmente assimilato ai Grillo, alle Guzzanti, a tutti colori dai quali pensava di dovere e potere
distinguersi. È colpa dei Grillo o delle Guzzanti? No, stimatissimo Furio Colombo. È colpa Sua, perché in quel momento non ha compreso da che parte era giusto e necessario stare, non ha compreso che era proprio quello il momento di affondare il colpo. Altro che la mediocre moderazione del Partito Democratico!

Berlusconi non spera né in Grillo né in Di Pietro, Berlusconi spera IN VOI! Spera nelle vostre moderate e mediocri prese di distanza. Da sempre vi lusingano proprio su questo punto e voi siete riusciti persino nell’impresa di fare vostre le grottesche accuse di antiberlusconismo, giustizialismo, massimalismo e via bestemmiando. Eppure proprio Moni Ovadia ha spiegato benissimo che cosa sia questo violento stravolgimento del senso delle parole. Siete voi il vero mistero, chi riuscirà mai a spiegare le ragioni di tanta insipienza? Siede dei "tiepidi". E come possono dei tiepidi come voi difendere oggi con sincerità e credibilità i valori della resistenza? Certo quando ve ne fu bisogno non voi vi siete fatti partigiani, avete imbracciato il moschetto e siete saliti sulle montagne, se oggi vi spaurite per uno scherzoso "Morfeo" o per un "vaffanculo".
Se andrete avanti così, con questa ossessione tassonomica di distinguervi in classi, sottoclassi, ordini, sottordini, famiglie, sottofamiglie, tribù, sottotribù, il Democratico "accidentale" avrà vita facile.
Chi è il Democratico "accidentale"? Credo non sia difficile immaginarlo.
Purtroppo le democrazie occidentali sono piene di questi democratici “accidentali”, democratici per un accidente della Storia. La loro equazione è la seguente:
Se X fosse vissuto nell’Italia fascista sarebbe stato uguale a “fascista”.
Se X fosse vissuto nella Germania nazista sarebbe stato uguale a “nazista”.
Se X fosse vissuto nella Russia stalinista sarebbe stato uguale a “stalinista”. Ma purtroppo per lui, X vive nell’Italia repubblicana, una democrazia acciaccata ma che si dimostra ancora sufficientemente robusta, e così X è soltanto uguale a se stesso: un democratico accidentale.
Beati quei popoli che non hanno bisogno dei loro pochi o tanti eroi borghesi, ma beato anche quel popolo che quando ha bisogno dei suoi “eroi borghesi”, questi ci sono.
La Storia prossima a venire ci dirà chi aveva ragione. Staremo a vedere checosa nascerà dalle VOSTRE rovine. E non penso sia necessario dare spiegazioni sul perché di tanta rabbia.
Con immutata stima, riconoscenza e persino affetto.
Roberto Natali (cittadino)


OCCASIONE PERDUTA

Dopo quanto accaduto alla Manifestazione di Piazza Navona e le successive polemiche, ci sentiamo di voler fare alcune considerazioni e porvi delle domande.
Una manifestazione di protesta era necessaria, ok, però sottolineiamo che è stata tardiva di, almeno, due anni. Subito dopo l’insediamento del Governo Prodi, si capiva quale fosse il vero scopo di quell’accozzaglia di ideali diversi, chiamata Unione. L’ansia per la formazione del PD che sembrava essere l’unica preoccupazione, la più urgente da portare a compimento confermava il progetto di eliminare i Par
titi minori, realizzare il grande inciucio, fare Riforme, sentite come necessarie solo dai Politici, per poter governare, indisturbati, per i prossimi 50 anni.
E non era urgente manifestare, tutti i giorni, alle prime "sviste" sui Cip6, ai primi codicilli infilati nottetempo, al primo De Gregorio nominato Presidente della Commissione Difesa con i voti di AN, al primo decreto sicurezza che dichiarava le discariche siti di interesse strategico o che rendeva i rifiuti indifferenziati e pericolosi rifiuti ecocompatibili?
Non parliamo, poi, delle Leggi urgentissime in materia di conflitto di interessi o di Elezioni, rimandate con la scusa che c’erano cinque anni di tempo, quando era chiarissimo che il Governo non doveva durare (altro che Mastella come responsabile della sua caduta!).
Quello che diciamo, ora, l’abbiamo scritto un po’ a tutti, già nel primo anno di Governo Prodi. Nessuno se ne è preoccupato. Non solo. Il 17 febbraio 2008, abbiamo messo on line una petizione http://www.firmiamo.it/rispettoperlademocraziaelaliberta firmata da 122 persone, che chiedeva, tra le altre cose, il rispetto per la Democrazia, la conservazione della nostra Costituzione e una Legge Elettorale che ci permettesse di scegliere i nostri candidati.
Ora, ci e vi domando: possibile che inoi e, poi, altre 122 persone siamo stati più attenti e capaci di leggere gli avvenimenti di voi che, sicuramente, siete più addentro? Sabina Guzzanti ha dichiarato di aver votato per il PD. Come ha fatto a non capire??
Perché urlate, oggi, all’attacco alla Democrazia, invece di muovervi, quando si era ancora in tempo? Perché prendersela con l’immunità delle alte cariche dello Stato, quando non si è preteso di avere, prima, una Legge Elettorale democratica?
Non è difficile, già da anni, per un giornalista sentirsi libero di raccontare la verità, senza che Travaglio si indigni, ora, per il veto sulle intercettazioni? Quando le intercettazioni non esistevano, come facevano i giornalisti a raccontarci come stavano le cose?
Perché vi unite per, poi, litigare? L’unione fa la forza ma a che serve, se deve essere un’unità obbligata, quindi fragile? Non sarebbe il caso, proprio perché l’unità è necessaria per ottenere risultati, confrontarsi e superare le differenze inutili e i personalismi? Immaginiamo il Potere quanto se la rida. Poi, se uno dei nostri sbaglia, lo si critica, apertamente e francamente, non si cerca di mettere delle pezze, come ci pare stia accadendo.
Abbiamo ascoltato alcuni interventi alla manifestazione e dobbiamo, purtroppo, rilevare che, aldilà dei temi affrontati, tutti sacrosanti, da un’attrice satirica ci saremmo aspettati un livello di qualità superiore del suo monologo (o erano prove per una nuova attività?). Invece, ascoltando Sabina Guzzanti, ci sembrava di essere al Bagaglino. Ce ne dispiace, soprattutto perché lo spessore minimo da lei utilizzato ha fatto passare in secondo piano la denuncia, rendendola banale. Tral’altro, siamo stufi di questo moralismo becero che impera, in Italia, da alcuni anni a questa parte. Da che mondo è mondo, chi può si offre a chi ha il potere di fargli fare carriera (non è neanche una cosa che sanno fare tutti, oltre tutto; ci vuole capacità, anche lì) oppure si sfrutta la parentela o qualunque occasione di visibilità (una volta, c’erano i concorsi, i calendari e i fotoromanzi, oggi ci sono anche le veline o i programmi della De Filippi). Vogliamo fare il conto di quanti, tra i nostri, hanno usato gli stessi mezzi per arrivare?
Il problema non è questo, il problema è che la qualità di chi fa carriera è scaduta. Una volta, almeno, noi abbiamo avuto gandissimi attori, politici, intellettuali e chi se ne frega se hanno dovuto andare a letto con qualcuno per farcela! Oggi, chi abbiamo? E’ questo il punto di vista da adottare, se si vuole essere considerati laici, altrimenti è inutile attaccare il Papa, moralista per definizione. Altra cosa, ovviamente, è stigmatizzare una raccomandazione che serve a comprare un Senatore ma le cose, ormai, si confondono.
A giudicare, poi, dall’intervento di Grillo che non lo dice mai direttamente ma lo sottintende, ci dobbiamo aspettare una insurrezione, a breve, una guerra civile, con impiccagione dei Politici, sulla pubblica piazza? A noi fa paura quel modo di criticare perché lo usa prima ancora di aver usato, e in tempo, tutti i mezzi democratici che abbiamo a disposizione. E dove sono le personalità di levatura morale e ideologica tale da poterci guidare, dopo?
Ci dispiace dirlo ma tutto questo gran urlare, tutta questa esaltazione, tutto questo puntare il dito sugli effetti, invece che sulle cause ha messo il giustizialismo al posto della Giustizia, il moralismo al posto dell’etica e della qualità.
Insomma, perché non prevedere i danni, anziché correre ai ripari, confusamente, quando è tardi?
Siamo arrabbiati e si noterà anche dalla nostra esposizione ma ci sembra di esserci trovati, negli ultimi anni, davanti a una grande occasione perduta.
Francesco Beato, Marisa Conte


L’INDIGNAZIONE IPOCRITA DEI MEDIA

Salve, sono una di quelle che non si vuole rassegnare al male minore. Disgustata dalla violazione alla costituzione, dalla prepotenza di questo governo autoritario in cammino verso il totalitarismo. Ho appena riletto, per motivi di studio,"La banalità del male" di Hanna Arendt e sono preoccupata ma anche decisa a non arrendermi. Soprattutto a non unirmi al coro del piagnisteo passivo. Sono stata in piazza martedì scorso:
– i media in generale e la stampa a grande diffusione non hanno presentato una versione fedele dei fatti e di ciò che di "politico" è stato detto sul palco (Travaglio, Pancho Pardi, Flores e tutti gli altri). Hanno solo "estrapolato", messo in risalto ciò che conveniva loro. (sono, meglio sono stata una giornalista-conduttrice televisiva e mi è tutto così dolorosamente chiaro)
– la satira non è una poesia di Fogazzaro. Deve essere forte, pungente. Deve scuotere. Far riflettere. E poi, per favore. Proteste per vallettopoli, per i tronisti che fanno teatro al posto degli attori professionisti, per la decadenza culturale, la scomparsa della meritocrazial nostro Paese ? No. Non a voce alta. E invece che indignazione "virtuosa" e ipocrita alle parole di Sabina Guzzanti.
Quanto poi a: "che tristezza… ah, i miei girotondi erano più belli dei vostri"… Assurdo. Siamo nel 2008, non nel 2002. Ed è il contesto che definisce il testo (Marx se non sbaglio). Il contesto è cambiato in questi sei anni, E’ peggiorato. La situazione economico-sociale italiana è grave. Cosa dobbiamo fare? Avvilirci? Farci cambiare cittadinanza? Lasciare il Paese da emigranti?
Le parole sono importanti (proprio Moretti nella Palombella Rossa): "chi parla male, pensa male, vive male".
Appunto. Come "parlano" i nostri "governanti"?
Antonella Appiano


PERO’ LA POLITICA NON DEVE FAR RIDERE

Caro direttore, caro Marco Travaglio,
premesso che se non ci foste bisognerebbe inventarvi (dunque grazie per tutto quello che state facendo!!!) e che le strumentalizzazioni sulla manifestazione di Piazza Navona sono state ignobili, permettetemi alcune brevi riflessioni.
L’8 luglio complessivamente è stato un successo, però mi sembra controproducente far finta che non ci siano state brutte cadute di gusto e al massimo accantonare la questione invocando la libertà di parola. Non è così difficile ammettere che qualcosa si poteva evitare, che le porcate non si combatt
ono con le porcate (in senso letterale) di comici poco in vena… Caro Travaglio, è vero che ad Atene si interrompevano le commedie per far recitare invettive politiche, ma non credo che ai propri comizi Pericle invitasse gli attori comici come oratori…; e affermare che non è colpa di nessuno se oggi i comici devono surrogare i politici non mi convince, proprio perché la manifestazione era stata organizzata da politici che sanno benissimo far valere le proprie ragioni, come hanno dimostrato nei loro interventi. Del resto, pensare che su questioni di cruciale importanza civile e politica la gente vada in piazza più numerosa e più volentieri se c’è anche da ridere mi sembra ingiusto e tutto sommato non rispondente al vero. In breve: continuiamo con forza le nostre battaglie sacrosante, ma non dimentichiamoci di imparare anche dagli errori di percorso!
Enrico Griseri


