Cinismo clerical
Pubblichiamo il commento dello zio del piccolo Davide all’articolo "L’incredibile cinismo di quei genitori di Foggia" (qui in pdf) uscito su "Clerical" del 30 maggio 2008.
Ho detto che non mi va di parlare di Davide, che quella di Davide deve tornare ad essere una storia privata, che non è il caso di far polemiche: ma le baggianate che scrive l’onorevole Luca Volontè su Liberal del 30 maggio non è possibile lasciarle passare senza replica. “L’incredibile cinismo di quei genitori di Foggia”, titola; e aggiunge: “Dove può condurre l’eutanasia: far morire un figlio appena nato”. Comincia da lontano, Volontè: da Roma e Cartagine, per giungere poi a Foggia, dove “è nato un piccino con la sindrome di Potter (senza reni e uretri), un bimbo vivo che respira da solo e vorrebbe scalare il mondo”. E qui c’è una prima baggianata. La sindrome di Potter non comporta solo assenza di reni e degli ureteri, ma anche una serie di altri problemi, tra i quali l’ipoplasia polmonare. Per questo è superficiale dire “respira da solo”. Se non fosse stato aiutato a respirare, Davide sarebbe morto da un pezzo. Continua, Volontè: “Se tutto andrà bene, sino all’età di dieci anni Davide dovrà sottoporsi a dialisi e poi sarà trapiantato e starà benone”. L’ignoranza di Volontè è pari solo alla sua protervia. Non si ha notizia di un solo bambino che sia giunto fino al trapianto. Trapianto che non va fatto a dieci anni, ma molto prima. Il primo trapianto, almeno; perché poi bisognerà farne un altro. Come faccia Volonté a dire che poi starà benone, non si sa. Lo invito a trovare un solo bambino di dieci anni con la sindrome di Potter. Uno su sei miliardi di abitanti del pianeta terra. Quando lo avrà trovato, provi a chiedergli se si sente benone. Ancora: “I genitori vogliono invece consegnarlo alla morte, interrompere le cure e lasciarlo morire… lui che vuol vivere”. Terza baggianata: la più grossolana, la più offensiva. I genitori di Davide non hanno mai detto di voler interrompere le cure e lasciar morire il bambino. Quando è stato loro chiesto il consenso alla dialisi hanno chiesto tempo per riflettere e per discuterne con il comitato etico; tempo che non è stato loro concesso. Ai giudici, ai giornalisti, a chinque volesse ascoltare hanno dichiarato che non intendono sospendere le cure, ma rivendicano il diritto, in caso di peggioramento del quadro clinico, di decidere insieme ai medici cosa è meglio fare. Già una volta, di fronte ad una crisi respiratoria, è stato deciso di non intubare Davide. Decisione che è stata presa dai medici del Giovanni XXIII e dall’allora tutore, dottor Magaldi. I genitori erano esclusi dalla decisione.
Dice ancora, Volontè, che oggi “in Italia si sacrificano i neonati al ‘dio’ consumistico della perfezione”. Chissà se è in linea con la logica consumistica, di fronte ad una gravidanza difficile, e contro l’esplicito invito ad abortire, sottoporsi a visite mediche ed esami costosi, per dare una speranza a quel feto. Se i genitori avessero seguito una logica consumistica, Davide non sarebbe mai nato. Sarebbe stato abortito, e amen. I genitori avrebbero risparmiato soldi, sofferenza e l’umiliazione di farsi offendere da questo tale, che giunge a parlare di persone “con molte rotelle fuori posto” (i genitori di Davide e quelli che danno loro ragione) e dire che “Davide vivrà… sempre che i genitori non montino una campagna per il funerale del proprio figlio”. In pieno esaltazione parla poi di eugenetica, di eutanasia, di Binding e Hoche, di campi di concentramento, e termina il crescendo con una domanda che è la degna conclusione di un articolo delirante: “Siamo sicuri di aver fatto bene a vietare la caccia agli stregoni?”.
Ricapitoliamo. Tu partorisci. Partorisci soffrendo. A rischio della tua vita. Tuo figlio è malato, ti dicono che deve morire. Tu soffri. Soffri. Poi, all’improvviso, ti dicono che no, bisogna dializzarlo. Tu ti chiedi che succede, fino a ieri ti hanno detto che deve morire, forse non gli hanno nemmeno pulito il culo perché tanto era carne deperibile (quando è arrivato al Giovanni XXIII aveva una grossa escoriazione), e invece tutto a un tratto vogliono il tuo consenso. Chiedi tempo per capire, e ti tolgono la potestà genitoriale. Arriva il giudice a dirti che non sei più sua madre. Protesti, rivendichi il diritto di dire la tua su quella carne che hai partorito a costo della tua vita – ed arriva l’onorevole a dirti che sei cinica, che non hai le rotelle a posto, che vuoi uccidere tuo figlio.
Non so cosa è diventato questo paese. Dove è finito il volto della gente? Chi guarda più i volti? Se lo sarà immaginato il volto dei genitori di Davide, questo tizio, prima di scrivere le sue baggianate? Si sarà fermato un attimo a riflettere sul fatto che stava per parlare di due persone colpite da una sofferenza tra le maggiori che si possano immaginare? Che esercizio ha dovuto fare per mettere da parte la compassione, per cancellare la comprensione, per annullare il rispetto? Perché questo oggi risulta così dannatamente facile?
da http://minimokarma.blogsome.com
(7 giugno 2008)
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