L’incubo Gelmini e la “profezia” di Calamandrei
Gasparri dixit:
“Vorremmo che si sgombrasse il campo dalle menzogne che stanno diffondendo le varie centrali propagandistiche della sinistra manipolando soprattutto i bambini, ed è molto triste vedere bambini di sei e sette anni trascinati con riti di tipo maoista assorbire lezioni di non si sa chi e credo che questo dovrebbe essere evitato da persone che si stanno rivelando pessimi politici e pessimi genitori”.
I genitori che manifestano con i bambini al seguito, che vanno alle lezioni pubbliche in piazza sono pessimi genitori?
Ma ci rendiamo conto?!?
Non hanno più nessun pudore. Cercano lo scontro. Provocano. Spostano l’attenzione solo sulle università che probabilmente diventeranno fondazioni e sul maestro “unico”, il tempo pieno. Sui grembiuli e sui voti decimali.
Sembra che questa legge non contenga nient’altro!
Ma avete presente quante scuole elementari chiuderanno?
E che tipo di ridimensionamento avranno le scuole medie superiori?
“6-bis. I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali, devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, con la procedura di cui all’articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, diffida le regioni e gli enti locali inadempienti ad adottare, entro quindici giorni, tutti gli atti amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica. Ove le regioni e gli enti locali competenti non adempiano alla predetta diffida, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentito il Ministro per i rapporti con le regioni, nomina un commissario ad acta. Gli eventuali oneri derivanti da tale nomina sono a carico delle regioni e degli enti locali.» Legge 133, aggiornamento del 07-10-08.
Qui ci smantellano tutto. Quattromila scuole elementari a rischio chiusura. Tempo pieno come progetto pedagogico lasciato a caro prezzo ai buoni propositi di regioni ricche e illuminate.
Istituti superiori che verranno privati di tecnici e fondi per laboratori e chissà cos’altro. Altro che lotta alle baronie.
Pensano che i baroni che comandano nelle Università non comanderanno nelle fondazioni? Che taglieranno i posti conquistati dai loro parenti per esigenze di razionalizzazione?
E la ricerca: finanziate solo le ricerche con maggiori possibilità di ritorno economico. Senza parlare del blocco del turn-over.
Con queste leggi e decreti legge Berlusconi ha deciso di concludere l’opera che ha iniziato venticinque anni fa con le sue televisioni.
La scuola pubblica, l’ultima agenzia a cui ci possiamo affidare per una democrazia più compiuta, è sotto attacco.
E invece a Domenica In lanciano un sondaggio telefonico.
Monica Setta: “Premete UNO se pensate siano più giuste “le riforme” per la scuola, DUE se pensate siano meglio gli scioperi”.
E al termine invece: “Il 59% degli italiani è favorevole alla riforma Gelmini!”
Questo è lo stato della democrazia in Italia.
Sempre meno attenzione per chi ha nella scuola l’unica possibilità di avanzamento sociale.
Sembra quello il loro fine.
Lasciare indietro per sempre chi non si può permettere una scuola privata, delle lezioni private, un’università di grido; chi non può contare sulla tradizione, sulle competenze e sulle finanze della propria famiglia.
Lasciare indietro chi non ha risorse e maturità personali per competere alla pari nel mondo del lavoro, chi non ha alcuna possibilità di colmare autonomamente quel gap culturale che inevitabilmente lo divide dai ragazzi cresciuti in ambienti familiari più evoluti.
Questo governo sta mettendo in pratica una cesura definitiva fra le classi sociali.
E’ semplicemente vergognoso e comincia a finirmi lo sdegno. Ché a forza di urlare e ricevere solo frustrazioni dai sondaggi e dal sistema informativo, m’è salito uno scoramento senza fine.
E mi sono rotto di non scrivere perché ce n’è sempre una che supera in gravità le vergogne appena subite. E’ un incubo. E come se non bastasse, persino vilipeso dal presidente del consiglio per la mia partecipazione alla manifestazione di Roma.
Un dannato incubo.
“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia perfino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece cha alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico”. Piero Calamandrei in Scuola Democratica, 20 marzo 1950
Impressionante, vero?
La mia amica Monica che me l’ha fatto conoscere venti minuti fa, ne è rimasta pietrificata. Anche io. Ammutolito.
Buona fortuna, compagni. Forza!
Marco Dewey
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