LETTERA APERTA A MICHELE SERRA

Caro Michele,
grazie per aver utilizzato rispetto e comprensione nell’articolo di analisi della Piazza dell’otto luglio, pubblicato oggi in prima pagina da "la Repubblica". Mi sarebbe piaciuto che il direttore Mauro riuscisse a trovare più spazio anche per l’analisi del premio Nobel Dario Fo: ma che vuoi, non si può pretendere troppo per dichiarazioni non funzionali alla tesi imperante.
Leggo e apprezzo i tuoi articoli; rido di gusto con la tua rubrica satirica su "L’Espresso"; ricordo gli attacchi, le censure, le accuse di blasfemia a "Cuore", molto simili peraltro a quelle rivolte al popolo di Piazza Navona. E proprio per la stima che ho nei tuoi confronti, mi permetto di scrivere questa lettera, condividendo gran parte della tua analisi e volendo correggere alcuni preconcetti che tu hai dato implicitamente assodati.
Il primo preconcetto alla base delle tue osservazioni è che Grillo rivendichi un ruolo politico: non è così. Negli ultimi suo spettacoli, il comico genovese urla più volte: "voglio tornare a fare il comico, fatemi tornare a fare il comico!". Le argomentazioni di Grillo continuano cercando di proporsi più come "cane da guardia" – ahivoi! senza padroni- che come politico. Certo, in un Paese moderno e democratico il ruolo da "cane da guardia" spetterebbe alla stampa ma- ahinoi! – dalle nostre parti i giornalisti aspirano soprattutto al ruolo di "cani da salotto". Quando esplode la truffa dei Bond Argentini o della Parlamat la magistratura è costretta a convocare Grillo- un comico!- per chiedergli come faceva a sapere certe cose tre anni prima dei disastrosi eventi.
Il secondo preconcetto è che in Italia bisogna rispettare la classe politica per la dura fatica che è costata raggiungere il traguardo irto di difficoltà: non posso credere che tu pensi veramente, in tutta onestà, una panzana del genere.
Certo i politici sono degli animali pericolosissimi e farsi strada tra loro non è affatto facile: "I politici sono come i monumenti e le puttane"- è stato detto-"diventano tutti rispettabili… se durano abbastanza". Ecco il punto è proprio questo: la lunga durata dei leader politici italiani che supera ogni decenza. E già, perché se un leader fallisce- una tesi fondante, una campagna elettorale- poi deve ritirarsi. Possono pure durare ma devono vincere, garantire qualche fatto concreto, un minimo cambiamento migliorativo pure al popolo. In Italia, grazie al sistema perverso di convivenza, di consociativismo decennale, non è così: ecco perché Grillo parla iperbolicamente di partito unico. Il politico non può essere "l’uomo per tutte le stagioni", altrimenti si trasforma in cialtrone.
Fini, Bossi devono la loro emancipazione politica a Mani pulite del 92: oggi difendono tesi totalmente opposte, eppure sono lì alla "guida dei loro partiti". Fini dava del clown a Berlusconi poco prima delle ultime elezioni: è bastato un cenno del Capo e lui è ancora lì a guidare il suo partito. D’Alema negli anni ’90 denunciava a gran voce la questione morale, il conflitto di interessi: ha governato, non ha cambiato nulla Rete4 è ancora lì e paradossalmente costa ancora di più agli italiani; ma soprattutto lui è ancora lì, che sogna di riprendersi il posto di Veltroni. Veltroni ha avuto una linea durante l’ultima campagna elettorale, che io ho anche condiviso, ma ha perso le elezioni: in un Paese normale si sarebbe ritirato come Al Gore negli Stati Uniti. Da noi no. E allora come si fa a combattere contro "i perpetui"- politici e non- che pensano solo alla loro sopravvivenza mentre la nave affonda?
Credo che molte di queste sterili polemiche su Grillo, Travaglio e Guzzanti servano soprattutto a distogliere l’attenzione, a farci parlare di altro. A metterla in caciara e a nascondere i fatti. E d’obbligo quindi che io proponga anche a te alcune domande alle quali, finora, nessun moralista, perbenista, politico scandalizzato, fine opinionista ha voluto rispondere sui forum on line che affrontavano questo tema.
Il problema è chiedersi se- al di là dello stile- le critiche della Piazza erano giuste o ingiustificate. Il problema è se Moretti non sembra un pò come il Console italiano negli USA che ha preteso le scuse per la biografia di Berlusconi distribuita sull’Air Force One e ritenuta "offensiva per l’Italia": ma quelle cose erano vere o no? E chiedo anche a te: quale differenza c’è tra Moretti che prega "D’Alema di qualcosa di sinistra!" o che urla in Piazza "con questi dirigenti non ce la faremo mai a cambiare il Paese" ed il monologo di Travaglio? Ti prego, nessuno dei più critici ha voluto rispondere a questa domanda, fallo almeno tu!
Nell’espressione di Moretti -"hanno distrutto ciò che avevamo fatto nel 2002"- non c’è tutta la supponenza di certa sinistra che si crede più furba degli altri? Che cosa sarebbe stato distrutto? Perché la Piazza di Moretti aveva cambiato di fatto qualcosa? Non me ne ero accorto, anche perché, come spiega allora Moretti l’ultima sconfitta elettorale? Colpa di Piazza Navona? L’unico fatto eccezionale è che per la prima volta tutta la stampa italiana – da Liberazione a Libero, da il Corsera a la Repubblica, dall’Unità a il Giornale, dal Tg3 al Tg4- sono stati concordi a bocciare la piazza. Come mai? Forse per quel referendum sull’abolizione dei contributi pubblici ai giornali firmato da quei guasta feste di Piazza Navona? Allora si che vanno unanimemente demonizzati! Se i giornali stranieri sono, invece, tutti concordi nel descrivere Veltroni in difficoltà a difendere la sua leadership a causa di Di Pietro che interpreta meglio la piazza, un tempo appannagio esclusivo della sinistra, devo considerare anche loro dei qualunquisti irresponsabili? o peggio dei Grillinii?
Con affetto e stima,
Fabio Sciarra


INFORMAZIONE MALATA

Caro direttore,
quello di cui oggi siamo vittime non è altro che la conferma di un regime in piena crescita, che grazie al sostegno dell’informazione malata (per noi cittadini) ci sta scippando ogni giorno di un pezzo della nostra libertà. È inconcepibile come cerchino di mascherare il messaggio più importante della manifestazione, tra l’altro ben riuscita, che riguarda la difesa della costituzione … se tutti i media svolgessero senza veli la propria professione, martedì 8 luglio non sarebbe stato necessario ricorrere ad una “protesta civile”, perché Berlusconi non sarebbe al suo posto! Ma la vera risposta (e quindi la riuscita) è l’adesione di tanti cittadini stanchi, vogliosi e
pretenziosi del rispetto previsto dalla Costituzione, che la casta, o meglio la cosca, intende ignorare. Era prevedibile e già scritta la risposta del giorno seguente … se Sabina Guzzanti non avesse pronunciato, “satiricamente” parlando, il suo pensiero sul Papa e la nostra cara ministra, mentre Beppe Grillo “offeso” il “dormiente” “Morfeo Napolitano”, avrebbero ricorso allo spulcia mento di ogni parola pronunciata in tale contesto per trovare qualche frase da interpretare e da rigirare a loro piacimento, per poi ripresentarla come unico argomento discutibile oscurando perciò, tutta la manifestazione degna del l’attenzione negata!!!
Io non mi dissocio dalla manifestazione e per quanto riguarda il "vilipendio" di Sabina Guzzanti, potranno pure continuare a dire che il concetto narrato era fuori luogo … ma se la democrazia prevede la libertà di pensiero non si può criminalizzare una persona che fa satira esprimendo quel che pensa e al contrario far passare come vittima perseguitata una persona che ignora tutto ad eccezione del proprio interesse, mettendo a rischio la sicurezza di tutti gli altri abitanti della penisola … compresi i suoi figli … un uomo malato!!!
Continuerò a combattere la battaglia assieme a tutti voi!!!
Marzia Ottaviani


UN URLO DEMOCRATICO

Io c’ero, e non è stata una manifestazione né populista né antipolitica, ma altamente democratica. Non è stata una dichiarazione di impotenza, come scrive Ezio Mauro, di fronte alla sovranità di berlusconi, ma invece l’urlo per impedire quella sovranità, un urlo anche per avvertire chi si ostina ad attribuire a lui una mai dichiarata volontà di dialogare. Da 15 anni non fa altro che pensare ai suoi interessi, ha sul libro paga, e lo ha detto, mezza Italia compresi i giornalisti. Ha ridotto i telespettatori al ruolo di guardoni, e così ha pervertito il senso della politica, per cui se la Lega dice che il tricolore serve solo in gabinetto, che sono pronti 300 fucili contro la democrazia, o siedono in parlamento mafiosi come Dell’Utri insieme a tutti gli altri condannati per i peggiori reati, o se i suoi riducono il Parlamento a un luogo in cui esibirsi in risse sguaiate e delinquenziali, in cui sciorinare la loro vera natura di furfanti ignoranti e venduti, questo non genera nei giornalisti e quindi nell’opinione pubblica la stessa virulenza con cui state attaccando una semplice satira seguita a una manifestazione che ha dato soprattutto quell’informazione su di lui e sui rischi che sta correndo la democrazia, quelle informazioni che i giornali non danno, anche nel vostro caso, con la stessa virulenza che ora state usando contro una piazza coraggiosa, coraggiosa anche contro il veto del grande partito del dialogo illusorio. Io non sono né girotondina, né tantomeno grillina, ma una pensionata tranquilla che proviene dal grande partito, ma che contribuirà senza dubbio a tutto quello che sarà possibile fare per informare, raccogliere firme, militare tra la gente per salvare la democrazia. E’ solo questo spirito che ha animato la piazza, e non sarà efficace nessun dictat del grande partito, dal pensiero e soprattutto dall’azione debole, a fermare chi userà perfino sé stesso, dato che non c’è altro, se non Di Pietro, per fermare questa dittatura da P2.
Grazie
Dr.ssa Anna Maria Giacalone


UNIRE E NON DIVIDERE

Salve,volevo esprimere il mio giudizio sulla manifestazione
di P.zza Navona, premetto che c’ero e voto per il "PD", ho partecipato perchè ritengo che siamo in emergenza democratica,la vostra iniziativa l’ho apprezzata,ma non condivido alcuni interventi sul palco,non perchè non abbiano detto la verità ma perchè fuori luogo e inopportune e controproducenti,penso che la manifestazione doveva unire la piazza non dividerla,doveva avere un significato esclusivamente politico contro le malefatte della destra, i media il giorno dopo dovevano essere obbligati a parlare delle suddette e non di altri argomenti devianti,se poi vogliamo fare un comizio bombardando a parole la destra si può fare ma non in quella sede, contro i dittatori e il capitalismo bisogna essere più razionali, chi parla sul palco non deve cercare il consenso della piazza ma il consenso degli elettori.
Ho approvato Paolo.F.d’A.,Camilleri,Ovadia,Borsellino,ed altri ma non approvo gli attacchi a Veltroni che come anche io avevo previsto, non sono mancati, ma non perchè non era presente ma perchè ha un’altra visione dell’esprimersi sul palco coerente con i sopracitati ma non con altri più qualunquisti.
Paolo i comizi di Togliatti parlavano di politica ed erano mirati a colpire le ingiustizie della DC, e non se Tambroni o Scelba(fascisti) la sera andavano a mignotte, si queste cose vanno dette ma non possono diventare argomenti devianti che i media servi berlusconiani sanno usare ad hoc, facendo dimenticare:
conflitto di interesse TV/interctt-bavaglio/Alitalia
ICI-TAGLI/FINANZIARIA-salari-pensioni-precari-/sicurezza/
Leggi CANAGLIA/ LODI vari/ da dove veniamo
DEMOCRAZIA/PARTIGIANI(memoria storica da non tralasciare mai) di questo si doveva parlare e di questo sarebbero stati obbligati a parlare i media (giornali-TV)
il giorno dopo.
un saluto con affetto
C.R.(PD NETWORK)
PS.: SINISTRA UNITA TUTTA CONTRO LA DESTRA, CON UNA MIRATA STRATEGIA POLITICA,CONTRADDITTORIO INTERNO SI,MA UNITI SEMPRE!


SPIAZZATI

“Poena autem vehemens ac multo saevior illis quas et Caedicius gravis invenit et Rhadamanthus, nocte dieque suum gestare in pectore testem”.
(E’ una pena atroce, e molto più terribile di quelle inventate dai feroci Cedicio e Radamanto, il portare notte e giorno nel petto il proprio accusatore)
Giovenale, Satira XIII

