Lippi, una vergogna nazionale

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di Emilio Carnevali

“Come si può non essere contro il nazismo?”: se lo è domandato Moni Ovadia dopo aver saputo che Marcello Lippi si era ritirato dal progetto cui aveva dato inizialmente disponibilità, ovvero la lettura di alcuni passi sulla Shoah (brani di Primo Levi, per la precisione) per un dvd da distribuire nelle scuole. Tra i testimonial del progetto anche il cantante Jovanotti e gli attori Antonio Albanese e Nicoletta Braschi.
Ieri infatti Lippi ha fatto dietrofront: “Ho letto e ho sentito che dovrei parlare di nazismo e di fascismo”, ha dichiarato Lippi lamentando il fatto che con Ovadia si era parlato solo di “razzismo”. “Sto nel calcio da quarant’anni e non mi sono mai schierato politicamente né intendo farlo ora: quando avrò smesso con questo mestiere potrà darsi che ci pensi ma finché alleno non mescolo la politica allo sport”.
Quindi schierarsi contro il nazismo e il fascismo significa "schierarsi politicamente"? Il rifiuto del fascismo è sancito dalla nostra Costituzione, e dunque è contenuto in quel patto sociale pre-politico che prescinde da ogni schieramento di parte. Sembra incredibile, come ha detto Ovadia, che esista gente che non se la sente di schierarsi contro ogni tipo di razzismo e di fascismo.
Eppure forse ha ragione Lippi (Campione del mondo nel calcio e nello squallore) e ha torto Ovadia. Nell’Italia di oggi dichiararsi contro il fascismo e il nazismo significa davvero schierarsi da una parte. Sembra incredibile, ma pare proprio che sia così.
E allora, se proprio dobbiamo schierarci, questa sera… Forza Montenegro!

(15 ottobre 2008)



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