La manifestazione tenutasi l’altro giorno a Roma in piazza Navona, a cui hanno partecipato Di Pietro, Pancho Pardi, Sabina Guzzanti, Rita Borsellino, Beppe Grillo e migliaia di cittadini onesti provenienti da ogni parte del paese, è andata bene. Benissimo. E’ stato stupefacente vedere quanto consenso e quante presenze sia stata in grado di raccogliere un’adunata tenutasi in pieno luglio e in un giorno infrasettimanale, anziché il canonico venerdì. E’ stata una manifestazione vera e viva. Non come le squallide processioni sindacali e partitiche a cui i capigregge paramentati trascinano di tanto in tanto i loro montoni belanti e tosati. Nel passato, ho partecipato a parecchi di questi defatiganti raduni di pecore. Funzionano così: i capi di un partito o di un sindacato organizzano la kermesse nel giorno che precede immediatamente una festa comandata. Di solito un venerdì o un sabato, nel quale proclamano uno sciopero o un’astensione dalle attività lavorative. La proclamazione dell’evento avviene, di norma, nel corso dell’autunno o della primavera, per evitare la legittima e auspicabile concorrenza di skilift e ombrelloni. Questo per assicurarsi la massima presenza e disponibilità possibile di ovini che, in circostanze normali, avrebbero cose più serie da fare. Dopodiché si passa alla fase della precettazione. Pensionati ridotti alla fame vengono convinti a salire su torpedoni malfermi col miraggio di una gita gratuita e di una sosta in Autogrill retribuita. Rappresentanti sindacali di fabbrichette senz’arte né parte si lasciano buttare giù dal letto alle cinque di mattina nella sincera convinzione di sacrificare a Morfeo il proprio impegno per il trionfo della democrazia. Impiegati e av
ventori di Acli e circoli ricreativi vengono radunati in massa, sul far dell’alba, dinanzi alla più vicina sede Cgil o alla locale sezione di partito e ammassati su autobus variopinti. “Fate questo in nome della libertà democratica” è il mantra con cui le povere bestie vengono condotte stancamente ad esibire i propri corpi per la gloria del potere. “Portate anche i vostri bambini, ingrosseranno le nostre fila”. Ed orde di neonati carrozzati, di impuberi piagnucolanti, di figli e nipoti di cazzoni in buona fede si trascinano sotto la pioggia o il solleone per le strade della città eterna, lungo un percorso rigidamente programmato e presidiato da truci questurini abbigliati come robocop. Sventolano tante belle bandiere. Ascoltano in muta disperazione, affollati sotto un palco, i deliri retorici dei loro carnefici, che mille volte li hanno venduti e mille ancora li venderanno. Poi la messa finisce e tutti tornano stanchi e vuoti alle loro case, con la terribile sensazione di aver sprecato una meravigliosa occasione per un picnic in montagna o una partita a Risiko.
Questa merda, nel gergo orwelliano dei caprai celebranti, viene chiamata “libertà di manifestazione”.
Martedì scorso, per una volta, non è stato così. Le persone che hanno affollato Piazza Navona lo hanno fatto in pieno luglio, in un martedì lavorativo, senza pressioni né ricatti morali. Lo hanno fatto perché cominciano ad aprire gli occhi e dei caprai e delle loro auto-celebrazioni ammuffite iniziano a non poterne più. Sarà stata anche una manifestazione inutile, come vanno cianciando quelli che sono rimasti a casa, nell’incrollabile convinzione che l’aderenza dei loro culi al divano del soggiorno rappresenti invece un atto di portata rivoluzionaria. Sicuramente è stata una manifestazione bella a vedersi e in grado di scompaginare il quadro politico. Non ho mai visto il culo di un chiacchierone da tinello scompaginare nient’altro che le riviste glamour su cui si era pesantemente assiso.
Ma il successo più grande è stato l’aver suscitato l’ira dei caprai. I giornali di questi giorni sono tutti una babele di strepiti, accuse, minacce e cacofonici isterismi. “La manifestazione di piazza Navona è stata un regalo a Berlusconi”, bercia con inverosimile faccia di tolla il capo del partito che a Berlusconi ha regalato tutto, ma proprio tutto: impunità, leggi ad personam, bicamerali, tutela delle sue emittenti becere e illegali, indulti, credito politico… gli hanno regalato perfino la propria dignità e quella dei propri elettori, riconoscendolo come interlocutore attendibile e intonando peana alle larghe intese fino all’altroieri. Gli hanno regalato la stessa esistenza politica: Berlusconi non sarebbe mai neanche approdato alla scena istituzionale senza un’opposizione così indignitosa, corrotta, fraudolenta e repellente. Senza il loro marciume, che disgusta i tre quarti degli elettori di questo paese, a fare da contraltare, Berlusconi non sopravviverebbe dieci secondi. "Se ieri avessi deciso di portare il Pd in piazza Navona”, aggiunge con orgoglio il grande stratega, “oggi il partito sarebbe un cumulo di macerie". Cazzo, per un pelo! Guardatelo ora il PD com’è integro e robusto. Basta dare un’occhiata ai forum su internet, pieni di ex elettori di sinistra che annunciano la richiesta di asilo politico presso IdV, per rendersi conto che il PD è molto peggio che un cumulo di macerie. E’ un mostruoso falansterio fatiscente e pericolante, che i suoi inquilini non si decidono a demolire solo perché non saprebbero dove scappare e che rischia di rovinare da un momento all’altro sulla strada sottostante, travolgendo quel poco di paese che è rimasto in piedi. “O con noi o con Grillo”, sbraita il quattrocchi, come se la scelta, a questo punto, fosse problematica. Forse non si è reso conto di non avere più la forza elettorale né morale di imporre degli aut-aut. Forse non si è accorto di aver creato all’interno dello stesso organismo del suo partito la forza critica che lo sprofonderà negli abissi del nulla.
No, non parlo di Di Pietro, che sta saggiamente meditando di saltare giù al più presto dal treno scassato di una coalizione in corsa verso il baratro. Veltroni, grande genio della realpolitik, medita di sostituire i voti perduti con il distacco dell’ex magistrato con quelli di Casini. Come creda di far digerire una scelta simile ai suoi elettori è un mistero orgiastico che ha una risposta solo nel delirio lisergico del suo inconscio e – forse – nell’idiozia terminale di un branco di ex comunisti allo sbando che hanno deciso di gettare alle ortiche gli ultimi scampoli di dignità. No, non è Di Pietro l’accusatore integrato che il PD si porta in seno. Sono proprio i suoi seguaci – siano essi ciechi o disperati – che lo distruggeranno, facendo a pezzi il corpo che li ospita come un’orda di cellule cancerose incontrollabili.
Per chiarire il concetto, vorrei fare un parallelo con la dissoluzione del fascismo, che in un discorso sul PD capita proprio a fagiolo. Il fascismo, checché ne dicano i sussidiari, non fu sconfitto dagli alleati, né tantomeno dalla Resistenza (che ebbe un valore morale altissimo, ma per altri motivi). Il fascismo collassò su se stesso per la sfiducia, la rabbia e lo sbando degli stessi fascisti, dico quelli duri e puri, quelli che a parole continuavano a ciarlare di fedeltà al partito e di inevitabile vittoria. E’ difficile aver ragione di un nemico quando il nemico è quello che vedi guardandoti allo specchio. Il 5 maggio 1943 Mussolini silurò Galeazzo Ciano dal Ministero degli Esteri, relegandolo presso l’ambasciata vaticana e assumendo personalmente la titolarità del dicastero; allo stesso tempo allontanò Dino Grandi dal governo destinandolo alla presidenza della Camera. Nascevano in seno al duce i primi Arturo Parisi, i primi Furio Colombo. Cioè i furbi, quelli che si accorgono che la baracca sta per crollare, non hanno le palle per uscirne ma iniziano a guardarsi in giro.
Il 24 giugno si tenne a Palazzo Venezia la riunione mensile del Direttorio del PNF. Parlò il segretario, il povero Scorza, con il tipico trionfalismo magniloquente di chi vede l’approssimarsi di una tempesta. Parlò dei numerosi iscritti al partito, che avevano raggiunto la cifra di 4 milioni e 770.000 persone. “Ma le cifre hanno un valore assoluto solo se rappresentano spirito e volontà”, avvertì il poveretto. “E la volontà e lo spirito che animano le forze inquadrate sotto i segni del Littorio si chiamano fedeltà, disciplina, resistenza, vittoria!”. Scorza parlava a una platea la cui fedeltà era rappresentata da Ciano e da Grandi; la cui disciplina, a un mese dall’evaporazione del regime, non è difficile da immaginare; e la cui fiducia nella resistenza e nella vittoria era così forte dopo la disfatta in Africa che lo stesso Mussolini, non sapendo più come giustificare la sua plateale incapacità, si diceva felice che la guerra facesse soffrire il popolo, perché le sofferenze avrebbero rinvigorito il carattere della stirpe italica.
La notte tra il 9 e il 10 luglio le sofferenze rinvigorenti si intensificarono e in Sicilia sbarcarono le prime truppe anglo-americane. “Non teniamo più!”, telegrafò il vigorosissimo sottosegretario agli Esteri Bastianini all’ambasciata italiana di Berlino, supplicando l’ambasciatore Alfieri di chiedere a Ribbentrop l’invio di truppe e aerei tedeschi a rinforzo. Ma Ribbentrop si diede malato. Sono cazzi vostri. Noi abbiamo già i nostri problemi. Il regimetto ital
iano si sfarinò in conseguenza dello sfarinarsi del grande regime germanico che lo aveva protetto. Oggi, se diamo un’occhiata oltreoceano, possiamo vedere i neocon americani fuggire verso le colline portandosi dietro, ammassata alla rinfusa in un sacchetto del rudo, l’ideologia neoliberista che ne giustificava il potere. Che ne sarà dei servi dei gerarchi (Veltroni in primis) ora che i gerarchi si danno alla macchia? Se la storia ha davvero i suoi corsi e ricorsi, fosse pure a grandi linee, io un’idea inizio ad averla.
Questo sgretolarsi del partito fascista fu dovuto, in primis, all’annacquamento dei suoi valori morali di base. Il PNF era ormai un carrozzone in cui si trovava di tutto: nostalgici della marcia su Roma accanto a notabili cattolici e demoliberali, elementi della sinistra e perfino “posizioni comunistoidi”, come dirà esterrefatto Mussolini al prefetto Dolfin all’atto della fondazione della Repubblica di Salò. “Qualcuno”, si sbigottiva il duce, “ha perfino chiesto l’abolizione, nuda e cruda, del diritto di proprietà!”. Non penso ci sia bisogno di sottolineare i parallelismi con la congerie arlecchinesca di cui è a capo il duce occhialuto. Sottolineo solo una differenza: il capo spirituale del fascismo aveva ancora, almeno lui, un’idea piuttosto precisa di quali fossero i valori che del fascismo avevano fatto la grandezza; si meravigliava e si doleva della deriva morale del suo partito, pur rifiutando di accettarne la responsabilità. Posso dirlo? Rispetto a Veltroni, Mussolini aveva, sul piano morale e intellettivo, almeno due marce in più.
Il 24 luglio il Gran Consiglio del Fascismo decise di togliere di mezzo il duce. Dino Grandi raccolse il sostegno dei fascisti moderati, come Federzoni, e anche degli esponenti della “sinistra fascista”, come Bottai e Ciano. Ivanoe Bonomi, vecchio antifascista, offrì il proprio appoggio, riunendo intorno a sé il fior fiore del vetero-antifascismo. La mozione di Grandi per la liquidazione di Mussolini passò a larga maggioranza, con 19 voti favorevoli, 7 contrari e un astenuto (Suardo). Il 25 luglio il re convocò Mussolini per un colloquio e vigliaccamente, a sorpresa, lo fece trarre in arresto. Nessuno mosse un dito. Le camice nere rimasero inerti. L’intera struttura del Partito si sgretolò in silenzio, senza che nessuno provasse a opporre la minima resistenza. Nessuno provò nemmeno a organizzare uno straccio di controgolpe: gli uomini che avrebbero potuto guidarlo (Farinacci, Preziosi, Pavolini, Ricci, perfino il figlio maggiore del Duce, Vittorio) si erano già dileguati. Il resto è storia.
Storia che si ripete.
Anche la caduta del fascismo fu preceduta da grandi manifestazioni (gli scioperi del marzo ’43). Scioperi che non furono certo la causa diretta del crollo, ma ne furono il segnale. Volevano dire che la società non accettava più il fascismo e che stava per verificarsi una “saldatura” tra le masse e gli interessi industriali e finanziari che non si sentivano più tutelati. I vecchi sostenitori del regime, abbandonati a se stessi, ne diventavano i carnefici. Accusatori in pectore. Il fascismo, dal canto suo, non seppe rispondere a queste manifestazioni se non con i consueti strumenti, ormai spuntati e ridicoli: la censura, gli arresti, le minacce, le intimidazioni, i “dopo di me il diluvio”.
Proprio come hanno fatto i politici e i loro organi di informazione verso la manifestazione di piazza Navona: strepiti e minacce, falsità ed anatemi, ingiurie e minimizzazioni (“100.000 persone? Ma nooo, saranno state al massimo 20 o 30mila”; e quand’anche fosse?). Nell’imminenza della sua fine, ogni casta di potere diventa il fantasma di se stessa, un fatalismo imprudente e prepotente si impossessa dei suoi capi e dei suoi lacchè. Nessuno riesce più a distinguere la malattia terminale dal suo sintomo esteriore. Si attaccano Di Pietro, Travaglio e la Guzzanti come se, zittiti loro, la Casta potesse tornare ai bei tempi andati: quelli in cui dava tranquillamente a bere al pubblico che la democrazia è il migliore dei sistemi possibili, l’alternativa politica è il suo vessillo e il presidente della Repubblica è un bravo ed onest’uomo, garante dei nostri diritti. Credono che la fiducia nelle istituzioni, una volta crollata, possa essere sostituita dalla spietatezza repressiva delle istituzioni. Non capiscono che, come diceva Jedel Andreetto, la stessa passività rassegnata che hanno indotto nei cittadini (ridotti a massa decerebrata) rende ormai impossibile terrorizzarli. Non puoi terrorizzare qualcuno i cui riflessi non reagiscono alle sollecitazioni. Soprattutto se quel qualcuno è la tua massa di riferimento, la colonna portante, lo zoccolo duro del tuo apparato di potere. Soprattutto se quel qualcuno sei tu.
Gianluca Freda


LA PARZIALITA’ DELL’INFORMAZIONE

Egregi Signori,
ho avuto modo di ascoltare ora tutta la manifestazione dell’8 luglio a Piazza Navona e debbo dirle che l’intervento della Guzzanti non mi è piaciuto affatto, volgare, gratuito, controproducente. Ma… Ma, è molto eloquente il fatto che di tutta quella manifestazione lunga e fitta di ospiti di rilievo si sia parlato solo della Guzzanti e non anche di Camilleri (assai più corrivo della Guzzanti), di Flores D’Arcais, di Antonio Di Pietro, di Travaglio, che ha avuto una trovata spiritosa nel sostenere che Berlusconi fa di tutto per essere cacciato dalla politica e invece viene continuamente e maldestramente salvato dagli avversari, di Furio Colombo, Di Moni Ovadia, di Beppe Grillo che, a parte il "come", ha detto indubbiamente cose "vere" su Napolitano, ad esempio che firmerà un provvedimento che mai un Pertini avrebbe firmato (che, attenzione!, è critica e non ingiuria), insomma mi pare eloquente che TUTTI i mezzi di informazione abbiano dato un resoconto volutamente parziale dell’avvenimento in parola fissando tutto sull’intervento della Guzzanti, amplificato fino a raggiungere… il Parlamento. La voglia di colpire è troppo evidente. Il curioso sta nel fatto che TUTTI vogliono colpire. Nulla è per caso.
Ci vedo una volontà assai preoccupata di mettere al bando una forma di opinione, popolare ma non popolana e forse anche scarsa di "composto perbenismo", che pare stia crescendo al di fuori degli schemi sclerotizzati della Casta di destra, di centro e di sinistra.
Vedremo in seguito se questa riuscirà, con il volenteroso aiuto di TV, quotidiani e Radio varie, tutti sedicenti indipendenti, a fare affondare nelle sabbie mobili anche questi tentativi di reazione.
Giuseppe



L’OSCENO È A PALAZZO CHIGI, NON IN PIAZZA NAVONA

Oportet ut scandala eveniant.
Barbara Spinelli ha aderito alla manifestazione di Piazza Navona scrivendo: “È urgente che esista la pietra dello scandalo.
È urgente che un risveglio avvenga, anche se di pochi, perché la narcosi delle menti, del linguaggio, della visione, delle memorie è vasta e progredisce.”
E lo scandalo è avvenuto. Ma non quello che si augurava Spinelli, né quello che si auguravano gli 80 mila (o 100 mila) partecipanti alla manifestazione.
Lo scandalo denunciato sul palco da Paolo Flores D’Arcais, Francesco Pardi, Antonio Di Pietro, Moni Ovadia, Marco Travaglio e gli altri di cui avrete ascoltato le parole accalorate e indignate, dalla piazza o dal web o dalle tv collegate: lo scandalo di un Berlusconi “rivoluzionario”, come l’ha definito Ezio Mauro, direttore di Repubblica. Rivoluzionario perché estraneo alla democrazia, alla divisione dei poteri, al controllo di legalità, rivoluzionario perché si pone come un principe rinascimentale, legibus solutus, tiene in ostaggio il Parlamento perché si occupi esclusivamente dei suoi problemi giudiziari e ricatta l’opposizione, prima blandendola e poi azzannandola. Alla maniera di un estorsore mafioso, come ha ben osservato Marco Travaglio.
No, lo scandalo che tutta la stampa allineata (con la lodevole eccezione de Il Manifesto di ieri) ha denunciato è quello nato dalle parole di un comico e di un’attrice satirica.
In ombra, dimenticato, tutto quel che si consuma al governo contro la Costituzione e lo Stato di diritto.
Non se ne parla, né ieri né oggi. Non sta succedendo nulla, tranne l’offesa supposta ad una ministra di dubbi meriti e, si scrive, al Capo dello Stato e al Papa.
Io c’ero, in quella piazza. La satira non mi offende, mi diverte. Il capo dello Stato si può criticare: anch’io ho nostalgia di Scalfaro, che è stato un Padre Costituente e così lo ricordiamo oggi: più per la difesa intransigente della Costituzione che per la sua militanza politica.
Si può dire che preferiremmo che il Presidente della Repubblica non firmasse una legge che 100 costituzionalisti hanno denunciato come contraria alla Carta? Certo che si può: lo garantisce l’articolo21 della Costituzione.
Si può far satira sul Papa? Basta collegarsi ad un canale satellitare spagnolo e vedrete se si può, in uno dei Paesi più cattolici del mondo.
Queste sono sciocchezze, ipocrisie, scandalo da educande. Montate ad arte per non costringersi a vedere l’immonda oscenità che ci sta ammorbando tutti. Per non vedere, per non resistere, per arrendersi meglio. Per farsi fottere con la vaselina, se si consente anche a me un po’ di volgarità, nel Paese dove tv commerciale e affari di Stato si mescolano con spudoratezza esibita.
Si può dire che l’opposizione si è opposta così poco da regalarci il terzo governo Berlusconi? Si può, si deve dire, nel Paese dove chi perde le elezioni non si dimette mai e dove gli stessi personaggi che trattarono Berlusconi da neo-costituente son tutti ancora lì e non si son nemmeno ravveduti.
La stampa allineata ieri fingeva di scandalizzarsi per Sabina Guzzanti e oggi, trovato l’ago nel pagliaio, l’ago che si voleva trovare ad ogni costo, rivela l’intenzione già maturata prima della manifestazione e contro centinaia di migliaia di persone. Lo fa dalle pagine di un giornale semiclandestino, che nessuno legge: Europa. Che rovescia l’urlo di Moretti del 2002 addosso al palco e addosso alle persone, PERSONE, andate lì ad esprimere il loro allarme, la loro indignazione e l’amore per una democrazia ridotta al pasto del Caimano. “Con questa gente non vinceremo mai”. “Gente”, capito? Folla, anonimi, signori nessuno. E ancora: “con questi elettori non vinceremo mai”. Ostracismo e anatema non solo nei confronti degli oratori, ma anche dei cittadini elettori. La soluzione sarebbe forse privare della libertà di parola gli oratori e del diritto di voto gli elettori? Che sogno! La Santa Inquisizione e le purghe staliniste in un colpo solo. Il dissidente come eretico, dagli all’untore, sono loro i colpevoli. I Giellisti del XXI secolo. Ricordate i Rosselli? E quanto tempo c’è voluto per stabilire la verità sul loro assassinio? C’è mancato poco che se ne parlasse come di un suicidio. Per molto tempo si scrisse di una vendetta tra “rossi”. Ma la verità era un’altra.
Qui, oggi, l’osceno è a Palazzo Chigi, non in Piazza Navona.
E tornano, quelli che già trattarono i girotondi con disprezzo. Ma perché? Si chiedeva l’altra settimana la Spinelli. Che cosa avevano mai fatto di terribile, se non tenere alta l’attenzione su quel che stava accadendo?
Si vede che i cittadini che hanno a cuore la democrazia disturbano i manovratori e quelli che si fanno manovrare.
“Vis grata puellae”. Pare che gradiscano.
Un suggerimento è rivolto anche a L’Unità: fuori Travaglio e quelli come lui. Detto dall’autorevole (?) Europa è un monito che spaventa.
Un cadavere che vorrebbe dettar la linea ad un giornale di cui invidia il successo e le firme.
E last but not least, oggi D’Alema detta la sua dottrina a…un giornale di sinistra? Nossignori, al Foglio, di proprietà della (seconda) signora Berlusconi.
E’ la ciliegina sulla torta. Anzi, la goccia d’assenzio finale.
Vanna Lora


LA MIA PRIMA VOLTA IN PIAZZA

Cara redazione di Micromega,
l’8 luglio ero in Piazza Navona. Non sono affiliata ad un partito o ad un movimento, non avevo mai partecipato a nessuna manifestazione di piazza. Stavolta l’ho fatto con convinzione, perché ho stima per chi l’ha organizzata e credo che la società civile abbia il dovere di difendere questa povera democrazia rovinata da uomini e donne indegni. E’stata una manifestazione bellissima: con i partecipanti -molti, considerando il giorno lavorativo, il sole e il boicottaggio mediatico- ho sentito di avere qualcosa in comune. Tutti hanno assistito agli interventi con educazione ed attenzione, si è applaudito non in base alla fama o al carisma dell’oratore, ma criticamente, valutando ogni singola frase degli interventi. E’stato un "popolo della piazza" speciale, affratellato dall’amore per la legalità e dalla voglia di difendere la costituzione. Le bandiere, rosse e azzurre e tricolori, non erano simboli di divisione, ma sventolavano insieme in nome di valori comuni. Non ho condiviso ogni singola parola di ogni singolo intervento della serata, e così d’altronde è stato per gli altri, ma mi è parso che ciò che teneva unite tutte quelle persone fosse enormemente più importante delle differenze nello stile della critica. Condivido i timori di Colombo rispetto a certi interventi troppo crudi, e al "vaffanculo"? Sì, in parte, considerando la sua posizione di parlamentare all’opposizione. Ritengo che la Guzzanti abbia offerto una sponda agli strali dei soliti noti? Sì, anche se tutti si sono domandati quale fosse stato il metodo di selezione del personale femminile berlusconiano, vedendo la velina ministra. Tutti si sono domandati se il comportamento del papa corrisponda al nostro concetto di "cristiano". E’un insulto urlare il proprio disgusto per certe cose? Non direi. E’ un eretico Grillo, quando dice che il paese è sull’orlo del collasso? Proprio no, e mi pare che il concetto fosse al centro di vari altri interventi, seppure espresso con un linguaggio più misurato.
Quella sera ciascuno di noi è tornato a casa con molti spunti di riflessione, dopo aver condiviso un bel momento di cittadinanza attiva con altri cittadini liberi e democratici. Ho visto bellissima gioventù, bellissimi pensionati, famiglie coi bambini. Eravamo i temibili girotondini? Proprio no. Non mi sento girotondina, e mi azzardo a dire che gran parte dei convenuti non si sentisse tale. Non mi sento né moralista, né attivista di partito, né dipietrista, né adepta di chicchessia, né "no cav day" (che cazzo è il "no cav day"?). Sono una cittadina che in quella piazza ha manifestato per la democrazia, insieme ad altri, persone piene di spirito critico -anche verso gli oratori- e passione democratica.
I soliti principali quotidiani nazionali ieri e oggi sparavano titoloni su insulti e turpiloquio, sul "ritorno dei girotondini", sulla "piazza divisa", sulle occasioni perse e la spirale del nulla, che si porta dietro il grillino Di Pietro, sul "mi dissocio" e "che disastro".
Non so bene in che piazza stessero, tre giorni fa. Quella dov’ero io era straordinariamente unita nonostante le profondissime differenze tra i partecipanti, riflesse in parte da quelle tra coloro che si alternavano sul palco. Unita dal desiderio di democrazia, da un’indignazione sana e propositiva, dallo stupore di avere molto in comune anche con quei ragazzotti con la bandiera rossa, o con quei vecchietti agguerriti, coi cattolici e coi rom, con alcuni militanti del PD e con le tantissime sezioni di IDV, che ha dimostrato una grossa capacità di mobilitazione (ma di questo sui giornali e in televisione non una parola, per carità!). L’8 in piazza non c’erano solo gruppi con le bandiere, c’erano tanti singoli cittadini indignati, che avevano deciso di prendersi una giornata di ferie e salire sul treno perché lo hanno sentito in qualche modo doveroso.
E’ tristissimo e offensivo che tanti cittadini attivi, ognuno coi propri motivi per manifestare, siano stati appiattiti da questi sedicenti organi d’informazione su tre slogan pieni di disprezzo, sulla banalità e il fanatismo e il vuoto morale che proprio quei cittadini sono andati a combattere. Sono scandalizzata della malafede di questi "giornalisti", di questi "uomini di chiesa", di questi uomini politici (..politici?). Al ritorno ho raccontato la giornata a mia madre, e lei mi guardava dubbiosa: credere alla mia versione o a quella ripetuta per ore da tutti i giornali e i telegiornali?
Bisogna davvero riconquistare le coscienze del paese, risvegliare l’attenzione su una realtà che non è la panzana trasmessa dai telegiornali, e io credo che la strada segnata dall’8 luglio possa essere davvero quella giusta. Grazie a tutti voi
Alessandra, Siena



TECNICHE DI REGIME: COME SI OMOLOGA L’OPINIONE PUBBLICA

La tecnica è studiata a tavolino, quasi scientifica.
Funziona così:
Io governo ho un obiettivo, chiamiamolo C, non lo dichiaro apertamente al contrario dichiaro come obiettivo B, che contiene C, annullo le variabili x da cui dipende anche B che possono compromettere il mio vero obiettivo C, fino a che l’opinione pubblica non vede in C l’obiettivo da raggiungere.
Vediamo qualche esempio pratico e attuale:

1° caso — caso Chiaiano
Obiettivo reale ossia C: Presentarsi alle prossime elezioni (europee, alcune amministrative e regionali) potendo sventolare all’opinione pubblica dei ‘risultati’ di ‘buon governo’. C.
Obiettivo dichiarato B: Risolvere il problema dell’emergenza rifiuti in Campania.
Variabili: opinione pubblica e residenti. Le variabili in questo caso sono 2.
Tali variabili sono da disinnescare perchè potrebbero far saltare C.
E vediamo come.
Disinnesco dell’opinione pubblica: lasciare la spazzatura nelle strade di Napoli e provincia, lasciare che la camorra le dia fuoco (se non lo fa ci pensa il governo) e aspettare che l’opinione pubblica ragioni così ‘:’ e che ca..o, il problema si deve risolvere a qualunque costo’.
Disinnesco dei residenti: in questo caso i cittadini di Chiaiano e zone limitrofe.
Premesso che Chiaiano è stata ‘scelta’ perchè offre garanzie di rapidità, cioè trovare un sito ‘veramente’ idoneo avrebbe richiesto del tempo (tra ricerche e studi tecnici seri), e quindi il governo non avrebbe potuto presentarsi diciamo a gennaio 2009 alla pubblica opinione dicendo:’ Guardate, ho risolto il problema atavico della monnezza di Napoli in soli 6 mesi!’.
Ecco perchè Chiaiano.
E come ti disinnesco i residenti di Chiaiano? Semplice, ti faccio una legge che dice: se protesti ti sbatto in galera e nel frattempo ti carico con l’esercito.
Risultato? Chiaiano e zone limitrofe ridotte al silenzio, manganellate e con la paura di essere sbattuti in galera…silenzio. Accettano in silenzio (o quasi) la discarica sotto casa loro.
L’esercito ieri è entrato nella cava e ha iniziato i lavori di adeguamento a discarica pubblica di uno degli unici posti verdi della città di Napoli. Pronto per ottobre.
Quindi a gennaio 2009, il governo avrà raggiunto il suo vero obiettivo C, utilizzandone un altro cioè B.
Un altro caso?

Caso 2: Lodo Alfano
Obiettivo C non dichiarato: Evitare la condanna a Berlusconi
Obiettivo B, dichiarato: Snellire il lavoro della magistratura e rendere giusta una giustizia palesemente ingiusta.
Variabili? opinione pubblica e un grappolo di persone che non ci sta a qualunque costo.
Disinnesco dell’opinione pubblica: la legge blocca-processi serve per far dire all’opinione pubblica:’Meglio l’impunità a Berlusconi che 100.000 processi bloccati e con la paralisi dei tribunali’.
Disinnesco del grappolo di dissidenti: demonizzarne le iniziative (con la complicità di Veltroni) e rappresentarli come ridicoli, forcaioli, girotondini, disorganizzati.
Un esempio classico è stata la strumentalizzazione di Piazza Navona fatta dal governo, dalla stampa quasi all’unanimità e dal pd che, pur condividendo i principi che hanno portato 100.000 persone in piazza, non ha avuto il coraggio di schierarsi. Se Veltroni l’avesse fatto, non ci sarebbero stati i grillo e le guzzanti, ci sarebbero state non 100.000 ma 1 milione di persone in piazza, e una opposizione unica che diceva NO INSIEME. E in questo caso, per il governo sarebbe stato più difficile far passare il Lodo Alfano tra lo sdegno di metà degli Italiani.
Risultato: il lodo Alfano è già passato alla Camera. Prossimamente passerà al Senato.
Dopo e solo dopo,la Blocca-processi verrà ritirata e l’opinione pubblica tirerà un sospiro di sollievo.
Obiettivo C raggiunto.
L’articolo di E. Mauro sottoscrive in pieno la mia tesi http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/giustizia-6/leader-privilegio/leader-privilegio.html
campidoglio pulito


FOLLINI E IL PD

Caro Paolo Flores D’Arcais 
volevo farti notare come Follini ha dichiarato che il PD dovrebbe abbandonare Di Pietro, malgrado egli sia uno di quelli che votava le leggi vergogna di Berlusconi nella legislatura 2001-2006. Ma allora 
perche’ Veltroni ora dice che le leggi di Berlusconi sono ad personam e poi tiene dentro il partito Follini? 
Grazie per quello che fai. 
Francesco Messina


GRILLO NO

Cari promotori della manifestazione dell’8 Luglio,
mi chiedo come sia stato possibile far parlare uno come Grillo in una manifestazione nobile ed alta come quella di Piazza Navona.
Mi chiedo se vi siete resi conto che invitando Grillo rischiate di sporcare il significato di un intero movimento, movimento fatto di persone educate, civili, riflessive ed interessate alla cosa pubblica e al bene delle istituzioni. Mi auguro che questa lezione serva per il futuro.
Grazie e buon lavoro
Andrea Ballabeni


8 LUGLIO: DELLA VOLGARITÀ ME NE FREGO

Carissimi.
La manifestazione non si rivolgeva a tutta l’italia, ma a quel tipo di italiano forse in via di estinzione – che prima o poi si rassegnerà? – ma che si interessa ancora di politica. Non quindi a quell’italiano anarchico alla Grillo, i grillini per intenderci. Quell’anarchismo tutto grillino da politica d’accatto: chi non c’entrava nulla infatti con questa manifestazione era proprio Beppe Grillo; in collegamento poi, come le rockstars.
A Sabina Guzzanti invece solidarietà. Anche se il testo poteva essere più “raffinato”, nel senso che delle volgarità me ne frego, ma che ad esempio al posto dei “froci” all’inferno ad aspettare il papa , avrei messo 1000 e 1000 Carfagna, e veline, e pin up a peso ad aspettarlo. “E’ vecchia quella” dei froci, e smettiamola anche di essere così discriminatori, se prenderla in quel posto può infastidire ad alcuni ad altri potrebbe piacere.
Per quanto riguarda l’indignazione all’unisono dei media e della maggioranza. A questi quattro moralisti finti, che mi fanno venire in mente quelli che quando ti rubano il parcheggio, e tenti di dirgli qualcosa, ti danno anche del maleducato, solo perchè hai sceso il finestrino o aperto la portiera e ancora non hai detto nulla, questa cultura fascista, razzista e leghista, questa arroganza , una novità: almeno per chi ne resta fuori per un po’ e ritorna. E a parte i parigini che sono “stronzi” per DNA, tutti gli altri sono solo arroganti a comportarsi così e in Italia, paese conosciuto da sempre per la sua ospitalità, come tutti i paesi caldi, misteriosamente, ma anche gli States ad esempio, di più prima dell’11 settembre, ma se non sei proprio colorato è come prima e lo so è discriminatorio, ma succede particolarmente in aeroporto, il resto è paura, propagandata del “regime”. Democratico.
Quello che poi riporta il tg1 non ci interessa, ma grave invece a “primo piano” su rai tre: Polito del Riformista e Sansonetti di Liberazione che fanno spallucce e che affermano: "ma che lo lascino fare questo lodo alfano! che glielo diano e passiamo avanti ai problemi quelli veri quelli della gente!" ..Che non arriva alla fine del mese etc. etc. Immagino. Come se gliene fregasse qualcosa. Ma per favore. 0_0
Del resto. Agli italiani che non leggono, non si interessano di politica, e probabilmente nemmeno sapevano di questa manifestazione dell’ 8 luglio a Piazza Navona, indetta da chi, o a pro di cosa, e non gliene importa un beneamato di nulla, e parlano solo di fica, perfino l’edicolante che mi vendeva i giornali il 9 luglio. Si, li compero ancora i quotidiani. In occasioni speciali me la godo di più a leggere il quotidiano. Al giornalaio ho chiesto l’Unità e il Manifesto e non mi ha guardato storto come mi capita spesso, nella città, anche se siamo nel 2008 , ma forse mi sbaglio, siamo nel bho, stava parlando di fica al suo amico, era molto preoccupato perchè questa aveva cinque anni meno di lui e non sapeva quanto poteva durare, letteralmente. E’ di tutta evidenza che non tutti fanno uso di viagra o sono "vasodilatati da eccesso di viagra"(citz della Guzzanti che mi ha fatto sbellicare) , ma semplicemente parlano di fighe, sesso posizioni con tranquillamente il cliente davanti, ma chi se ne frega giusto? Siamo un po’ “democratici”. Certamente non sta scritto da nessuna parte che un edicolante sappia leggere e scrivere, lui vende, vende giornali. Potrebbe anche leggerli, ma chi se ne frega, anche se è un pezzo che la scuola è agibile a tutti. Siamo diventati ancora più “democratici” di una volta, o no? 0_0
“Sono d’accordo nel non cercare il consenso dei media, ma bisogna fare in modo di farci sentire”. ”La volgarità non ci aiuta, anzi, è un linguaggio della destra, dei leghisti”. Si dice nei blogs. Ma in ascolto non c’è più nessuno, post-o io. E poi Maltese su Repubblica. E poi Moretti in conferenza stampa. Ma fino a che punto dovremmo mai “annullarci”, ma non nel senso dei sopraccitati, nel senso di quanto si dovrebbe tenere conto della diplomazia e del marketing ancora: è forse politica questa indignazione tutta “di sinistra”? Trovo Curzio Maltese un tantino schizofrenico in quel suo articolo francamente, e Nanni Moretti – che si è prestato a quella scena di sesso gratuita e recitata malamente, imbarazzante, in “Caos calmo”, che faccia la morale”alla volgarità “- ma mi faccia il piacere, anche lui.
Beppe Grillo invece non mi piace, non mi piace quello che sta facendo alla politica, non doveva intervenire: qui Moretti ha ragione, “è stato da irresponsabili”. E’ un buffone Beppe Grillo prende l’onda, un giullare che fa solamente male all’Italia con i suoi sproloqui da urlatore. Ma è perchè urla che lo ascoltano? Non credo. No. Lo ascoltano perchè “non impegna”!
Sicuramente Sabina Guzzanti poteva agire diversamente, ma come donna avrei agito uguale, uguale, dette le stesse cose. Quasi mai apprezzo l’istinto, ma se c’è una sola cosa che pareva non preparata era proprio la sua performance, e per questo “era buona”. Si è andata a cercare la querela? Cavolacci suoi. Forse si potrebbe anche parlare di “generosità”.
Nicoletta


VOCI CONTRO IL TORPORE

Caro direttore, purtroppo non ho potuto essere presente alla manifestazione di Piazza Navona, ho seguito però l’evento a distanza, e ieri ho rivisto i video dei numerosi interventi che si sono succeduti.
Devo dirti che provo un senso di sdegnata impotenza rispetto a quanto accaduto al termine della giornata, e da quanto ho letto sui quotidiani. Il tentativo trasversale di alcune forse politiche, giornali e tv di delegittimare la manifestazione, bollandola come carica di insulti, offese, turpiloqui e volgarità mi pare davvero una follia tanto ingiusta quanto premeditata. Mi spiace inoltre che firme autorevole come Padellaro e Maltese siano stati fuorviati dall’ombra di alcune pagliuzze perdendo di vista l’ingombro provocato dalla trave.
Dove erano gli insulti? Quali sono state le offese? Perché, nel riguardare i filmati, io non ho sentito né i primi, né le seconde.
Quella di Piazza Navona non era la manifestazione di un partito politico, né di un movimento mono-pensiero. Era piuttosto la risposta di un eterogeneo e diversificato pezzo di società civile che voleva, e vuole, opporsi alle leggi-canaglia di Berlusconi e dei suoi accoliti. Sul palco sono saliti leader politici, parlamentari, attori, cantanti, intellettuali, artisti che, a titolo personale, hanno espresso le proprie opinioni con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini circa l’emergenza democratica in cui versa il nostro paese.
Ciascuno ha usato il registro più consono al ruolo che ricopre. Se fosse stato Colombo o Di Pietro ad appellare il Presidente della Repubblica come Morfeo, si sarebbe trattato di un’offesa, dell’utilizzo di un linguaggio inadeguato ed inopportuno da parte di un senatore della Repubblica. Ma se tale aggettivo fa parte della performance di un’artista satirico, che utilizza il lessico proprio della satira per fare un’invettiva, peraltro motivandola nei contenuti e nel merito, non è un’offesa diretta ad alcuno. Né se Sabina Guzzanti adopera una battuta giudicata volgare lo fa per una volgarità fine a se stessa, semmai per denunciare, anche lei con argomenti, una squallida logica di potere. Come ha detto Luttazzi la volgarità è la tecnica della satira. La satira smaschera il potere, lo deride, ne mostra le contraddizioni, ma non lo fa con garbo ed educazione, lo fa con irriverenza, con toni corrosivi, in maniera dissacrante.
Chi fa satira sa benissimo che con insulti ed offese non si raggiunge l’obiettivo sperato, che è quello di “correggere i costumi deridendoli”. Chi fa satira non ha nessun potere se non quello che deriva dalla credibilità delle proprie parole, delle proprie denunce, delle proprie invettive. Chi dice sciocchezze, o peggio volgarità gratuite, viene dimenticato un minuto dopo.
Come al solito, il problema non è quello che è stato detto e il modo in cui è stato detto. Il problema vero, che lo rende intollerabile, è che è stato detto. La Guzzanti e Grillo hanno detto cose false? Allora sconfessateli, allora dimostrate, a loro e a noi, che non dicono il vero. Marco Travaglio ha parlato di cose reali, che succedono in questo paese? Se così non è, vi prego, venite a sbugiardarlo.
Personalmente non chiamerei mai Napolitano, Morfeo. Non sono un’artista di satira e quindi non ho licenze d’autore necessarie per adoperare un linguaggio diverso da quello di un comune cittadino. Ma in quanto comune cittadino rivendico il diritto di critica, senza sé e senza ma, nei confronti di chiunque, Presidente della Repubblica compreso. Credo e sono convinto che manifestare il mio dissenso sia, oltre che un diritto, un dovere da compiere.
Fabrizio De Andrè aveva una grande paura: “se gli intellettuali si conformano siamo fottuti”. Oggi, in Italia, sembra regnare quella “pace terrificante” descritta in una sua vecchia e bella canzone, un torpore che tutto omologa senza soluzione di continuità. Quelle di Piazza Navona, fino ad oggi, sono le uniche voci, magari anche sopra le righe, di resistenza al conformismo berlusconiano. Voci che molti cittadini, come me, vogliono ancora sentire.
Alessandro Brescia


NON FACCIAMO IL GIOCO DI BERLUSCONI

Egregi Signori,
tornato in Italia dopo 42 anni passati all’estero ad insegnare chirurgia all’università, nell’ordine, in Germania, In Somalia, in Svizzera e, da ultimo, in Kenya, ho ritrovato un paese a me sconosciuto: senza cultura, senza stile, senza morale, senza dignità e mi piacerebbe fare qualcosa anche se non so con chi.
Ieri sono stato a Piazza Navona e, purtroppo, mi sono reso conto che, con questa opposizione, Berlusconi continuerà a vincere per sempre! Infatti, a Piazza Navona, ha incominciato Flores d’Arcais, con un intervento solido, razionale, documentato, articolato, intelligente, validissimo. Poi hanno parlato due donne che non conoscevo (una si chiama Laura Belli, l’altra non me lo ricordo), che alla ineccepibilità delle argomentazione di Fores D’Arcais, hanno aggiunto la loro passione di donne generose e informate, oltre che pensose. Poi ha contribuito per telefono dall’ospedale dove è ricoverata per un incidente la Signora Borsellino, razionalizzando le cause della tragedia che la colpì anni fa. Marco Travaglio ha poi fatto un intervento, in "difesa" di Berlusconi, fatto di fine ironia e intelligente sarcasmo, che per essere perfetto, aveva bisogno solo di limare pochi eccessi ed in cui spiegava perché Berlusconi – poveraccio! – non può fare altro che quello che fa per non finire in galera.
Di Pietro ha fatto, da par suo, un intervento fattuale, sensato e facilmente comprensibile anche ai non iniziati.
Dopo questo eccellente inizio, la debacle! E’ intervenuto per telefono Beppe Grillo, col suo inutile turpiloquio, abbassando drasticamente il tono, fin lì elevato, della critica all’attività legislativa di questo governo, che è stata semplicemente vergognosa. Finalmente è intervenuta Sabina Guzzanti che, di colpo, ha azzerato ogni valore di protesta della manifestazione, con un intervento fatto della più intollerabile, gratuita, becera e inutile volgarità e, a questo punto, insieme a tanta altra gente seccata, io me ne sono andato via.
Beppe Grillo dovrebbe capire che la psiche umana funziona secondo ineluttabili meccanismi automatici, ben noti ai persuasori occulti, per cui, se un grande scrittore o un grande oratore, inserisce un’invettiva al punto giusto della sua trattazione, può conferire icasticità al suo dire, ma che, a sentire uno che imposta tutto il suo dire sul turpiloquio, il subcosciente di ciascun ascoltatore si ricorda dello schiaffone ricevuto da sua madre quand’era bambino, per aver detto una parolaccia e la proibizione, sempre di sua madre, a frequentare un bambino noto per dire parolacce. Furio Colombo e Di Pietro, infatti si sono imbestialiti, a quanto ho, poi, letto!
Un’altra cosa che dovremmo capire se non vogliamo continuare a fare solo e soltanto il gioco di Berlusconi e portare acqua al suo mulino è l’uso delle bandiere rosse.
Nonostante la mia ammirazione per l’interpretazione marxiana della storia – l’unico modo per capire il perchè è successo quello che è successo – nell’archivio del mio subcosciente, così come per milioni di persone al mondo, il simbolo della falce e martello è schedato nella stessa scansia dove è schedata la croce uncinata, il fascio, Stalin, Hitler e Pol Pot. Per cui, il mare di bandiere rosse e di falci e martello che si sono viste in Piazza Navona, ha ulteriormente contribuito ad azzerare il peso politico della manifestazione.
Che peccato!
Una manifestazione che poteva servire nella guerra contro il magliaro che ci governa ha finito per procurargli più sostegno!
AB


CHE COSA E’ VOLGARE

E’ volgare parlare di fellatio o rendere legale l’ingiustizia, sancire che la legge non è uguale per tutti?
E’ volgare insultare il papa quando sbaglia ( e mi sembra che di errori gravi ne abbia fatti molti! E pericolosi) , prendersela con il presidente della repubblica quando va a cena con la moglie di Mastella, criticare il capo di un’opposizione che non c’è, o piuttosto, è volgare l’Italia becera, ruffiana, mafiosa, paracula, servile, arrivista che ci circonda?
La Guzzanti ha fatto satira (pesante!) e si è presa le sue responsabilità guadagnandosi una querela e probabilmente pagherà per una cosa che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno osa dire (dove sono le femministe?) perché ( senza entrare nel merito del singolo caso che spero resti segreto perché della vita privata dello “psico-nano”, definizione bellissima di Grillo, non vogliamo sapere, risparmiateci almeno quella) è il costume o meglio malcostume “normale” dell’ambiente dello “spettacolo-politica”.
Direi che è l’era delle “smutandate” o il ritorno delle cortigiane come diceva Natalia Aspesi ieri su Repubblica, italiani e italiane ipnotizzati da tette e culi ovunque, per altro per niente erotici.
Veltroni e le sinistre che non fanno opposizione e non riescono a trovare una linea comune poi fanno una grande tristezza; bisognerebbe tacere per non creare ulteriore confusione? No, bisognerebbe svegliarsi o ricostituire una sinistra unitaria e nuova perché siamo davvero sfiniti dai soliti discorsi, dall’arrovellarsi sugli stessi problemi, talmente provati che viene da pensare che la cosa sia voluta.
Disturba parecchio questa poca capacità di autocritica degli stessi esponenti della sinistra e di alcuni organizzatori della manifestazione di ieri che pur di non offendere il partito si dissociano dalle “parolacce”; non è tempo di guardare alla forma, in tempo di fame non si apparecchia la tavola con le posate d’argento ma si mangia con le mani!
Grillo, nonostante la sua mancanza di finezza (ma ancora non mi sembra che sia questo il momento di dedicarsi alle raffinatezze visti i problemi enormi dell’Italia) dice delle cose sacrosante.
E’ avvilente che su tutti i giornali di oggi ci si scandalizzi per la forma e le esagerazioni e il linguaggio poco educato quando sarebbe davvero il caso non già dei “vaffa” ma di bestemmiare (metaforicamente, perché Dio non c’entra, c’entrano semmai i suoi molti ministri-politici), nel senso di urlare questa situazione insostenibile per ogni intelligenza minimamente cosciente.
Perché alla vera volgarità che ci circonda non si risponde “pacatamente e serenamente”, non si organizzano le manifestazioni per ottenere il consenso di tutti, perché nessuno deve sentirsi offeso, perché bisogna tenersi buoni ora i teo-con ora i moderati ora i compagni di strada, non si nasconde la verità per salvare il partito.
E’ tempo di dirsi in faccia le cose come stanno senza ipocrisie, senza timori, consapevoli che quello che si può fare è almeno creare una specie di sodalizio con quelli della tua specie, con quelli capaci di indignarsi, che nonostante tutto sono ancora in grado di pensare, che però ora non hanno una rappresentanza, non si riconoscono fino in fondo in nessun partito perché da troppo tempo votano “il meno peggio”.
L’unica cosa che si può fare è creare quest’isola e solidarizzare con i propri simili.
C’è chi propone di espatriare; forse sarebbe meglio perché l’Italia è un paese che non vuole cambiare. La mafia non è solo in Sicilia fa parte del dna dei più.
In attesa di fare le valigie o di tempi migliori cerchiamo di sopravvivere restando svegli e uniti con i pochi rimasti.
Fra tutte le secessioni di cui tanti parlano facciamo il gruppo dell’isola, naufraghi trasversali provenienti da non importa quale partito o non partito, disposti a sottoscrivere pochi ma validi punti, estranei al protagonismo, almeno non schiavi della luce rossa della telecamera e almeno non del tutto ladri che lavorino per passione perché certe cose appartengono kantianamente all’intelletto comune, al “buon senso” comune.
Barbara Folegnani


COMPLIMENTI

ciao amici di micromega, ieri ho apprezzato tantissimo l’intervento di d’arcais e di molti altri, grillo non mi è piaciuto però nel complesso è stata una bella manifestazione libera e proficua. Vi voglio fare i complimenti per la passione che mettete nel vostro lavoro e soprattutto per la vostrà libertà intellettuale. Mi raccomando non abbiate paura e non lasciatevi intimorire dai commenti di certa gente, continuate ad informare le persone con calma e in base ai fatti puri e semplici.
Con affetto, una vostra lettrice e vostra amica,
Daniela Guida


INDIGNATA DAL RESOCONTO DEI GIORNALI

Sono indignata per come i giornali (“L’Unità”, “la Repubblica” e posso immaginare quelli più a destra) stiano riportando commenti e cronache della manifestazione di ieri a p.zza Navona. Io c’ero e con me moltissimi altri.
1) I titoli e gli articoli sono incentrati su Grillo e la Guzzanti, gli insulti a Napolitano e al papa. Beh, concentrare tutto su questo è indecente. Quella di ieri è stata la prima occasione di incontro dopo le disastrose elezioni dove ho potuto ascoltare contenuti e parole intelligenti e doverose. Non mi scandalizzo per il turpiloquio di due comici, che non hanno legittimità politica, ma rappresentano solo se stessi e il proprio pensiero. E gli sono grata per aver espresso il proprio dissenso per esempio rispetto al nucleare (Grillo), rispetto all’inaccettabile reazione del governo Prodi alle contestazioni (sacrosante) al papa all’Università (Guzzanti). Esprimono il loro dissenso e lo fanno, mettendoci la faccia.
2) Le donne. Lidia Ravera ha fatto un denso intervento, ricordando, fra le altre cose, che mettere ancora al centro il corpo della donna come oggetto di scambio per far carriera e avere la Carfagna come ministro, è un insulto a tutte le donne che studiano, lavorano sodo e hanno competenze ben più alte di chi siede su certe poltrone. Il tutto senza nemmeno una parolaccia. Bene, i giornali non si sono presi nemmeno il disturbo di citarla fra le persone intervenute sul palco di ieri.
Allora dico che i volgari siete voi giornalisti.
3) W la complessità. Rifiuto il ridurre lo spessore dei contenuti della manifestazione di ieri a beghe di partito, piattume scandalistico e semplificazioni che diventano immorali.
NON DOBBIAMO ESSERE TUTTI DACCORDO SU TUTTO. Credo che si possa ascoltare Grillo e Di Pietro, Guzzanti e Travaglio, un rappresentante dei Rom (che denuncia un certo falso volontariato e chiede di chiudere i campi nomadi) e Furio Colombo, e discutere su ciò che non si condivide e gridare insieme ciò che accomuna. Che è, ancora una volta, molto più di ciò che divide.
Se i politici, i giornali, i cittadini, non se la piantano di dar spazio solo alle lacerazioni, e soprattutto di demonizzare le differenze, non si va da nessuna parte. Ciò che accumuna la sinistra, ripeto, è molto più di ciò che divide e la discussione è il sale della politica. Il problema non è litigare, ma saper stare insieme, pur litigando un po’.
4) Il livello di Berlusconi e del suo Governo è talmente infimo che l’indignazione può portare al turpiloquio. Un Presidente del Consiglio ci diede dei “coglioni”, un comico ha detto “vaffanculo”… Per favore, il senso delle proporzioni.
Laura de Strobel


LA SATIRA DEVE ESSERE INTELLIGENTE

Cari Responsabili di MicroMega,
vi ho seguito fin dall’inizio, con l’importante petizione "Liberadonna" alla quale ho aderito e firmato quasi con entusiasmo.
Ho perfino stampato una cinquantina di volantini e li ho sparsi in luoghi "strategici" di Padova e dintorni, perché convinta che l’iniziativa fosse giusta e corretta.
Inoltre ho firmato, dopo averle lette con attenzione, diverse petizioni da voi proposte.
Adesso però, dopo l’infausta, ignobile esibizione di Sabina Guzzanti e Beppe Grillo a Piazza Navona, vi chiedo come è possibile che quei due abbiano creduto di interpretare il volere e le intenzioni di tutti noi che abbiamo sostenuto tale manifestazione denominata, tra l’altro, "Una risposta popolare contro leggi ignobili".
Non dovrebbe essere necessario sottolinearlo, ma quando si cade nel turpiloquio, esprimendo frasi estremamente offensive e volgari, ci si pone non solo dalla parte del torto, ma a parecchi livelli inferiori rispetto alle persone che si vogliono criticare.
Non mi interessa se questa mia verrà ignorata o cestinata, dato che sono una NIP (Non Important Person), ma bisognerebbe ricordare sempre le regole della buona educazione, e si vuole fare satira deve essere soprattutto intelligente. Ricordarsi, per esempio, di Dario Fo, Enzo Jannacci, Fabrizio De André, e via dicendo (ne abbiamo avuti a decine).
Fiorenza Valentini


IL PD MI SCONCERTA

Mi sconcerta che da parte di nessun dirigente del PD siano giunte, insieme a quelle di condanna che abbiamo ascoltato e letto, parole di apprezzamento per i civilissimi interventi di Flores d’Arcais, Borsellino, Pardi, Camilleri e di quanti in genere hanno preceduto Grillo e la Guzzanti.
Intanto oggi sui muri di Ferrara a testimonianza della "maschia" reazione del PD agli attacchi di Berlusconi, che palesemente mettono a rischio la nostre istituzioni democratiche così come sono state disegnate dai padri costituenti, sono apparsi manifesti con su scritto:
"Il governo pensa a "salvare" il premier dai processi trascurando salari e pensioni. Noi vogliamo detassare gli straordinari per forze dell’ordine, infermieri, insegnanti, vigili del fuoco …Il governo, invece penalizza i dipendenti pubblici discriminandoli rispetto agli altri lavoratori."
Se questo è tutto quello che c’è da sperare dal PD, viene proprio spontaneo esclamare come Totò "Ma mi faccia il piacere!!!"
Secondo me Veltroni dovrebbe ringraziare Grillo e la Guzzanti che hanno rovinato una manifestazione, che altrimenti gli avrebbe creato grave imbarazzo!
Gustavo Toninel


NO ALL’AUT-AUT CONTRO DI PIETRO

Ritengo che il risultato della manifestazione sia positivo,perché quasi centomila persone si son trovate a dichiarare la loro indignazione per le leggi "vergogna" o "ad personam" che dir si voglia. E’ questo che vale e non gli insulti o volgarità, da cui molti han preso le distanze senza peraltro sminuire il valore dell’evento. Non approvo (da elettore PD ed estimatore di Veltroni) l’aut-aut dello stesso Veltroni a Di Pietro, perché bisogna restare uniti contro l’arroganza del Governo ("se ne fregano", come dicono i telegiornali, anche della risoluzione del Parlamento europeo). Saluti cordiali
Gionni 45


IL VERO SENSO DELL’8 LUGLIO

Paradossalmente, e’ stato proprio l’intervento piu’ additato come fuori luogo quello che io personalmente ho trovato il piu’ significativo nel cogliere il vero senso della manifestazione di piazza navona. alla fine del suo intervento, infatti, sabina guzzanti dice: "le cose cambiano quando c’e’ un popolo che e’ pronto e un leader che e’ pronto. noi forse non abbiamo ne l’uno ne l’altro, ma queste manifestazioni, questa partecipazione popolare, fara’ si’ che si prepareranno i leader e il popolo. perche’ qui siamo un popolo, e al centro commerciale siamo un popolo un po’ di meno, si sente di meno questa cosa. stiamo tutti quanti imparando a fare politica."
E’ un po’ deprimete vedere come quasi nessuno – tra politici e giornalisti – fosse aperto alla lettura di questa piazza come un qualcosa di propedeutico alla formazione di quel popolo e di quel futuro leader che possano insieme davvero cambiare le cose. spero solo che nell’organizzazione di futuri eventi non si cada nella trappola di farsi condizionare dal coro di critiche sulla scelta di oratori e interventi dell’8 luglio, e che anche le prossime manifestazioni siano cosi’ assolutamente libere e plurali come lo e’ stata piazza navona.
cordiali saluti,
Ferdinando Pertusio


DI CHE COSA CI SCANDALIZZIAMO?

Ad aprile ho avuto un po’ di esitazione prima di decidere di NON VOTARE VELTRONI … ma ora so che ho fatto bene.
Io sto con SABINA GUZZANTI e con chi ha il coraggio di dire le cose come stanno, con chi si SCANDALIZZA per I FATTI OSCENI che succedono in questo paese ogni giorno compreso IL SILENZIO e la NON OPPOSIZIONE DI VELTRONI E DEI SUOI nonchè la deriva fascista e razzista a cui stiamo assistendo rispetto alla quale Napolitano non è stato capace di esercirtare il suo ruolo di garante …
ALLORA DI CHE COSA CI SCANDALIZZIAMO E DA CHI CI DISOCCIAMO?
Tanti cari saluti.
Giulia Grieco


IO NON MI DISSOCIO

Carissimi (mail inviata anche a Fassino e D’Alema)
ho sentito accuse pesanti contro i partecipanti alla manifestazione di ieri a Piazza Navona: esponenti di populismo, eversori, proto-fascisti, spazzatura e quant’altro: io sono, insieme a mia moglie e molti amici, uno di quelli.
Gia’ fui offeso da Berlusconi come “coglione” avendo votato per Prodi, adesso sono anche spazzatura e tutto il resto. Bene ! Grazie !
Ma chi sono io, cioe’ uno di quelli che sono andati in Piazza Navona ? Forse e’ bene che cominciate a riflettere.
Sono una persona che sta con Prodi, quando c’e’ bisogno di stare con Prodi, sta con Veltroni, quando c’e’ bisogno di stare con Veltroni, sta con Di Pietro, quando c’e’ bisogno di stare con Di Pietro; ascolta con interesse e timore Grillo, perche’, con il suo modo istrionesco, sta aprendoci gli occhi su una verità: “il re e’ nudo”, il castello di carte sta cadendo, con tutte le sue conseguenze………economiche, sociali, etiche, ambientali; sono uno che ascolta sorridendo la Guzzanti, perche’ in modo bocaccesco grida a gran voce verità scomode, eppure liberatorie……..che finiscono con una gran risata liberatoria (a proposito sapevate che la risata fa bene alla salute ?)
Non avete ancora capito ?
Diro’ di piu’: se l’unto del Signore, in quanto troppo unto, dovesse scivolare per terra e battere la testa e rinsavire miracolosamente (c’e’ un precedente con S.Paolo), starei pure con l’unto del Signore (in chiaro: Berlusconi).
Ma quale e’ la discriminante, per cui sto con l’uno o con l’altro ? Ebbene sappiate e riflettete che la discriminante e’ la difesa dei beni comuni (in chiaro: costituzione, aria, acqua, terra, energia, ecologia, società civile, comunità, solidarietà) e la ricerca della verità, a tutti i costi e qualunque essa sia (senza opportuni compromessi), anche contro i miei interessi personali.
Cosa farebbe uno come me ( insieme a tanti altri) se scoprisse che viene tradito in queste sue aspettative? Semplicemente niente, voterebbe il male minore (anche la destra) oppure non voterebbe affatto, in attesa di tempi migliori….se mai verranno.
MA…MA….sono uno che non vuole piu’ scordare………o meglio che e’ talmente schifato che ha deciso di non dimenticare piu’ e di agire perche’ gli altri non dimentichino………………..
Respirate profondamente e…..buona riflessione
Claudio Giambelli


NON MOLLATE

Ciao redazione di MicroMega, scusatemi se non riesco a darvi del Lei, ma ormai la quotidiana consultazione del vostro Blog ha fatto in modo che, pur non conoscendovi di persona, è come se fossimo amici di vecchia data che non si vedono da tempo.
Io ero in Piazza Navona l’8 luglio, partito da Brescia il mattino presto con un manipolo di gente per bene e ripartito da Roma, sulle parole di Furio Colombo, correndo per non perdere il pullman che ci avrebbe riportato a casa. Una faticosa "toccata e fuga", ma di cui sono orgoglioso. Ho percorso più di mille chilometri per manifestare non contro un soggetto politico o contro un individuo, ma a favore del mio diritto di cittadino di vivere in uno stato democratico.
Volevo quindi, con questa email, complimentarvi per la grande iniziativa e per gli interventi che ho ascoltato e che ho apprezzato moltissimo.
Sono però rimasto estremamente dispiaciuto per le polemiche seguite alla manifestazione: per quelle notizie divulgate dai telegiornali in cui si è fatto riferimento solamente ai toni di alcuni interventi, senza tener conto che in piazza c’erano quasi centomila persone, chiamate a partecipare contro delle leggi vergognose e certamente non ritrovatesi per manifestare contro il Papa o contro Napolitano.
Capisco la rabbia di Furio Colombo e l’imbarazzo che possono suscitare certe affermazioni molto dure e a volte volgari, ma la mia è una supplica a non fare il gioco dei giornali. Trovo sia importantissimo mantenere un’unità tra tutte quelle persone che ieri, in Piazza Navona, si sono ritrovate con un comune denominatore: la giustizia uguale per tutti.
Ho partecipato entusiasticamente all’iniziativa lanciata da MicroMega pur non essendo abbonato alla vostra rivista, ho firmato le proposte di Beppe Grillo pur non facendo parte di nessun Meet-up e ho indossato la maglia dell’Italia dei Valori pur non essendone un tesserato. Non importa cosa o chi ha spinto una persona a scendere in Piazza, perché ho sentito tra la gente che mi stava intorno la necessità di un cambiamento, un disperato bisogno di legalità e giustizia.
Mi auguro che altre iniziative come questa vengano prese e cercherò di farmi trovare sempre pronto, sperando di rivedere tutta la gente di ieri, nessuno escluso, sapendo bene che mentre da una parte basta un richiamo populista per tirar su dieci milioni di voti nel Nord, tra persone "pensanti" si può litigare anche da soli nella propria casa.
Continuate così! ancora sinceri complimenti!
Marco Pedroni


GRAZIE

Cari promotori della manifestazione dell’8 Luglio,
non potro’ essere in piazza Navona con voi perche’ vivo e lavoro a Boston (sono un ricercatore scientifico) ma vorrei ringraziarvi per questo bellissimo segnale di vita e dignita’.
Penso che difronte alle ennesime vergognose leggi ad personam manifestare sia un diritto (e forse anche un dovere) di ogni cittadino che abbia a cuore il rispetto della legalita’ e l’uguaglianza di tutti i cittadini dinnanzi alla legge.
C’e’ chi dice che i problemi che interessano gli italiani siano altri. Dico a queste persone che non possono trattare gli italiani come persone immature legate solamente alla sicurezza nel quartiere o al proprio conto in banca. Io sono un cittadino italiano e ho a cuore piu’ di ogni altra cosa il senso civico e la legalita’ del mio paese. L’Italia va normalizzata al resto dei paesi d’Europa. E la normalizzazione potra’ avvenire solo quando la cultura della legalita’ e il rispetto delle istituzioni saranno del tutto riaffermati e quando il paese non sara’ piu’ guidato da chi controlla anche le televisioni. Purtroppo il partito che ho votato alle ultime elezioni non e’ in prima linea in questa battaglia.
Vivo da due anni negli Stati Uniti e la situazione italiana vista da qui appare a volte un pochino piu’ simile alla democrazia populistica "ad personam" del Venezuela che ad ogni altro tipo di democrazia occidentale.
Vi ringrazio per fare quello che in ogni altra democrazia occidentale sarebbe normale: protestare difronte a leggi vergognose e dannose. Lo so, le leggi ad personam di Berlusconi non peggiorano i problemi della sicurezza o dei bassi redditi ma so anche che le leggi ad personam sgretolano ulteriormente quel poco di cultura della legalita’ e di senso civico che ci sono rimasti. Purtroppo, solo con il totale ripristino della cultura del rispetto delle leggi e del senso civico possiamo cambiare e migliorare il nostro paese.
Non possiamo piu’ indiettreggiare nemmeno di un millimetro e dobbiamo al piu’ presto far rivincere i valori che l’Italia si merita.
Di nuovo un enorme grazie
Andrea Ballabeni


UN SEGNALE DI VITA E DI DIGNITA’

Cari promotori della manifestazione dell’8 Luglio,non potro’ essere in piazza Navona con voi perche’ vivo e lavoro a Boston (sono un ricercatore scientifico) ma vorrei ringraziarvi per questo bellissimo segnale di vita e dignita’.Penso che difronte alle ennesime vergognose leggi ad personam manifestare sia un diritto (e forse anche un dovere) di ogni cittadino che abbia a cuore il rispetto della legalita’ e l’uguaglianza di tutti i cittadini dinnanzi alla legge. C’e’ chi dice che i problemi che interessano gli italiani siano altri. Dico a queste persone che non possono trattare gli italiani come persone immature legate solamente alla sicurezza nel quartiere o al proprio conto in banca. Io sono un cittadino italiano e ho a cuore piu’ di ogni altra cosa il senso civico e la legalita’ del mio paese. L’Italia va normalizzata al resto dei paesi d’Europa. E la normalizzazione potra’ avvenire solo quando la cultura della legalita’ e il rispetto delle istituzioni saranno del tutto riaffermati e quando il paese non sara’ piu’ guidato da chi controlla anche le televisioni. Purtroppo il partito che ho votato alle ultime elezioni non e’ in prima linea in questa battaglia.Vivo da due anni negli Stati Uniti e la situazione italiana vista da qui appare a volte un pochino piu’ simile alla democrazia populistica "ad personam" del Venezuela che ad ogni altro tipo di democrazia occidentale.Vi ringrazio per fare quello che in ogni altra democrazia occidentale sarebbe normale: protestare difronte a leggi vergognose e dannose. Lo so, le leggi ad personam di Berlusconi non peggiorano i problemi della sicurezza o dei bassi redditi ma so anche che le leggi ad personam sgretolano ulteriormente quel poco di cultura della legalita’ e di senso civico che ci sono rimasti. Purtroppo, solo con il totale ripristino della cultura del rispetto delle leggi e del senso civico possiamo cambiare e migliorare il nostro paese.Non possiamo piu’ indiettreggiare nemmeno di un millimetro e dobbiamo al piu’ presto far rivincere i valori che l’Italia si merita. Di nuovo un enorme grazie.


SUL PALCO ANCHE LA GENTE COMUNE

Innanzitutto mi volevo congratulare per la bella manifestazione di ieri alla quale purtroppo non ho potuto essere presente, pur vivendo a Roma (da emigrante calabrese), ma della quale ho visto e sentito e ascoltato tutto grazie a tutte le possibilità che internet ci da (grazie youtube!!!!!). Ci è piaciuto tanto….il bravo giornalista….il comico…..l’attore e il cantante…..ecc ecc. Suò palco si sono alternate persone che hanno sicuramente grosse capacità comunicative, ognuno con il proprio modo, che sanno parlare a "chi non sa"….e sanno ben rappresentare il pensiero di "quelli che sanno". Mi è piaciuto molto come Travaglio e la Guzzanti hanno espresso molte delle cose che io penso. Ma sono io che vorrei dirle. Sono io che voglio dire che sono indignata….sono io …che voglio dire alla Carfagna che dopo anni di studio mi sento inutile a questo mondo…perchè ho fatto l’unica cosa che non serve per "sistemarsi"……STUDIARE!!!!!.
Immagino nuove manifestazioni in cui sul palco si succedono gente comune…..tanti e tanti come me……che non sono così attaccabili e criticabili come i personaggi noti… che possno finalmente esprimere e gridare….CI AVETE ROTTO………
Grazie
Valentina


CONFIDO IN VOI

Non sapevo a chi scrivere, così ho scelto direttamente la redazione.
Sono venuta, sono venuta convinta, ci volevo essere, a tutti i costi. Nonostante non sia stato facile mettere insieme tutte le "complicazioni", tra il lavoro, i bambini da "collocare", il viaggio da Grosseto da auto-organizzare, le esigenze della famiglia, ….
Ho ascoltato con molto coinvolgimento gli interventi appassionati di Paolo Flores, Pancho Pardi, Ovadia, Camilleri, Di Pietro, Colombo, condividendone lo spirito, i contenuti, l’urgenza data dall’emergenza, la passione stessa.
E non mi sembra che fossi sola. Eravamo in tanti, tutti animati dalla stessa passione.
Stamani, leggendo i giornali, qualcosa di non identificabile ha cominciato ad insinuarsi nello stomaco, nei sentimenti, nell’animo… non so se mi sentissi affranta, se piuttosto provassi più la sensazione di essere stata "derubata", "espropriata" di qualcosa che sentivo che mi apparteneva, il diritto, la voglia, il bisogno, la libertà, il desiderio, la mia personale necessità di essere lì e di esprimermi attraverso gli interventi di chi mi aveva convocato, chiamato.
Io ora avrei un solo grande desiderio ancora più urgente: quello di poter ritornare, SUBITO!!, tornare per confermare i motivi per cui c’ero, tornare perché si possa uscire dai tranelli di chi riesce sempre a "dirigere" in qualche modo anche le "campagne-stampa", perché nessuno possa riuscire, possa avere la possibilità, senza risposta, di togliere credibilità, di inquinare, di distorcere, di far passare una cosa per un’altra, e non ottenere di nuovo indignazione, perché RECLAMO IL MIO DIRITTO AD AVERE VOCE ED ESSERE ASCOLTATA PER QUELLO CHE VIENE DETTO, CHE IO SO CHE E’ STATO DETTO DA CHI MI HA CHIAMATO, PERCHE’ A LORO RISPONDO!!! … non al Grillo o alla Guzzanti di turno.
Io sono disposta a tornare, anche domani, ma tornare con voi, con chi da quel palco ha parlato di giustizia, di "ingiustizia" razziale, di libertà, di inganni e attentati alla Costituzione, di difesa della democrazia e dei diritti fondanti la nostra libertà civile, di opposizione incondizionata a questo governo e alle sue leggi, …
Credo che ci sia bisogno che ricomincino ad essere chiari i contorni della "politica", il piano della politica, la sua autorevolezza e la sua dignità in quanto tale, e credo che chi si incarica di portare avanti a nome di tanti "battaglie" civili, sociali, umane, … non abbia bisogno, per ottenere credibilità o maggiore consenso, dei Grillo o delle Guzzanti ( per quanto poi ciascuno, per quello che è il loro ruolo di comici appassionati impegnati sull’attualità e di persone anche di satira politica, possa apprezzare molto il loro lavoro, nel contesto appropriato), ma si "sostanzia" da se medesimo, ottiene credibilità e viene riconosciuto per la passione stessa, l’onestà e il convincimento che investe nel portare avanti questo delicato e difficile compito. Io ci sarò di nuovo, quindi, ma non, come è stato ben scandito in piazza, dal palco, CONTRO, ci sarò PER.
E questa volta ci sarà maggiore soddisfazione al ritorno. Perché tutti quelli che, il giorno dopo, hanno dubitato delle intenzioni autentiche, che hanno tentato di rubare credibilità, di inquinare, distorcere, non riconoscere, che hanno mentito sapendo di mentire, dovranno essere smentiti, screditati, colti di sorpresa, da una piazza che, ancora più gremita di ieri, risponde alla chiamata, viene riconvocata con urgenza per conquistarsi, con i suoi propri meriti, la sua credibilità, riconoscendo che in questo momento, la credibilità, purtroppo, c’è bisogno di guadagnarla sudandola molto cara: ma meglio così, vorrà dire che, come tutte le cose conquistate con tanta fatica e sacrifiio, poi avrà anche tanto più valore, sarà
salda e autorevole di per sé.
Forse ho anche bisogno che mi venga restituito quello che mi è stato tolto. Rispondiamo tornando. Noi, la piazza, e voi, senza bisogno di altri intermediari o "amplificatori"…. Confido nell’inizio di un costante percorso di reale e autentica mobilitazione, seria, onesta, credibile, nel rispetto dellle libertà riconosciute di ciascuno, magari eterogenea, ma ferma, convinta, accomunata da stesse preoccupazioni e priorità …e decisamente opposta!
confido in voi,
Francesca, Grosseto


LA REAZIONE DEL REGIME

E´ stato un evento traumatico . E "il regime" si è subito mobilitato. 100 MILA persone a Piazza Navona l´8 luglio alle 18 dimostrano che l´ OPPOSIZIONE c´è e che la voglia di opposizione non si espande immediatamente e in modo dirompente perché non trova canali e forme.
E´ stato un successo strepitoso e LORSIGNORI hanno avuto paura .Si rischia che si interrompono i giochi trasversali dialoganti e castali la manipolazione e l´offuscamento e la voluta impotenza del popolo di sinistra e centrosinistra . Per questo il regime si è immediatamente attivato , con tutte le sue armi , per sminuire dividere infangare manipolare attutire criminalizzare isolare. Se i Tg del CAIMANO , Fido-Fede l´abusivo e Studio-aperto (?) il gossiparo , non citano neanche nei titoli d´apertura l´evento in atto in quel momento (figuriamoci il resto !) , oggi Il Corriere dello Zar parla in prima di "Insulti in piazza, girotondi divisi " (desideri…e auspici…evidenti !) e la Repubblica ( quella di "sinistra" che nei giorni scorsi si è variamente diffusa sulle violazioni costituzionali in atto e sui pericoli di REGIME….) rinsavisce e variamente si diffonde nella difesa d´ufficio di Pd Veltroni Napolitano ecc. e per la penna di tal Lopapa ( nomina sunt consequencia rerum ?!) così "sintetizza" l´avvenimento "….diventerà la fiera del turpiloquio , fino alla deriva dissacrante , all´insulto finale senza freni , contro il ministro Carfagna , il Capo dello Stato Napoletano , Papa Ratzinger". IL REGIME trasversale castale-politico-mediale , come si sa , non sopporta LA VERITA´ . Perché le omertà castali trasversali e le doppiezze morali sono l´anima di BORDELLO-ITALIA nell´era della P2 al POTERE (legale-illegale…).
Forse che non è vero che tutti i governi di centro-sinistra (compreso l´ultimo non hanno mai fatto la legge sulle TV (liberando la Rai dai partiti…) e sul conflitto di interessi? Forse che non è vero che dopo il duo Violante-D´alema ( bicamerale con un pregiudicato piduista e …aggiramento legge 57 sulla INELEGGIBILITA´) in questa recente campagna elettorale l´ex sindaco di Roma ha scelto non solo di candidare padroni e professori reazionari esperti in antifannullonismo "ma anche" di non nominare mai e di non attaccare con i datti di fatto e di
non contestare e di DIALOGARE con il Sig. P2 ? Forse che il popolo è stato mai consultato su programmi candidature e "risultati" elettorali ?
Forse che non è vero che dell´OPPOSIZIONE del Pd non se ne vede neanche "l´ombra"? E che raccogliere firme e promettere una manifestazione a ottobre significa di fatto non intervenire nell´urgenza e contrastare la deriva in atto ? Permettendo così di fatto che l´obiettivo dell´IMPUNITA´ di SUA EMITTENZA venga raggiunto ? Forse che non è vero che Napolitano ha finora "firmato tutto"? Anche "l´aggravante" della galera agli immigrati che significa di fatto la violazione della Costituzione e dell´uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge ? Forse che non è vero che firmando per l´ IMMUNITA´ garantita dal lodo Alfano Napolitano firma anche per se stesso e per lo psiconano ? Forse che non è vero che Napolitano piuttosto che intrattenersi amichevolmente con Bassolino e la moglie di Mastella avrebbe fatto meglio a chiederne le dimissioni visto lo scempio di Napoli e della Campania ? Forse che non è vero che l´ex sindaco di Roma DIALOGANDO con lo psiconano l´ha rilegittimato e rinsaldato e che con la "tattica" (?) politica scelta ha "liquidato" la sinistra perso Roma perso la Sicilia ammutolito il "suo" partito e disorientato e depresso l´elettorato ? Senza avere la decenza di dimettersi visto il TOTALE FALLIMENTO ? Storico e di circostanza ?  Forse che non è vero che tutta l´Italia gossipara parla della Carfagna e dei motivi della sua "promozione" e del perché il Caimano temesse tanto le pubblicazioni di certe intercettazioni ? IL DRAMMA E´ CHE TUTTO QUESTO E´ VERO . E "nessuno" si meraviglia si indigna….a BERLUSCONIA. Tranne quelli che o non hanno parola o sono stati messi a tacere . E il PAPA ? Chi è che interviene tutti i santi giorni sulle (nelle) nostre mutande e sui corpi delle donne ? Chi ha impedito i Pacs ?
Chi vuole continuare a imporci la propria morale spacciandola per naturale ? Chi ha passeggiato amichevolmente nei giardini vaticani con IL CRIMINALE DI GUERRA G. Bush ? (un milione di morti …torture…devastazioni…partendo da BUGIE acclarate) e che ORA parla di "fame e poveri" con una banda di ignoranti-mentecatti-assassini riuniti in Giappone che di fronte a 850 milioni di affamati 3 miliardi che campano con due dollari al giorno di fronte a speculazioni e arricchimenti inenarrabili sulla pelle della gente mentre l´Artico si scioglie
i ghiacciai si sciolgono la Co2 aumenta la deforestazione aumenta la biodiversità diminuisce precipitosamente…promettono interventi sul riscaldamento climatico per il 2050…e nel frattempo SI INGOZZANO con 19 portate e GIOCANO a piantare alberi con la palettina davanti agli occhi atterriti dell´UMANITA´ intera…?!
NO! Non sono Grillo Guzzanti Travaglio Flores ecc. i folli. I folli cari signori siete voi ! I folli sono Veltroni e c. che non sanno più neanche cos´è l´opposizione perché sono COMPLICI di fatto e stanno favorendo il procedere del Regime . Mentre il Capo dello Stato sonnecchia e Repubblica , nonostante D´Avanzo e Scalfari ci addottorino di tanto in tanto, al dunque si dimostra "puttana"….mentre IL CORRIERE dei padroni porta zizzania per ritornare al dialogare castale per fare ripagare anche nella nuova fase i soliti noti . Bene hanno fatto tutti i partecipanti di Piazza Navona . Bisogna allargarla estenderla l´opposizione perché non sono insopportabili solo le leggi vergogna….insopportabile è militarizzare le discariche e le città mettere in galera i disperati che cercano pane e futuro riproporre il nucleare….e PRENDERE LE IMPRONTE AI BAMBINI come fecero i nazi-fascisti all´inizio del REGIME…
Gaetano Stella


GRAZIE LIDIA

Grazie. Grazie per aver organizzato la manifestazione di piazza Navona.
Io c’ero insieme ad alcuni amici. Non ci è costato poco…..
Abbiamo fatto una notte in treno… con ore di ritardo e più che a un treno assomigliava a un carro bestiame.
Ma sono contenta di esserci stata e di questo vi ringrazio.
Purtroppo leggendo i giornali e ascoltando i telegiornali mi sono resa conto ancora di più di quanto anche l’informazione abbia bisogno di essere “riformata”.
A piazza Navona non c’erano solo Grillo e la Guzzanti! E gli altri? Nessuna parola per l’appello di Rita Borsellino, per gli interventi di Flores, di F. Colombo, dello stesso Di Pietro?
Vorrei ringraziare L.Ravera, un grazie da parte di una donna che come tante ha dovuto sudare per conquistare un ruolo, una posizione…, un grazie da parte di una mamma che ha cercato di trasmettere certi valori…grazie mi sono sentita proprio in empatia. GRAZIE
Mariarita


A FURIO COLOMBO

Ieri ero a piazza Navona e mi ha colpito profondamente l’intervento di Furio Colombo ed è a lui che rivolgo le mie parole. Ho conosciuto un uomo di grande dignità ed ho condiviso, in gran parte, il suo discorso. Sono e voglio essere lontana dalla volgarità e dalle offese perchè sono scesa in piazza anche per dissociarmi da un governo che pullula di grattezza,di sfacciataggine e che non sente più l’ emozione ingombrante della vergogna. C’è chi, come me, lo fa per lui. Mi lasci, però, dissentire da alcuni suoi avvertimenti. Non saremo noi comuni cittadini a creare una situazione "folle e di confusione" perchè ci ha già pensato l’ intero sistema che presiede parlamento e senato. Ci ha pensato una mafia che si è trapiantata a Montecitorio e che ha contaminato la gran parte dei politici a destra e a sinistra. E la mafia, infatti, non conosce nè dignità nè vergogna. Conosce solo l’ odore dei soldi e il loro potere capace di cambiare il significato di parole come opposizione, giustizia e razzismo! Io non sono confusa, bensì spettatrice di grande confusione. I cittadini italiani non hanno bisogno un presidente del consiglio immune, hanno bisogno di altre persone che, come noi, paghino ogni necessità e ogni piacevole distrazione, guadagnando con il lavoro i soldi e non con gli inciuci. La casta è la testimonianza di un ordine, organizzato autonomamente e non certo per volere del popolo, un ordine che ha creato confusione all’interno dell’ordine stesso. Questo cancro che logora le coscienze non mi tocca, ma sento di avere il dovere e il diritto civile di difendermene allontanandolo…non è più in grado di rappresentarci.Via! Ai pochi, come lei, che credo essere cittadino, va tutta la mia stima e ammirazione ed è da voi pochi che io e molti come me potranno sentirsi rappresentati. Pronta ad aderire a nuove iniziative la saluto con sincera gratitudine.
Simona Bucci


LUCI E OMBRE

Il viaggio è stato faticosissimo, ma ne valeva proprio la pena. La manifestazione ha dato un segnale molto forte che è arrivato a destinazione. 100.000 cittadini in piazza l’8 di luglio da tutta l’Italia è un evento che non si può ignorare! Significa che una parte molto significativa del paese ha voglia di reagire e non per una sola serata di mezza estate. La manifestazione è stata un pò (troppo) egemonizzata da Di Pietro ma d’altra parte oggi è l’unica forza parlamentare in campo e capace di creare mobilitazione (ne ha anche i mezzi), ma gli interventi più incisivi sono stati quelli della cittadinanza attiva. C’è stata qualche sbavatura ovviamente, qualche vuoto e qualche ingenuità. Io non so perchè sia stato invitato Grillo e perchè sia stato dato tanto spazio a S. Guzzanti. Forse qualcuno temeva di non farcela a riempire la piazza e che ci fosse bisogno di testimonial di grido come appunto Grillo e Guzzanti. Ma è stato un errore. Non perchè non si dovesse attaccare il papa o il presidente Napolitano o lo stesso Veltroni (per inciso, non so perchè si parli ancora di "sinistra" per dire di Veltroni e dei ds!), ma l’attacco per essere efficace deve essere condotto con l’arma della critica intransigente rigorosa partendo dai fatti e non con slogan e battutacce ad effetto. Comunque bene Flores, bene Laura, bene Pancho, bene M. Ovada, bene Camilleri, bene Travaglio, bene lo stesso Di Pietro anche se con la sua inconfondibile cadenza dialettale. Penso che sarebbe stato saggio concludere già alle ore 20.30 quando molti stavano abbandonando la piazza, per stanchezza, per esigenze di viaggio, ma anche perchè la Guzzanti, in preda a un raptus, stava slargandosi veramente troppo. E’ mancata invece una proposta finale su come uscirne e sul che fare d’ora in avanti. Questo sì un errore. Non era certo Colombo che poteva concludere sul punto. Certo, Di Pietro per parte sua lo ha fatto: lui lancerà una serie di referendum per abrogare le leggi canaglia. Io mi sarei aspettato una proposta finale anche da parte di Flores e di Pancho. Queste sono occasioni irripetibili, da non perdere. A meno che non ci si voglia appiattire su Di Pietro. Io penso che occorre mettere sul tappeto una piattaforma di lotta insieme a una proposta organizzativa emergenziale. Organizzarsi per lottare, scriveva Gramsci, ed è una esigenza sempre attuale. Penso che i promotori, Flores e Pancho dovrebbero mettere in cantiere una serie di conferenze/assemblee/stati generali "regionali" perchè in ogni regione e da ogni regione parti un progetto organizzativo e politico. Per me andrebbe benissimo anche la formula già concretizzatasi dei “Comitati per la legalità e la Democrazia”, una formula aperta a cui possono aderire in tanti, fuori ma anche dentro i partiti, da generalizzare in tutta Italia. Quanto ai contenuti, non dovrebbe essere difficile individuare i pochi punti essenziali, irrinunciabili su cui non solo dare battaglia ma anche riflettere, elaborare, fare cultura. Occorre far lavorare il cervello e non solo la pancia. Io, per esempio, sento l’urgenza di un approfondimento molto forte del tema della "sicurezza" perchè la deriva verso una "società della insicurezza e della sorveglianza" è un processo in atto, devastante e purtroppo di grande presa sui cittadini. E’ il nuovo strumento di manipolazione di massa che sta devastando la nostra cultura, la politica, il senso stesso della vita nelle nostre comunità. L’11 settembre ha inaugurato un’era nuova ed è un processo che ci riguarda direttamente. L’effetto più perverso è che fra poco avremo sindaci interessati solo a gestire "sicurezza" e "tasse" che è poi il modello "Lega". L’attacco mosso ai servizi pubblici, al “pubblico” come servizio alle persone e per il bene comune sta portando alla distruzione del welfare come lo abbiamo inteso per tanti anni. Tutto ormai può essere privatizzato anzi deve essere privatizzato (e poco importa se a vantaggio delle cooperative rosse o di Comunione e liberazione). Ma se alle ronde padane (che è stata arma vincente durante le ultime elezioni) ai roghi dei campi nomadi non sappiamo contrapporre nessun modello, nessuna proposta, nessuna lettura diversa della condizione umana nelle città e nelle periferie, saremo inesorabilmente travolti e sconfitti. Quanto lavoro da fare !
Vincenzo Tradardi



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